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SEREGNO – VOUCHER SI O VOUCHER NO ?

SEREGNO – Lo scorso mercoledì, organizzato dalla Casa della Sinistra,  c’è stato un incontro sull’argomento ” Aboliti i voucher? La lotta paga ” con relatore Simone Pulici segretario della CGIL Brianza .  L’incontro è servito  a conoscere la materia in modo oggettivo avvalendosi della norma e della sua applicazione reale. I sostenitori dei voucher affermano  che si tratta di uno strumento giuridico necessario per fare emergere dal lavoro nero forme di collaborazione particolari e residuali non altrimenti regolamentabili. Pulici ha dimostrato che ciò è falso: le tipologie di lavoro temporaneo nel nostro sistema giuslavoristico sono oltre quaranta. Per il lavoro temporaneo e occasionale già esistevano stage, contratti a progetto, contratti di somministrazione  (interinali) lavoro stagionale e lavoro a tempo determinato. Perchè il legislatore ha introdotto i voucher?  E  perché milioni di euro di voucher sono stati utilizzati  proprio in Lombardia e nelle aree più industrializzate? Per rispondere alla domanda Pulici ha detto che basta osservare chi sono i datori di lavoro che li usano di più:  non sono certo le famiglie che li utilizzano per la baby sitter o per le  ripetizioni scolastiche dei figli ma sono invece le grandi multinazionali. Il voucher è  una tipologia di contratto che corrisponde al vecchio cottimo,  del tutto priva di  continuità e tutela. Il governo era già intervento sulla materia nel 2016 ponendo un tetto di settemila euro al reddito con voucher del singolo lavoratore  e questo ha determinato il fenomeno del lavoro nero con parziale regolazione attraverso i buoni lavoro. Fenomeno maggiormente esteso nei call-center, nell’ agricoltura e nell’ edilizia:  i lavoratori pagati in questo modo al termine della vita lavorativa avrebbero maturato  forse una pensione di anzianità di circa duecento euro mensili.  Di contro il motivo per cui i voucher sono stati molto graditi ai datori di lavoro è  il basso costo previdenziale e contributivo. Per il lavoratore invece nessuna tutela ed il suo posizionamento sul punto più basso della condizione di precarietà.

Pulici ha affrontato anche l’argomento referendario sugli appalti privati. È un tema poco conosciuto e dibattuto ma che in realtà è di grandissimo rilievo. Chiedere la corresponsabilità in solido dell’appaltatore significa fermare i giochi di “scatole cinesi” e lo spacchettamento della produzione. Pensiamo a cosa sono oggi certe grandi aziende dove i collaboratori sono dipendenti di cooperative e non delle aziende medesime.  Situazioni paradossali dove a perderci è la qualità complessiva. Basta guardare negli ospedali dove la gran parte dei lavoratori sono a libro paga di  soggetti privati terzi .  Diventa sempre più farraginosa la filiera della prestazione e sempre più scarso il senso di appartenenza e responsabilità. Ci sono situazioni dove i lavoratori dei subappalti non sono nemmeno più in grado di risalire al datore di lavoro in caso di contenzioso. La responsabilità solidale renderebbe sconveniente  il subappalto e la frammentazione del lavoro.

Pulici in conclusione ha sottolineato che per tutti questi motivi la Cgil continuerà  la sua campagna referendaria, anche perché l’intervento del governo con decreto legislativo, potrebbe non ottenere la ratifica parlamentare e decadere dopo sessanta giorni. Lo svolgimento della consultazione è dubbio – ha concluso Pulici –  i media tacciono e il fallimento della consultazione per mancanza di quorum avrebbe un indubbio significato politico. ( Anna Migliaccio )
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LOMBARDIA – 9 MILIONI DI EURO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI IMMOBILI

MILANO –  E’ di oltre 600.000 euro il finanziamento assegnato da Regione Lombardia alla provincia di Monza e Brianza in base ai fondi di rotazione 2016 per la riqualificazione dei beni immobili. “Un grande investimento nel patrimonio culturale lombardo” ha commentato l’assessore alle Culture, Identita’ e Autonomie della Lombardia Cristina Cappellini. – “Ancora una volta, nonostante i pesanti tagli del governo al bilancio regionale – ha spiegato l’assessore Cappellini – siamo riusciti a mettere a disposizione dei nostri territori 8,7 milioni di euro per interventi sui beni culturali, con la possibilita’, in corso di valutazione, di integrare questo stanziamento con ulteriori risorse per riuscire a finanziare gli altri progetti ammissibili”. “In un periodo in cui le risorse di Comuni e Province sono sempre piu’ scarse – ha aggiunto Cappellini – la Regione ha voluto compiere uno sforzo importante, andando incontro alle esigenze dei soggetti pubblici, privati ed ecclesiastici che operano in campo culturale, finanziando molti progetti importanti di conservazione e restauro”.

Alla provincia di Monza e Brianza sono andati 632.000 euro. Ecco in dettaglio i beneficiari (tra parentesi i finanziamenti concessi da Regione Lombardia):

1 – Monza, San Carlo Borromeo dei Frati Minori (196.138 euro – Ente ecclesiastico). Il progetto ha lo scopo di attivare interventi di manutenzione straordinaria sul tetto del convento e di parte della chiesa appartenenti al complesso del Santuario della Madonna delle Grazie di Monza.

2 – Lissone (247.033 euro – soggetto pubblico). Intervento di restauro conservativo delle superfici esterne di Palazzo Terragni. Il progetto vuole migliorare la fruizione dell’edificio alla cittadinanza, promuovendolo come polo culturale cittadino e curandone e scoraggiando il ripetersi dei frequenti atti di vandalismo che ne minano l’integrita’ fisica ed estetica. Gli interventi riguardano la conservazione delle superfici esterne dell’edificio.

3 – Concorezzo, Villa Zoia (188.790 euro – soggetto pubblico). Il progetto prevede il restauro degli affreschi, graffiti ed elementi architettonici del loggiato esterno, il rinforzo strutturale del soffitto ligneo di due salette e conseguente restauro degli affreschi a plafone. Inoltre si vuole eseguire la manutenzione straordinaria con ristrutturazione e messa a norma della sala ex consiliare adiacente al loggiato e alle salette.

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LOMBARDIA- SICUREZZA,: 7.6 MILIONI PER TELECAMERE E POLIZIE LOCALI

MILANO –  “Abbiamo pubblicato questa mattina le graduatorie dei progetti finanziati dalla Regione Lombardia in materia di sicurezza urbana. Siamo riusciti a destinare 7,6 milioni di euro a 476 comuni lombardi. Grazie a questi soldi potranno installare impianti di videosorveglianza e dotare le polizie locali di veicoli e strumentazioni adeguate”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, presentando, all’Utr di Brescia, le graduatorie definitive. Il bando prevede un lotto A (5 milioni di euro) per impianti di video sorveglianza e un lotto B (2,6 milioni di euro) per dotazioni alle polizie locali.

Sono statti finanziati 253 progetti, 140 di videosorveglianza e 113 relativi a nuovi strumenti per gli agenti delle polizie locali. Tra quelli ammessi risultano anche i due presentati dal Comune di Milano (80.000 euro di finanziamento regionale), quello presentato dal Comune di Brescia (30.000 euro di finanziamento regionale), i due di Lodi (80.000 euro dalla Regione), quello del Comune di Mantova per videosorveglianza (50.000 euro dalla Regione) e i due del Comune di Sondrio in unione con altri 5 comuni (130.000 euro dalla Regione).

“Sono arrivate 634 domande di finanziamento per un totale richiesto dai Comuni di 17 milioni. Sono numeri – ha continuato Bordonali – che testimoniano il grido d’allarme dei nostri Enti locali in materia di sicurezza. Purtroppo lo Stato centrale e’ carente e la Regione non e’ riuscita a soddisfare tutte le richieste dei Comuni. L’unica strada percorribile e’ quella dell’autonomia fiscale. Tenendo anche solo una parte dei 54 miliardi di euro che ogni anno i lombardi danno in piu’ allo Stato rispetto a quanto ricevono in servizi, potremmo garantire ai comuni tutte le risorse necessarie”.

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Ripartizione per province:

BERGAMO: 1.003.687,49 euro (33 progetti – 62 comuni)
BRESCIA: 1.814.938,31 euro (60 progetti – 97 comuni)
COMO: 508.131,71 euro (21 progetti – 51 comuni)
CREMONA: 442.279,44 euro (18 progetti – 41 comuni)
LECCO: 322.975,29 euro (13 progetti – 21 comuni)
LODI: 260.000 euro (9 progetti – 13 comuni)
MANTOVA: 354.398,24 euro (10 progetti – 18 comuni)
MILANO: 1.105.197,22 euro (31 progetti – 43 comuni)
MONZA BRIANZA: 381.923,38 euro (13 progetti – 12 comuni)
PAVIA: 488.522,40 euro (17 progetti – 44 comuni)
SONDRIO: 290.000 euro (7 progetti – 37 comuni)
VARESE: 623.942,48 euro (21 progetti – 37 comuni).

(Lnews – Brescia, 16 mar) A Monza e Brianza e provincia di
(lotto a+b) sono stati assegnati 382 mila euro. Vanno a 12
comuni.

LOTTO A – VIDEOSORVEGLIANZA –

FINANZIATI 7 PROGETTI = DA REGIONE 252 MILA EURO A 10 COMUNI
PRESENTATI 22 PROGETTI = RICHIESTI A REGIONE LOMBARDIA 696.000 EURO

FINANZIATI:
– Unione Bellusco (Bellusco, Cavenago, Mezzago) euro 30.000
Unione Macherio (Macherio, Sovico) euro 29.999,99
Desio euro 39.879,36
Brugherio euro 50.000
– Muggio’ euro 50.000
Giussano euro 22.379,68
Meda euro 30.000

LOTTO B (STRUMENTAZIONI POLIZIE LOCALI)

FINANZIATI 6 PROGETTI = DA REGIONE 130 MILA EURO A xx COMUNI
PRESENTATI 17 PROGETTI = RICHIESTO A REGIONE LOMBARDIA 354.000 EURO

FINANZIATI:
Unione Macherio (Macherio, Sovico) euro 19.999,99
– Unione Bellusco (Bellusco, Cavenago, Mezzago) euro 12.492,80
Muggio’ euro 30.000
– Nova milanese euro 20.000
Brugherio euro 30.000
Barlassina euro 17.171,56

 

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MONZA – SCRISSE “FORZA VESUVIO” SU FB: CONDANNATA DONATELLA GALLI ( LEGA )

MONZA – “Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili”, è quanto scrisse in un post su Facebook del 2015 Donatella Galli , consigliera della Lega Nord in Monza e Brianza, auspicandosi dunque che l’azione dei tre grandi vulcani del Sud Italia potesse spazzare via Catania, Napoli e le coste siciliane e calabresi. Il post non è certo sfuggito ai cittadini e  l’avvocato napoletano Angelo Pisani, proprio nel 2015, denunciò la consigliera in quanto “propagandava idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali e commetteva atti di discriminazione razziale ed etnica fondata sulla superiorità sopra indicata”.

Ebbene, come rende noto Pisani, Donatella Galli è stata condannata dal Tribunale Penale di Monza a 20 giorni di reclusione.

“La sentenza del giudice Sechi ribadisce un principio che forse a Napoli solo qualcuno non ha ancora compreso: non è con il “guevarismo” di ritorno o fomentando le piazze che si contrastano i Salvini di turno, ma solo con la cultura e dialogo o in caso necessario dentro le aule di tribunale. Mi rendo conto che perseguire le rozze esternazioni xenofobe anti-meridionali nelle aule di Tribunale sia meno comodo e non porti altrettanti voti di comizi incandescenti nei centri sociali, ma i fatti dimostrano che solo la via maestra del diritto e della cultura stronca il leghismo, producendo al tempo stesso la lezione, da mandare a memoria, di come si difenda la dignità e la storia vera di un territorio e di un popolo”, dichiara l’avvocato su Facebook.

La consigliera leghista è anche stata condannata al pagamento della somma simbolica di 1 euro come risarcimento per le parti civili costituite, tra cui proprio l’avvocato, difeso dai colleghi Sergio Pisani e Bruno Locoratolo, e l’VIII Municipalità di Napoli, di cui il legale all’epoca era presidente.

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SEREGNO- LE MINORANZE:PERCHE’ IL CONSIGLIO NON VIENE CONVOCATO ?

SEREGNO – E’ dall’8 di febbraio il Consiglio Comunale di Seregno non viene più convocato. Un tempo lungo in considerazione del fatto che non si tratta di un periodo estivo/feriale. Il Sindaco, a nome dell’amministrazione comunale, ha recentemente dichiarato  che ciò è dovuto al fatto che: ”non esistono argomenti urgenti da discutere”. Una considerazione, che a  parere delle forze politiche di opposizione è del tutto inaccettabile e che suona come un’offesa alla città di Seregno ed ai suoi cittadini per i tanti problemi irrisolti e le innumerevoli questioni aperte. I gruppi di minoranza in una conferenza stampa convocata per ieri sera martedì 14 marzo all’esterno dell’aula consiliare, hanno espresso la loro contrarietà  e  ribadito che in città non mancano certo questioni e argomenti per cui sarebbe necessario convocare il parlamentino locale . Ecco – a detta dei gruppi di minoranza – alcune questioni aperte:

” – Qual è il futuro per AEB/Gelsia dopo proclami e scadenze che sembrano vanificarsi nel nulla?
–  Metrotranvia: l’amministrazione comunale vuole dire una volta per tutte qual è la sua posizione ufficiale su quest’opera per la quale il Comune di Seregno ha già speso negli anni somme non
indifferenti?
– Comitati di quartiere. Che fine hanno fatto pur trattandosi di una priorità di questa amministrazione in campagna elettorale?
– Questione dei senzatetto. Aldilà di impegni altisonanti presi anche recentemente a favore della “città solidale”, quali iniziative intende mettere in campo questa amministrazione?
– Nuova sala consiliare. Dopo la pomposa inaugurazione dell’Auditorium costato cifre colossali per la casse comunali si può sapere quando verrà il momento della nuova sede del consiglio comunale? Con quali tempi, con quali costi?
– Sicurezza, legalità e decoro degli spazi pubblici. Quali iniziative concrete si intendono mettere in campo?
– Plis: con quali motivazioni la Giunta municipale ha deciso di non aderire ad alcun progetto integrativo con altri parchi in contrasto con lo spirito della nuova Legge regionale?
– Infine giacciono da tempo inevase numerose interpellanze che risalgono anche all’anno passato (tra le quali quella sui turni delle farmacie dove l’amministrazione aveva preso a parole solenni
impegni ), senza che vengano discusse una volta per tutte.

Partito Democratico – Lista civica W Seregno – Lista civica Noi per Seregno – Area Popolare – Lista civica Ripartiamo – Per Seregno Civica – Movimento Cinque Stelle “

 

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SEREGNO- AEB-GELSIA: TIZIANO MARIANI SI SMARCA DALL’OPPO- SIZIONE

SEREGNO – I gruppi politici di opposizione la scorsa settimana avevano diffuso un documento dal titolo ” Quale sarà il destino di AEB-Gelsia ” ( leggi ) .  Tra i firmatari del documento non figurava Tiziano Mariani ( Noi x Seregno ) che ha diffuso un documento in cui spiega la propria posizione sulla vicenda .

” Stupisce, più che altro, lo scivolone dei colleghi di minoranza guidati dal Pd che lo scorso 3 marzo hanno parlato, in un comunicato congiunto,  dell’imminente applicazione della legge Madia facendosi sfuggire che il decreto attuativo della riforma della pubblica amministrazione non solo fa slittare il taglio delle partecipate a fine giugno, ma lo rende anche più soft.

In merito agli interventi sulle società partecipate pubbliche, come la nostra Aeb-Gelsia su cui da tempo sono addensate preoccupanti nubi di fusioni, il decreto sulle partecipate fissa appunto una proroga dal 23 marzo al 30 giugno. Termine entro il quale le amministrazioni pubbliche dovranno effettuare una ricognizione di tutte le partecipazioni possedute in vista della loro razionalizzazione, cioè chiusura o dismissione.

In questo quadro è doveroso sottolineare tutti gli aspetti poco trasparenti che aleggiano intorno alla vicenda circa il futuro di Aeb-Gelsia, rilevando come si stia procedendo univocamente verso la strada delle fusione con un’altra partecipata pubblica come Ascopiave, territorialmente estranea all’ambito di azione della nostra ex-municipalizzata e dai benefici del tutto aleatori, senza pensare ad ipotesi di apertura al mercato, a possibili soci privati. Nell’esprimere nuovamente il rammarico per la totale mancanza di informazioni puntuali al Consiglio Comunale, che ricordo dovrebbe esercitare i poteri di indirizzo e controllo sulle società partecipate, sollecito con urgenza il Sindaco ad aggiornare l’Aula, anche attraverso la presentazione del piano industriale seguito dai vertici di Aeb-Gelsia nel perseguire pervicacemente la via della fusione con Ascopiave.”

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Il segretario del Partito Democratico,  Antonio Colzani, interpellato telefonicamente dalla redazione su quanto dichiarato dal consigliere Tiziano Mariani afferma il PD e le altre forze di minoranza non sono incorse in nessuna ” scivolata” e precisa che, al di là di ogni sterile polemica, il PD ribadisce l’urgenza che l’amministrazione comunale dica chiaramente che atteggiamento intende assumere di fronte al Decreto in questione e quali iniziative sta intraprendendo per salvaguardare il patrimonio della multiutility cittadina costruito in oltre un secolo.

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ROMA – Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 17 febbraio scorso, su proposta della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo contenente disposizioni integrative e correttive al testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175). L’intervento correttivo dà seguito e applicazione alla recente sentenza (n. 251 del 2016) con cui la Corte Costituzionale ha censurato il procedimento di attuazione previsto dall’articolo 18 della legge n. 124 del 2015, nella parte in cui stabilisce che i decreti legislativi attuativi siano adottati previa acquisizione del parere reso in Conferenza unificata, anziché previa intesa. Nel sancire comunque la piena efficacia dei decreti legislativi già emanati e in vigore, la sentenza ha raccomandato di sanare il suddetto vizio procedimentale per dare certezza al quadro normativo attraverso lo strumento del correttivo previsto dalla stesa legge delega. Sui decreti dovranno essere acquisiti l’intesa della Conferenza Unificata e i pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

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SEREGNO – “QUALE SARA’ IL DESTINO DI AEB-GELSIA ? “

SEREGNO – I gruppi di minoranza presenti in Consiglio Comunale (Partito Democratico, W Seregno, Movimento Cinque Stelle, Ripartiamo-Per Seregno Civica) hanno diffuso un documento in cui si chiedono quale sarà il futuro della multiutility cittadina AEB-Gelsia.

” Vogliamo esprimere una serie di valutazioni su quanto avviene intorno al gruppo AEB/Gelsia in quanto riscontriamo uno strano silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale su due temi fondamentali: l’applicazione della legge Madia sulle partecipate ed il progetto di aggregazione con Ascopiave.

Si sta avvicinando la scadenza di marzo, prevista dalla Legge Madia sulle Partecipate, che richiede ai Comuni di esprimersi in merito al mantenimento delle proprie partecipazioni in società pubbliche. In particolare le amministrazioni pubbliche non possono mantenere società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. L’amministrazione comunale dovrà giustificare il possesso della quota di maggioranza in AEB o decidere se metterla sul mercato: chiediamo che si attivi per dimostrare la necessità di continuare a detenere questa partecipazione, di cui ha beneficiato negli anni, introitando milioni di euro di dividendi ordinari ed anche, negli ultimi anni, straordinari, utilizzati per spese necessarie per i propri scopi istituzionali ed a copertura della propria inefficienza amministrativa ed incapacità di pianificazione finanziaria.
In premessa chiediamo inoltre che venga fatta un’attenta disamina, dai competenti organi comunali, degli aspetti formali di tutta la questione per comprendere con esattezza tutte le implicazioni della sopracitata legge Madia con la nostra municipalizzata in oggetto. Questa partecipazione è una ricchezza per il nostro Comune, in quanto rappresenta il lavoro di decenni, la prossimità al territorio in termini di servizi e una garanzia patrimoniale per i soci rappresentati.
Chiediamo che non si sperimentino avventure finanziarie che ne possano compromettere la redditività e ne determinino una potenziale progressiva perdita di valore.
Per quanto riguarda il progetto di aggregazione con Ascopiave, negli scorsi mesi abbiamo assistito a multeplici dichiarazioni sulla stampa locale e nazionale di quanti siano i benefici di questa aggregazione: il percorso è iniziato più di 10 mesi fa e pareva si dovesse concludere velocemente, anche per il fatto che non sono state prese in considerazione ipotesi alternative, tanto se ne decantavano i vantaggi.
Da allora la scadenza del 31 dicembre, poi quella del 31 gennaio, indicati come termine di stesura di accordo vincolante non sono state rispettate e sono state posticipate al 30 aprile. Pur comprendendo la complessità di queste operazioni non è chiaro cosa stia avvenendo in queste settimane e chiediamo con urgenza che l’amministrazione riferisca in Consiglio Comunale lo stato di avanzamento reale del progetto e quali sono i progetti industriali sottostanti ed i benefici per i cittadini/utenti. Nel frattempo altre società vicine al nostro territorio stanno facendo le loro valutazioni e percorsi e l’immobilismo degli ultimi 12 anni della gestione del centro destra ha fatto tramontare molte occasioni di crescita e consolidamento del gruppo.
Riteniamo che nel contempo si debba procedere ad una ristrutturazione del gruppo AEB/Gelsia, che ne semplifichi la struttura ed il modello organizzativo in modo che sia più chiaro il ruolo di Gelsia ed AEB, considerando che l’organizzazione a tre livelli del gruppo non ne garantisce una governance efficiente e contiene diversi punti di disequilibrio, essendo frutto di un disegno rimasto incompiuto da oltre 10 anni.

Partito Democratico- W Seregno- Movimento Cinque Stelle- Ripartiamo- Per Seregno Civica

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Mensile di informazione politica locale autogestito dai gruppi presenti in Consiglio Comunale *– ( Febbario 2017 )

 

 

* Tutti i gruppi politici sono inviatati . Quelli che non compaiono lo fanno per scelta personale .

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DESIO – LA SENATRICE LUCREZIA RICCHIUTI ABBANDONA IL PD

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della senatrice Lucrezia Ricchiuti

” Egregio direttore,

esco dal PD. Mi consenta di spiegare brevemente perché. Nell’aprile 2016, si svolse un referendum sulle trivelle, chiesto – prima volta nella storia della Repubblica – dalle Regioni, anche quelle governate dal centro-sinistra. L’allora Presidente del consiglio invitò all’astensione. Votarono 15 milioni di italiani, ponendo un serio quesito sulle politiche del Governo sull’energia. Ma invece il renziano Ernesto Carbone si rivolse a quegli elettori con quel tristemente noto ciaone.

Nel 2015 era stata la volta del Jobs Act. Quella legge non ha creato nuovi posti di lavoro (la fiammata provvisoria fu data dalla decontribuzione delle nuove assunzioni, finita la quale si è afflosciato tutto). Invece ha prodotto l’impennata dei licenziamenti disciplinari e dei voucher. Sola nel PD – con Mineo e Casson – avevo votato contro, ma inutilmente. Nelle imprese non si cerca più una mediazione, il profitto è considerata l’unica priorità. Casi come K-Flex di Roncello e Marcegaglia che licenzia le tre sindacaliste, sono lì a testimoniarlo. Il Governo Renzi ha addirittura ignorato i pareri delle Commissioni lavoro di Camera e Senato che avevano chiesto di non applicare quelle norme ai licenziamenti collettivi. Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, nelle intenzioni del legislatore, doveva essere l’unico contratto in circolazione. Oggi scopriamo che sopravvivono quasi tutte le vecchie forme contrattuali, compreso il “lavoro agile”, ossia un lavoro a cottimo domiciliare: ulteriore strumento di flessibilità che permette di “utilizzare” i lavoratori come e quando servono.

Malgrado le iniziali buone intenzioni, anche la Buona Scuola si è schiantata contro la dura realtà dei fatti: siamo riusciti nel difficile obiettivo di unire una massiccia opposizione di insegnanti, sindacati e studenti – coloro che una volta avremmo definito il “nostro popolo” – arrabbiati per una riforma che aveva il giusto compito di regolarizzare migliaia di docenti, ma che in definitiva – in ragione della sua pessima attuazione – ha creato una gigantesca tornata di trasferimenti che ha fatto precipitare nella confusione l’inizio dell’anno scolastico, con ritardi, girandola di insegnanti e classi scoperte fino a dicembre.

Potrei continuare, signor direttore, con la legge elettorale e la riforma costituzionale. Era illegittima l’una e sbagliata l’altra. Ho avuto ragione su entrambe: la riforma è stata spazzata via dagli elettori, l’Italicum stroncato dalla Corte costituzionale. E poi ancora le scelte sul contante, le lentezze sul contrasto di mafie e corruzione e sullo ius soli.

Oggi parte una nuova avventura, fatta di passione politica genuina, di contenuti veri, di problemi delle persone: lavoro, scuola, legalità, innovazione, contrasto della diseguaglianza. Mi dicono che siamo una minoranza. Non credo: il PD ha già perso il suo popolo. Lo recupereremo noi.

Lucrezia Ricchiuti

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