edoardo mazza

Cronaca

SEREGNO – EMESSA LA SENTENZA DEL PROCESSO “SEREGNOPOLI I°” : GLI ASSOLTI E I CONDANNATI

SEREGNO – C’è stata corruzione elettorale ma non voto di scambio finalizzato ad ottenere una concessione edilizia. È la sentenza decisa dal Tribunale di Monza che ha trasformato l’accusa di corruzione urbanistica con voto di scambio in abuso d’ufficio (con assoluzione) e corruzione elettorale (prescritta) per l’ex sindaco forzista del Comune di Seregno Edoardo Mazza e per il costruttore Antonino Lugarà.

L’inchiesta della Procura di Monza nel 2017 ha portato al commissariamento della Giunta, tacciata di ingerenze mafiose poi non confermate. Al processo, durato 4 anni e mezzo, Lugarà era accusato di avere procurato a Mazza voti nelle elezioni del 2015 per velocizzare illecitamente l’iter del suo progetto edilizio.

Lugarà è stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione per usura in relazione ad un prestito di 100mila euro ad un imprenditore, mentre sono state dichiarate prescritte un’accusa di corruzione nell’esercizio di una funzione per un appartamento dato in uso al capo dell’ufficio tecnico del Comune Calogero Grisafi morto suicida e per la ricettazione di un’anfora antica.

Condannato a 3 anni e 3 mesi per usura Angelo Bombara. Prescrizione per l’ex funzionario della Procura di Monza Giuseppe Carello, accusato di avere informato Lugarà su nomi di soggetti iscritti nel registro degli indagati.
Tutti gli altri assolti.

I pm avevano chiesto 9 condanne e 4 assoluzioni. La pena più alta, 7 anni e 4 mesi di reclusione, per Antonino Lugarà; 5 anni per Mazza; 4 anni e mezzo per l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il “cavallo di Troia” di Lugarà nell’amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari. Sei anni e mezzo sono stati chiesti per concorso in usura con Lugarà per l’ex assessore regionale e golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni (già condannato per corruzione e bancarotta fraudolenta) perché avrebbe fatto da intermediario al costruttore per il prestito.

Quattro anni per l’ex dirigente dell’ufficio esecuzioni del Tribunale di Monza Vincenzo Corso che avrebbe favorito, su richiesta di Lugarà, il rinvio di un procedimento di sfratto a carico di Ponzoni. Tre anni la pena chiesta invece per l’ex funzionario della Procura di Monza Giuseppe Carello, mentre 1 anno e 4 mesi ciascuno per abuso d’ufficio per i funzionari comunali Franco Greco e Mauro Facchinetti e l’assoluzione dalla stessa accusa, con formula piena per lo storico sindaco poi diventato vice Giacinto Mariani e perché il fatto è stato depenalizzato per i funzionari comunali Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione. Niente risarcimento dei danni per il Comune di Seregno, che si è costituito parte civile al processo chiedendo una provvisionale immediata di 112mila euro per i danni morali all’immagine e per quelli patrimoniali per i mancati introiti di oneri di urbanizzazione al Comune per un centinaio di migliaia di euro per i ritenuti favoritismi per la concessione edilizia sull’area della ex storica rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina per realizzare un supermercato.
Le motivazioni della sentenza tra 90 giorni.

( Stefania Totaro – IL GIORNO )

 

 

Cronaca

SEREGNO – PER SEREGNOPOLI I PM CHIEDONO 5 ANNI PER MAZZA E 7 ANNI E QUATTRO MESI PER LUGARA’

SEREGNO – Davanti al collegio giudicante presieduto da Letizia Anna Brambilla, nel prosieguo del processo contro politici e imprenditori seregnesi sono state formulate le richieste da parte della pubblica accusa. Le conclusioni della procura, rappresentata dei pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo sono terminate con 9 richieste di condanna .   Per il presunto malaffare all’interno dell’amministrazione comunale di Seregno,onosciuto con il nome di “Seregnopoli” che ha visto imputati ex amministratori pubblici, imprenditori, funzionari e dirigenti comunali sono queste le richieste formulate dai pm: cinque anni per Edoardo Mazza; sette anni e quattro mesi per Antonino Lugarà; quattro anni e sei mesi per Stefano Gatti; un anno e quattro mesi per Franco Greco; un anno e quattro mesi per Mauro Facchinetti; tre anni per Giuseppe Carello; quattro anni per Vincenzo Fortunato Corso; sei anni e sei mesi per Massimo Ponzoni; tre anni per Angelo Bombara. Chiesta invece l’assoluzione per: Giacinto Mariani, Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione. 

 

Cronaca

” SEREGNOPOLI 1 “: PARLA LA MOGLIE DI GRISAFI, DIRIGENTE COMUNALE MORTO SUICIDA

SEREGNO – Sto ancora cercando la motivazione della morte del mio ex marito. Non era una persona che voleva morire, quindi era ricattato o minacciato da qualcuno o per qualche motivo non era lucido”. E parla di somme a lui versate per accelerare pratiche edilizie da parte dell’immobiliarista Giorgio Vendraminetto, imputato però nel secondo filone dell’inchiesta sulla presunta Seregnopoli dell’urbanistica.

E’ tornata ieri davanti ai giudici Maria Giuseppa Cartia, architetto ed ex coniuge del defunto dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Seregno Calogero Grisafi, morto suicida nel 2015, chiamata a testimoniare dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo alla ripresa del dibattimento davanti al Tribunale di Monza sui contestati favoritismi sull’area dismessa dell’ex storica rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina, destinata a realizzare un centro commerciale. Una concessione edilizia ritenuta dagli inquirenti oggetto della corruzione tra l’immobiliarista Antonino Lugarà e l’ex sindaco forzista di Seregno Edoardo Mazza, a cui Lugarà avrebbe in cambio procurato voti nelle elezioni del 2015.

( di Stefania Totaro – Fonte il Giorno )

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO -SEREGNOPOLI BIS: LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER POLITICI E IMPRENDITORI

( fonte ilgiorno.it – Stefania Totaro )

SEREGNO –   Per l’inchiesta Seregnopoli bis sulla presunta corruzione nell’urbanistica la Procura di Monza chiede i rinvii a giudizio degli indagati per cui invano ha chiesto di applicare le misure di custodia cautelare. L’unico a chiedere il processo con il rito abbreviato è l’ex sindaco di Seregno  . Il suo avvocato, Massimiliano Redaelli, punta la difesa su una memoria-perizia per respingere le accuse che ha presentato ieri 21 gennaio all’udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza Silvia Pansini.

I pm Salvatore Bellomo e Michela Versini hanno quindi chiesto un termine per visionare e controdedurre la tesi difensiva, concesso ad ottobre. L’ex primo cittadino seregnese e il suo successore Edoardo Mazza sono nuovamente finiti sotto le accuse della magistratura monzese a vario titolo per abuso d’ufficio e corruzione. Con loro appaiono anche gli imprenditori Giorgio Vendraminetto, Emilio Giussani e Maurizio Schiatti. 

Nel mirino, per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti. Per l’allora gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda, che nel giugno scorso ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, le indagini “hanno evidenziato come effettivamente nel corso degli anni 2011-2015 Mazza, insieme al defunto dirigente dell’ufficio tecnico comunale Calogero Grisafi morto suicida nel 2015, abbiano compiuto un reiterato mercimonio del bene pubblico, asservendosi completamente agli interessi di Vendraminetto“.

Gravi indizi di colpevolezza, quindi, ma niente esigenze cautelari perché “manca il pericolo concreto e attuale di reiterazione dei reati per via dalla sua fuoriuscita dalla vita amministrativa e dall’attività politica dal 2017” e per “la deterrenza derivante dall’attuale pendenza in primo grado del giudizio relativo alle vicende asseritamente corruttive per cui sono state adottate le misure cautelari nel 2017” da lei stessa, peraltro, firmate.

Mariani, Mazza, Giussani e Schiatti sono accusati per il Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip “non rileva dagli atti la configurabilità della corruzione” anche se si “appalesano plausibili” i profili di “asserita illegittimità” che “dovranno costituire oggetto di un giudizio per il contraddittorio tra le parti”. I pm Salvatore Bellomo (già titolare dell’inchiesta dei carabinieri di Desio e Milano che nel 2017 ha portato a 27 misure cautelari tra cui gli stessi Mazza e Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, per cui il processo è ancora in corso al Tribunale di Monza) e Michela Versini avevano chiesto il carcere per Vendraminetto e Giussani e gli arresti domiciliari per Mariani, Mazza e Schiatti. I magistrati della Procura hanno combattuto fino in Cassazione per recuperare le misure cautelari.

I giudici romani hanno ritenuto “inammissibile” il ricorso. I pm avevano deciso di giocarsi anche l’ultima carta dopo che il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il loro ricorso in appello, lasciando gli indagati a piede libero ma, sulle accuse contestate relativamente al Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip non ha rilevato dagli atti la configurabilità della corruzione, i giudici della libertà milanesi hanno ritenuto che, a non essere chiara nelle carte delle indagini, è soltanto la questione relativa al corrispettivo che configurerebbe la corruzione. Accuse totalmente negate invece dagli imputati.

( fonte ilgiorno.it – Stefania Totaro )
Cronaca

SEREGNO – SEREGNOPOLI UNO: “MAI SAPUTO DI PRESSIONI SU PRATICHE URBANISTICHE” TESTIMONIA ILARIA CERQUA

Fonte Il Giorno.it  – Stefania Totaro

MONZA – Si apre la sfilata dei testimoni citati dalla difesa dell’ex sindaco Edoardo Mazza al processo sulla presunta Seregnopoli dell’urbanistica al Comune di Seregno. E davanti ai giudici del Tribunale di Monza si siede l’ex assessore all’Istruzione e alle politiche sociali e ora consigliere comunale seregnese Ilaria Cerqua, anche lei come Mazza avvocato, accasata a Forza Italia e candidata sindaco ‘perdente’ nelle elezioni amministrative del 2015. “Anche io volevo candidarmi sindaco, ma ho volontariamente fatto un passo indietro quando, di fronte a due candidature, è stata indetta una riunione alla presenza anche dei vertici provinciali e ho capito che le preferenze dei consiglieri per me erano la metà rispetto a quelle per Mazza” ha dichiarato in aula Ilaria Cerqua, che ha escluso che la scelta dell’assessore uscente all’urbanistica Mazza fosse già stata decisa a tavolino, soprattutto dall’ex sindaco leghista per due mandati Giacinto Mariani (anche lui imputato ma per abuso d’ufficio), divenuto poi vicesindaco ma da più parti considerato il ‘sindaco ombra’ di Seregno. “Mariani lo conosco dal 2000 e so che non propose lui Mazza come candidato sindaco – ha spiegato la testimone – La Lega avrebbe preferito me perché ero più conosciuta in città essendo già assessore“. I difensori di Edoardo Mazza, gli avvocati Antonino De Benedetti e Lorenzo Bertacco, hanno interrogato la consigliera comunale sui presunti favoritismi sull’area dismessa dell’ex rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina, destinata a diventare un centro commerciale.

Una concessione edilizia ritenuta dai pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo oggetto della corruzione tra l’immobiliarista Antonino Lugarà e l’ex sindaco forzista di Seregno, a cui Lugarà avrebbe in cambio procurato voti alle elezioni. “Mai saputo o visto pressioni su pratiche specifiche relative all’urbanistica“, ha escluso Ilaria Cerqua che poi, su richiesta di della pm Giulia Rizzo, ha dovuto aggiungere che intendeva “che mi siano state riferite o a cui io abbia assistito perché i miei assessorati erano situati in altre sedi rispetto all’urbanistica“. La testimone ha spiegato che “le delibere da portare in Giunta vengono istruite all’interno del settore competente dai funzionari addetti, poi passano dal vaglio del dirigente del settore e da quello finanziario e anche del segretario comunale, un parere ulteriore che non è obbligatorio ma che è stato istituito da Giacinto Mariani per una ulteriore verifica. Poi l’assessore chiede l’iscrizione all’ordine del giorno della riunione di Giunta“. L’assessore all’Urbanistica nel 2015 era Barbara Milani che “mi risulta avesse fatto sulla pratica di Lugarà ulteriori approfondimenti e quindi arrivammo in Giunta senza criticità. Il sindaco presiede la Giunta e la convoca ma non ha maggior peso nella votazione rispetto agli altri componenti. La delibera di cui si discute in questo processo, inoltre, è stata approvata all’unanimità dei presenti”.

Ilaria Cerqua ha anche escluso che Mazza volesse mettere Stefano Gatti (ritenuto dalla pubblica accusa uomo di Lugarà) a capo della commissione urbanistica. “So che Mazza non aveva una grandissima opinione di Gatti – ha dichiarato – Io lo ritengo un personaggio con un carattere un po’ esuberante, non so chi lo abbia candidato alle elezioni del 2015″

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – “SEREGNOPOLI BIS ” IL PM CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER POLITICI E IMPRENDITORI

Fonte ilGiorno.it – Stefania Totaro.

MONZA – Per l’inchiesta Seregnopoli bis sulla presunta corruzione nell’urbanistica la Procura di Monza chiede i rinvii a giudizio degli indagati per cui invano ha chiesto di applicare le misure di custodia cautelare. Il 14 dicembre prevista battaglia giudiziaria all’udienza preliminare davanti alla gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini. L’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani e il suo successore Edoardo Mazza sono nuovamente finiti sotto le accuse della magistratura monzese a vario titolo per abuso d’ufficio e corruzione. Con loro appaiono anche gli imprenditori Giorgio Vendraminetto, 79 anni, Emilio Giussani, 68 anni e Maurizio Schiatti, che ha superato gli 80. Il quinto indagato è il defunto Calogero Grisafi, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Seregno che si è tolto la vita nel 2015.

Nel mirino, per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti. Per la gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, le indagini “hanno evidenziato come effettivamente nel corso degli anni 2011-2015 Grisafi e Mazza abbiano compiuto un reiterato mercimonio del bene pubblico, asservendosi completamente agli interessi di Vendraminetto“.

Gravi indizi di colpevolezza, quindi, ma niente esigenze cautelari perchè “manca il pericolo concreto e attuale di reiterazione dei reati per via dalla sua fuoriuscita dalla vita amministrativa e dall’attività politica dal 2017” e per “la deterrenza derivante dall’attuale pendenza in primo grado del giudizio relativo alle vicende asseritamente corruttive per cui sono state adottate le misure cautelari nel 2017” da lei stessa, peraltro, firmate.

Mariani, Mazza, Giussani e Schiatti sono accusati per il Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip “non rileva dagli atti la configurabilità della corruzione” anche se si “appalesano plausibili” i profili di “asserita illegittimità” che “dovranno costituire oggetto di un giudizio per il contraddittorio tra le parti“.

I pm Salvatore Bellomo (già titolare dell’inchiesta dei carabinieri di Desio e Milano che nel 2017 ha portato a 27 misure cautelari tra cui gli stessi Mazza e Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà, per cui il processo è ancora in corso al Tribunale di Monza) e Michela Versini avevano chiesto il carcere per Vendraminetto e Giussani e gli arresti domiciliari per Mariani, Mazza e Schiatti. I magistrati della Procura hanno combattuto fino in Cassazione per recuperare le misure cautelari.

I giudici romani hanno ritenuto “inammissibile” il ricorso. I pm avevano deciso di giocarsi anche l’ultima carta dopo che il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il loro ricorso in appello, lasciando gli indagati a piede libero ma, sulle accuse contestate relativamente al Piano Pac1 tra le vie Milano, allo Stadio e Toselli, per cui la gip non ha rilevato dagli atti la configurabilità della corruzione, i giudici della libertà milanesi hanno ritenuto che, a non essere chiara nelle carte delle indagini, è soltanto la questione relativa al corrispettivo che configurerebbe la corruzione.

Un passo che va incontro, secondo l’accusa, alla Procura, secondo cui l’iter urbanistico è stato ritenuto “illegittimo”, mentre anche sulla dazione di denaro ci sono ammissioni che emergerebbero dalle intercettazioni telefoniche. Da qui la decisione di proporre anche l’ultimo ricorso davanti alla Corte di Cassazione. Dai giudici supremi romani i pm si attendevano una pronuncia aggiuntiva in termini di legittimità, ma magari anche nel merito, della loro tesi accusatoria. Una ulteriore argomentazione che, se del caso, potesse rafforzare l’ipotesi che stanno percorrendo la strada giusta puntando il dito contro la presunta nuova corruzione nell’urbanistica e i suoi presunti protagonisti vecchi e nuovi. Invece il loro ricorso non è stato ritenuto ammissibile. E ora la battaglia giudiziaria a dicembre si sposta in udienza preliminare.

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – ASSOLTO IN APPELLO L’EX ASSESSORE GIANFRANCO CIAFRONE ( FI )

SEREGNO – L’ex assessore Gianfranco Ciafrone ( Forza Italia ) difeso dall’avvocato Michele Sarno e l’ex segretario comunale Francesco Motolese assistito dall’avvocato Raffaele della Valle sono stati assolti nell’udienza tenutasi stamane 22 gennaio  in Corte d’Appello a Milano . I due imputati dovevano rispondere dell’accusa di abuso d’ufficio sul piano attuativo per realizzare un nuovo esercizio commerciale sull’ area dismessa della Dell’Orto Pullman area dismessa in via Valassina. La Procura di Monza  aveva presentato ricorso contro le sentenze di assoluzione del gup, Silvia Pansini in primo grado ( leggi ) tenutosi con il rito abbreviato . L’ex assessore era stato assolto perchè il fatto non costituisce reato mentre l’ex segretario comunale perchè il fatto non sussiste . Continua il processo ordinari per gli altri imputati tra cui l’ex sindaco Edoardo Mazza, l’imprenditore Antonio Lugarà ed il vice sindaco Giacinto Mariani .

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – SEREGNOPOLI : “HO PRESO ATTO DI ESSERE ISOLATA” AFFERMA L’EX ASSESSORE BARBARA MILANI

MONZA – “ Ho preso atto di essere isolata all’interno della Giunta “: queste le parole raccolte dall’ex Assessore Barbara Milani (audio integrale qui sotto ) a valle dell’udienza del processo “Seregnopoli 1” tenutasi lunedì 23 novembre, presso la sede della Provincia di Monza e Brianza, e che vede imputati 15 soggetti tra cui l’ex sindaco Edoardo Mazza (Forza Italia), l’imprenditore Antonio Lugarà ed altri 13 imputati minori fra i quali anche l’ex vice sindaco Giacinto Mariani (Lega per Salvini Premier).

L’udienza è stata incentrata sulla deposizione ed il controesame dell’ex assessore all’Urbanistica Barbara Milani ( nella foto di copertina ), teste dell’accusa rappresentata dai PM Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo della Procura della Repubblica di Monza.

La Milani ha raccontato come, fin dal primo giorno del suo insediamento a inizio luglio 2015, ricevette pressioni dell’allora dirigente all’urbanistica Calogero Grisafi ( leggi ), poi deceduto, in merito all’apposizione della firma sulla pratica ex Dell’Orto Pullman riferibile al costruttore Antonio Lugarà: fu proprio lui a presentarsi nel suo ufficio un paio di giorni dopo la sua nomina, chiedendole di adempiere con i dovuti atti per procedere nell’iter del Piano Attuativo; fu respinto e invitato a richiedere un appuntamento.

La deposizione è proseguita con il controesame da parte delle difese nel quale è emerso come la Milani tentò diverse strade per capire come fosse strutturata la pratica: “chiesi aiuto al mio riferimento politico in Giunta, Giacinto Mariani (Sindaco nei 10 anni precedenti), che mi rispose pensa con la tua testa“.

Interessante quanto riporta l’ex assessore in merito all’art. 15 del PGT, articolo molto chiacchierato e criticato anche dal consulente dell’accusa architetto Rimoldi : “Si c’è stata l’esigenza di volerlo stralciare in quanto confuso e poco chiaro e lascia molta possibilità al privato di scegliere la destinazione d’uso creando disordine urbanistico. Ho chiesto – ha detto la Milani – anche di mettere una cifra a bilancio per fare una variante generale del PGT ma in Giunta hanno votato tutti contro. I colleghi di Giunta hanno sostenuto la tesi che l’articolo 15 fosse una grande opportunità di sviluppo per la città “.

 


All’epoca sedevano in Giunta alcuni attuali consiglieri comunali di minoranza quali  Stefano Casiraghi, Gabriella Cadorin (Lega per Salvini Premier) e Ilaria Cerqua  (Forza Italia), 

Da notare come nessun controesame sia stato effettuato dai difensori di Giacinto Mariani: questi ultimi nell’udienza del mese di luglio avevano richiesto al collegio giudicante la possibilità di ottenere tutte le SIT (Sommarie Informazioni Testimoniali) rilasciate dell’ex Assessore Milani senza i numerosi “omissis” per potersi preparare al meglio. La prossima udienza si terrà il 1 marzo 2021.
( Davide Vismara )

Clamorose sembrano essere le nuove rivelazioni uscite nei giorni scorsi su “Seregnopoli Bis” che vede iscritti nel registro degli indagati politici ed imprenditori seregnesi per reati come la corruzione e l’abuso d’ufficio.
Nei prossimi giorni un servizio sull’argomento.

 

 

 

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – “SEREGNOPOLI BIS ” IL GIP: NIENTE ARRESTI PER IMPRENDITORI E POLITICI

SEREGNO  – Per l’inchiesta Seregnopoli bis sulla corruzione nell’urbanistica la Procura di Monza chiede il carcere per gli imprenditori e gli arresti domiciliari per gli ex sindaci. Ma la gip lascia tutti a piede libero, ritenendo che non sussistano le esigenze cautelari e, in un caso, neanche i gravi indizi di colpevolezza. E i pm potrebbero rispondere con un ricorso in appello per recuperare gli arresti. L’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani e il suo successore Edoardo Mazza sono nuovamente finiti sotto le accuse della magistratura monzese a vario titolo per corruzione e abuso d’ufficio. Con loro appaiono, nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Pierangela Renda, anche gli imprenditori Giorgio Vendraminetto, 78 anni, Emilio Giussani, 67 anni e Maurizio Schiatti, che di anni ne ha 80 tondi. Il quinto indagato è il defunto Calogero Grisafi, il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Seregno che si è tolto la vita nel 2015. I pm Salvatore Bellomo (già titolare dell’inchiesta dei carabinieri di Desio e Milano che nel 2017 ha portato a 27 misure cautelari tra cui gli stessi Mazza e Mariani e l’imprenditore Antonino Lugarà) e Michela Versini hanno chiesto il carcere per Vendraminetto e Giussani e i domiciliari per Mariani, Mazza e Schiatti. Nel mirino , per quanto riguarda Vendraminetto e Mazza, il centro poliambulatoriale di via Colzani e il Piano Par1 relativo a via Formenti. Per la gip le indagini “hanno evidenziato come effettivamente nel corso degli anni 2011-2015 Grisafi e Mazza abbiano compiuto un reiterato mercimonio del bene pubblico, asservendosi completamente agli interessi di Vendraminetto”.   

L’unica misura degli arresti domiciliari è stata decisa dalla gip per un argentino di Seregno accusato in merito a presunte pratiche illegittime per ottenere la cittadinanza italiana

( fonte Il Giorno – Stefania Totaro )

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – “SEREGNOPOLI ” PARLA RIMOLDI CONSULENTE DELLA PROCURA

MILANOE’ proseguito sabato 20 giugno, presso l’aula bunker 1 del carcere di San Vittore, il processo “Seregnopoli” che vede coinvolti 15 soggetti tra cui l’ex sindaco Edoardo Mazza (Forza Italia), l’imprenditore Antonino Lugarà ed altri 13 imputati di minor rilevanza tra cui l’ex vicesindaco Giacinto Mariani (Lega).Durante l’udienza ha deposto, in qualità di consulente della Procura della Repubblica di Monza, l’architetto Giacinto Rimoldi  (che collabora con le Procure di Milano, Novara, Bergamo e Monza sin dal 1992 ) relativamente l’area “ex Dell’Orto Pullman”, di 5.000 mq, sita tra la via Valassina e la via Dell’Oca.
Il consulente riferisce che l’area sopraccitata è stata acquistata il 1 agosto 2008 dalla società GAMM, riconducibile al Lugarà, area inquadrata come settore produttivo nel PRG vigente dell’epoca. Successivamente, il 20 dicembre 2012, la GAMM stipula un preliminare di vendita con la IN’s Supermercati : in tale preliminare la vendita è subordinata al fatto che la parte venditrice avesse ricevuto dal Comune le debite autorizzazioni per il cambio di destinazione d’uso, da produttivo a commerciale, per poter permettere all’acquirente l’esercizio della propria attività.
Tra il 2013 e il 2015 il vecchio PRG, oggi PGT, viene modificato e tra adozione ed approvazione finale varia nel dettaglio l’art. 15. Con tale modifica viene permessa la possibilità di riconvertire le aree cosiddette dismesse non in base al microtessuto di appartenenza ma in base al tessuto di espansione (produttivo o polifunzionale).
Durante il rifacimento del PGT ci sono due osservazione da parte della GAMM che sono state parzialmente accolte a valle delle controdeduzioni presentate dagli uffici comunali.
Il PGT così approvato in via definitiva non permette la possibilità di edificare l’immobile per l’attività commerciale oggetto del preliminare di vendita per cui la GAMM procede, il 17 marzo 2015, a presentare un Piano Attuativo (PAP) con la richiesta di cambiare la destinazione d’uso dell’area riproponendo, tramite tale piano, la richiesta fatta in sede di osservazioni del PGT e non accettata dal Comune. Il piano viene adottato dalla giunta in carica a luglio 2015, poco dopo la vittoria elettorale del 14 giugno 2015, e approvato in via definitiva ad ottobre 2015: in questo modo l’area da produttiva/polifunzionale passa interamente a polifunzionale.

L’Architetto Rimoldi, dopo aver ricostruito quanto sopra, spiega quelle che sono – secondo lui –  le anomalie presenti e riportate nella sua relazione finale:
1) L’intero iter del Piano, dalla presentazione all’approvazione finale, è stato molto rapido rispetto alle complessità dello stesso (da marzo 2015 ad ottobre 2015). Se si fosse fatta una variante al PGT i tempi sarebbero stati maggiori;
2) L’art.15 così modificato allarga le possibilità di costruire;
3) Le deliberazioni non potevano essere di Giunta ma di Consiglio Comunale in quanto oggetto di variante del PGT (che non è nelle facoltà della sola Giunta). La Giunta deliberando da sola ha ritenuto che il Piano fosse conforme al PGT e che non vi fosse necessità di variante;
4) Modifiche alla viabilità della via Dell’oca senza variante al PGT e senza l’esistenza di un Piano Urbano del Traffico (PUT).

Terminata l’esposizione dell’architetto Rimoldi è iniziato il controesame del teste-consulente da parte degli avvocati difensori,  alcuni dei quali si sono avvalsi a loro volta di un consulente tecnico di parte  con il compito di interfacciarsi  con il consulente della Procura. Tra i consulenti di parte da segnalare la presenza dell’architetto Piergiorgio Borgonovo, conosciuto in città perchè facente parte del gruppo ” Ripartiamo Insieme” che in consiglio comunale sostiente l’amministrazione guidata da Alberto Rossi. Il Borgonovo è stato chiamato come tecnico,  dalla difesa dell’imputato ingegner Carlo Santambrogio, ex dirigente reggente dell’urbanistica .

Il processo continuerà il 15 luglio in quel di Monza con il proseguo del controesame.
( Davide Vismara )