Autore: Eva Musci

Cultura

ANDREA VITALI

SEREGNO – Eva Musci  intervista Andrea Vitali in occasione della presentazione del libro  “ Gli ultimi passi del sindacone  – Editore GARZANTI


Ha un fisico ingombrante e una strana mania per le giunte comunali: qualcuno sospetta che nasconda un segreto.

Attilio Fumagalli è un uomo pingue, anzi di più, soffre di obesità androide, nel senso che il grasso ce l’ha tutto attorno all’addome. Cinquant’anni, sposato con Ubalda Lamerti, senza figli, esercita in proprio la professione di ragioniere. Per vincere quel senso di vuoto che a volte lo aggredisce, più che per uno slancio ideale, si è dato alla politica nelle file della Democrazia Cristiana e sfruttando il giro della propria clientela è riuscito a farsi eleggere sindaco di Bellano. Per tutti, e per ovvie ragioni, lui è il Sindacone. L’attività istituzionale non lo occupa più di tanto. Oltre al disbrigo delle formalità correnti, riunisce la giunta ogni due mesi, due mesi e mezzo. Ultimamente, però, sotto questo aspetto, il Sindacone sembra aver impresso una svolta. Convoca la giunta ogni dieci giorni, a volte anche ogni settimana. Una voce o due all’ordine del giorno, una mezz’oretta di riunione e ciao. Ma oggi, 22 dicembre 1949, ha superato ogni limite: ha indetto una riunione per la sera della Vigilia di Natale. Per discutere di cosa? Di niente. Per scambiare gli auguri. E a più di uno dei consiglieri che si sono visti recapitare a mano la convocazione è saltata la mosca al naso. Per dirla tutta, al geometra Enea Levore è venuto il preciso sospetto che sotto a quella frenesia si nasconda qualcosa. Ma cosa? Basterebbe chiederlo al vicesindaco Veniero Gattei, se quello non tenesse la bocca rigorosamente cucita.

Con Gli ultimi passi del Sindacone torna sulla scena la Bellano del primo dopoguerra, di cui Andrea Vitali sa mettere in luce la voglia di riscatto, il frettoloso antifascismo esibito senza vergogna, gli appetiti della carne simbolo della voglia di vita che sta rianimando l’intero Paese, ma senza tralasciare quei piccoli segreti che rendono più sapido il tran tran quotidiano, e la lettura dei suoi romanzi una godibilissima compagnia.

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Cultura

GIANNI OLIVA

CESANO MADERNO – Eva Musci  intervista Gianni Oliva in occasione della presentazione del libro  La grande storia della Resistenza (1943-1948) – Editore UTET


Negli ultimi anni la Resistenza è stata oggetto di narrazioni e contronarrazioni, non di rado discutibili. Ma se molti ne hanno analizzato la portata etica e politica – e altrettanti, in modi diversi, hanno cercato di contestarla o ridimensionarla – pochissimi hanno avuto il coraggio di fare un passo indietro rispetto alle ideologie, e ripartire da una rigorosa cronistoria dei fatti. Gianni Oliva racconta per intero e senza pregiudizi La grande storia della Resistenza, offrendo una mappa dettagliata e precisa a chi voglia comprendere le ragioni, il senso e le conseguenze di un’esperienza complessa, fondamentale per capire meglio il paese in cui viviamo. Fernand Braudel l’avrebbe chiamata «histoire événementielle»: storia di avvenimenti, di battaglie e di trattative, di donne e uomini decisivi, di giorni memorabili. Dal 25 luglio 1943, quando, alla notizia delle dimissioni di Mussolini, le città esplodono in una festa spontanea presto repressa dall’occupazione nazista, fino al referendum del 2 giugno 1946, che segna la nascita di un’Italia repubblicana ancora tutt’altro che unita. Passando per l’armistizio dell’8 settembre, la creazione della r.s.i., lo sbarco alleato ad Anzio, il proclama Alexander, che inaugura l’ultimo, durissimo, inverno di guerra, e le insurrezioni dell’aprile 1945. Nella Storia di Oliva troviamo l’epopea partigiana e la sua quotidianità; il frastagliato fronte antifascista e l’Italia spaccata in due tra Nord e Sud; la resistenza silenziosa degli internati militari nei lager; il ruolo determinante degli Alleati. Ma non solo. Perché riaffermare il valore fondativo della Resistenza significa anche raccontare ciò che accade nei giorni conclusivi della guerra, nella drammatica resa dei conti finale: i cadaveri illustri di piazzale Loreto, gli improvvisati tribunali del popolo e le esecuzioni del maggio-giugno 1945 vengono inseriti nel contesto che li ha determinati e spiegati alla luce di una stagione in cui guerra di liberazione e guerra di classe si sono mescolate a forti componenti di guerra civile. Una stagione che per essere compresa appieno va però estesa fino al 1948, quando l’entrata in vigore di una Costituzione che fonde nei suoi principi le diverse anime della Resistenza porta a compimento il viaggio di una generazione, e di un paese intero, dalla dittatura fascista alla democrazia.

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Cultura

EMILIO GENTILE

CESANO MADERNO – Eva Musci  intervista Emilio Gentile   in occasione della presentazione del libro  Ascesa e declino dell’Europa nel mondo. 1898-1918 –  Editore Garzanti


Il Novecento è stato il primo «secolo mondiale» della storia umana, nel senso che tutti i continenti già apparivano uniti da una rete sempre più fitta ed estesa di collegamenti stabili che tendevano a integrare in un sistema globale tutte le regioni del mondo. Ma questo secolo inizia anche come «secolo europeo», perché l’Europa, agli inizi del Novecento, era al culmine della sua potenza e della sua influenza nel mondo: la civiltà moderna, che dal vecchio continente aveva avuto origine e sviluppo, si era estesa con impeto in tutto il pianeta attraverso un’egemonia economica, commerciale, politica e culturale. La guerra appariva la più lontana delle possibilità. Ma con lo scoppio del conflitto mondiale quel sogno di unità e di globalizzazione ante litteram viene meno e scopriamo in questo libro che l’Italia di quegli anni rappresenta un punto di vista privilegiato da cui è possibile osservare i primi segnali della crisi di un intero continente che sta perdendo il proprio ruolo nel mondo, i sintomi del crepuscolo di un’intera civiltà di cui ancora oggi, a distanza di un secolo esatto, viviamo le conseguenze.

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Cultura

TONI CAPUOZZO

MEDA – Eva Musci  intervista  Toni Capuozzo   in occasione della presentazione del libro  La culla del terrore. L’odio in nome di Allah diventa Stato –  Editore Feltrinelli


Come è nato il terrore in nome di Allah? Quando? Dove? Le origini dell’attuale terrorismo islamista, delle bandiere nere dell’ISIS, della guerra santa dello stato islamico e dei suoi seguaci contro gli infedeli occidentali, vengono raccontati in questa prima, autentica opera di graphic journalism completamente italiana. Toni Capuozzo, racconta così in prima persona la nascita del terrore in nome di Allah, in un’opera a fumetti in bilico tra il reportage di guerra e il diario personale, tra il resoconto storico degli ultimi anni e l’autobiografia. L’opera è impreziosita dalla presenza di diverse fotografie di Toni Capuozzo inserite all’interno delle tavole disegnate, e da numerosi articoli e lettere dal fronte del giornalista italiano.

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Cultura

ALDO CAZZULLO

CESANO MADERNO – Eva Musci  intervista Aldo Cazzullo   in occasione della presentazione del libro  Giuro che non avrò più fame. L’Italia della Ricostruzione” – Mondadori Editore


Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu “Via col vento”. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non soffrirò mai più la fame!». Quel giuramento collettivo fu ripetuto da milioni di italiane e di italiani. Fu così che settant’anni fa venne ricostruito un Paese distrutto. Come scrive Aldo Cazzullo, «avevamo 16 milioni di mine inesplose nei campi. Oggi abbiamo in tasca 65 milioni di telefonini, più di uno a testa, record mondiale. Solo un italiano su 50 possedeva un’automobile. Oggi sono 37 milioni, oltre uno su due. Eppure eravamo più felici di adesso». Ora l’Italia è di nuovo un Paese da ricostruire. La lunga crisi ha fatto i danni di una guerra. Per questo dovremmo ritrovare l’energia e la fiducia in noi stessi di cui siamo stati capaci allora. Cazzullo racconta l’anno-chiave della Ricostruzione, il 1948. Lo scontro del 18 aprile tra democristiani e comunisti. L’attentato a Togliatti e l’insurrezione che seguì. La vittoria al Tour di Bartali e l’era dei campioni poveri: Coppi e il Grande Torino, cui restava un anno di vita. Le figure dei Ricostruttori, da Valletta a Mattei, da Olivetti a Einaudi. Il ruolo fondamentale delle donne, da Lina Merlin, che si batte contro le case chiuse, ad Anna Magnani, che porta al cinema la vita vera. L’epoca della rivista: Wanda Osiris e Totò, Macario e Govi, il giovane Sordi e Nilla Pizzi. Ma i veri protagonisti del libro sono le nostre madri e i nostri padri. La loro straordinaria capacità di lavorare e anche di tornare a ridere. Il racconto di un tempo in cui a Natale si regalavano i mandarini, ci si spostava in bicicletta, la sera si ascoltava tutti insieme la radio; e intanto si faceva dell’Italia un Paese moderno.

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Cultura

ANDREA VITALI

VENEGONO –  Eva Musci  intervista Andrea Vitali   in occasione della presentazione del libro  ” Bella zio. Il romanzo di formazione di Beppe Bergomi ”  – Editore Mondadori Electa


Nelle parole di Andrea Vitali, cui Bergomi ha affidato il compito di raccontarla, una vita mitica si trasforma in un romanzo della commedia umana di cui egli è il maestro insuperato nella narrativa italiana.

“In quegli anni più di qualcuno fu tentato dal pensiero di avvicinarsi a me e controllare se i baffi che portavo fossero veri o posticci. Erano veri naturalmente e nessuno mai tentò di controllare se invece fossero incollati come volessi dimostrare più anni di quelli che avevo. Erano baffi e basta.”

A 16 anni Beppe Bergomi, con quei folti baffi, sembrava già un adulto: lo chiamavano “zio” e tale è rimasto nella memoria dei tifosi. La sua parabola agonistica prende avvio nella tranquilla realtà dell’hinterland milanese, in una famiglia semplice, tra le scuole dalle suore e il tempo libero all’oratorio, sempre con la palla al piede. Un’infanzia normale nell’Italia degli anni ‘60. Beppe è quello che definiremmo un bravo ragazzo, non certo un bad boy che cerca nel calcio il riscatto sociale. Ha un incredibile talento naturale, eppure la sua famiglia sembra non accorgersene: neppure quando, nel 1977 – appena quattordicenne – esordisce nel campionato giovanissimi e per la prima volta firma un contratto da giocatore professionista. Il seguito è una storia nota: Beppe salirà sul podio più alto da campione del mondo a soli 18 anni, con la maglia della nazionale. Una carriera folgorante e un alquanto inusuale attaccamento alla maglia nerazzurra lo hanno fatto entrare nella mitologia del calcio italiano. Per contro, nelle parole di Andrea Vitali, cui Bergomi ha affidato il compito di raccontarla, una vita mitica si trasforma in un romanzo della commedia umana di cui egli è il maestro insuperato nella narrativa italiana. Nulla gli sfugge nel dare voce alla sobrietà e intelligenza dell’ex campione: tra ironia e paradosso, aneddoti di costume, successi e dolori, Vitali ci fa rivivere gli esordi del calciatore, ma anche una stagione passata dell’Italia, quasi fossimo lì pure noi. A distanza di anni, confrontandosi anche con un consulente in psicologia sportiva, Beppe Bergomi ha ripercorso con la memoria le vicende dell’infanzia e della formazione, realizzando quanto l’agonismo sia stato una formidabile scuola di vita. Ed è arrivato a concludere che “alla meta non ci si arriva mai da soli, e alla fine scopri che l’obiettivo di squadra valorizza anche il tuo obiettivo individuale”.

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Cultura

ANDREA VITALI

VENEGONO –  Eva Musci  intervista Andrea Vitali   in occasione della presentazione del libro  ” Nome d’arte Doris Brilli: i casi del maresciallo Ernesto Maccadò  ”  – Editore Garzanti Libri


La notte del 6 maggio 1928, i carabinieri di Porta Ticinese a Milano fermano due persone per schiamazzi notturni e rissa. Uno è un trentacinquenne, studente universitario provvisto di tesserino da giornalista. Interrogato, snocciola una lista di conoscenze che arriva fino al direttore del «Popolo d’Italia», quel Mussolini fratello di…, per accreditare la sua versione, ovvero che è stato fatto oggetto di adescamento indesiderato. L’altra è una bella ragazza che, naturalmente, sostiene il contrario. Ma amicizie per farsi rispettare non ne ha, e soprattutto non ha con sé i documenti, per cui devono crederle sulla parola circa l’identità e la provenienza: Desolina Berilli, in arte, essendo cantante e ballerina, Doris Brilli, di Bellano. E dunque, la mattina dopo, la ragazza viene scortata al paese natio. Che se ne occupi il nuovo comandante, tale Ernesto Maccadò, giovane maresciallo di origini calabresi giunto sulle sponde del lago di Como da pochi mesi. E lui, il Maccadò, turbato per il clima infausto che ha spento l’allegria sul volto della fresca sposa Maristella, coglie al volo l’occasione per fare il suo mestiere, ignaro delle complicazioni e delle implicazioni che il caso Doris Brilli è potenzialmente in grado di scatenare.
Con Nome d’arte Doris Brilli, Andrea Vitali inaugura una serie di romanzi che hanno per protagonista uno dei personaggi più amati dal pubblico dei suoi lettori, il maresciallo Ernesto Maccadò, presente nelle storie di maggior successo come La signorina Tecla Manzi, Olive comprese, La mamma del sole, Galeotto fu il collier, Quattro sberle benedette, Le belle Cece, A cantare fu il cane, raccontando i suoi esordi alla caserma di Bellano e il suo faticoso acclimatarsi, non solo per via del tempo meteorologico.

Cultura

ANTONIO CAPRARICA

SEREGNO  – Eva Musci  intervista Antonio Caprarica   in occasione della presentazione del libro  ” Royal Baby ”  – Editore Sperling & Kupfer


Vite magnifiche e viziate degli eredi al trono

Cosa significa per un bambino essere l’erede al trono? All’apparenza, godere di privilegi inarrivabili per i comuni mortali, ma in realtà, ieri come oggi, anche essere sottoposti a regole e modelli di comportamento che sembrano studiati apposta per creare dei disadattati in lotta col proprio destino. Ne sa qualcosa Carlo d’Inghilterra, il più longevo pretendente alla Corona, al quale il libro dedica un vivace e accurato ritratto: a tre anni ha già imparato a fare l’inchino alla bisnonna, la regina Mary, e a quattordici viene spedito in un collegio gelido e isolato dove subisce, insieme a una disciplina da caserma, anche le umiliazioni dei bulli con cui divide la camerata. E se oggi i suoi figli e nipoti godono di trattamenti molto meno severi, l’attenzione ossessiva dei mass media rende l’esistenza di tutti loro piuttosto scomoda. Spostandosi avanti e indietro nel tempo, infilandosi nelle residenze reali di tutta Europa, Antonio Caprarica registra con brio e gusto per i particolari gli aspetti più significativi e curiosi della vita e dell’educazione di giovani principi e principesse: infanzie dorate o complessate; disgrazie scolastiche di zucconi coronati; eccessi e debiti di giovani viziosi; amori borghesi che si scontrano con la ragion di Stato. Le stanze dei bambini diventano così un insolito punto di osservazione per scrivere un nuovo, originale capitolo della storia delle famiglie reali. E per indagare, attraverso le vite di famosi eredi – la regina Vittoria, Carlo e William d’Inghilterra, Vittorio Emanuele III di Savoia, Felipe di Spagna, Harald di Norvegia e altri ancora – il senso attuale di una istituzione che affida le sorti delle Nazioni a una lotteria genetica.
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Cultura

SERGIO ROMANO

SEREGNO  – Eva Musci  intervista l’ ambasciatore Sergio Romano  in occasione della presentazione del libro  ” Atlante delle crisi mondiali ”  – Editore Rizzoli


La guerra siriana, la divisione tra sunniti e sciiti e il terrorismo alimentato dall’Islam radicale, l’annosa questione di Israele e della Palestina, la minaccia nucleare della Corea del Nord e la lezione della Baia dei Porci, i rapporti tra Stati Uniti e Cina, la nuova presidenza americana, il difficile cammino dell’Europa verso l’integrazione, i nuovi populismi e le migrazioni innescate dalle guerre e dalle rivoluzioni in Medio Oriente e Nordafrica, l’attivismo imperiale della Russia di Putin: sono le coordinate principali della complessa “mappa del disordine mondiale” che Sergio Romano disegna nelle pagine di questo libro.“Ogni crisi internazionale ha la sua logica e la sua razionalità o, se preferite, la sua assurdità” scrive in apertura alla prefazione, e, con l’acutezza di osservazione a cui ci ha abituato nei suoi articoli, saggi e libri, ci guida alla scoperta dei “fattori che contribuiscono a rendere la società internazionale sempre più litigiosa e insicura”. È una lettura del presente – alla luce del passato e aperta sul futuro – non condizionata dalle ideologie, che permette di interpretare la Storia al di là dei luoghi comuni e di ogni vulgata, e ricca dell’esperienza diretta di chi ha vissuto in prima persona, da diplomatico, molti importanti eventi internazionali. Non a caso, l’Atlante delle crisi mondiali si conclude con una pagina di ricordi, in cui Romano spiega com’è diventato un “patriota europeo”. La sua è un’Europa che, come aveva indicato de Gaulle, non deve includere per forza gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: “La politica di coloro che hanno veramente a cuore l’unità dell’Europa dovrebbe essere simile a quella dei Paesi che negli anni della Guerra fredda scelsero per se stessi il ‘non impegno’. Potremo allora fare della Russia il nostro principale partner economico e parlare di una Europa ‘dall’Atlantico agli Urali “

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Cultura

MASSIMO MAGGIARI

SEREGNO  – Eva Musci  intervista il professor Massimo Maggiari  in occasione della presentazione del libro  ” Al canto delle balene ”  – Editore Giunti


Esiste un posto, nel cuore dell’Artico, dominato dal biancore delle banchise. Un luogo incontaminato, regno di balene e orsi bianchi. E’ qui, con una prosa spesso pervasa di lirismo, che ci accompagna Massimo Maggiari, da anni protagonista di viaggi in queste terre. Attraverso i racconti diretti dei cacciatori da lui incontrati, l’autore ci spiega il vero significato della caccia alla balena tutt’oggi praticata dal popolo degli inuit: un’usanza che affonda le sue radici nella partecipazione dell’uomo al tutto, nel rispetto assoluto del mondo animale e preceduta da una serie di riti tesi a propiziare il sacrificio spontaneo della balena, l’animale sacro nel cui occhio ogni essere umano si specchia in un incontro empatico ed emozionante. Lo sciamanesimo appare in quest’opera nella sua dimensione più pura: lo strumento necessario all’uomo per sperimentare la fusione con il mondo animale. Mentre la Terra è sempre più minacciata dalla catastrofe ecologica, questo libro ci invita a viaggiare, lasciandosi cullare dal canto degli antichi inuit e dalla poesia ispirata dell’autore stesso, in un mondo intriso di miti affascinanti e ancora in contatto con la sua anima più profonda.

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