Cronaca

LUCI NELLA NOTTE – FIACCOLE CONTRO LA MAFIA A SEREGNO

Luci nella notte. Fiaccole contro la mafia a Seregno.
di Anna  Migliaccio

Se la matematica non è un’opinione, Libera Monza e Brianza ha distribuito 200 fiaccole ai partecipanti alla fiaccolata contro la mafia che si è svolta ieri sera a Seregno. Metà dei partecipanti non ha ricevuto la fiaccola, perché erano esaurite. Se ne deduce che i manifestanti erano circa 400  a dispetto di un titolo ambiguo di un settimanale locale che dava la manifestazione per annullata.
Non sarebbe corretto affermare che “le istituzioni” cittadine fossero assenti. La minoranza politica presente in Consiglio Comunale rappresenta le istituzioni, e così i partiti politici, le associazioni, la nozione stessa di “cittadino” è in sé istituzionale. Dunque anche i semplici cittadini rappresentano le istituzioni, che senza i cittadini sarebbero poteri, e non istituzioni.
I partiti politici presenti erano il PD, Rifondazione comunista, il Partito comunista d’Italia, la Lista civica rappresentata in Consiglio da Tiziano Mariani e così la lista civica che si era presentata alle ultime amministrative in coalizione con il PD, e forse altri. Più corretto,  dunque, è dire che era assente la maggioranza politica che sta governando questa città, e che l’approccio a questo tema: la presenza indiscutibile della criminalità organizzata, sta creando uno spartiacque sempre più netto tra due parti.
Una folla silenziosa e composta di cittadini, associazioni, partiti politici, sindacati,  sfila dunque per le vie del centro cittadino, mentre un’altra parte della città l’abbandona. Nessun passante, nessuno intento ad altre attività, ludiche o ricreative. Le forze politiche e sociali impegnate per la legalità occupano lo spazio urbano, mentre parte degli abitanti si cela dietro persiane abbassate e finestre chiuse. Questo gioco di silenzi e di sguardi assume un particolare significato agli occhi di chi scrive, come il lenzuolo assurto alle cronache e ricordato nel discorso conclusivo dell’esponente di Libera.
Per chi scrive, originaria del sud, questa forma corporea della comunicazione politica dice più di molte dichiarazioni. Non solo a sud dunque la sottomissione ai poteri criminali e collusi è consegna del silenzio, non solo a sud le grandi e piccole rivoluzioni individuali e collettive si sostanziano di gesti, di un modo di “stare” anche in silenzio. Io vi sento, io so che siete là dietro, lo so che ci vedete, che ci guardate,  anche se fate mostra d’indifferenza…
Che cosa po’ fare un cittadino comune per combattere la criminalità organizzata? Poco, eppure molto. Può fare cultura.
Per questo la serata si conclude con la proiezione di un film al cinema Roma, sala totalmente piena. Un film che narra l’estate trascorsa dai giudici  Falcone e Borsellino all’Asinara, un film che non ha niente di spettacolare, e apparentemente è poco politico, eppure ci insegna che gli eroi non esistono e i due giudici non erano eroi, che di eroi non abbiamo bisogno, che gli eroi sono solo mitologia mentre loro, i due giudici, erano solo servitori dello Stato che in condizioni estreme facevano il proprio dovere.
E’ necessario che l’eroismo diventi ordinario e l’ordinario eroico.
Quei due uomini e le loro spose, i figli, che non sono eroi ma persone deboli,  dubbiose e spaventate, con le loro vite sacrificate al senso del dovere, alla ricerca della verità giudiziaria di un maxiprocesso che è anche verità sullo stato di cose in questo nostro Paese.  A qualcuno è parso che la pellicola non potesse appassionare perché troppo intimista. Noi invitiamo invece a vedere quella pellicola che si replica questa sera, e che abbiamo apprezzato perché scava nella psicologia dei protagonisti, in quel qualcosa d’implacabile, il senso, il significato stesso di una vita consacrata a quel mestiere non poi così particolare, burocratico, che in loro arde come il fuoco di una fede laica,  chiedendo sacrifici umani e lacerazioni morali. Scava nel loro meditare sulla morte, nel loro sentimento verso i collaboratori di giustizia, regalando una verità dei personaggi scomoda e un poco dissacrante, quasi una citazione del celebre Le juge e l’assassin di Bertrand Tavernier.

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