Antonio Capozza

Cronaca

Assolto in appello l’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi  

Seregno – E’ stato assolto in appello l’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, dopo la condanna avvenuta in primo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione ( leggi ). L’ex direttore Capozza nel 2022 era stato riconosciuto colpevole di turbativa d’asta (ma non di corruzione) e condannato a due anni e 8 mesi, a fronte di una richiesta di pena a 5 anni avanzata dalla procura, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Monza Gianluca Tenchio.

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SEREGNO DESIO – PROCESSO GELSIA AMBIENTE: 4 ANNI A MASSIMO BORGATO, 2 ANNI E 8 MESI A CAPOZZA

SEREGNO DESIO –  Emessa la sentenza sulla vicenda che riguarda alcuni  dipendenti di Gelsia Ambiente, la società  che si occupa della raccolta rifiuti, pulizia delle strade e  gestione di piattaforme ecologiche in oltre 20 comuni della provincia di Monza. Questo processo è uno di quelli seguiti alla prima inchiesta del 2017 chiamata Seregnopoli   ( leggi ) riguardante il malaffare e la corruzione nel comune brianzolo. Ricordiamo che in quell’occasione finì agli arresti l’allora sindaco Edoardo Mazza  . Al termine del processo celebrato con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Monza Gianluca Tenchio la condanna più pesante 4 anni di reclusione  è toccata a Massimo Borgato, presidente del CDA della società che ha sede a Desio. Antonio Capozza ex direttore generale, riconosciuto colpevole di turbativa d’asta è stato  condannato a due anni e otto mesi di reclusione . Tre anni e 8 mesi e 3 anni sono state le pene concordate da Fabrizio Cenci e Gaetano Giannini. Agli imputati venivano contestate a vario titolo accuse di corruzione, turbativa d’asta, truffa, false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro.

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SEREGNO – EX VERTICI DI GELSIA AMBIENTE ARRESTATI DALLA GDF: TANGENTI PER UN APPALTO

SEREGNO – Gli uomini della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Monza stanno eseguendo cinque misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta in merito ad un appalto da oltre 2 milioni di euro nel settore della raccolta dei rifiuti.L’ordinanza, chiesta dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Michela Versini e firmata dalla gip del Tribunale di Monza Silvia Pasini, riguarda il direttore generale di Gelsia Ambiente con sede in Desio, Antonio Capozza e l’ex presidente del consiglio di amministrazione Massimo Borgato. Le fiamme gialle, a seguito di intercettazioni telefoniche, analisi di supporti informatici ed esame di documentazione contabile ed extra-contabile, hanno accertato l’esistenza di un accordo collusivo e corruttivo per il quale i 2 amministratori della società pubblica brianzola avrebbero accettato una tangente da 60mila euro per agevolare gli imprenditori, facenti capo ad una associazione temporanea di imprese di Barletta, ad aggiudicarsi una gara d’appalto di oltre 2 milioni di euro, finalizzata alla fornitura e distribuzione di sacchi per la raccolta del rifiuto indifferenziato, munito di microchip di tracciamento.Le società aggiudicatarie, attraverso un meccanismo di sovrafatturazione delle prestazioni rese agli ignari Enti locali beneficiari della “raccolta rifiuti” ovvero documentando servizi mai resi, non solo avrebbero frodato lo Stato ma avrebbero ottenuto anche anticipi di liquidità dagli istituti finanziari presso cui erano accreditati, potendo così generare le provviste di denaro contante occorrenti alla corresponsione della tangente. Agli arresti domiciliari anche Cosimo Sfrecola e Gaetano Giannini di Barletta e Fabrizio Cenci di Limbiate.

( Fonte Il Giorno.it – Stefania Totaro )

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SEREGNO – PRESUNTA CORRUZIONE IN GELSIA, INDAGINI ANCHE SULLA FARMACIA COMUNALE

SEREGNO –  Sotto la lente l’immobile in via Colzani acquistato da AEB per trasferirci la farmacia comunale pagato a Vendraminetto con un conto troppo salato per dei locali inadeguati. È questa una (ma non l’unica e pare neanche la più eclatante) vicenda su cui stanno indagando i carabinieri di Desio coordinati dalla Procura di Monza in merito al nuovo filone sul presunto malaffare nella pubblica amministrazione a Seregno che ora riguarda la società multiutility dei servizi pubblici Gelsia.

Il terzo troncone della maxinchiesta scoperto per una proroga di indagini chiesta dal pm Salvatore Bellomo con le ipotesi di reato che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta nei confronti di 7 indagati: il presidente di Gelsia srl Francesco Giordano (che è stato assessore della Provincia di Monza e Brianza – Forza Italia ), il presidente di AEB spa Alessandro Boneschi, l’ex presidente di AEB Maurizio Bottoni, il presidente di Gelsia Ambiente srl Massimo Borgato, l’ex membro del consiglio di amministrazione di AEB Gabriele Volpe e il direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza. Oltre a loro, rispunta il nome di Giorgio Vendraminetto, l’imprenditore immobiliare già finito in una precedente richiesta di proroga firmata dal pm monzese Salvatore Bellomo per altre pratiche edilizie sospette in cui risultano di nuovo iscritti nel registro degli indagati l’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza, l’ex vicesindaco Giacinto Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, da cui è partita la maxinchiesta dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Desio sul presunto voto di scambio all’ombra della ‘ndrangheta sull’area dismessa ex Dell’Orto di via Vallassina.

E proprio al nome di Vendraminetto è legata la vicenda dell’immobile di via Colzani da destinare a nuova sede della farmacia comunale di zona. Un’operazione formalizzata con un compromesso di vendita nel 2013 tra l’imprenditore e AEB, allora presieduta da Maurizio Bottoni e conclusa dal successivo consiglio di amministrazione. Ma fortemente contrastata dalle fila del consiglio comunale e dai cittadini di Seregno, che lamentavano il trasferimento della farmacia comunale da un luogo adeguato ed accessibile ai parcheggi alla soluzione di via Colzani, sopra un centro radiologico da cui accedere, senza un ingresso autonomo, scomoda per gli utenti con disabilità motorie fino alla realizzazione di un apposito ascensore. Un progetto che alla fine non è mai andato in porto. Come non è andata in porto l’alternativa di un ambulatorio medico aperto anche alla chirurgia estetica, dietro cui pare ci fosse una società riconducibile all’ex golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni.

( fonte : Stefania Totaro  – Il Giorno )

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SEREGNO – INDAGATI I VERTICI DI AEB E GELSIA PER CORRUZIONE E TURBATIVA D’ASTA

SEREGNO – Corruzione e turbativa d’asta, indagati i vertici di Gelsia e AEB
Seregno, nuovo filone della maxi inchiesta della Procura di Monza sul presunto malaffare in municipio

Dalla corruzione alla turbativa d’asta per l’inchiesta su Gelsia. Queste sono a vario titolo le ipotesi di reato per cui risultano (per il momento) 7 indagati nel nuovo filone della maxinchiesta della Procura di Monza sul presunto malaffare nella pubblica amministrazione a Seregno. Nel ciclone giudiziario risultano coinvolti vertici vecchi e nuovi del gruppo di società a cui è affidata la fornitura e la gestione dei servizi del gas metano, dell’energia elettrica e della raccolta dei rifiuti a una trentina di Comuni e di cui il Comune di Seregno è azionista di maggioranza: il presidente di Gelsia srl, Francesco Giordano (foto a dx – exassessore della Provincia di Monza e Brianza – Forza Italia ) ), il presidente di AEB spa, Alessandro Boneschi, ( foto a sx ) l’ex presidente di AEB, Maurizio Bottoni, il presidente di Gelsia Ambiente srl, Massimo Borgato, l’ex membro del consiglio di amministrazione di AEB, Gabriele Volpe, e il direttore generale di Gelsia Ambiente, Antonio Capozza.

Oltre a loro rispunta il nome di Giorgio Vendraminetto, l’imprenditore immobiliare già finito in una precedente richiesta di proroga firmata dal pm monzese Salvatore Bellomo per altre pratiche edilizie sospette in cui risultano di nuovo iscritti nel registro degli indagati l’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza, l’ex vicesindaco Giacinto Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, da cui è partita la maxinchiesta dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Desio sul presunto voto di scambio all’ombra della ‘ndrangheta sull’area dismessa ex Dell’Orto di via Vallassina.

Su questa nuova richiesta di proroga delle indagini non risultano spiegati gli episodi su cui gli inquirenti hanno puntato la lente di ingrandimento. Ma l’accusa di corruzione a carico dei vertici di Gelsia, associata al nome di Vendraminetto, apre la strada all’ipotesi di indagini su vicende edilizie che li possono accomunare. Mentre l’accusa di turbativa d’asta potrebbe collegarsi ai presunti vantaggi nei bandi di gara a favore di Gelsia, all’anticipazione di dettagli di gare non ancora aperte, alle delibere con cifre in bianco già evidenziate nelle informative dei carabinieri di Desio. Il nome di Gabriele Volpe, ex assessore all’Edilizia a Lissone e vicesindaco fino al 2012, è invece uscito nelle carte dell’inchiesta della Dda milanese su presunte infiltrazioni della cosca Laudani in Brianza, indicato da un sodale come mediatore per l’appalto sul centro sportivo Palaporada gestito da AEB, ma mai rinnovato.

( fonte STEFANIA TOTARO – Il Giorno )

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