Autore: Eva Musci

CulturaTempo Libero

ALESSANDRO BARBERO

VOCI della STORIA – 2020 – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Alessandro Barbero   in occasione della presentazione del libro ”  DANTE   ” Editore Laterza


Alessandro Barbero ricostruisce in quest’opera la vita di Dante, il poeta creatore di un capolavoro immortale, ma anche un uomo del suo tempo, il Medioevo, di cui queste pagine racconteranno il mondo e i valori. L’autore segue Dante nella sua adolescenza di figlio di un usuario che sogna di appartenere al mondo dei nobili e dei letterati; nei corridoi oscuri della politica, dove gli ideali si infrangono davanti alla realtà meschina degli odi di partito e della corruzione dilagante; nei vagabondaggi dell’esiliato che scopre l’incredibile varietà dell’Italia del Trecento, fra metropoli commerciali e corti cavalleresche. Di Dante, proprio per la fama che lo accompagnava già in vita, sappiamo forse più cose che di qualunque altro uomo dell’epoca: ci ha lasciato la sua testimonianza personale su cosa significava, allora, essere un teen-ager innamorato, o su cosa si provava quando si saliva a cavallo per andare in battaglia. Ma il libro affronta anche le lacrime i silenzi che rendono incerta la ricostruzione di interi periodi della sia vita, presentando gli argomenti pro e contro le diverse ipotesi, e permettendo a chi legge di farsi una propria idea, come quando il lettore di un giallo è invitato a seguire il filo degli eventi e ad arrivare per proprio conto a una conclusione. Un ritratto scritto da un grande storico, meticoloso nella ricerca e nell’interpretazione delle fonti, attento a dare piena giustificazione di ogni affermazione e di ogni ipotesi; ma anche un’opera di straordinaria ricchezza stilistica, che si legge come un romanzo.

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Cultura

NICOLAI LILIN

VOCI della STORIA – 2020 – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Nicolai Lilin   in occasione della presentazione del libro ”Putin l’ultimo zar   ” Editore Piemme


Con il suo tipico stile potente che ti cattura e non ti lascia andare fino alla fine, Lilin indaga non solo la storia ma anche l’animo di Putin. Come in un romanzo ne racconta le origini, ne descrive le trasformazioni, ne ricorda i talenti che lo hanno portato a diventare il personaggio che conosciamo. Ma chi è davvero il nuovo zar di tutte le Russie?

Nicolai Lilin ricostruisce la vita sorprendente e la folgorante ascesa politica di Vladimir Putin, da una misera casa popolare nel quartiere criminale di Leningrado alla poltrona presidenziale del Cremlino. Con il suo tipico stile potente che ti cattura e non ti lascia andare fino alla fine, Lilin indaga non solo la storia ma anche l’animo di Putin. Come in un romanzo ne racconta le origini, ne descrive le trasformazioni, ne ricorda i talenti che lo hanno portato a diventare il personaggio che conosciamo: temuto, amato, discusso e divisivo. Un ragazzo a cui la strada ha insegnato a essere spietato e ambizioso. Un giovane uomo affascinato dalle avventure delle spie sovietiche che sogna di lavorare nel KGB. Un uomo che vive dal di dentro la carneficina politica degli anni di Eltzin e che il vecchio Boris chiama all’ultimo accanto a sé. Un presidente che, giunto al Cremlino, deve fare i conti con un Paese in ginocchio e un apparato amministrativo obsoleto e corrotto. Intanto, i terroristi islamici occupano una parte del Daghestan, proclamando il “califfato islamico del Caucaso”. Santificato o detestato, Putin è comunque oggetto di un culto della personalità che non ha eguali nel mondo contemporaneo. Ma chi è davvero il nuovo zar di tutte le Russie?

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Cultura

VALERIO MASSIMO MANFREDI

VOCI della STORIA – FALL / WINTER 2019 – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Valerio Massimo Manfredi   in occasione della presentazione del libro ”Antica Madre  ” Editore Mondadori


Numidia, 62 d.C. Una carovana avanza nella steppa, scortata da un drappello di soldati agli ordini del centurione di prima linea Furio Voreno. Sui carri, leoni, ghepardi, scimmie appena catturati e destinati a battersi nelle venationes , i rischiosissimi giochi che precedevano i duelli fra gladiatori nelle arene della Roma imperiale. La preda più preziosa e temuta, però, viaggia sull’ultimo convoglio: è una giovane, splendida donna con la pelle color dell’ebano, fiera e selvatica come un leopardo… e altrettanto letale. Voreno ne rimane all’istante affascinato, ma non è il solo. Appena giunta nell’Urbe, le voci che presto si diffondono sulla sua incredibile forza e sulla sua belluina agilità accendono l’interesse e il desiderio dell’imperatore Nerone, uomo vizioso e corrotto al quale nulla può essere negato. Per sottrarla al suo destino di attrazione del popolo nei combattimenti contro le bestie feroci e toglierla dall’arena, dove prima o poi sarebbe andata incontro alla morte, Voreno ottiene il permesso di portarla con sé come guida nella memorabile impresa che è sul punto di intraprendere: una spedizione ben oltre i limiti del mondo conosciuto, alla ricerca delle sorgenti del Nilo che finora nessuno ha mai trovato. Spedizione voluta dallo stesso imperatore – su suggerimento del suo illustre consigliere, il filosofo Seneca – non solo perché spera di ricavarne grande e imperitura gloria, ma anche perché spera di allargare i confini delle terre conosciute ed estendere così i domini di Roma. E sarà proprio nel corso di questa incredibile avventura, fra monti e vulcani, piante lussureggianti e animali mai visti, che Varea – cioè “solitaria”, come rivela di chiamarsi la donna – svelerà il proprio insospettabile segreto.

Cultura

GIANLUIGI NUZZI

VOCI della STORIA – FALL / WINTER 2019 – SEREGNO

Eva Musci intervista Gianluigi Nuzzi in occasione della presentazione del libro ” Giudizio universale. La battaglia finale di Papa Francesco per salvare la Chiesa dal fallimento ” Editore Chiarelettere


Nel cuore della Santa sede, all’interno del palazzo apostolico, i cardinali sono impegnati da mesi in un’operazione di salvataggio che sembra impossibile. Un piano segreto di emergenza da realizzare assolutamente entro cinque anni, prima che sia troppo tardi. I clamorosi dossier riservati che compongono la nuova inchiesta di Gianluigi Nuzzi tracciano uno scenario impensabile: la Chiesa è prossima al default finanziario. Mancano i soldi per pagare i dipendenti, sono sospese le ristrutturazioni dei palazzi, è minacciata la sopravvivenza delle parrocchie in Italia e nel mondo. Giudizio universale è un viaggio esclusivo nelle stanze più inviolabili dei sacri palazzi, tra riunioni a porte chiuse dov’è stato possibile ascoltare a viva voce i moniti e le parole allarmate di Francesco. Un racconto in presa diretta realizzato grazie a oltre tremila documenti top secret, che arrivano fino all’estate del 2019. Chi gestisce i depositi milionari intestati a cardinali e laici ormai defunti? Perché molte fondazioni benefiche registrano passivi clamorosi e nessuna rendicontazione? Che fine fanno i lasciti dei fedeli? Perché allo Ior, già prima della rinuncia di Benedetto XVI, tanti clienti fuggono chiudendo i conti? Voragini nei bilanci, crollo delle offerte, lotte di potere, e ancora le ombre di tre banche dalle contabilità misteriose, che sfuggono a ogni controllo e alimentano interessi opachi. Ciò che qui viene svelato provocherà una profonda inquietudine, non solo tra i cattolici. Eppure fotografa una realtà che potrà essere affrontata solo se non resterà nascosta, ma diventerà patrimonio di tutti.

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Cultura

VERONICA PIVETTI

VOCI della STORIA – FALL / WINTER 2019 – MEDA

Eva Musci intervista Veronica Pivetti in occasione della presentazione del libro ” Per sole donne  ” Editore Mondadori


Adelaide fa l’antiquaria, ha un marito più giovane di lei con cui è in crisi, una madre complice e saggia nonostante un principio di arteriosclerosi, e quattro amiche vere, che come lei stanno attraversando la crisi dei cinquant’anni. Crisi? In realtà si direbbe che non si siano mai divertite tanto. Nei loro incontri (quasi sempre in un ristorante cinese) si scambiano le più inconfessabili confidenze sessuali, e al lettore è concesso di origliare e apprendere così, nei più imbarazzanti dettagli, le avventure e le sventure erotiche di Adelaide, Benedetta, Tonia, Rosaria e Martina. Cinque donne diversissime tra loro ma accomunate da due cose: una visione ormai disincantata della vita e, al tempo stesso, una gran voglia di viverla a pieno. Anche a dispetto dell’età che avanza. Si ride molto, alle loro spalle e a quelle dei loro partner, talmente goffi da suscitare tenerezza. Ma tra un sorriso e una risata capita anche di riflettere sull’eterna conflittualità dei rapporti tra i sessi e sull’inossidabile valore dell’amicizia. Un’avvertenza: astenersi puritani e persone sensibili. Tenere lontano dalla portata dei bambini.

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Cultura

MAURO CORONA – MATTEO RIGHETTO

VOCI della STORIA – Fall / Winter  2019 – MEDA

Eva Musci intervista Mauro Corona e Matteo Righetto  in occasione della presentazione del libro ” Il passo del vento – Sillabario alpino “ Editore Mondadori


Parlare di montagna equivale a parlare dell’intera esistenza  e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni.

«Aprii le pagine del libro di vetta, ingiallite ed erose dal vento, presi la mia matita e scrissi che avrei desiderato rimanere lassù per sempre. E lo riscriverei ancora. Perché se intorno a noi tutto cambia, le montagne no. Le montagne non tradiscono.»

Mauro Corona e Matteo Righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull’argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l’asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle Dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della Prima guerra mondiale, perché «gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità». La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi «guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio», l’appiglio è cruciale, nell’arrampicata come nella vita. La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.

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Cultura

ALESSANDRO VANOLI

VOCI della STORIA – VIII Edizione – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Alessandro Vanoli in occasione della presentazione del libro ” Strade perdute  ” Editore Feltrinelli


In questo secolo dove tutto si è fatto sempre più vicino e immediato, crediamo che il centro del mondo sia quello che vediamo intorno a noi, a portata di smartphone. L’unica dimensione in cui viviamo davvero, quella che conta, è il nostro presente. E così la storia ha cominciato a parlarci sempre meno. Molto tempo fa, invece, la storia fu parte del mondo e della vita. Chi si inerpicava per sentieri rocciosi, navigava per mare o cavalcava per gli altipiani asiatici, faceva al tempo stesso geografia e storia. Allora, se vogliamo sperare che il passato torni a fare parte della nostra vita, è necessario ricominciare a mettersi in viaggio. Con le storie di Alessandro Vanoli percorriamo a piedi l’antica via di commercio e di guerra che ha condotto i persiani nel Mediterraneo, a dorso di cammello arriviamo alla Grande muraglia lungo le vie delle spezie, per i sentieri della Francigena incontriamo i viaggiatori che si recarono all’incoronazione di Carlo Magno e infine con il treno prendiamo la rotta transiberiana, mentre intorno la Rivoluzione d’ottobre cambia per sempre la nostra storia. Queste strade perdute sono segnate dai passi di personaggi noti e ignoti, ciascuno capace di farsi portatore di una pietra miliare nella mappa mondiale delle nostre radici europee. Compongono la rete dei percorsi delle lingue e delle culture che si sono mescolate nei secoli. Così, di ritorno da queste avventure, scopriamo che la storia del Vecchio continente si sviluppa lungo assi che sconfinano lontanissimo nel tempo e nello spazio. E facciamo esperienza delle nostre radici, che sono antiche, profonde e soprattutto estremamente larghe

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Cultura

FRANCO CARDINI

VOCI della STORIA – VIII Edizione – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Franco Cardini in occasione della presentazione del libro ” Il Sultano e lo Zar ” Salerno Editrice


“Un braccio di ferro si gioca da secoli tra Russia e Turchia per l’eredità simbolica dell’Impero romano d’oriente. In un sistema di tensioni e di interessi che da sempre si è alimentato intorno ai destini politici del Medio Oriente, le opposizioni che si sono profilate come costanti inimicizie sono quella russo-britannica per la conquista dell’Asia centrale e quella la russo-ottomana per il controllo del Mar Nero, del Caucaso e degli Stretti. Non si trattava solo di confini, di vie di comunicazione, di mercati. Quelle rivalità si nutrivano di una contrapposizione plurisecolare derivante dalla compresenza e dalla concorrenza di tre culture religiose ciascuna delle quali impegnata (con differenti esiti) in un confronto con la Modernità occidentale “laica”: la cristiano-occidentale, cattolica o riformata che fosse; l’ortodossa dalle molte variabili nazionali, tra le quali primeggiava quella egemonica, la russa; la musulmana nelle sue variabili sunnita (facente capo al sultano-califfo ottomano) e sciita (il cui rappresentante più autorevole era lo shah qajar di Persia). Una tensione che s’incontrava con un “carattere originale” dalla valenza storica e simbolica: il sultano e lo zar, l’uno per “diritto di conquista” l’altro per “eredità ortodossa”, si consideravano entrambi eredi dell’impero romano: Costantinopoli, divenendo Istanbul, non aveva affatto dismesso i suoi caratteri di “Seconda Roma”; né la Mosca dei grandi principi, specie da quando essi erano gli appartenenti alla dinastia Romanov, aveva mai nascosto le sue pretese di “Terza Roma”. Questo contrasto sull’eredità imperiale caratterizzava la tensione tra i due imperi fra XVIII e XX secolo e si perpetuava, mutata e ridefinita, ben oltre la Rivoluzione d’Ottobre e la caduta del sultanato.”

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