Alessandra Dolci

Cronaca

SEREGNO – ” SEREGNOPOLI “: UNA LUNGA UDIENZA SOLO PER LA PRESUNTA USURA

MILANO – Dopo la sosta dovuta al lock-down è ripreso sabato 13 giugno, presso l’aula bunker 1 del carcere di San Vittore il processo “Seregnopoli” che vede coinvolti 15 soggetti tra cui l’ex sindaco Edoardo Mazza (Forza Italia), l’imprenditore Antonino Lugarà ed altri 13 imputati di minor rilevanza tra cui l’ex vicesindaco Giacinto Mariani (Lega).

L’udienza è stata incentrata sulla deposizione del testimone Luciano Mega in merito alla presunta accusa di usura contestata all’imprenditore Antonino Lugarà ( leggi ) dai PM della Procura della Repubblica di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo.
La deposizione, comprensiva del controesame da parte delle difese, è durata oltre 4 ore; il Mega ha riferito le diverse circostanze che lo hanno indotto a chiedere in prestito danaro all’imprenditore conosciuto nel 2013, per il tramite dell’amico Massimo Ponzoni, in merito alla possibilità di realizzazione di una nuova attività imprenditoriale consistente nell’importazione di marmo dalla Tunisia. Soci della società la compagna del Ponzoni, la compagna dello stesso Mega e per Lugarà una società denominata Briantea . Il Ponzoni si sarebbe occupato della parte commerciale e gli altri due avrebbero seguito la parte imprenditoriale e la gestione della società.
Successivamente, siamo alla fine del 2013, Mega dichiara di avere avuto problemi di liquidità a causa di lavori e investimenti da sostenere nelle proprie attività commerciali (locali e ristoranti) e decide di chiedere a Ponzoni l’intercessione presso il Lugarà per l’erogazione di un prestito visto il rapporto societario già in essere nell’attività sopracitata. Il prestito gli viene concesso e la consegna del danaro avviene in Francia  il 19 febbraio 2014  in un immobile del Ponzoni: è proprio quest’ultimo a consegnare al Mega la busta contenente 100.000 euro in contanti in biglietti da 500 con la promessa che ne avrebbe restituiti 130.000 entro 3 mesi. In tale circostanza Ponzoni trattiene, sempre da dichiarazioni del Mega, 10.000 euro per sè.
Alla domanda di come sia stato restituito  il prestito, Mega risponde: 30.000 franchi svizzeri ( al cambio di allora circa 30.000 euro )  furono versati come compenso per una procura data al Lugarà per la vendita di una casa in Svizzera (riacquistata da un parente del Mega) mentre la parte restante del debito, non avendo disponibilità liquide, vendendo un appartamento sito in Alezio (Lecce) acquistato due anni prima a 200.000 euro, dopo un confronto non esente da contrasti con la propria compagnia e la di lei sorella.
Il rogito di questo immobile avvenne presso un notaio di Seregno al prezzo di 80.000 euro che il Mega sostiene di non aver mai incassato ma di avere copia cartacea dell’assegno. L’immobile fu acquistato dal figlio del Lugarà che successivamente lo rivendette a 140.000 euro .  Alla domanda del PM se avesse ricevuto minacce in caso di mancata restituzione il Mega risponde che alla dottoressa Alessandra Dolci ( DIA – Direzione Investigativa Antimafia di Milano ndr )  in data 16.10.2017 dichiarò che il Lugarà  non lo aveva mai minacciato ma che era un soggetto che gli incuteva un certo timore. Mega riferisce anche che in diverse occasioni il Ponzoni gli avrebbe sollecitato la chiusura dell’operazione.

Durante il controesame del Mega da parte dei difensori del Lugarà, è stato prodotto un documento dal quale si evince che il prestito sarebbe stato erogato a luglio 2013 e non a febbraio 2014 come sostenuto dal Mega. Dopo aver visionato il documento il Mega però ne ha disconosciuto sia il contenuto che la sua firma. Ora saranno le perizie calligrafiche ed il collegio giudicante a decidere nel merito.

La prossima udienza è fissata per sabato 20 giugno  nel quale ci sarà la deposizione dei tecnici della Procura (un architetto ed un urbanista) che avranno il compito di dimostrare le eventuali irregolarità nonché le eventuali velocizzazioni della pratica GAMM riguardante l’ex area Dell’Orto pullman. ( Davide Vismara )

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Cultura

” AMMAZZARE STANCA ” LE MAFIE IN BRIANZA NON ESISTONO O SI ?

– ” Un uomo gioca in un bosco con due bambini…. ” è Antonio Zagara, un feroce assassino affiliato alla omonima cosca che seminò terrore e crimini efferati nel varesotto tra gli anni ottanta e novanta fino  al processo del 1995.  Zagara è un pentito collaboratore di giustizia. Nel suo isolamento, dal  carcere duro, scrive, racconta, si lava del sangue degli uccisi. Come un anacoreta chiuso in una voluta trappa,  come se dicesse a tutti noi  “Abbiate pietà di me, che nacqui da padre criminale, già predestinato da qualche dio minore, ad essere Caino e non Abele” .  E’ questa la storia narrata nel film documentario di Marco Tagliabue “Ammazzare stanca” proiettato  ieri 12 gennaio al Cinema Roma,  durante la serata organizzata dal Collettivo AGITAmente, Libera di Monza e Brianza e dall’ Associazione Amici del Cinema Roma.  Sul palco al termine della proiezione hanno dialogato oltre al regista Tagliabue,  il magistrato Alessandra Dolci, il bloggerista Michele Costa e Lorenzo Frigerio, responsabile di Libera informazione. Il dibattito sviluppatosi   con il magistrato  Alessandra Dolci, ora capo della Procura Antimafia di Milano, ci lascia più domande che risposte. Alessandra Dolci  vive sotto scorta e  dunque se non in isolamento, in qualche misura è sottoposta a limitazioni della libertà. Non può e non deve rispondere a domande. Tuttavia ci ha detto molto, nel dibattito: ci ha detto che la ‘ndrangheta di oggi non uccide più come una volta ma fa affari apparentemente leciti e inquina la vita democratica,  l’economia e le istituzioni con il voto di scambio. Avremmo voluto farle tante domande : è opportuno rivedere il 41bis e abolire l’ergastolo come  vorrebbe il programma elettorale di una lista “di popolo” che sta cercando di partecipare alle prossime elezioni, oppure il regime di isolamento ha protetto uomini pentiti da morte sicura?  E’  opportuno sequestrare i beni e le attività imprenditoriali con la confisca ma come possiamo rompere le catene dei predestinati se non con un programma di inserimento lavorativo onesto?  I partiti politici dovrebbero  prevenire il male ha detto Alessandra Dolci perchè “ci sono comportamenti che non sono illeciti ma sono inopportuni”.  L’esempio era riferito a Seregno dove  due politici hanno fatto la campagna elettorale nel locale di un “mio imputato” ,  il   Tripodi condannato,  se  non per mafia  per possesso di armi. Sul voto di scambio il magistrato ha illustrato fatti e circostanze dettagliatamente; fatti che confermano nell’opinione di chi scrive  che solo la coscienza el’impegno politico e civile possono fare la”rivoluzione” contro queste forze del male. Anche se siamo stanchi è nostro dovere continuare questa  buona forse anche solo scrivendo un  articolo su un giornale o su un blog  di inchiesta come ha fatto Infonodo. La corruzione e la mafia ci rubano soldi, servizi,  libertà  ed eguaglianza sociale.  ( Anna Migliaccio )

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