Cronaca

SEVESO – PARLANO I BELLINGERI LA FAMIGLIA CHE HA FATTO LE VASCHE ICMESA

SEVESO PARLANO I BELLINGERI LA FAMIGLIA CHE HA FATTO LE VASCHE ICMESA

di Sonia Ronconi ( fonte Il Giorno )

L’azienda Bellingeri è dalla fine degli Anni ‘50 che si occupa della manutenzione del verde a Seveso. Ha iniziato nonno Martino con il suo trattore. L’azienda è passata a papà Giovanni, anche rappresentante della sua categoria in Comune proprio negli anni della diossina. Oggi Alessandro e Adriano sono ancora al servizio della comunità sevesina. Nel 1976, Giovanni Bellingeri lavorava con il Comune di Seveso e i con il figlio maggiore Adriano ha collaborato alla bonifica e alla costruzione delle vasche ( foto ), con l’utilizzo di una pala meccanica per stendere i teli di contenimento.

Il primo impianto di depurazione fu costruito successivamente alle due vasche, nei primi Anni ‘80, quindi affidato alla nostra azienda che lavorava anche all’interno della società: l’Icmesa di Meda – spiega Alessandro Bellingeri -. Il responsabile dell’Usl prelevava quotidianamente i campioni per autorizzare il rilascio delle acque nel torrente mentre i fanghi reintrodotti all’interno della vasca di Seveso – a ridosso dell’attuale piattaforma ecologica – erano utilizzati per il percolato mediante un impianto di pompaggio. Quando scoppiò il reattore dell’Icmesa di Meda, dopo pochi giorni a San Pietro fu istituito l’Ufficio Speciale e mio padre, che aveva i mezzi, fu subito arruolato per ripulire i terreni, gettando acqua per non sollevare le polveri nell’aria”. Alla fine degli Anni ‘80 la gestione dell’impianto di depurazione venne lasciata all’azienda regionale delle foreste (attuale Ersaf) e a fine Anni ‘90inizio 2000 venne demolito il vecchio impianto di depurazione perché non più a norma ed è stato costruito quello attualmente presente che, per altro, non è mai entrato in funzione. Tra il 1981 e il 1984 furono realizzate le due vasche nel Bosco delle Querce per contenere il terreno inquinato. “Nel 2009 siamo stati chiamati dal Comune su suggerimento del responsabile di Ersaf perché conoscevamo le procedure per l’accesso ai cunicoli, la funzionalità degli impianti al loro interno e la struttura. Da allora sino a dicembre 2020 periodicamente io e mio fratello bardati e coperti con tute speciali ci siamo calati nelle vasche portando in 3 cisterne per ogni vasca tutto il percolato. Contemporaneamente si è deciso di inviare a un un impianto autorizzato il percolato tramite un trasportatore di Econord in un apparato di depurazione di Figino Serenza”. Conclude Bellingeri: “Verso fine dicembre 2020 con una telefonata dell’ufficio ecologia il rapporto è stato bloccato. Poi è scoppiato il bubbone e onestamente noi non sappiamo altro. Da parte di Erfas le verifiche sono iniziate e lo scorso maggio è arrivata un’ équipe di tecnici della Regione che abbiamo accompagnato nelle vasche. Auspichiamo di continuar a operare per la comunità nel segno di una tradizione di famiglia“.

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