Autore: Eva Musci

Cultura

GIANNI OLIVA

VOCI della STORIA – VIII Edizione – CESANO MADERNO

Eva Musci intervista Gianni Oliva prima della presentazione del libro ” Anni di piombo e di tritolo “– editore Mondadori


Un libro per ricordare ciò che è stato ai tanti che l’hanno dimenticato, e farlo conoscere a quelli nati dopo e cresciuti in una scuola dove la storia antica è molto più in onore di quella contemporanea: un contributo a fare i conti con il passato, in un paese dove è troppo facile rimuovere.

«Se ci ricordiamo i nomi dei carnefici e si dimenticano quelli delle vittime, vi è un corto circuito nella memoria collettiva: così si rischia di ribaltare i ruoli, di dimenticare ciò che è realmente accaduto. E la storia perde il suo senso»

Dal 12 dicembre 1969, quando esplode la filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, fino all’assassinio di Roberto Ruffilli da parte delle Brigate Rosse il 16 aprile 1988, in Italia sono state ammazzate quasi quattrocento persone, e oltre mille ferite e rese invalide. Sono gli anni di «piombo e di tritolo», la stagione degli attentati a mano armata del terrorismo «rosso» – che uccide magistrati come Emilio Alessandrini, operai come Guido Rossa, giornalisti come Carlo Casalegno e Walter Tobagi, che sequestra e condanna a morte il presidente della Dc Aldo Moro – e delle stragi «nere», con gli ordigni esplosivi di piazza della Loggia, del treno Italicus e della stazione di Bologna. Quale intreccio si stabilisce tra questi due fenomeni di segno ideologico opposto? Come si inseriscono le violenze nella storia dell’Italia sospesa tra modernizzazione e democrazia bloccata? In un racconto articolato e drammatico, Gianni Oliva ripercorre i fatti di quegli anni. E ricostruisce l’Italia dei due decenni precedenti, un paese a due velocità, stretto tra le aperture della Costituzione e le rigidità del Codice Rocco: da un lato conservatrice e retrograda (nel 1954 condanna al carcere la «Dama Bianca» di Fausto Coppi per adulterio), dall’altro paese del miracolo economico, che si sposta con la Vespa o la Seicento, compra il frigorifero e il televisore e rimescola le sue culture con milioni di lavoratori trasferiti dal Meridione al Nord. Un convulso processo di modernizzazione che avrebbe avuto bisogno di essere governato dalla politica attraverso riforme profonde, capaci di disegnare un nuovo patto sociale. Ma è proprio ciò che in Italia non c’è stato, con il risultato di divaricazioni sempre più nette: il terremoto dei movimenti di piazza ha alimentato nella destra radicale i timori di una deriva comunista, e nella sinistra extraparlamentare l’illusione di una rivoluzione imminente. Lo Stato alla fine ha vinto la guerra, ma solo dopo aver perso (per colpa) troppe battaglie. Un libro per ricordare ciò che è stato ai tanti che l’hanno dimenticato, e farlo conoscere a quelli nati dopo e cresciuti in una scuola dove la storia antica è molto più in onore di quella contemporanea: un contributo a fare i conti con il passato, in un paese dove è troppo facile rimuovere.

Cultura

BENEDETTA TOBAGI

VOCI della STORIA – VIII Edizione – CESANO MADERNO
– Eva Musci intervista Benedetta Tobagi prima della presentazione del suo ultimo libro : ” Piazza Fontana. Il processo impossibile “ editore Einaudi


Il racconto rigoroso e appassionante del grande processo sulla strage di piazza Fontana: una riflessione esemplare sui rapporti tra giustizia e politica.

In un racconto serrato e documentatissimo, Benedetta Tobagi indaga la strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) a partire dal primo processo sull’attentato, un processo-labirinto celebrato tra Milano, Roma e infine Catanzaro nell’arco di quasi vent’anni. Prima di essere affossato da assoluzioni generalizzate, esso porta alla luce una sconcertante trama di depistaggi e accerta le pesanti responsabilità dei terroristi neri e di alcuni ufficiali dei servizi segreti fino a trasformarsi in un processo simbolico allo Stato: una ricostruzione che si arricchisce e trova sostanziali conferme nei decenni successivi. Piazza Fontana sottopone il sistema della giustizia a una torsione estrema; è un incubo, ma insieme un risveglio. Se da un lato la tragedia dell’impunità alimenta un profondo sentimento di sfiducia, dall’altro comporta una dolorosa presa di consapevolezza che contribuisce alla maturazione di una coscienza critica in ampi settori del mondo giudiziario e tra i cittadini.

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Cultura

DAVID KERTZER

VOCI della STORIA – VIII Edizione – CESANO MADERNO
– Eva Musci intervista il professor David Kertzer prima della presentazione del suo ultimo libro : ” Il Papa che voleva essere re “ editore Garzanti

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Cultura

ALFIO CARUSO

VOCI della STORIA – VII Edizione – MEDA 
– Eva Musci intervista il professor Alfio Caruso prima della presentazione del suo ultimo libro : ” Una lunga penna nera “ editore Piemme


Gli italiani conservano nel vasto forziere della memoria collettiva una storia talmente nobile e toccante che merita di essere raccontata. È una storia vera, fatta di eroismo e sacrificio, di dolore e ardimento: è la storia degli alpini.

La grande e memorabile storia del corpo degli alpini come non è mai stata raccontata

Il loro spirito di corpo è leggendario, la loro disciplina proverbiale. Temprati alle più grandi fatiche dalla dura vita delle montagne, animati da una dedizione assoluta alla patria, per quasi centocinquant’anni hanno attraversato in prima linea tutte le vicende, buie o luminose, che costellano la nostra Storia. Si sono battuti con onore nelle dissennate guerre coloniali, hanno versato il loro sangue sul Carso e sugli aspri picchi dolomitici durante la Grande Guerra. Hanno lottato valorosamente in condizioni estreme tra i ghiacci della Russia per salvare un’intera armata in fuga, nei campi di concentramento hanno sopportato con dignità e orgoglio i terribili stenti della prigionia. A migliaia si sono immolati per cacciare dal nostro Paese l’invasore nazista. Le pagine più amare e più gloriose della lotta di liberazione portano il loro nome. Dalle vette innevate delle Alpi agli ostili contrafforti dell’Afghanistan, all’alba del XXI secolo gli alpini sono ancora il miglior corpo specialistico d’Italia, il più popolare, il più amato, quello in cui la Nazione intera trova un sostegno incrollabile, anche in tempi di pace, nella consapevolezza che in ogni frangente, per quanto drammatico, potrà sempre contare sulle penne nere e sul loro ostinato coraggio. Come disse un alpino nei momenti più drammatici della battaglia di Nikolaevka: «Non abbiamo avuto paura fin qui, non l’avremo ora. Abbiamo pianto, lottato, patito la fame. Siamo gli alpini, non ci fermeremo proprio ora».

 

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Cultura

GIULIANO TURONE

VOCI della STORIA – VII Edizione – MEDA 
-Eva Musci intervista il professor Giuliano Turone prima della presentazione del suo ultimo libro : ” Italia occulta“ edito Chiarelettere


Moro, Pecorelli, Sindona, Ambrosoli, Mattarella, Amato, la strage di Bologna, la P2, Andreotti. Una sequenza impressionante di stragi, assassinii, complotti, tentativi di colpi di Stato nella ricostruzione inedita del magistrato che ha scoperto la P2, arrestato Liggio e rinviato a giudizio Michele Sindona.

Un cumulo di fatti atroci maturati in un arco di tempo ristretto (1978-1980) e rimasti il più delle volte senza giustizia. Qui recuperati e ricostruiti in un disegno complessivo ricco di frammenti e risvolti dimenticati o trascurati durante i processi.

Con Turone, testimone e protagonista come magistrato di quella terribile stagione, ci addentriamo tra gli anfratti di storie torbide e sconvolgenti che hanno come protagonisti criminali, terroristi e mafiosi ma pure uomini delle istituzioni, veri traditori della Repubblica. Ciascuno di essi, con responsabilità diverse, ha tramato contro la nostra democrazia.

Come dimostra Turone, solo grazie al sacrificio di eroi valorosi tra magistrati, carabinieri, finanzieri e poliziotti, e all’impegno di alcuni politici tenaci e coraggiosi come Tina Anselmi, l’Italia è riuscita a rimanere un paese libero: leggendo queste pagine, minuziosamente documentate e frutto di anni di ricerche, sembra quasi un miracolo che ciò sia potuto accadere.

È quindi essenziale riuscire oggi a tenere in mano il filo che lega i fatti di quegli anni terribili, spesso resi volutamente indecifrabili per coprire responsabilità e bugie. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, cui Turone soprattutto si rivolge.

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Cultura

FLAVIO CAROLI

VOCI della STORIA – VII Edizione – MEDA 
-Eva Musci intervista il professor Flavio Caroli prima della presentazione del suo ultimo libro : ” Elogio della Modernità “ edito da UTET


Flavio Caroli è un maestro noto a tutti, divulgatore della nostra storia artistica e del piacere che la pittura ci offre, ma anche critico d’arte dalla rara capacità di osservazione. Un critico d’avanguardia. E proprio l’Avanguardia è al centro di questo suo “Elogio della modernità”, con un’idea innovativa: le avanguardie artistiche sono nate ben prima del Novecento. Già un secolo tumultuoso come l’Ottocento, che ha inventato la fotografia e i colori nei tubetti di metallo, aveva infatti prodotto le sue: a uno sguardo attento cos’altro sono il Romanticismo, il Realismo e l’Impressionismo, se non delle onde d’urto rivoluzionarie e dirompenti, lanciate contro la tradizione con il dichiarato intento di distruggerla? Caroli ci apre le porte di una Wunderkammer piena di gemme nascoste e protagonisti inaspettati, e aggiunge un nuovo, fondamentale tassello al grande mosaico dell’arte che ha costruito in questi anni.

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Cultura

MARCO CONFORTOLA

CESANO MADERNO – Eva Musci intervista Marco Confortola in occasione della presentazione del libro ”Il cacciatore di 8000. La mia sfida alle montagne più alte del mondo”  Editore Hoepli


Everest, Shisha Pangma, Annapurna, Cho Oyu, Broad Peak, K2, Manaslu, Lhotse, Makalu, Dhaulagiri: nomi che echeggiano nell’immaginario collettivo come luoghi remoti, quasi inaccessibili. Sono gli Ottomila, le montagne più alte del Pianeta. Marco Confortola ne ha già scalati dieci, e ognuno è stato una storia di fatica e soddisfazioni, rinunce e attimi di pace assoluta, sudore e amicizie ad alta quota con uomini straordinari, da Silvio “Gnaro” Mondinelli a Denis Urubko a Krzysztof Wielicki e molti altri. Pronto a rialzarsi anche dopo la tragedia che l’ha visto coinvolto sul K2, nella quale sono morte 11 persone e ha perso tutte le dita dei piedi per gli effetti del congelamento, Marco non ha smesso di “cacciare”, ed è deciso a conquistare la quattro cime che gli mancano per completare la “collezione degli Ottomila” e assecondare così quell’istinto che sin da bambino lo portava a salire sempre più in alto. Il testo ha la prefazione di Carlos Soria Fontán (classe 1939), l’alpinista che detiene il record di 13 Ottomila scalati sopra i 60 anni di età.

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