Autore: Eva Musci

Cultura

RITA DALLA CHIESA

SEREGNO – Eva Musci intervista Rita Dalla Chiesa in occasione della presentazione del libro ” Mi salvo da sola”  Mondadori Editore – avvenuta presso la  Scuola Sant’Ambrogio


“Quante volte ho spento la luce e poi sono riuscita a riaccenderla, quanti porti sicuri ho lasciato per buttarmi nella vita. A volte è andata bene, altre volte è stata una caduta verticale.”

“Sono come incapsulata nel silenzio di un urlo che dura ormai da tutta una vita. E senza che nessuno mi abbia detto niente, capisco da sola che hanno ucciso mio padre. Mentre io guardavo un film sdraiata sul divano del soggiorno, mio padre moriva…” Rita ha 34 anni quando suo padre, il generale dalla Chiesa, viene assassinato dalla mafia. Mi salvo da sola inizia proprio dal racconto di quel dramma, e del grande amore che la legava a lui. Amore e dolore, felicità e perdita, successi e delusioni sono stati la costante altalena della sua vita. Con un unico punto fermo a cui potersi ancorare: se stessa. Rita rivive tutto, sia i momenti difficili sia quelli felici accanto a Fabrizio Frizzi, l’altro uomo importante della sua vita, e lo racconta in questo libro “liberatorio” e pieno di sentimento. Un racconto che unisce sensibilità e passione, tenerezza e rabbia, commozione e autoironia: “C’è amore e forza, per me, in ogni parola. Questa sono io”.

Rita Dalla Chiesa è giornalista e conduttrice televisiva dal 1988, quando iniziò la lunga stagione di “Forum”, il popolare programma da lei condotto dal 1988 al 1997 e poi nuovamente dal 2003 al 2013. È stata sposata con Roberto Cirese, dal quale ha avuto la figlia Giulia, e con Fabrizio Frizzi. Vive a Roma.

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Cultura

SELENE CALLONI WILLIAMS

CESANO  MADERNO – Eva Musci intervista Selene Calloni Williams prima della presentazione del suo libro : “ Shinrin-Yoku “ Edizioni Studio Tesi


Il termine Shinrin-Yoku, ovvero “bagno di foresta”, coniato in Giappone negli anni Ottanta dal direttore dell’ente forestale nipponico, fa riferimento all’immergersi nella natura con i cinque sensi. Il bosco, la selva, sono uno stato della coscienza: la condizione in cui ogni desiderio fluisce senza sforzo verso il proprio compimento. Lo Shinrin-Yoku oggi è sempre più conosciuto e apprezzato come terapia preventiva. L’immersione nella natura ha effetti terapeutici comprovati anche scientificamente: è in grado di ridurre le concentrazioni dell’ormone dello stress nel corpo, di rinforzare il sistema immunitario, di regolare la pressione arteriosa e il battito cardiaco, di abbassare il colesterolo. Lo Shinrin-Yoku è un’avventura di profonda comunione con la natura. Si pratica in molti modi, ma quello più tradizionale è la passeggiata e la meditazione nel bosco o nella foresta. L’immersione nella natura, quindi, può guarire le nostre difficoltà, perché la foresta ci conosce da sempre e nutre la nostra creatività, ed è provato che la creatività è la dote più utile all’uomo per la sua realizzazione nel mondo del lavoro e del denaro, assai più efficace del mero quoziente intellettivo o di altre doti logiche. In questo libro vi sono le chiavi pratiche della relazione con la foresta che dona creatività. La foresta è un invito ad agire, perciò il modo migliore per comprendere quanto è esposto in questo libro è quello di mettere in pratica i rituali di immersione che esso descrive.

Cultura

DAVIDE BOOSTA DILEO

CESANO  MADERNO – Eva Musci intervista Davide Boosta Dileo prima della presentazione del suo libro : “ C’era una volta il silenzio “. Mondadori editore


Queste favole nascono come pegno d’amore, e si sente. Perché d’amore, di intimità, di calore riluce ogni parola.
Sono favole per adulti che non hanno mai smesso di sentirsi bambini, di chiedersi il perché delle cose, di avere amici immaginari, di sognare amori che durano per sempre e mondi governati dalle leggi della fantasia.
Come sono nati il giorno e la notte?
Come fanno ad amarsi due innamorati che vivono su pianeti lontani?
Che fareste voi nei panni del Silenzio, costretto a custodire i segreti di miliardi di persone?
Se l’amore fosse una strada che nessuno sa dove porta, vi mettereste in marcia per percorrerla?
Sono alcune delle domande – piccole ed enormi, filosofiche e quotidiane – a cui Davide Dileo in arte Boosta, che da anni traduce le sue visioni in musica e parole, cerca una risposta nel mondo sconfinato della propria immaginazione. Il risultato è questo piccolo concentrato di poesia fatto di storie e immagini: sono canzoni senza note, favole della buonanotte, mondi in miniatura, dichiarazioni d’amore.

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Cultura

FLAVIO CAROLI

SEREGNO – Eva Musci intervista Flavio Caroli prima della presentazione del suo libro : “ L’arte italiana in quindici weekend e mezzo “. Editore Mondadori


In questo saggio che diventa un romanzo, Caroli dialoga con un’amica di lunga data accompagnandola per quindici weekend e mezzo alla scoperta di grandi artisti, monumenti universalmente noti e gioielli nascosti (scelti dopo una oculatissima scrematura) nei luoghi nevralgici dell’arte italiana. Passeggiando per le vie dei centri storici o raggiungendo musei fuoriporta, ci presenta in un racconto ricco di immagini protagonisti come Andrea Mantegna, che si può incontrare nella basilica di Sant’Andrea, a Mantova, non solo attraverso le sue opere ma anche sotto forma di un busto scolpito posto nella Cappella funeraria, e promette: “Si innamorerà dello sguardo lontano di chi vede la grandezza del passato, e subito dopo ne percepisce la caducità e la cenere, e non può che rifugiarsi nella melanconia, e dar vita, con quella, agli unici antidoti concessi agli umani, che sono l’arte e la bellezza”. A Venezia, dopo una sosta allo storico Harry’s Bar, ci propone l’incontro con Giovanni Bellini alle Gallerie dell’Accademia: “La linea belliniana incontra la linea introspettiva dell’arte occidentale, con una carta in più, risolutiva: la luce come elemento realistico, drammatico e drammatizzante”. Ai grandi artisti e alle loro imprescindibili opere affianca aneddoti poco noti, come l’importanza della Cascina Pozzobonelli di Milano, senza la quale il Castello Sforzesco non sarebbe come lo vediamo oggi. Un graffito presente nel portico mostra infatti l’aspetto originario del castello, con la Torre del Filarete, crollata nel 1521: fu su questa immagine che l’architetto Luca Beltrami si basò per ricostruire la torre fra il 1892 e il 1905. Un percorso nella storia dell’arte che si fa via via racconto personale: “Ricordi quando io ero poco più che un ragazzo, e tu mi sgridavi perché – a tuo dire – perdevo tempo con gli artisti, invece di occuparmi di te?”. Oggi le opere di alcuni di quegli artisti, gli avanguardisti degli anni Sessanta appartenenti alla corrente dell’Arte Povera, sono raccolte al Castello di Rivoli, cui dedicare un ultimo, mezzo weekend: “Incontrerai le grandi metafore insite nell’occupazione dello spazio: metafore legate al naufragio della civiltà classica in fannis Kounellis; metafore della socialità in Luciano Fabro; metafore dell’infinita ambiguità dei linguaggi che generano l’immagine figurativa in Giulio Paolini”. La felice penna di Flavio Caroli ci indica la via per comprendere appieno il patrimonio artistico italiano, nella convinzione che i capolavori sono il riassunto dei pensieri più profondi di un’epoca storica, e costituiscono “l’apertura visionaria verso il tempo che verrà”.

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Cultura

MARCO CESATI CASSIN

CESANO MADERNO – Sabato 2 marzo durante il “Festival Bene-Essere tra Arte e Natura “ patrocinato dall’Ufficio Cultura del Comune di Cesano Maderno,  Eva Musci  ha intervistato Marco Cesati Cassin che ha presentato il libro: ” Le coincidenze che cambiano la vita  “


Ci sono persone che sembrano attirare spontaneamente le coincidenze: non le semplici sovrapposizioni di casualità, ma quelle che Jung definiva «coincidenze significative» o «sincronicità». In uno straordinario, magico momento, la nostra vita incrocia quella di altre persone che saranno fondamentali per i nostri progetti, oppure cogliamo indizi che ci spingono verso una decisione, o forze sconosciute ci indicano una direzione imprevista. Sono interventi del destino: talvolta si manifestano sotto forma di numeri ricorrenti, talvolta come enigmatici casi di vite parallele oppure come premonizioni, ma sempre e comunque sono segni che ci aiutano, ci guidano e ci proteggono. Persino quando appaiono negativi, alla fine si riveleranno capovolgimenti benevoli che ci accompagneranno a realizzare il nostro disegno e a trovare il pieno appagamento. Da molti anni Marco Cesati Cassin studia le coincidenze significative, raccogliendo decine di storie e testimonianze inedite che attestano il loro potere. In questo libro, ci insegna a distinguerle dalle semplici casualità, a cogliere gli elementi rivelatori e a interpretarli con fiducia, perché più apriamo mente e cuore, più le coincidenze ci illumineranno la strada, mostrandoci qual è il nostro compito su questa Terra.
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Cultura

EMILIO GENTILE

CESANO MADERNO – Eva Musci  intervista Emilio Gentile  in occasione della presentazione del libro  “ 25 LUGLIO 1943 – Editore LATERZA


Alle 2,30 del mattino del 25 luglio, dopo dieci ore di discussione, la maggioranza dei gerarchi del Gran Consiglio vota la sfiducia nei confronti del duce. Alle 17,30 dello stesso giorno Mussolini viene arrestato dai carabinieri. Ventiquattro ore di una vicenda rimasta finora avvolta in una selva di racconti mistificanti e di domande senza risposta: la fine del regime fascista. Dell’ultima seduta del Gran Consiglio, il 25 luglio del 1943, non fu redatto un verbale ufficiale. Non si sa, pertanto, che cosa effettivamente dissero e come si comportarono i partecipanti. Nelle tante memorie uscite negli anni successivi, il duce e i gerarchi hanno dato versioni contrastanti di quel che fu detto, come fu detto e perché fu detto. Molti sono gli interrogativi rimasti senza risposta: i gerarchi volevano veramente estromettere Mussolini dal potere? Volevano porre fine al regime per salvare la patria? Oppure furono dei traditori? Se il duce considerava l’ordine del giorno Grandi «inammissibile e vile», perché lo mise in votazione? Tutti i presenti rimasero stupiti dalla fiacca reazione del duce alle accuse che gli vennero rivolte durante la seduta. Era forse rassegnato a perdere? O addirittura voleva uscire di scena, come un attore che, dopo essere stato osannato per venti anni, alla fine era stato fischiato per aver perso la guerra? Congiura di traditori? Audacia di patrioti? O l’eutanasia di un duce? Documenti nuovi consentono finalmente di rispondere a queste domande, e a Emilio Gentile di raccontare un giorno cruciale della storia d’Italia con la suspense di un poliziesco.

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Cultura

BEPPE BERGOMI – SAMUELE ROBBIONI

SEREGNO – Eva Musci  intervista Beppe Bergomi e Samuele Robbioni  in occasione della presentazione del libro  ” Bella zio. Il romanzo di formazione di Beppe Bergomi ” scritto in da Andrea Vitali  – Editore Mondadori Electa


Nelle parole di Andrea Vitali, cui Bergomi ha affidato il compito di raccontarla, una vita mitica si trasforma in un romanzo della commedia umana di cui egli è il maestro insuperato nella narrativa italiana.

“In quegli anni più di qualcuno fu tentato dal pensiero di avvicinarsi a me e controllare se i baffi che portavo fossero veri o posticci. Erano veri naturalmente e nessuno mai tentò di controllare se invece fossero incollati come volessi dimostrare più anni di quelli che avevo. Erano baffi e basta.”

A 16 anni Beppe Bergomi, con quei folti baffi, sembrava già un adulto: lo chiamavano “zio” e tale è rimasto nella memoria dei tifosi. La sua parabola agonistica prende avvio nella tranquilla realtà dell’hinterland milanese, in una famiglia semplice, tra le scuole dalle suore e il tempo libero all’oratorio, sempre con la palla al piede. Un’infanzia normale nell’Italia degli anni ‘60. Beppe è quello che definiremmo un bravo ragazzo, non certo un bad boy che cerca nel calcio il riscatto sociale. Ha un incredibile talento naturale, eppure la sua famiglia sembra non accorgersene: neppure quando, nel 1977 – appena quattordicenne – esordisce nel campionato giovanissimi e per la prima volta firma un contratto da giocatore professionista. Il seguito è una storia nota: Beppe salirà sul podio più alto da campione del mondo a soli 18 anni, con la maglia della nazionale. Una carriera folgorante e un alquanto inusuale attaccamento alla maglia nerazzurra lo hanno fatto entrare nella mitologia del calcio italiano. Per contro, nelle parole di Andrea Vitali, cui Bergomi ha affidato il compito di raccontarla, una vita mitica si trasforma in un romanzo della commedia umana di cui egli è il maestro insuperato nella narrativa italiana. Nulla gli sfugge nel dare voce alla sobrietà e intelligenza dell’ex campione: tra ironia e paradosso, aneddoti di costume, successi e dolori, Vitali ci fa rivivere gli esordi del calciatore, ma anche una stagione passata dell’Italia, quasi fossimo lì pure noi. A distanza di anni, confrontandosi anche con un consulente in psicologia sportiva, Beppe Bergomi ha ripercorso con la memoria le vicende dell’infanzia e della formazione, realizzando quanto l’agonismo sia stato una formidabile scuola di vita. Ed è arrivato a concludere che “alla meta non ci si arriva mai da soli, e alla fine scopri che l’obiettivo di squadra valorizza anche il tuo obiettivo individuale”.

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Cultura

SIMONETTA AGNELLO HORNBY – MASSIMO FENATI

SEREGNO – Eva Musci  intervista Simonetta Agnello Hornby e Massimo Fenati  in occasione della presentazione del libro  “ La Mennulara  (Graphic novel)  – Editore Feltrinelli


La Mennulara è il romanzo d’esordio di Simonetta Agnello Hornby che, tradotto in diciannove lingue, l’ha imposta come autrice di successo internazionale. E ora diventa una graphic novel, realizzata da Massimo Fena­ ti con la supervisione dell’autrice. In questo libro, rivive e riprende forma il personaggio Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara. E con lei, tutta la galleria di coprotagonisti di questa appassionante saga famigliare. Il risultato è un’opera rispettosa dell’originale, ma anche nuova e autonoma, grazie all’aggiunta di scene non pre­ senti nelle precedenti edizioni del romanzo.

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