anna migliaccio

Cultura

GIANFRANCO STELLA

SEREGNO – Anna Migliaccio ha intervistato lo scrittore Gianfranco Stella prima della presentazione del suo libro  ” Compagno Mitra – Saggio storico sulle atrocità partigiane ” avvenuta a Seregno il 15 giugno nella sala Monsignor Gandini organizzato dall’associazione storico culturale “Carcano 91”


Gianfranco Stella , nato nel 1946, è un saggista cattolico che si occupa di storia contemporanea e, precisamente, delle vicende più o meno esaltanti del post-liberazione. Nelle sue pubblicazioni, iniziate nel 1990, il filo conduttore comune è la strategia rivoluzionaria seguita dai partigiani delle brigate Garibaldi. Il suo libro più discusso che determinò la denuncia da parte dei vertici nazionali dell’ANPI ( Ettore Gallo, Arrigo Boldrini, ecc.) , racconta la strage di Codevigo, compiuta dai partigiani della 28° brigata comandata da Bulow (A.Boldrini),nel maggio 1945. La messe di nomi e di fatti precisi che hanno caratterizzato questo libro hanno portato Gianfranco Stella sul banco degli imputati per i reati di diffamazione (dei partigiani) e vilipendio (alle forze amate). Si trattò d’un processo che nessun tribunale voleva affrontare: da Ravenna a Forli, quindi a Rimini ove il libro era stato stampato. Fu la cassazione a definirne la competenza e a Rimini si celebrò il processo alle soglie della prescrizione. La sentenza fu di doppia assoluzione per avere applicato i giudici l’esimente dell’opera scientifica. L’appello confermò la sentenza. La causa civile che nel frattempo era stata intentata fu ritirata….

Con la vittoria angloamericana la fazione  stalinista mise in atto una serie di eccidi che continuarono per oltre un anno dalla conclusione delle ostilità. “Dal dopoguerra ad oggi il Partito Comunista ed i suoi eredi hanno sempre cercato di impedire la memoria e la storia delle violenze dei partigiani stalinisti, nonostante la grande importanza che invece veniva e viene posta nella celebrazione dei crimini nazifascisti. Il potere comunista non riuscì mai, però, a tacitare quello che divenne un vero e proprio dissenso al tentativo di nascondere i crimini stalinisti”, ha spiegato il  Centro Studi Italia. In particolare, nel reggiano, il primo a denunciare questi crimini fu un partigiano cattolico, Giorgio Morelli, al quale i sicari comunisti spararono. Ma altri seguirono, anche se spesso isolati, come Don Pignagnoli, a tanti altri Reggiani, parenti delle vittime, esponenti della destra reggiana anticomunista certamente, ma anche cattolici liberali e socialisti, che impedirono che vincesse l’ordine del silenzio.

Con il libro di Gianfranco Stella cade l’ultimo tabù: i nomi e cognomi dei partigiani comunisti e stalinisti che avevano compiuto le stragi. Il potere comunista aveva difeso questo anonimato in ogni modo e con ogni scusa: la più nota giustificazione era che si trattasse di “schegge impazzite”, combattenti sfuggiti al controllo dei comandi della guerriglia comunista. “Non era vero, ma viene ripetuto anche in questi giorni da chi ancora difende acriticamente queste formazioni staliniste”. ( Fonte La fede quotidiana )

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Politica

“NAZITALIA – VIAGGIO IN UN PAESE CHE SI E’ RISCOPERTO FASCISTA ” DI PAOLO BERIZZI

SEREGNO – Venerdì sera in Sala Gandini il Comitato Unitario Antifascista cittadino ha organizzato la presentazione del libro ” Nazitalia, viaggio in un paese che si è riscoperto fascista ” scritto da Paolo Berizzi .


L’Italia si appresta a festeggiare il 73° anniversario della Liberazione, mentre alle elezioni del 4 marzo ha vinto un centrodestra a guida leghista, grazie anche ai voti neofascisti. Nel 2017 Paolo Berizzi, con i suoi scoop su «la Repubblica», ci ha raccontato la nuova marcia su Roma di Forza Nuova, il lido «mussoliniano» di Chioggia, il blitz del Veneto Fronte Skinheads nella sede di un’associazione pro-migranti di Como. Fino alla tentata strage di Macerata nel febbraio 2018. Episodi sintomo di un’escalation fascioleghista e xenofoba allarmante, di fronte alla quale l’Italia si divide fra chi minimizza o dà la colpa all’«immigrazione fuori controllo», come il leghista Salvini, e chi assicura che «il fascismo in Italia è morto per sempre». Non è così. In questo libro, che corona quindici anni di inchieste, forte dei retroscena inediti sulla svolta a destra della Lega e dei racconti di un pentito di Forza Nuova, Berizzi fotografa in maniera vivida un Paese che si è riscoperto fascista, o forse sotto sotto non ha mai smesso di esserlo. Un Paese in cui i media e i partiti, sia di destra che di sinistra, sono sempre timidi a parlare di fascismo e a stigmatizzare certe derive. È uno sdoganamento in corso da anni, colpa anche dell’inedia di istituzioni e organi dello Stato. E che continuerà sotto le nuove forme del populismo sovranista, mentre partiti come CasaPound e Forza Nuova puntano a sostituirsi allo Stato e a radicarsi sul territorio offrendo assistenzialismo di strada e sicurezza fai da te. Oggi più che mai, quindi, mentre i fascisti del terzo millennio agiscono nelle piazze e nel web, con la violenza e la beneficenza, bisogna far nostro il monito che Umberto Eco lanciava sul «fascismo eterno», capace di riproporsi sempre sotto forme liquide e larvate: «il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo». È questo lo spirito appassionato del viaggio di Berizzi.

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Politica

SEREGNO – IL PD CONVOCA GLI STATI GENERALI PER IL RILANCIO DELLA CITTA’

SEREGNO –  Sabato 25 Novembre il circolo locale del Partito Democratico ha organizzato la seconda edizione degli Stati Generali che quest’anno aveva come titolo “Idee per la città”. La giornata è stata l’ occasione per parlare del rilancio di Seregno  nei prossimi anni. Durante la mattinata e nella prima parte del pomeriggio ci sono state  testimonianze, riflessioni e  contributi provenienti non solo dal mondo della politica, ma anche dall’associazionismo, dall’imprenditoria e dal sindacato. Dopo il saluto agli intervenuti del segretario del circolo Antonio Colzani si sono succeduti diversi interventi tra cui segnaliamo quello del sindaco di Desio, Roberto Corti che ha detto : “È fondamentale, se vogliamo contare come territorio, aprire la collaborazione di Seregno con gli altri comuni del territorio”. A seguire diversi interventi : Laura Capelli, ex Presidente della Commissione Comunale Bilancio: “Ci sono comuni che non trovano neanche  5000 euro  per ricostruire il bagno di una casa comunale, mentre qui avremmo i fondi addirittura per lucidare i marciapiedi”;  William Viganò, ex capogruppo del Partito Democratico di Seregno “La precedente amministrazione in 12 anni non ha mai governato la città di Seregno.”; Pietro Amati, ex onsigliere Comunale di Ripartiamo : “In questa città le associazioni si sono prese in carico ciò che le amministrazioni non hanno fatto. Credo che sia ora di invertire radicalmente questa dinamica.” Altri interventi sono stati fatti da Tiziano Mariani, ex consigliere comunale di Noi x Seregno : ” La politica non è  il riempimento delle proprie tasche come è stato fatto negli ultimi anni bensì vuol dire essere a disposizione  della gente e del tuo paese. Politica non è essere al servizio di certa gente sia di destra che di sinistra che vuole solamente spartirsi il territorio con l’unico scopo del proprio arricchimento”, Piergiorgio Borgonovo ( Per Seregno Civica ) , Anna Migliaccio ( MDP Articolo Uno ), Zeno Celotto ( Parco Brianza Centrale ), Mauro Frigerio ( Acli ), Stefano Dosio ( Dare un’anima alla città ), il giornalista Luigi Losa ed il segretario provinciale del partito Democratico Pietro Virtuani.
Il segretario del circolo locale del Partito Democratico Antonio Colzani  al termine della giornata ci ha rilasciato un breve commento

 


Durante il pomeriggio sono stati aperti tre tavoli di discussione aventi come temi: “Sviluppo economico e lavoro ” ; Territorio, urbanistica e mobilità” e ” Scuola cultura e politiche sociali” Attorno ai tavoli si sono confrontati politici e associazioni e cittadini con lo scopo  di raccogliere idee e proposte utili da inserire in un programma che sarà sottoposto ai seregnesi alle prossime elezioni amministrative.

 

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Politica

SEREGNO – IL PD LANCIA “UN PATTO PER SEREGNO “: LEGALITA’, BENE COMUNE E SOLIDARIETA’

SEREGNO – Antonio Colzani segretario cittadino del Partito Democratico ha lanciato ieri giovedì 12 ottobre, durante una conferenza stampa nella sede del partito , l’idea del progetto di un centro – sinistra per il futuro governo della città: “Premetto – dice Colzani –   che non sappiamo quando ci saranno le elezioni, poiché tutto dipende dalle risultanze della commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose. Il Partito Democratico cosciente della non autosufficienza di nessuna forza politica e della gravità dell’astensione propone l’apertura di un dialogo per la prossima campagna elettorale, che sarà diversa da ogni altra. Abbiamo  chiamato  la nostra idea ” Patto per Seregno ”  basato su un programma da costruire insieme con le altre forze politiche, con le liste civiche, con le realtà associative e del mondo cattolico operanti in città . Questo patto ha tre parole cardine :  Legalità’, Bene Comune e  Solidarietà. Occorre – continua Colzani –  individuare un candidato sindaco che sappia unire, che non sia divisivo. Proporremo  per il prossimo 25 novembre una giornata di studio e discussione dal titolo “stati generali”  a cui tutte le forze politiche sono fin da ora invitate “.
Alla conferenza stampa era presente anche l’ex capogruppo PD in consiglio Comunale William Viganò che ha parlato dell’attività svolta  durante questi due anni e mezzo di amministrazione Mazza  e ha espresso solidarietà ai dipendenti comunali non sottoposti ad indagine. ” Non tutti i dipendenti pubblici sono uguali perchè c’è chi lavora rispettando la legge, la legalità e la trasparenza” Viganò ha anche auspicato che la città non subisca l’onta di uno scioglimento per mafia.
A Viganò abbiamo posto due domande : la prima, premettendo che nelle 225 pagine dell’ordinanza del GIP Pierangela Renda si legge che le due pratiche urbanistiche oggetto del reato di corruzione sono state approvate in giunta e non in consiglio comunale come previsto dalla legge e  perciò sono state sottratte anche alla discussione in commissione urbanistica, i consiglieri comunali non hanno accesso alle delibere di giunta e non si sono accorti del grave errore  procedurale?
Viganò ha risposto che le ” le delibere sia di consiglio comunale che di giunta erano da ritenersi  legittime visto il parere favorevole del segretario generale che rappresenta lo Stato. Noi come PD ci siamo opposti politicamente al contenuto dei due Piani Attuativi ( Pac 1 e 2 ).”

Quali sono i confini del centro – sinistra che ha in mente è invece la domanda  fatta ad Antonio Colzani : ” Sono ampi a condizione che vi sia reciproco rispetto e un dialogo non improntato alla preventiva disistima. Un programma comune – continua  Colzani – deve essere scritto insieme e sottoscritto in modo da impegnare tutti.”
(Anna Migliaccio)

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Politica

MONZA – MDP TIENE LA SUA CONFERENZA PROGRAMMATICA PROVINCIALE

MONZA – Sì è svolta questa mattina sabato 7 ottobre  la conferenza programmatica provinciale di Articolo 1 Mdp  presso la sede della Cgil. La senatrice Lucrezia Ricchiuti nel suo intervento ha illustrato le proposte di Articolo 1 Mdp in tema di legalità e lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Una lunga relazione analizzato il quadro desolante dell’intera regione Lombardia,ove sono ben 1700 i beni sequestrati alla criminalità. Sono presenti tutte le mafie italiane e straniere ma in Brianza è la “ndrangheta” a farla da padrona. La ndrangheta è infiltrata in vari settori di attività dal movimento terra alle imprese di servizi. Molte le aziende chiuse o sequestrate. Il caso Seregno è stato analizzato in questo quadro dalla senatrice Ricchiuti che se ne è occupata da anni in modo approfondito nella Commissione Parlamentare antimafia. Sul fronte della corruzione la giunta regionale guidata da Roberto Maroni – sempre secondo la Ricchiuti – è stata giudicata già con chiarezza nel rendiconto della Procura Regionale della Corte dei Conti del 2016,  che ha rivelato un sistema opaco, spesso clientelare orientato verso una spesa pubblica inefficiente. Scarsa trasparenza caratterizza anche il settore della sanità. Irregolarità sul fronte del lavoro e del comportamento delle imprese produttive offrono un quadro generale desolante dell’economia lombarda. Articolo 1 Mdp sarà in campo alle elezioni regionali e sarà in campo anche a Seregno, alle prossime elezioni amministrative  con le sue proposte legislative e  di  buona amministrazione. Importante intervento  è stato quello di Onorio Rosati consigliere regionale di articolo 1 Mdp che ha esposto  analisi e proposte in tema di trasporto pubblico sanità lavoro. Infine la posizione del gruppo politico contro il Referendum lombardo:  il 13 ottobre si svolgerà una specifica iniziativa a Vimercate con tutte le forze politiche che si oppongono al referendum regionale voluto da Maroni.  ( Anna Migliaccio )

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Politica

SEREGNO – LA SINISTRA SI INTERROGA GIA’ SULLE POSSIBILI ALLEANZE FUTURE

SEREGNO – Si è svolta ieri, giovedì 5 ottobre, presso la sedi via Leonardo da Vinci,  una conferenza stampa tesa ad illustrare la posizione della lista sugli ultimi avvenimenti accaduti in città. La lista si presentò alle ultime amministrative senza ottenere consiglieri;  della lista stessa facevano arte persone aventi e non appartenenza di partito, persone che hanno ricoperto per molti anni, sotto altra sigla politica di sinistra, la funzione di consiglieri comunali.  Giusi Minotti, già candidato Sindaco in molte tornate elettorali con Rifondazione comunista nel suo intervento  sottolinea che la legalità non è categoria politica. Un forza politica, giustamente, può e deve opporsi a leggi incompatibili con i propri obiettivi politici e ritenute sbagliate.Francesco Mandarano, storico consigliere comunale, indipendente di sinistra, evidenzia che ci troviamo in una fase storica dove bisogna agire come fece Togliatti nella svolta di Salerno,  alleandosi  con tutte le forze antifasciste e antimafiose. Di nuovo Giusi Minotti, con il programma amministrativo della scorsa tornata elettorale afferma che ogni possibile dialogo con gli altri parte da lì e dalla costruzione della propria identità politica. Simone Crinò, presidente della Casa della sinistra, indipendente e senza alcuna tessera di partito pone alcune questioni molto serie, come l’astensionismo, che se non fosse stata così alto forse avrebbe mitigato il controllo mafioso dei voti, e l’economia della città, che rappresenta un terreno favorevole alla infiltrazione mafiosa da momento in cui  la crisi ha demolito il tessuto produttivo e insieme ad esso anche quello sociale e civile. Francesco Mandarano vede con favore l’apertura alleantista del Partito Democratico nell’ultimo comunicato dato alla stampa, e, ad esplicita domanda posta dalal sottoscritta  circa le iniziative che si intendono assumere per  poter dialogare con gli altri, risponde  che secondo lui, occorrerebbe  una piena indipendenza della Lista di sinistra seregnese dal quadro nazionale di veti incrociati. Emerge chiaramente da questa dichiarazione che il nodo delle alleanze non è stato sciolto, né nella sinistra, né altrove. Chi scrive da osservatore e informatore,  non privo di opinioni, osserva con trepidazione tali sviluppi. ( A. Migliaccio )

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Cultura

SEVESO – NUOVO POLITEAMA: DONO DI UNA BORGHESIA ILLUMINATA ALLA CITTA’

Nuovo cinema Politeama: il dono di una borghesia illuminata alla citta’ di Seveso.
( A. Migliaccio )

SEVESO – Giovanni Benedetti è l’amministratore unico di Idrodepurazione srl che ha sede a Seregno e fa parte (o meglio è stata il promotore) del consorzio IDRO GROUP. Si tratta di una realtà produttiva, industriale, a forte vocazione internazionale, intercontinentale nel campo della depurazione e in generale del trattamento delle acque. Una realtà di rilievo, con fatturato e ampiezza di interventi notevole. Sul sito dell’azienda troviamo, come un biglietto da visita,  il codice etico del gruppo, un sistema di valori che rifiuta la corruzione, valorizza le risorse umane aziendali, promuove i diritti umani nel mondo. Lavora con paesi africani per portare acqua potabile, esporta e lavora con la Russia, a Cuba, incontra ambasciatori e capi di governi, con tutta la gamma di soddisfazioni e rischi che questo comporta.

Che cosa spinge la famiglia proprietaria di un gruppo industriale come questo a investire,  a fondo perduto,  una notevole cifra, per restituire alla città di Seveso il cinema Politeama, ristrutturato negli impianti tecnologici, dotato di tutte le strutture che consentono di utilizzarlo per tutte le arti, dal cinema al teatro alla lirica, ai concerti?  La risposta è che si tratta di ragioni affettive.

Quando il direttore artistico Andrea Scarduelli, nel corso della conferenza stampa, chiede al dottor Benedetti di dire qualcosa ai giornalisti su questa iniziativa, l’intervento del proprietario è breve, ma significativo di una visione del mondo. Le due sale della struttura si chiamano rispettivamente ” sala acqua “ quella grande al piano inferiore e ” sala aria “ quella tecnologica multimediale del piano superiore. Aria e acqua, dice,  sono i due elementi all’origine della vita. La cultura è l’anima. Giovanni Benedetti non dice altro. Ma pare che basti. Al rinfresco offerto alla stampa ci fa assaggiare un paio di vini. E’ dal sommelier che scopro che sono di sua produzione. Diciamo una seconda attività imprenditoriale coltivata quasi per ristoro dall’altra, principale. Abbiamo scelto il prosecco  “mosso” e lo abbiamo apprezzato. Abbiamo provato a domandare a Benedetti quanto è costato questo intervento sul cinema Politeama. Ci ha dato una risposta elegante, tipica di una borghesia a cui il nostro Paese è da tempo disabituato: non lo sappiamo…non abbiamo ancora concluso…tireremo le somme. Un modo per dire che non è importante, perché parliamo di qualcosa che è oltre l’economico, ed è incommensurabile. Del resto, chi scrive, dopo aver dato un’occhiata agli impianti dalle americane, all’acustica, un’idea abbastanza precisa di quanto costano interventi come quelli ce l’ha, ma userà la stessa eleganza del dottor Benedetti, dicendo che è una cifra assolutamente considerevole e in crescita esponenziale, per tutto ciò che comporterà la successiva gestione. Non crediamo che si tratti di mecenatismo, come qualche collega giornalista sussurra,  in uno scambio di battute cortesi con la sottoscritta,  nel foyer, cioè di quella tendenza a favorire le arti e la letteratura attraverso il sostegno economico, che affiancò all’aspetto della liberalità quello, più interessato, dell’investimento di denaro nell’arte, fu un tratto caratteristico dei principi del Rinascimento e di numerosi papi e sovrani dell’Età moderna.

Dissento su questo, perché il potere politico in questo appartiene a qualcun altro, e l’assessore alla cultura, Luigia Caria, da noi intervistata a sua volta, espressione di un centrosinistra “civico”,  si rende ben conto che il sistema pubblico non è in grado di fare quegli interventi e senza questa relazione virtuosa non potrebbe più nulla. Nessuno dei due soggetti, né il politico, né l’imprenditore, è in grado di realizzare da solo l’allegoria del buon governo, raffigurata nel celebre dipinto di Ambrogio Lorenzetti.

Se Einaudi manifestava l’esigenza di far chiarezza sul termine stesso di “borghesia” tanto esso appare confuso, se Pertini incolpava, e giustamente, la borghesia nostrana d’essere “la più gretta, egoistica e meschina di tutte le borghesie d’Europa, ostile a ogni rinnovamento sociale, aggrappata ai residui della feudalità” e se uno statista come Spadolini ne disegnava invece i tratti progressivi, affermando è stata la borghesia, storicamente, a portare l’illuminismo nella società e nella politica, a noi pare che la famiglia che ha fatto questo dono alla città di Seveso, taluni di questi tratti li possieda.

 


 

 

A Seregno il dottor Benedetti è impegnato nella sezione locale del Lions Club.

 

 

Cronaca

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SEREGNO – Stamane primo ottobre c’è stato in piazza Vittorio Veneto un Presidio autoconvocato per la Legalità . In piazza si sono ritrovati cittadini di diversa estrazione politica, rappresentanti di associazioni ed ex componenti del disciolto  Consiglio Comunale prima che lo facesse il Prefetto con la  motivazione delle ” possibili infiltrazioni mafiose  ”
Una nostra troupe  ha raccolto i commenti di alcuni rappresentanti delle forze politiche cittadine presenti; non è stato possibile raccogliere nessun commento da parte di esponenti della ex maggioranza.

ANTONIO COLZANI – Segretario Partito Democratico – Seregno


TIZIANO MARIANI – NOI X SEREGNO

 


 

PIETRO AMATI – RIPARTIAMO , PER SEREGNO CIVICA


In piazza c’erano anche alcuni rappresentanti di associazioni operanti in città

GIANNI BOTTALICO – già Presidente Nazionale ACLI


STEFANO DOSIO – Presidente associazione ” DARE UN’ ANIMA ALLA CITTA’ ” 

Al presidio ha partecipato anche Laura Barzaghi, consigliere Regionale del Partito Democratico

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Cronaca

SEREGNO – CITTADINI IN PIAZZA FISCHIANO GIACINTO MARIANI

Il popolo e la città, feriti e indignati

Anna Migliaccio

Dunque Seregno è città a tal punto preda della criminalità organizzata di stampo n’dranghetista, che il primo cittadino si trova agli arresti domiciliari accusato di essere stato eletto con i voti di gangster, che in cambio governano al posto suo, sicché egli appare zerbino e burattino. Consenziente. Consenzienti si è sempre, fino a quando non si misurano intere le conseguenze di un consenso. Qualche arrestato certamente piange.
Lui, il sindaco e altri rappresentanti delle istituzioni e funzionari dirigenti e altri e altri ancora.
Il ventre della città è ferito, indignato, negazionista. Si vergogna di sé, nascondendosi, emergendo a volto scoperto, urlando la rabbia nell’insulto.
Ieri sera un gran numero di cittadini si è radunato  spontaneamente, tra il nuovo Auditorium e piazza della Libertà. Una folla, una massa, meno organizzata e meno governabile di quella che, ordinata e simbolica, in passato sfilava con fiaccole e striscioni.
Una massa, fatta di cittadini consapevoli e attivi e di altri, mossi da una spinta pulsionale. Una massa che se non ben governata, potrebbe reagire e un poco ne ha dato prova. Dimissioni, vergogna, dimettiti, vattene, ladro mafioso, puttaniere….All’indirizzo di un rappresentante delle istituzioni, Giacinto Mariani, che ancora ieri, pure oggetto di interrogatori, indagato a piede libero, in attesa che il GIP si esprima sulla interdizione dai pubblici uffici, perseverava nel suo mandato non scevro d’una certa fastidiosa arroganza, e celebrava nozze civili, presentava un evento pianistico…
Non importa se è colpevole o innocente. Importa che non può credersi al pari del sacerdote indegno, o che il popolo ritiene a torto o a ragione tale, distinto a tal punto dalla purezza della funzione sacra che il sacro di essa resti distinto dal celebrante.
E’ una provocazione, che il popolo non sopporta.
Sicché proprio chi scrive lo ha avvicinato  sulle scale dell’auditorium, accanto a un giovane consigliere comunale. Non certo con la furia omicida delle masse aizzate, ma con il tono pacato di chi in questa città ritiene le istituzioni sacre, gli ha chiesto soltanto: “Signor Giacinto Mariani, questi cittadini chiedono di poter votare!”
E’ questo che tutte le autorità presenti hanno chiesto nel presidio di ieri sera. Di andare a elezioni. Quel metodo che si chiama democrazia con cui i popoli, le masse, hanno trovato un accordo con il potere, che si esercita rinunciando alla violenza. Spetta alle forze di opposizione unirsi per dare una nuova visione, un nuovo respiro.

Sembra che una vera e propria volontà di essere schiavi spinga, giacché di per se stessi non si è nulla, a finire entro un ventre possente. Non si sa ciò che veramente accada, né quando accada; altri possono avere la precedenza nel mostro. Si attende devoti, si trema, e si spera d’essere la vittima prescelta” Elias Canetti, Massa e potere.

27 settembre 2017

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Politica

SEREGNO- SOLO IL 5% POTRA’ AVERE UNA CASA POPOLARE

Seregno, solo il 5 per cento degli aventi diritto a una casa popolare potrà averla sul serio.
( di Anna  Migliaccio )


Titola in questi giorni d’agosto un settimanale locale  che a Seregno dalla “Graduatoria case popolari, “spariscono” gli stranieri” Dice la notizia che “nei giorni scorsi” ma è stato a luglio (ndr) “è stata pubblicata la graduatoria provvisoria per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, che comprende 246 nominativi: nei primi cinque posti l’ottanta per cento dei nominativi è italiano, soltanto uno straniero nella parte alta della graduatoria, che diventerà definitiva nel mese di settembre quando l’apposita commissione comunale avrà valutato eventuali ricorsi. Scorrendo l’intera graduatoria nei primi posti il 75 per cento sono italiani. E conclude con la dichiarazione del Sindaco Edoardo Mazza ( nella foto a dx ) che “Quest’anno l’Amministrazione comunale prevede di assegnare circa tredici alloggi a canone sociale”.
Tredici alloggi da assegnare a fronte di 246 domande utilmente collocate in graduatoria significa che la vera notizia non è la nazionalità degli aventi diritto, tutti evidentemente cittadini italiani e non regolarmente iscritti nell’anagrafe della popolazione residente, probabilmente lavoratori o pensionati benché con basso reddito, che pagano le tasse. Dare maggior punteggio agli anziani, pensionati o ai nuclei familiari che hanno in seno un disabile non favorisce né esclude la presenza di stranieri, poiché anche gli anziani potrebbero essere di origini straniere e anche nella famiglia di un residente di origini straniere potrebbe esserci un disabile. Che sia titolo di merito avere una graduatoria di italiani (e nulla vieta che ve ne siano di origine straniera) non lo crediamo e il titolo del giornale appare inquietante. Tuttavia a noi pare che la vera notizia sia un’altra: che il rapporto tra i meritevoli di tutela e coloro che effettivamente ricevono un alloggio è circa del 5%.
Per tanti anni, dal dopoguerra in poi, questo Paese ha sostenuto un principio costituzionale: Case per tutti i lavoratori! L’inventore di questo piano per il diritto alla casa, posto in essere coi fondi Gescal e con l’ente INA CASA non era un comunista. Era Amintore Fanfani. I fondi Gescal sono stati raccolti fino a tempi molto recenti e utilizzati, con poche polemiche purtroppo, per altri scopi. Perché? Perché da oltre un ventennio quel principio costituzionale, case per i lavoratori, non per i “poveri” è venuto meno? Un’idea chi scrive ce l’ha, ed è che la fine dell’edilizia popolare è stato un favore, una compensazione, data a una borghesia industriale che così non ha protestato granché di fronte alla deindustrializzazione del Paese, e ha tratto profitti individuali dalla riconversione di aree dismesse e dalla breve fortuna delle società di costruzione edile.
Oggi, dopo il fuoco fatuo della speculazione edilizia, anche il comune di Seregno (che ha in maggioranza la Lega razzista) ritiene normale farsi vanto di una graduatoria razziale, passando sotto silenzio il vero dramma. I lavoratori, i pensionati, le famiglie con tutto il gravame dei loro problemi non hanno accesso a una casa a prezzi popolari.
Il diritto alla casa per i lavoratori, e non per i “miserabili”. Ecco una cosa di sinistra, scomparsa da Seregno, e non solo.
A settembre 2014 Il Cittadino titolava così: “Città fantasma in Brianza. Almeno 20mila case vuote” E riportava una notizia molto interessante. Che “A Monza nel 2011, come documentato dal censimento, erano liberi 3.719 dei 58.639 alloggi rilevati: ora, secondo gli esperti, il numero dovrebbe essere lievitato. Per il resto della Brianza non ci sono dati aggiornati ma, secondo le stime effettuate dall’ufficio Statistica del Comune, gli appartamenti sfitti dovrebbero essere 24.948 su 345.491. Nelle città più grandi le abitazioni in attesa di essere occupate sono oltre mille: 977 a Brugherio, 1.091 a Cesano Maderno, 1.200 a Desio, 1.291 a Lissone e a Seregno”…
Poi c’è il vasto patrimonio delle case dell’Istituto Autonomo Case Popolari, oggi ente regionale ALER. Un patrimonio che cade a pezzi, con molti alloggi sfitti perché inagibili, un ente con una situazione di dissesto finanziario elevatissima. Un ente dove sono stati collocati dirigenti politici non proprio specchiati come riportava una inchiesta dell’Espresso parlando di quel “Domenico Ippolito che è stato direttore generale dell’Aler, poi rimosso perché coinvolto in inchieste sulla compravendita dei voti con la ‘ndrangheta. E ora è tornato nell’azienda…”
Un ente in dissesto finanziario per diversi motivi politici, e non solo per cattiva gestione. Perché i crediti inesigibili della morosità incolpevole sono frutto della colpevole mancanza di interventi sociali. Perché i fondi di investimento per la ristrutturazione degli immobili dovrebbero essere fondi pubblici e non mutui che l’ente deve contrarre. Ma questo non accade e anzi il patrimonio dell’ALER viene tassato dai comuni con l’applicazione dell’IMU e della TASI come fosse patrimonio privato.

Benché a proposito di mutui, l’inchiesta già citata dell’Espresso evidenziasse che la gran parte di essi “è stata stipulata tra il 2006 e il 2007, mentre i derivati sono agganciati a finanziamenti del 2007-2008. Sarebbero questi, quindi, gli “anni ruggenti” del Pirellone di Roberto Formigoni in cui Aler si è lanciata in avventure ad alto rischio, rivelatesi dei pessimi affari. Tra queste, Asset è sen’altro la più famosa. È una società controllata totalmente da Aler, creata nel 2005 con finalità che vanno dall’acquisto di terreni alla costruzione e commercializzazione di immobili, compresi alberghi e centri commerciali. Ambizioni che spingono Asset a uno shopping sfrenato. L’operazione più importante è quella di Pieve Emanuele dove acquista dall’Enpam (Ente nazionale previdenza medici e odontoiatri) una vasta area e diversi stabili, per realizzare e vendere alloggi, oltre a uno shopping center. Per finanziare l’iniziativa, Asset stipula mutui con Intesa per 32 milioni, cui se ne sarebbero aggiunti 41 di finanziamento regionale. Nel 2009, poi, a Garbagnate Milanese acquista un complesso da destinare alla vendita; anche qui, Asset chiede un mutuo di 29 milioni, seguito da 7 milioni nel 2012 per rilevare di altri terreni. Alla fine, Asset si indebita per 66 milioni ma i progetti svaniscono nella nebbia. A Pieve non è stato riqualificato nulla (anzi: l’area sprofonda nel degrado), mentre la crisi ha bloccato la vendita degli appartamenti di Garbagnate. Non solo: a Pieve, Asset ha dovuto demolire (con un prestito da Aler di 1,5 milioni) alcuni degli immobili acquisiti, ormai sul punto di crollare. Dal 2010 a oggi Asset è stata sempre in perdita: un buco nero che ha risucchiato alla controllante oltre 11 milioni. Senza dimenticare l’avventura tripolina: nel 2007 Asset acquisì una partecipazione in Finasset, società che avrebbe dovuto ricevere da Gheddafi commesse per ristrutturare palazzi ed edifici storici in Libia”.

Strabilianti avventure finanziarie che peggiorano il dissesto strutturale invece di migliorarlo. Al risanamento di Aler avrebbero potuto essere destinati quella montagna di soldi che Maroni ha speso per i tablet e le attrezzature informatiche per un inutile referendum.

Ma torniamo al patrimonio edilizio dei comuni ed in particolare a Seregno. Se è vero che esiste una grande quantità di case costruite e sfitte, bisogna che prima o poi costruttori e politici siedano a un tavolo per trovare soluzioni a vantaggio collettivo e non individuale. Il problema della casa per i lavoratori è un problema politico nazionale, e non può risolverlo un comune. Però togliere l’IMU a chi affitta a canoni calmierati, abbassare tutte le tasse e magari arrivare a contratti anche più vantaggiosi per la messa in disponibilità pubblica di proprietà private non è un sogno impossibile. E’ una azione che ovviamente lede fortemente gli interessi di taluni imprenditori edili, magari legati alle stesse lobby da cui proviene il consenso politico.

Case per i lavoratori era ed è una idea di sinistra, ed è una idea ancora e sempre attuale, visto che coi fondi Gescal i lavoratori le case se le pagavano da sé. Perché non reinventarsi questi fondi, magari con la partecipazione di un consorzio vasto di comuni? Hanno inventato le “tasse di scopo”. Non è vietato a nessun comune provare a creare un fondo per acquisire, ristrutturare, recuperare, costruire se serve, case per i lavoratori. E’ una idea sempre attuale o riattualizzabile la cooperativa costruttrice a proprietà indivisa e con affitti popolari o a riscatto. E’ una scelta politica dare edificabilità a terreni destinati a tali usi e non altri. Una amministrazione attenta al bene collettivo dovrebbe vantarsi di scelte come queste e non di criteri razziali nella formazione delle graduatorie inutili. A Seregno servono almeno trecento case per i lavoratori. Solo per cominciare.

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