Cronaca

BRIOSCO – DONNA DISABILE DERUBAVA LE PERSONE CHE L’ AIUTAVANO

BRIOSCO – Chiedeva un passaggio in auto o in taxi alle sue vittime e poi, facendo leva proprio sulla sua condizioni di disabilità in quanto paraplegica e costretta in sedia a rotelle, derubava coloro che si offrivano di aiutarla. E la lista dei malcapitati – donne e uomini – in Brianza è lunga.  La donna, una 46enne di Briosco già arrestata dai carabinieri di Seregno, resta in carcere: dovrà rispondere delle accuse di evasione, furto e di indebito utilizzo di carte di credito. La tecnica era sempre la stessa: la 46enne sceglieva la vittima – spesso nei parcheggi dei supermercati – saliva in auto e colpiva mentre il malcapitato era impegnato e distratto a caricare la sua carrozzella nel baule. E così in un attimo sparivano soldi, carte di credito, blocchetti di assegni e documenti. E altrettanto velocemente poi venivano spesi.  Alle denunce già presentate presso le stazioni dei carabinieri della compagnia di Seregno si sono aggiunti ora altri episodi che è stato possibile ricondurre alla 46enne che è in carcere a Bollate dallo scorso 18 settembre. Sono 14 i furti di cui la donna si sarebbe resa responsabile. E spesso per rubare era più volte evasa dagli arresti domiciliari.

Tra le vittime c’è anche un 43enne che a Veduggio con Colzano si è visto sfilare il cellulare dalla tasca proprio mentre aiutava la donna a salire a bordo della sua auto. A Briosco invece la 46enne era riuscita a farsi accogliere in casa da una donna a cui aveva sottratto il blocchetto degli assegni. A una 45enne, sempre a Veduggio, erano spariti il portafogli con soldi, documenti e una carta di credito. E la 46enne non si era fatta scrupoli nemmeno a derubare la sua dottoressa: dopo averle portato via durante una visita medica il portafogli era andata a spendere il bottino nei negozi di un vicino centro commerciale.

E così – si legge in una nota dell’Arma “i gravi indizi di reato, parimenti aggravati per aver commesso i fatti durante il tempo in cui l’indagata si era volontariamente sottratta alla misura degli arresti domiciliari, hanno confermato il quadro accusatorio permettendo al Tribunale di Monza – Ufficio del G.I.P. di poter ricorrere, nel caso di specie, all’applicazione più rigorosa delle esigenze della custodia cautelare in carcere, misura ritenuta idonea al fine di scongiurare il pericolo attuale e concreto di reiterazione di reati della stessa specie“.

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