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SEREGNO – TOUR DEL PD NEI QUARTIERI PERIFERICI

SEREGNO -Il circolo locale del Partito Democratico ha iniziato sabato una serie di incontri con i cittadini  delle periferie  partendo dal quartiere Santambrogio.   L’iniziativa è stata la prima di una serie che proseguirà nelle prossime settimane  con lo scopo di raccogliere pareri, proposte e osservazioni dalle varie realta al fine di  studiare azioni concrete nei  confronti dell’amministrazione comunale . Durante questo primo incontro il problema che  è emerso con maggior evidenza è lo stato di incuria, degrado e sporcizia in cui versano diverse areee del quartiere ( piazza Fari, giardini pubblici e alcune vie ) Un’altra questione segnalata  dai cittadini è quella  della scarsa sicurezza di molte zone ed inoltre  il problema della possibile chiusura del passaggio a livello di via Bottego che di fatto isolerebbe il quartiere dal resto della città .

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DESIO – LA LEGA ” L’AMMINISTRAZIONE COME IL PALADESIO: FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI”

DESIO – La Lega Nord all’attacco dell’amministrazione Corti dopo che, a causa della pioggia che continuava a cadere sul parquet, non si sono disputate le finali del Trofeo Lombardia, uno degli appuntamenti più importanti tra quelli che anticipano l’inizio del campionato della massima serie della pallacanestro. Il fatto è accaduto durante l’incontro  della serie A1 traVarese e Cantù.  Sull’argomento la Lega ha diffuso una nota stampa in cui afferma :  “Questa amministrazione fa acqua da tutte le parti. Dopo una figura come questa, gli assessori che si occupano di sport e lavori pubblici farebbero meglio a rassegnare le proprie dimissioni. Ad oggi, invece, non hanno nemmeno chiesto scusa e ci sono consiglieri comunali del PD che accusano le amministrazioni precedenti. Roberto Corti è sindaco da sei anni, tanti problemi non sono stati risolti, altri se ne sono creati e pensano a fare lo scaricabarile anziché assumersi le responsabilità. In vista dei prossimi impegni ci auguriamo che non succedano più altri imprevisti e si provveda immediatamente ad intervenire dove necessario, prestando più attenzione in futuro per evitare altri spiacevoli inconvenienti”. 

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SEREGNO- SOLO IL 5% POTRA’ AVERE UNA CASA POPOLARE

Seregno, solo il 5 per cento degli aventi diritto a una casa popolare potrà averla sul serio.
( di Anna  Migliaccio )


Titola in questi giorni d’agosto un settimanale locale  che a Seregno dalla “Graduatoria case popolari, “spariscono” gli stranieri” Dice la notizia che “nei giorni scorsi” ma è stato a luglio (ndr) “è stata pubblicata la graduatoria provvisoria per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, che comprende 246 nominativi: nei primi cinque posti l’ottanta per cento dei nominativi è italiano, soltanto uno straniero nella parte alta della graduatoria, che diventerà definitiva nel mese di settembre quando l’apposita commissione comunale avrà valutato eventuali ricorsi. Scorrendo l’intera graduatoria nei primi posti il 75 per cento sono italiani. E conclude con la dichiarazione del Sindaco Edoardo Mazza ( nella foto a dx ) che “Quest’anno l’Amministrazione comunale prevede di assegnare circa tredici alloggi a canone sociale”.
Tredici alloggi da assegnare a fronte di 246 domande utilmente collocate in graduatoria significa che la vera notizia non è la nazionalità degli aventi diritto, tutti evidentemente cittadini italiani e non regolarmente iscritti nell’anagrafe della popolazione residente, probabilmente lavoratori o pensionati benché con basso reddito, che pagano le tasse. Dare maggior punteggio agli anziani, pensionati o ai nuclei familiari che hanno in seno un disabile non favorisce né esclude la presenza di stranieri, poiché anche gli anziani potrebbero essere di origini straniere e anche nella famiglia di un residente di origini straniere potrebbe esserci un disabile. Che sia titolo di merito avere una graduatoria di italiani (e nulla vieta che ve ne siano di origine straniera) non lo crediamo e il titolo del giornale appare inquietante. Tuttavia a noi pare che la vera notizia sia un’altra: che il rapporto tra i meritevoli di tutela e coloro che effettivamente ricevono un alloggio è circa del 5%.
Per tanti anni, dal dopoguerra in poi, questo Paese ha sostenuto un principio costituzionale: Case per tutti i lavoratori! L’inventore di questo piano per il diritto alla casa, posto in essere coi fondi Gescal e con l’ente INA CASA non era un comunista. Era Amintore Fanfani. I fondi Gescal sono stati raccolti fino a tempi molto recenti e utilizzati, con poche polemiche purtroppo, per altri scopi. Perché? Perché da oltre un ventennio quel principio costituzionale, case per i lavoratori, non per i “poveri” è venuto meno? Un’idea chi scrive ce l’ha, ed è che la fine dell’edilizia popolare è stato un favore, una compensazione, data a una borghesia industriale che così non ha protestato granché di fronte alla deindustrializzazione del Paese, e ha tratto profitti individuali dalla riconversione di aree dismesse e dalla breve fortuna delle società di costruzione edile.
Oggi, dopo il fuoco fatuo della speculazione edilizia, anche il comune di Seregno (che ha in maggioranza la Lega razzista) ritiene normale farsi vanto di una graduatoria razziale, passando sotto silenzio il vero dramma. I lavoratori, i pensionati, le famiglie con tutto il gravame dei loro problemi non hanno accesso a una casa a prezzi popolari.
Il diritto alla casa per i lavoratori, e non per i “miserabili”. Ecco una cosa di sinistra, scomparsa da Seregno, e non solo.
A settembre 2014 Il Cittadino titolava così: “Città fantasma in Brianza. Almeno 20mila case vuote” E riportava una notizia molto interessante. Che “A Monza nel 2011, come documentato dal censimento, erano liberi 3.719 dei 58.639 alloggi rilevati: ora, secondo gli esperti, il numero dovrebbe essere lievitato. Per il resto della Brianza non ci sono dati aggiornati ma, secondo le stime effettuate dall’ufficio Statistica del Comune, gli appartamenti sfitti dovrebbero essere 24.948 su 345.491. Nelle città più grandi le abitazioni in attesa di essere occupate sono oltre mille: 977 a Brugherio, 1.091 a Cesano Maderno, 1.200 a Desio, 1.291 a Lissone e a Seregno”…
Poi c’è il vasto patrimonio delle case dell’Istituto Autonomo Case Popolari, oggi ente regionale ALER. Un patrimonio che cade a pezzi, con molti alloggi sfitti perché inagibili, un ente con una situazione di dissesto finanziario elevatissima. Un ente dove sono stati collocati dirigenti politici non proprio specchiati come riportava una inchiesta dell’Espresso parlando di quel “Domenico Ippolito che è stato direttore generale dell’Aler, poi rimosso perché coinvolto in inchieste sulla compravendita dei voti con la ‘ndrangheta. E ora è tornato nell’azienda…”
Un ente in dissesto finanziario per diversi motivi politici, e non solo per cattiva gestione. Perché i crediti inesigibili della morosità incolpevole sono frutto della colpevole mancanza di interventi sociali. Perché i fondi di investimento per la ristrutturazione degli immobili dovrebbero essere fondi pubblici e non mutui che l’ente deve contrarre. Ma questo non accade e anzi il patrimonio dell’ALER viene tassato dai comuni con l’applicazione dell’IMU e della TASI come fosse patrimonio privato.

Benché a proposito di mutui, l’inchiesta già citata dell’Espresso evidenziasse che la gran parte di essi “è stata stipulata tra il 2006 e il 2007, mentre i derivati sono agganciati a finanziamenti del 2007-2008. Sarebbero questi, quindi, gli “anni ruggenti” del Pirellone di Roberto Formigoni in cui Aler si è lanciata in avventure ad alto rischio, rivelatesi dei pessimi affari. Tra queste, Asset è sen’altro la più famosa. È una società controllata totalmente da Aler, creata nel 2005 con finalità che vanno dall’acquisto di terreni alla costruzione e commercializzazione di immobili, compresi alberghi e centri commerciali. Ambizioni che spingono Asset a uno shopping sfrenato. L’operazione più importante è quella di Pieve Emanuele dove acquista dall’Enpam (Ente nazionale previdenza medici e odontoiatri) una vasta area e diversi stabili, per realizzare e vendere alloggi, oltre a uno shopping center. Per finanziare l’iniziativa, Asset stipula mutui con Intesa per 32 milioni, cui se ne sarebbero aggiunti 41 di finanziamento regionale. Nel 2009, poi, a Garbagnate Milanese acquista un complesso da destinare alla vendita; anche qui, Asset chiede un mutuo di 29 milioni, seguito da 7 milioni nel 2012 per rilevare di altri terreni. Alla fine, Asset si indebita per 66 milioni ma i progetti svaniscono nella nebbia. A Pieve non è stato riqualificato nulla (anzi: l’area sprofonda nel degrado), mentre la crisi ha bloccato la vendita degli appartamenti di Garbagnate. Non solo: a Pieve, Asset ha dovuto demolire (con un prestito da Aler di 1,5 milioni) alcuni degli immobili acquisiti, ormai sul punto di crollare. Dal 2010 a oggi Asset è stata sempre in perdita: un buco nero che ha risucchiato alla controllante oltre 11 milioni. Senza dimenticare l’avventura tripolina: nel 2007 Asset acquisì una partecipazione in Finasset, società che avrebbe dovuto ricevere da Gheddafi commesse per ristrutturare palazzi ed edifici storici in Libia”.

Strabilianti avventure finanziarie che peggiorano il dissesto strutturale invece di migliorarlo. Al risanamento di Aler avrebbero potuto essere destinati quella montagna di soldi che Maroni ha speso per i tablet e le attrezzature informatiche per un inutile referendum.

Ma torniamo al patrimonio edilizio dei comuni ed in particolare a Seregno. Se è vero che esiste una grande quantità di case costruite e sfitte, bisogna che prima o poi costruttori e politici siedano a un tavolo per trovare soluzioni a vantaggio collettivo e non individuale. Il problema della casa per i lavoratori è un problema politico nazionale, e non può risolverlo un comune. Però togliere l’IMU a chi affitta a canoni calmierati, abbassare tutte le tasse e magari arrivare a contratti anche più vantaggiosi per la messa in disponibilità pubblica di proprietà private non è un sogno impossibile. E’ una azione che ovviamente lede fortemente gli interessi di taluni imprenditori edili, magari legati alle stesse lobby da cui proviene il consenso politico.

Case per i lavoratori era ed è una idea di sinistra, ed è una idea ancora e sempre attuale, visto che coi fondi Gescal i lavoratori le case se le pagavano da sé. Perché non reinventarsi questi fondi, magari con la partecipazione di un consorzio vasto di comuni? Hanno inventato le “tasse di scopo”. Non è vietato a nessun comune provare a creare un fondo per acquisire, ristrutturare, recuperare, costruire se serve, case per i lavoratori. E’ una idea sempre attuale o riattualizzabile la cooperativa costruttrice a proprietà indivisa e con affitti popolari o a riscatto. E’ una scelta politica dare edificabilità a terreni destinati a tali usi e non altri. Una amministrazione attenta al bene collettivo dovrebbe vantarsi di scelte come queste e non di criteri razziali nella formazione delle graduatorie inutili. A Seregno servono almeno trecento case per i lavoratori. Solo per cominciare.

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LOMBARDIA – OGNI ITALIANO SPENDE IN MEDIA 1600 EURO PER IL GIOCO

MILANO – “Ho inviato una lettera a tutti i sindaci dei Comuni lombardi affinche’ si facciano promotori di una richiesta nei confronti dei Monopoli di Stato per sapere quanto ha incassato il Governo, negli anni 2015 e 2016, nei propri territori di competenza con il gioco d’azzardo. Tutto cio’ per mettere in atto misure sempre piu’ mirate nei confronti della ludopatia, ormai vera e propria piaga sociale”. Lo dice Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Citta’ metropolitana, team leader della Giunta Maroni in materia di lotta alla ludopatia, che giovedi’ a Roma partecipera’ alla Conferenza Stato-Regioni che trattera’ del riordino del sistema giochi in Italia.

“Invito i sindaci lombardi a seguire la ‘buona prassi’ del Comune di Dello, nel Bresciano – continua l’assessore Beccalossi – che grazie alla perseveranza della sua Amministrazione e’ entrato in possesso di questi dati per rendersi conto della vastita’ del fenomeno. Pensate che solo in questo piccolo Comune della provincia di Brescia, nel 2015 risulta una spesa in azzardo di 5 milioni e 971 mila euro, ovvero una spesa pro capite di 1.043,88 euro. Paradossalmente sono numeri che risultano inferiori alle stime nazionali, secondo cui ogni italiano spende all’anno quasi 1.600 euro per il gioco d’azzardo”.

“Una richiesta, quella ai Monopoli di Stato – continua Viviana Beccalossi – che io stessa ho provveduto a rinnovare oggi, dopo diversi solleciti di Regione Lombardia ai quali l’ente pubblico non ha mai dato risposta. Credo si tratti di un’azione doverosa, che va nella direzione di una trasparenza che ancora fatica ad emergere. Da tempo con il presidente Maroni abbiamo intrapreso una dura battaglia per contrastare un fenomeno, quello della ludopatia, che continua a rovinare migliaia di famiglie in tutta la Lombardia. Una linea, la nostra, che verro’ ribadita anche
giovedi’ a Roma in occasione della Conferenza Stato-Regioni al cui tavolo tornera’ ad essere trattato l’argomento del gioco d’azzardo”.

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SEREGNO – GELSIA DEVE FORNIRE I DOCUMENTI AI CONSIGLIERI COMUN.

SEREGNO – Il consigliere del partito Democratico William Viganò lo scorso 10 maggio si è rivolto alla Commissione per l’accesso ai Documenti Amministrativi presieduta dall’onorevole Maria Elena Boschi   ( leggi )  dopo il rifiuto  ( leggi ) da parte di Aeb/Gelsia di fornire i verbali del Cda delle partecipate del Comune di Seregno . Alla Commissione romana si era rivolto anche il Segretario Comunale ( leggi ) ponendo il medesimo quesito e cioè se il consigliere comunale, per l’espletamento del proprio mandato,  abbia o meno diritto di ottenere copia di documenti riguardanti le società partecipate . La Commissione ha risposto al quesito postole ( leggi ) dando piena ragione al consigliere Viganò che ha tutti i diritti di ricevere copia degli atti . Dopo il parere espresso dalla Commissione anche il difensore Regionale,  al quale era stato posto il medesimo quesito,  ha confermato il diritto di accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali  ( leggi )

Il consigliere comunale William Viganò raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione ha dichiarato :

 

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LOMBARDIA – BECCALOSSI: ” IN UN ANNO 6.500 SLOTS IN MENO, AVANTI COSI’ “

MILANO – “Nel 2016 le slot machine presenti in Lombardia sono calate del 10%, contro il 2,6% della media nazionale e, sempre in un anno, in 325 locali non sono piu’ presenti macchinette. Rispetto al 2015, possiamo registrare anche 30 sale gioco in meno. Un risultato certamente dovuto anche alla nostra Legge contro la ludopatia, che ci fa guardare con ancora piu’ fiducia al nostro impegno contro questa piaga sociale”. Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Citta’ metropolitana Viviana Beccalossi, team leader della Giunta Maroni in materia di lotta alla ludopatia, annunciando i dati contenuti nella “Terza relazione annuale” sulla Legge Regionale 8/2013 per il contrasto al gioco d’azzardo patologico.

“I dati diffusi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – prosegue Viviana Beccalossi- certificano un calo delle presenze di macchinette in bar e tabaccherie che non puo’ che farci piacere. Ma i risultati positivi direttamente dovuti alla nostra Legge non si fermano qui, a partire da un’ormai collaudato sistema di assistenza e cura per i malati di ludopatia” L’assessore Beccalossi ha ricordato che in Lombardia sono attualmente attive 84 strutture pubbliche nelle Ats attrezzate per assistere i giocatori patologici. Nel 2016, sono state 2.734 le persone prese in carico, con un totale di 41.508 prestazioni erogate per un valore economico di 1,2 milioni di euro. Nel territorio della Citta’ metropolitana di Milano gli assistiti per Gap (Gioco azzardo patologico) sono stati 918, seguito da Ats di Brescia (441), Ats Brianza (339) e Ats Insubria (305). “Un risultato di tutto rilievo – sottolinea Viviana Beccalossi – soprattutto se pensiamo che fino a poco tempo fa la ludopatia non era riconosciuta come malattia e quindi non curata”.

Tra i dati significativi emersi dalla relazione, va sottolineato l’aspetto elativo ai controlli effettuati dalla Polizia locale per fare emergere abusi e il non rispetto della normativa regionale. Nel 2016 sono stati effettuati 2001 controlli e comminate 109 sanzioni, per un valore di 274.000 euro, parte dei quali destinati dai Comuni ad attivita’ di contrasto alla ludopatia o di carattere sociale. In prima linea per numero di controlli la Provincia di Brescia (666 controlli per 123.000 euro di sanzioni), seguita da Bergamo (394 controlli) e Pavia (218). Nel corso dell’anno, inoltre, Regione Lombardia ha promosso 63 corsi di formazione dedicati ai gestori, con 740 attestati rilasciati.

“Anche la grande campagna di comunicazione che la Regione ha lanciato alla fine del 2016 – ricorda Viviana Beccalossi – ci ha permesso di raggiungere decine di migliaia di cittadini, grazie alla collaborazione di Trenord e alla distribuzione di 5.000 spille, 10.000 cuoricini anti stress, 5.000 magliette, 15.000 cartoline, 100.000 vademecum di cui 15.000 in cinese. Il video realizzato per
l’occasione e’ stato visualizzato 292.000 volte su Facebook e 46.000 volte su Youtube”.

“Nel frattempo – conclude Viviana Beccalossi- sono partiti i progetti approvati con il nuovo Bando da 2 milioni di euro di finanziamento regionale, che coinvolgono 899 Comuni, 124 istituti scolastici e 304 partner pubblici e privati da tutta la Lombardia”.

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SESTO S.G. – STOP ALLA PIU’ GRANDE MOSCHEA DEL NORD ITALIA

SESTO SAN GIOVANNI – Sarà archiviato il progetto della moschea di Sesto San Giovanni, quella che avrebbe dovuto essere la più grande del Nord Italia e sulla cui costruzione si è giocata gran parte della campagna elettorale della primavera scorsa, nel Comune ex Stalingrado d’Italia, passata dopo 72 anni ad un’amministrazione di centrodestra. La Giunta comunale ha approvato oggi una delibera che può essere considerata il primo stop formale alla realizzazione. Motivazione una serie di inadempimenti da parte del Centro Culturale Islamico rispetto a impegni previsti nelle convenzioni del 2013 e del 2015.

L’amministrazione guidata da Roberto Di Stefano  ( Forza Italia ) ha “preso atto di una serie di inadempimenti da parte del Centro culturale islamico” di via Luini “rispetto agli impegni previsti nelle convenzioni del 2013 e del 2015”. Si tratta di “mancanze gravi che hanno spinto l’intera giunta a dare mandato agli uffici competenti di intraprendere le opportune azioni per le contestazioni di rito e la successiva risoluzione della convenzione” . 

Alla comunità islamica il Comune contesta “il mancato pagamento” di 320mila euro: 20mila euro a saldo del diritto di superficie, 250mila euro quale contributo per le opere aggiuntive e 50mila euro per la monetizzazione dei parcheggi. Inoltre il centro culturale non ha nemmeno completato la procedura di avvenuta bonifica né avviato la fase di realizzazione della struttura il cui inizio lavori sarebbe dovuto partire a settembre dell’anno scorso.

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ZURIGO – ENTRO IL 2050 LA SVIZZERA VORREBBE ANNETTERE LA LOMBARDIA

ZURIGO – Lombardi svizzeri. O svizzeri di Lombardia. La nostra regione potrebbe diventare un cantone svizzero: la proposta è stata lanciata dal quotidiano Neue Zuercher Zeitung. Il progetto è spiegato in un articolo sul futuro della Confederazione e fissa come termine il 2050. E non sarebbe l’unica novità: si unirebbero anche le regioni tedesche (Baden-Wuerttemberg), la Savoia e l’Alto Adige. Una proposta non nuova dato che cinque anni fa Ueli Maurer, ministro della Difesa svizzero, aveva sottolineato come non sarebbe stato un problema annettere la Lombardia perché «rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro Paese». A favore della proposta firmarono 200mila persone. In fondo l’italiano è già lingua ufficiale svizzera, insieme al tedesco e al francese. Senza contare che molti lombardi gravitano sulla Confederazione per motivi lavorativi.
Per tantissimi lombardi l’annessione agli elvetici parrebbe prefiguare vantaggi economici e sociali e il cambiamento di bandiera non sarebbe una difficoltà nemmeno per la Svizzera. L’unica ” difficolta’  sarebbero i problemi costituzionali italiani, visto che la nostra Carta prevede che il Bel Paese sia indivisibile.

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