Cronaca

LISSONE – ELENA HA TROVATO UN TETTO DOVE DORMIRE

LISSONE – Per quasi una settimana hanno dovuto dormire in macchina ( leggi ).  Adesso hanno un tetto sopra la testa. Elena Caccialanza, 77 anni ( foto) e una malattia invalidante, e il figlio Massimo Carati, che per diversi giorni sono stati costretti a passare le notti all’addiaccio rannicchiati in una vecchia Fiat Punto, hanno trovato da sabato sera una sistemazione, almeno temporanea, al Centro Botticelli, il pensionato-studentato di proprietà comunale gestito da una cooperativa sociale, da cui se ne erano dovuti andare per morosità.

I due si erano ritrovati per strada per le condizioni di indigenza. Ora una prima soluzione alla loro situazione è arrivata con l’intervento del Comune. «Dopo la segnalazione del Giorno – spiega la sindaca Concetta Monguzzi – ci siamo subito attivati per trovare queste persone. Sapevamo chi fossero perché erano venute qualche giorno prima in municipio per spostare la residenza da Concorezzo a Lissone: per ottenerla però occorre dimostrare di avere un punto di riferimento in città. All’inizio, nella loro richiesta non avevano potuto indicare nessun punto di riferimento a Lissone; poi ne hanno presentato uno e quindi nei giorni scorsi l’anagrafe ha assegnato loro la residenza in via delle Meteore, che è l’indirizzo attribuito ai senza dimora presenti in città. Sabato li abbiamo cercati e sono stati trovati a casa di amici». Così la signora Elena è stata accompagnata al Centro Botticelli, dove è stata raggiunta dal figlio. «Io stessa l’ho accolta al Botticelli, per assicurarmi che trovasse posto», racconta la sindaca. Intanto i servizi sociali hanno iniziato a prendere in esame più nel dettaglio la situazione. «Sono cittadini di Lissone da pochi giorni, e quindi non li conosciamo bene», sottolinea Monguzzi.

Intanto è partita la gara di solidarietà. Diverse persone hanno contattato la nostra redazione monzese. Il primo è stato Massimiliano G. che da Modena, leggendo il nostro giornale, ha raccolto l’appello: «Mi capita di venire spesso a Milano e sentendo questa triste storia mi sono sentito in dovere di fare qualcosa – ha spiegato –. Ho dato la massima disponibilità a sistemarli a mie spese in un albergo per alcuni giorni in attesa che le strutture preposte trovino loro un alloggio adeguato. In momenti così difficili le persone hanno bisogno di sapere che non sono sole». Difficile accettare che una donna di 77 anni, affetta da doppia embolia polmonare e quindi bisognosa di cure e di un ambiente caldo, debba dormire in auto in queste freddissime giornate solo perché non riesce a fronteggiare i costi dell’alloggio: «Vogliamo pagare – ribadisce il figlio Massimo Carati – come abbiamo sempre fatto. Non vogliamo gravare sulle spalle di nessuno. Ma per farlo mi serve un lavoro. Con una occupazione stabile il futuro mio e di mia mamma sarebbe sicuramente più roseo».

( fonte Gigi Baj e Fabio Luongo – Il Giorno )

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