Cronaca

MONZA – IL NURSIND: “OSPEDALI BRIANZOLI AL COLLASSO, PAZIENTI LASCIATI ANCHE 72 ORE IN PRONTO SOCCORSO”

MONZA – La variante Omicron manda in tilt gli ospedali brianzoli. I pronto soccorso presi d’assalto e gli infermieri, sempre sott’organico, trasformati in tuttofare, costretti a dividersi tra l’abituale lavoro e l’esecuzione di tamponi. Casi estremi quelli dei pronto soccorso dell’Asst Brianza dove in alcuni non esiste un luogo protetto per l’esecuzione dei tamponi e gli utenti, in attesa di ricevere l’esito dell’esame, possono girare liberamente entrando in contatto con altre persone. E spesso per mancanza di posti letto rimangano oltre 24 ore in pronto soccorso. La denuncia arriva dal NurSind Monza e Brianza, il maggiore sindacato delle professioni infermieristiche.

Per l’ennesima volta ci troviamo impreparati di fronte all’emergenza sanitaria – dichiara Donato Cosi, segretario territoriale NurSind Monza e Brianza, e componente della direzione nazionale NurSind -. Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di accessi ai pronto soccorso delle Asst del territorio. I pazienti sintomatici prima di accedere al pronto soccorso devono essere sottoposti al tampone. Ma il problema riguarda anche quei pazienti che, non sintomatici, necessitano comunque il ricovero e prima del trasferimento in reparto devono essere sottoposti al tampone”. Ma al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate manca un filtro di ingresso così che gli utenti sottoposti al tampone, ma in attesa di ricevere l’esito, possono muoversi senza problemi nelle diverse aree (sala visite, triage, sala d’attesa interna al Ps, radiologia…). “È un grave problema, che abbiamo già segnalato alla direzione con una lettera inviata il 23 dicembre – prosegue Cosi -. La mancanza di un filtro all’ingresso dove individuare eventuali pazienti contagiati e indirizzarli al percorso a loro dedicato è molto pericoloso, soprattutto in questa fase acuta della pandemia”. Gli infermieri – non solo quelli che lavorano in Pronto soccorso, ma anche quelli che lavorano nelle terapie intensive e nei reparti covid – non ce la fanno più. “Siamo ancora al collasso, perché come due anni fa il carico di lavoro viene messo sulle spalle sempre dei soliti – prosegue Cosi -. Continuo a ricevere segnalazioni di colleghi che negli ospedali del territorio lavorano in condizioni estreme. Esemplare la denuncia degli infermieri che lavorano al freddo al drive through di Monza e di Desio. Peraltro i colleghi che lavorano al centro tamponi di Desio mi hanno segnalato che nella sola giornata di lunedì 27 dicembre hanno individuato 577 persone positive. I colleghi sono allo stremo, ma questa volta non si può più parlare di emergenza. Si poteva prevenire, si poteva evitare l’ennesimo collasso della sanità pubblica”. Nella lettera che Donato Cosi ha inviato alla direzione della Asst Brianza non solo si denuncia la situazione di infermieri sottoposti a carica stressanti di lavoro (“una situazione che comunque riguarda anche l’Asst Monza”, precisa Cosi) ma si chiede: “la creazione di un’area dedicata per l’esecuzione dei tamponi; l’incremento del personale infermieristico; e il riconoscimento dell’indennità di malattie infettive al personale operante nei pronto soccorso (talune volte il paziente positivo rimane in pronto soccorso per 72 ore a causa della mancata disponibilità di un posto letto nel reparto covid)”. Donato Cosi ricorda alle direzioni generali che, da quasi due anni, sono sempre gli stessi “eroi” a dover salvare un sistema che vacillava già prima dell’emergenza sanitaria. “Le nuove assunzioni tanto celebrate non hanno colmato le carenze – conclude – Siamo sott’organico, mancano infermieri e personale di supporto (Oss) e nei mesi scorsi quando la pandemia sembrava aver allentato la presa lo stesso personale già stremato fisicamente e psicologicamente dalle tre ondate di covid è stato impiegato per recuperare tutti quegli interventi, visite ed esami diagnostici che erano stati rimandati a causa della pandemia. Siamo stanchi di essere gli unici ‘eroi’”.

In una nota l’ufficio stampa dell‘ASST BRIANZA replica:

“In relazione al comunicato di Nursind, diffuso agli organi di stampa nella giornata di ieri e ad una nota della stessa organizzazione sindacale, pervenuta nei giorni scorsi ad ASST Brianza, si precisa che, anche in ottemperanza a quanto disposto legislativamente, per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso è sempre necessario sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare. Di più: all’interno di ciascun Pronto Soccorso dell’ASST sono state identificate aree dedicate all’effettuazione dei tamponi (destinate ai pazienti sintomatici e a quelli asintomatici), con l’obiettivo di ridurre la possibilità di contagio e al fine di indirizzare i pazienti verso i percorsi dedicati.

L’Azienda ha da tempo adottato uno specifico documento denominato “PERCORSO DEL PAZIENTE IN PRONTO SOCCORSO IN CORSO DI PANDEMIA COVID 19” – aggiornato a dicembre 2021 – che descrive l’organizzazione e la modalità di accesso, il flusso dei pazienti all’interno del Pronto Soccorso, e i ruoli e le responsabilità degli operatori sanitari che operano al suo interno, con particolare riferimento ai possibili scenari di risposta alla pressione epidemica di SARS-CoV-2.
Per ridurre al minimo le possibilità di contagio, all’interno del Pronto Soccorso sono mantenuti distinti e funzionalmente separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti con e senza sintomi sospetti COVID-19 (percorso standard e percorso grigio/COVID-19) e i percorsi puliti.Tale organizzazione è consolidata da ormai due anni.
E’ importante sottolineare che non vi è una crescita degli accessi complessivi nei tre PS aziendali, sempre costantemente attorno ai 450/giorno. Vi è però un aumento della quota di accessi Covid o sospetti Covid che è ormai prossima al 10%.

Il personale sta oggettivamente vivendo un disagio, legato a diversi fattori: tra questi vi sono certamente la stanchezza conseguente ad un periodo di emergenza ormai prolungato e che anzi si sta nuovamente acuendo; la turnistica del periodo feriale, per cui si aggrava il carico di lavoro di chi è in servizio; la difficoltà estrema di reclutare nuove risorse mediche e infermieristiche disponibili a lavorare nell’urgenza e, spiace dirlo, i comportamenti – di una parte non maggioritaria di pazienti – non rispettosi della professionalità del personale sanitario e delle esigenze dei pazienti critici.

ASST Brianza riconosce il grande impegno e la professionalità messi in campo dagli operatori nel corso delle diverse ondate pandemiche che hanno interessato e stanno interessando tutt’ora i suoi presidi ospedalieri. E’ particolarmente grata a tutti i suoi collaboratori per il senso di responsabilità che quotidianamente manifestano nella loro attività di presa in carico, cura e assistenza dei pazienti (colpiti dal Covid e non) che accedono alle proprie strutture e alle loro area di emergenza/urgenza.

Ancora di più si può fare, e tuttavia è utile ricordare che l’attuale dotazione di personale infermieristico nei P.S. aziendali rispetta i contingenti previsti e tutti i turni risultano coperti. Vale la pena sottolineare che è in fase di indizione un nuovo bando per reclutare infermieri e infermieri di famiglia/comunità, dato che la graduatoria del concorso recentemente espletato, è esaurita. E’ inoltre attivo sul sito aziendale l’avviso, senza scadenza, per il reclutamento e il conferimento di incarichi Libero Professionali e CO.CO.CO per le necessità connesse alla pandemia.
A proposito dell’indennità di malattie infettive, si precisa che essa è già riconosciuta al personale che opera in pronto soccorso secondo le indicazioni regionali.
L’ASST rimarca, infine, che sono interesse comune la qualità delle prestazioni erogate e la sicurezza degli operatori “.

( foto da archivio )

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