fabio bestetti

Cronaca

MONZA- SCANDALO PROTESI: REVOCATI GLI ARRESTI A MANZINI E VALADE’

MONZA – Il Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare ai domiciliari di Claudio Manzini, chirurgo ortopedico monzese finito al centro di una maxi inchiesta della Procura di Monza su presunte tangenti connesse all’utilizzo di protesi ortopediche ‘Ceraver’ in Lombardia. La conferma è stata data dall’ avvocato Lucilla Tassi che insieme all’avvocato Claudio Schiaffini  difende il chirurgo.  Gli  Istituti Clinici Zucchi avrebbero già dato la loro disponibilità per la ripresa dell’attività dell’ortopedico  in forma privatistica . ( leggi ) Ricordiamo che l ‘inchiesta, coordinata dal Pm Manuela Massenz,  che aveva portato all’arresto oltre che del  Manzini anche dei chirurghi Fabio Bestetti e Marco Valadè del Policlinico di Monza, nonché del responsabile commerciale e il promoter per la Lombardia dell’azienda di protesi Denis Panico e Marco Camnasio, sarebbe in procinto di essere chiusa. Liberà anche per il chirurgo ortopedico Marco Valadè imputato di concorso in associazione a delinquere e corruzione nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Monza su presunte tangenti per la scelta delle protesi Ceraver.

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Cronaca

MONZA – SCANDALO PROTESI: DOMANI INIZIANO GLI INTERROGATORI

MONZA – È previsto per domani lunedì l’interrogatorio di garanzia di Fabio Bestetti, medico ortopedico del Policlinico di Monza arrestato dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Monza, a seguito di un’inchiesta su un giro di mazzette connesse all’impiego di protesi di “bassa qualità” che ha portato all’arresto di dodici medici.

L’ avvocato difensore di Bestetti Attilio Villa del Foro di Monza ha dichiarato all’Ansa  “Lunedì ci sarà l’interrogatorio, al momento non ritengo di dover commentare la vicenda”  . Bestetti, stando alle accuse mosse dal magistrato Manuela Massenz e dal Pm Giulia Rizzo, è accusato di aver favorito l’utilizzo di protesi ortopediche della Ceraver Italia srl, in cambio di denaro ed altre utilità. Bestetti è accusato di averle sponsorizzate presso altri colleghi e cercato medici di base disponibili a reclutare pazienti ortopedici, di fornire indicazioni tecniche all’azienda fotografando protesi della concorrenza durante gli interventi e, insieme al collega Marco Valadè, anche lui arrestato, di aver attestato falsamente interventi a quattro mani, quando ad operare era solo uno dei due.

Dopo lo scandalo che ha sconvolto il mondo della sanità, Policlinico e Istituti Zucchi hanno contattato centinaia di pazienti affermando : ” Stia tranquillo che  la sua protesi è sicura” I  due gruppi ospedalieri in cui lavoravano Claudio Manzini (Clinica Zucchi), Marco Valadè (Policlinico di Monza) e Fabio Bestetti (al Policlinico fino all’estate del 2015) si trovano a fare i conti con i pazienti operati dai chirurghi finiti in carcere. Gli Istituti Clinici Zucchi hanno già iniziato a contattare un centinaio di pazienti che dal 2014 e fino a mercoledì scorso sono stati operati da Manzini e a cui è stata impiantata una protesi Ceraver.  Dallo Zucchi affermano  che, al di là del giudizio espresso dai medici intercettati («queste protesi fanno cagare »), si tratta di protesi certificate, controllate e registrate dal ministero della Salute.
Anche il Policlinico ha avviato  contatti con i pazienti di Valadè e Bestetti (circa 350) a cui verrà inviata  una lettera in cui  “spieghiamo la situazione e a cui allegheremo anche tutte le certificazioni delle protesi Ceraver – ha detto Alessandro Cagliani del Gruppo Policlinico di Monza – In ogni caso, da giovedì, ovvero da quando sono state eseguite le misure cautelari, abbiamo sospeso ogni fornitura del prodotto della ditta. Ma non per dubbi sulla qualità del prodotto bensì per evitare il rischio di ulteriori episodi di corruttela. -sugli arresti – i fatti contestati, se confermati, sono riconducibili ad eventuali responsabilità personali dei soggetti coinvolti”.

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Cronaca

SEREGNO – OPERAZIONE “DISTURBO” COINVOLTO ANCHE L’ORTOPEDICO FABIO BESTETTI

SEREGNO – Tra gli arrestati nell’Operazione Disturbo ( leggi ) che ha portato all’arresto di medici e altri operatori del settore figura anche un seregnese :  si tratta di Marco Camnsio. 40enne di professione agente e rappresentante di apparecchi chirurgici ed ortopedici . Quattro agenti della Guardia di Finanza del nucleo Provinciale di Milano ieri mattina all’alba hanno suonato il campanello della sua abitazione  in via Nino Bixio . Hanno perquisito l’immobile e la cassaforte . Gli stessi agenti hanno fatto visita alla casa dei genitori dell’uomo dove l’agente  aveva lo studio . Marco C. pare che da tempo non lavorasse più per la ditta produttrice di protesi di qualità scadente,  la  Ceraver . Sempre da indiscrezioni pare che nelle perquisizione  i militari non abbiano trovato nulla di attinente alla vicenda; ricordiamo che le indagini si sono svolte tra il 2014 e il 2017 e hanno avuto origine dalla denuncia di un dipendente del Policlinico di Monza.

Arrestato anche il medico Fabio Bestetti 56 anni, residente a Seregno fino al 2011. primo chirurgo del Policlinico monzese e ora al GB Mangioni Hospital di Lecco .

Bestetti-Fabio

Ecco l’elenco degli altri arrestati: dietro le sbarre oltre a Marco Camnasio e Fabio Bestetti, sono finiti gli ortopedici brianzoli Claudio Manzini e Marco Valadè, il promoter di Ceraver Denis Panico. Arresti domiciliari invece per Filippo Cardillo di Boltiere  in provincia di Bergamo, Fabio Peretti di Ispra (Varese), Francesco Alberti di Fasdinovo (Massa Carrara), Carmine Naccari Carlizzi, Michele Massaro e Andrea Pagani (Milano), Paolo Ghiggiodi Ivrea (Torino), Davide Cantù di Lecco e Lorenzo Panico di Salerno.

Diversi i medici coinvolti nell’indagine, ma deferiti in stato di libertà. Si tratta di Michele Bonanomi di Merate in provincia di Lecco, Marco Mandelli di Dalmine e Francesco Mangiardo di Cologno al Serio (Bergamo), Stefano Rosino di Varese, Olga Franchini di Lecco e Aniello Iannaccone di Capiago Intimiano (nel Comasco). Obbligo di dimora per Ivano Caracciolo, residente a Bologna

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