gianfranco ciafrone

Cronaca

SEREGNO – ASSOLTO IN APPELLO L’EX ASSESSORE GIANFRANCO CIAFRONE ( FI )

SEREGNO – L’ex assessore Gianfranco Ciafrone ( Forza Italia ) difeso dall’avvocato Michele Sarno e l’ex segretario comunale Francesco Motolese assistito dall’avvocato Raffaele della Valle sono stati assolti nell’udienza tenutasi stamane 22 gennaio  in Corte d’Appello a Milano . I due imputati dovevano rispondere dell’accusa di abuso d’ufficio sul piano attuativo per realizzare un nuovo esercizio commerciale sull’ area dismessa della Dell’Orto Pullman area dismessa in via Valassina. La Procura di Monza  aveva presentato ricorso contro le sentenze di assoluzione del gup, Silvia Pansini in primo grado ( leggi ) tenutosi con il rito abbreviato . L’ex assessore era stato assolto perchè il fatto non costituisce reato mentre l’ex segretario comunale perchè il fatto non sussiste . Continua il processo ordinari per gli altri imputati tra cui l’ex sindaco Edoardo Mazza, l’imprenditore Antonio Lugarà ed il vice sindaco Giacinto Mariani .

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Cronaca

SEREGNO- PROSEGUE SEREGNOPOLI. ” MAZZA UNA PEDINA IN MANO A MARIANI”

MONZA – “Mazza una pedina in mano a Mariani” :la frase è presente in una delle intercettazioni telefoniche effettuate dai Carabinieri ed è stata riferita in aula dal maresciallo Antonio Fornaro, uno degli investigatori che hanno condotto le indagini che  hanno portato ai fatti del settembre 2017 ( leggi ) culminate con l’arresto dell’allora sindaco Edoardo Mazza. La frase citata è stata pronunciata dalla signora Giuseppa Cartia,  moglie del dirigente comunale Calogero Grisafi, suicidatosi il 23 settembre del 2015 ( leggi ) .
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E’ proseguito lunedì 18 novembre presso il Tribunale di Monza il processo “Seregnopoli” . Nella prima parte dell’udienza il luogotenente del nucleo investigativo dei Carabinieri, Giovanni Azzaro, ha continuato la sua deposizione nella quale ha disvelato, intercettazioni alla mano, i rapporti tra l’imprenditore Antonino Lugarà e Giuseppe Carello impiegato dell’ufficio “SDAS” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza.
In data 1 febbraio 2015, riferisce Azzaro, Lugarà chiamò Carello per chiedere informazioni relativamente un esposto da lui presentato qualche tempo prima a riguardo di una certa “Immobilare Umberto Primo”. Non trovando nulla Carello richiamò il Lugarà che gli suggerì di controllare  ricercando le parole chiave  “Comune di Seregno”: diversamente dalla prima ricerca risultata negativa, l’interrogazione della Banca Dati fece emergere una serie di nominativi di soggetti iscritti al registro degli indagati tra i quali comparivano Calogero GrisafiFranco Greco, Carlo Santambrogio e Gianfranco Ciafrone. Ascoltati i nomi  Lugarà intuì subito dell’esistenza  di  un’indagine che coinvolgeva  membri della Giunta Comunale nonchè dipendenti e dirigenti comunali.

Il 4 febbraio 2015 Lugarà tentò di contattare, senza riuscirci perchè era in vacanza,  Gianfranco Ciafrone per avvertirlo di quanto scoperto. Successivamente  Lugarà chiamò l’imprenditore Emilio Giussani chiedendogli se si trovasse in zona Seregno e fissando con lui  un incontro nell’ufficio del Lugarà per le 11.30 dello stesso giorno  Alle 11.49 Lugarà chiamò il Carello, e presumibilmente alla presenza del Giussani, chiese se fra l’elenco delle persone indagate vi fosse anche quello del noto imprenditore seregnese.
Il 9 febbraio 2015 Lugarà si presentò nell’ufficio dell’ allora assessore Gianfranco Ciafrone per metterlo al corrente di un’indagine a carico suo e del comune di Seregno, comprendente anche intercettazioni e specificando di aver appreso la notizia  da un suo “amico” del Tribunale di Monza: il Ciafrone da parte sua rimase stranito ed incredulo del come mai tra i nomi non figurasse anche quello di Giacinto Mariani.
Sempre nel suo intervento il luogotenente  Azzaro ha specificato e precisato come il piano attuativo dell’ area “ex-dell’orto pullman” dovesse essere oggetto di una vera e propria delibera consiliare e non di giunta trattandosi di una variante al PGT in quanto si andava a modificare la viabilità esistente non per un interesse pubblico, ma per quello di un privato.
Nel contraddittorio seguito alla deposizione dell’Azzaro le difese hanno cercato di smontare le accuse mosse dalla Procura ( pm Salvatore Bellomo – Giulia Rizzo ): è apparso chiaro come sarà indispensabile ed essenziale a questo punto la testimonianza del consulente urbanistico architetto   Rimoldi,  nominato dalla Procura,  dalla quale si potrà evincere la solidità dell’ impianto accusatorio.
Nella seconda parte dell’udienza è iniziata la deposizione del maresciallo Antonio Fornaro, del nucleo investigativo dei Carabinieri, che ha esposto quella che è apparso come una delle principali prove a sostegno delle tesi accusatoria, ovvero il compromesso di compravendita stipulato tra la GAMM (società riconducibile alla moglie del Lugarà, Giuseppina Linati e alla figlia Annalisa Lugarà) e la società IN’s Supermercati dal quale emergerebbe come il Lugarà, impegnandosi con tale atto, fosse come sicuro che il piano attuativo riguardante la ” ex Dell’Orto pullman ” sarebbe stato sicuramente approvato.
L’udienza riprenderà  il 25 novembre . ( Davide Vismara )
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Cronaca

SEREGNO- LO SFOGO DI CIAFRONE DOPO LA SUA ASSOLUZIONE: FORZA ITALIA MI HA LASCIATO SOLO!

SEREGNO – Si è svolta stamane 11 ottobre in sala Monsignor Gandini una conferenza stampa organizzata dagli avvocati Roberta Minotti e Michele Sarno per approfondire gli aspetti della sentenza emessa lo scorso martedì dal Gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini che ha mandato assolto perchè il fatto “non costituisce reato”  l’ex assessore di Forza Italia Gianfranco Ciafrone . ( leggi )

Proponiamo per primo l’intervento dell’ex assessore Gianfranco Ciafrone che, benchè visibilmente emozionato, si è sfogato  puntando soprattutto il dito contro i suoi ex colleghi di Forza Italia


A seguire gli interventi dell’avvocato Roberta Minotti ( sintesi )


e dell’avvocato Michele Sarno ( sintesi )


 

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Cronaca

SEREGNO – “SEREGNOPOLI”: IL PM CHIEDE 2 ANNI PER CIAFRONE E 1 ANNO E 4 MESI PER MOTOLESE

MONZA – Stamane presso il Tribunale di Monza davanti al Giudice Silvia Pansini, si è svolta a porte chiuse l’udienza preliminare del processo con rito abbreviato contro l’ex assessore Gianfranco Ciafrone ( Forza Italia ) e l’ex segretario comunale Francesco Motolese ( foto a dx ) . Durante l’udienza,  che si è protratta per l’intera mattinata, sono intervenuti il Pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, oltre all’avvocato di parte civile che rappresenta il Comune di Seregno . In conclusione di questa udienza il Pm. Bellomo ha chiesto rispettivamente la condanna a 2 anni  per l’ex assessore Gianfranco Ciafrone ( foto a sx ),  accusato di abuso di ufficio,  e a un anno e 4 mesi per l’ex segretario Francesco Motolese, accusato di avere anticipato i tempi del collaudo delle opere di urbanizzazione per velocizzare l’iter amministrativo a favore del costruttore Antonio Lugarà . La prossima udienza è fissata per il 9 aprile durante la quale interverranno gli avvocati degli accusati  Michele Sarno ( Ciafrone ) e Raffaele della Valle ( Motolese ) . Con molte probabilità per la sentenza occorrerà una successiva udienza.

La nostra redazione ha raggiunto telefonicamente l’avvocato Michele Sarno ( foto sotto ) , difensore di Gianfranco Ciafrone che si è detto certo che nella prossima udienza riuscirà a dimostrare la completa innocenza del suo assistito per i fatti ascrittigli .

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Cronaca

SEREGNO – SCARCERATO L’EX SINDACO MAZZA. ORA SI ATTENDE IL PROCESSO

SEREGNO –  Hanno riacquistato la libertà l’ex sindaco Edoardo Mazza ed il consigliere di Forza Italia Stefano Gatti Il gip del Tribunale di Monza Pierangela Renda ha disposto la revoca degli arresti domiciliari degli  indagati nell’inchiesta della Procura di Monza per corruzione urbanistica con voto di scambio all’ombra della ‘ndrangheta. Ha revocato anche l’interdizione dai pubblici uffici per l’ex assessore alla protezione civile e ai servizi demografici Gianfranco Ciafrone accusato di abuso in atti d’ufficio. Le revoche delle misure, sono state decise perchè non sono più ritenute sussistenti le esigenze di custodia cautelare. La decisione della Procura di consentire la revoca delle misure cautelari derivadalla convinzione che l’accusa contestata sia solida e che ora si possa andare  verso il processo. E’ probabile che il pm in tempi brevi chiuda tutte le indagini e si possa così fissare la data della udienza per ottenere il rinvio a giudizio.

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Cronaca

SEREGNO- ‘NDRANGHETA, MATTONI E IL POLITICO DA ” ELIMINARE “

Strani furti, colpi di pistola e denunce infamanti di stupro

di DARIO CRIPPA – IL GIORNO.IT

SEREGNO – Operazione ‘ndrangheta e corruzione a Seregno, pagina 74 dell’ordinanza a firma del gip Pierangela Renda.

L’assessore Gianfranco Ciafrone ( già salito agli onori della cronaca per una vicenda riguardante la Tassa Rifiuti )  racconta infastidito una scena a cui ha appena assistito: «Io cammino, lo vedo con Tiziano Mariani, davanti al negozio di Luca Talice! L’ottico, famoso che c’ha dato problemi per cinque anni!». A volte per provare a capire le cose, è bene mettere in fila fatti e date. E a Seregno, specie in tema di urbanistica, le cose andavano in maniera un po’ strana, alle volte. Vediamo un po’. Anno 2005. Il nuovo uomo della Lega in paese si chiama Luca Talice: classe 1970, è un giovane ottico, volonteroso ma urbanisticamente ingenuo. Ma in paese piace e trova un certo seguito, tanto da risultare il leghista più votato in quella tornata elettorale. Naturale nominarlo capogruppo. Però Talice è anche un piantagrane. E quando vede certe manovre urbanistiche, si mette di traverso.

Nel 2008 intanto si lavora al nuovo Pgt di Seregno, quello che dovrebbe portare a un mucchio di cemento in più e di consumo del suolo pubblico. E iniziano ad accadere alcuni fatti strani. Marzo, notte: un misterioso furto all’Ufficio Tecnico e dell’Urbanistica. I ladri entrano ed escono dagli uffici ben due volte, e vi si trattengono anche a lungo. Però tralasciano qualsiasi oggetto di valore e l’unica cosa che portano via è un computer. Con tutto il suo contenuto.

Ottobre, Lissone: davanti alla discoteca Noir il segretario seregnese del Carroccio viene derubato. Qualcuno rompe il vetro posteriore della sua auto, ma in realtà non ruba nulla di valore. Prende solo una cosa: la cartelletta con le osservazioni al Piano di governo del territorio di Seregno. «La cosa è abbastanza strana – dichiara la vittima, Riccardo Liviero, – c’erano diverse macchine anche più grosse della mia, eppure sono venuti a colpire la mia Renault Clio quasi a colpo sicuro». Per prendere peraltro solo le osservazioni al Pgt che i lumbard avevano preparato in previsione della discussione del documento urbanistico. Trascorrono pochi giorni, notte fra il 17 e il 18 di ottobre. Contro la macchina di un consigliere comunale di una lista civica, Claudio Busnelli (“Amare Seregno”) vengono esplosi tre colpi di pistola.

Intimidazione? Per qualcuno, come Talice, forse sì, è un brutto periodo quello. Appena un mese prima, un’inchiesta della Polizia provinciale – Star Wars – ha scoperto che diversi terreni della Brianza venivano usati dalla ‘ndrangheta per seppellirci tonnellate di rifiuti, anche tossici. Alcuni di questi terreni, sono proprio a Seregno. Insomma, la situazione è più che opaca e Talice rilascia un’intervista radiofonica dedicata proprio al caso rifiuti. E, a proposito dell’aria pesante che si respira nel suo comune, cita senza timori l’episodio dei tre colpi di pistola esplosi contro l’auto del suo collega di Consiglio comunale.

Apriti cielo. Il sindaco Giacinto Mariani minimizza tutto, e se la prende con i «media scorretti: è un atto di vandalismo» sostiene. Il suo vice Attilio Gavazzi si spinge più in là e avverte: «Quando si è uomini pubblici queste cose purtroppo possono capitare». La vittima, per parte sua, nega pure lui: «Nessun atto intimidatorio, la macchina è rimasta incidentalmente coinvolta». Tre colpi di pistola esplosi «incidentalmente»?

La guerra del mattone a Seregno è in corso. Il nuovo Pgt scalda gli animi. Di ritorno dalle ferie, in piena estate, il vicesindaco Attilio Gavazzi porta con sé il Pgt già bell’è pronto per essere votato. Alla faccia della bozza ancora da discutere. Il capogruppo Luca Talice e i suoi si oppongono: «non si fa così, meglio non correre» dichiarano a tutti i giornali, in Consiglio comunale, nei faccia a faccia. Ingoiato il rospo, si è dunque costretti a rimandare tutto a dopo le elezioni.

Nel 2009 a casa dei genitori di Talice arriva però una lettera. Dentro c’è una foto del figlio, o meglio della sua testa. E alcune frasi minacciose, che si concludono con un consiglio ben poco amichevole: «Non ti ricandidare». Talice però tira dritto. Viene rieletto totalizzando il maggior numero di voti di tutta la tornata. Confermato capogruppo, nel frattempo era diventato anche assessore provinciale alla Sicurezza della neonata Provincia di Monza e Brianza. Talice sembra lanciatissimo. Costituisce la nuova polizia provinciale attingendo a piene mani alla squadra che aveva scoperto il caso Star Wars, i terreni coi rifiuti della ‘ndrangheta, insomma. Anche se dalle intercettazioni dell’inchiesta Infinito si scopre che le cosche, che tentano di infiltrare pesantemente quella Giunta, avrebbero voluto mettere al posto del nuovo comandante della Polizia provinciale un’altra persona. Intanto, il gruppo seregnese del suo partito sembra seguire Talice. E produce un documento sul Pgt in cui si scrive chiaro e tondo: «La bozza di Pgt presentata così non va. Inaccettabile prevedere una cementificazione pari al 10,02%». Insomma, Talice si mette ancora una volta di traverso.

Ma arriva la polpetta avvelenata. Anzi, la bomba. Nell’ottobre di quell’anno due giovani consiglieri leghisti presentano una denuncia che ammazzerebbe chiunque: Talice avrebbe abusato sessualmente, e più riprese, e per anni, di loro due. Lo scandalo esplode qualche mese dopo: 2011, gennaio, Talice riceve dai giornali la notizia delle accuse infamanti presentate contro di lui. Nello stesso giorno la sua fidanzata, oggi divenuta sua moglie, gli annuncia che diventerà padre per la prima volta. Politicamente e per un lungo periodo anche umanamente, Luca Talice è rovinato. Viene isolato. E costretto a dimettersi dal ruolo di assessore. E anche se rimane sino a fine mandato in Consiglio comunale a Seregno, è ormai azzoppato. E fa nulla se due anni di calvario più tardi – nel frattempo il Pgt viene approvato – una sentenza del Tribunale di Monza lo assolve completamente dall’accusa di violenza sessuale perché il fatto non sussiste. Insomma, non era vero niente.

Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, i giudici scrivono: «Sta di fatto che all’interno della maggioranza alla guida del comune di Seregno era in atto una vera e propria guerra… quando era stata resa nota la bozza del Pgt. La maggioranza si era divisa in due fazioni, la prima schierata con Talice che si opponeva radicalmente alla trasformazione delle aree verdi in edificabili, la seconda facente capo al sindaco, sostenitore della bozza contenente appunto dette trasformazioni urbanistiche». Della fazione anti-Talice, fanno parte anche i suoi due giovani accusatori.

E poi ancora più avanti nelle motivazioni: «Non hanno bisogno di essere spiegati i forti ed elevatissimi interessi economici sottostanti alla prospettiva di lottizzazione di numerose aree in passato non edificabili e il conseguente disturbo che Talice rappresentava, avendo dimostrato di potersi opporre a quelle che lui stesso definiva speculazioni e cementificazioni… Talice per le sue posizioni radicali era definito dai suoi avversari “estremista come i comunisti” e aveva ricevuto velate minacce, tanto da fargli temere delle azioni eclatanti nei suoi confronti».

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Cronaca

SEREGNO- SCIOGLIMENTO DEL CONS.COMUNALE PER MAFIA?

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE PER MAFIA? IL RISCHIO ESISTE

SEREGNO -Probabilmente per non essere ricordati come  gli artefici dello scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose, è possibile che le forze di maggioranza ( Forza Italia, Lega, Amare Seregno e Fratelli d’Italia ) decidano  di presentare le dimissioni in massa .
Un escamotage  per evitare il rischio dello scioglimento da parte del Prefetto. Con una campagna elettorale ravvicinata  sarebbe più conveniente  dimettersi  che essere ricordati tra coloro che hanno fatto iscrivere la città  negli annali di storia come un comune del Nord sciolto per mafia.
Il sindaco Mazza rischia di passare alla storia  come colui che ha contribuito a scrivere la pagina peggiore  della storia di cittadina . Pagina alla quale hanno collaborato anche Giacinto Mariani ex sindaco leghista che potrebbe essere interdetto dai pubblici uffici, l’assessore Gianfranco Ciafrone già oggetto di provvedimento di interdizione, il consigliere comunale di Forza Italia Stefano Gatti , arrestato, oltre a dirigenti e funzionari comunali che,  pur vedendo cosa succedeva, hanno sempre taciuto .
Afferma il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Salvatore Bellomo parlando di Seregno : “E’ emerso il ritratto di un’amministrazione intera supina agli interessi dell’imprenditore che voleva realizzare un supermercato dove proprio non si poteva fare. L’amministrazione comunale di Seregno ha emesso una serie di atti illegittimi. Desolante il silenzio dei dirigenti: funzionari che hanno il dovere di segnalare ipotesi di reato si prostrano all’amministrazione politica del momento fregandonese dei loro autonomi poteri. Non stiamo parlando di un classico esempio di corruzione con scambi di soldi, ma di una forma molto più sottile e pericolosa: il reperimento fraudolento di consensi elettorali”.

In queste ore sembra che il sindaco Edoardo Mazza  stia pensando di dimettersi  e se decidesse in tal senso firmerebbe il suo ultimo atto venerdì pomeriggio, quando sarà interrogato dal Gip del Tribunale di Monza. Questo almeno  è quanto  ha fatto sapere  il suo legale Antonino De Benedetti.

Di diversa opinione il vice sindaco, Giacinto Mariani che con  tutta la Giunta, sarebbe per una continuazione della legislatura ed una prosecuzione  del governo della città.

 

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Cronaca

SEREGNO- RICHIESTA DI INTERDITTIVA PER GIACINTO MARIANI

SEREGNO -Stamane i carabinieri hanno eseguito anche perquisizioni a carico dell’ex sindaco e ora vicesindaco Giacinto Mariani, destinatario di una richiesta di misura interdittiva all’esercizio di pubblici uffici, che ha già colpito l’assessore a protezione civile e servizi demografici del Comune di Seregno Gianfranco Ciafrone (vicesindaco nella ex Giunta Mariani) e il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune Franco Greco, l’ingegnere che ha preso il posto di Calogero Grisafi, l’architetto licenziato da Giacinto Mariani  dal suo ruolo e poi reintegrato in Comune dopo una sentenza civile per mobbing che si  tolse  la vita  ( leggi ) nel settembre del 2015 ingerendo psicofarmaci.

Riproponiamo lo sfogo dell ex sindaco Giacinto Mariani dopo aver appreso della vittoria di Edoardo Mazza  ( vedi ) alle ultime elezioni amministrative .

Anche il consigliere comunale di Forza Italia Stefano Gatti è agli arresti domiciliari

Cronaca

SEREGNO – IL SINDACO EDOARDO MAZZA AGLI ARRESTI DOMICILIARI

SEREGNO – Un terremoto giudiziario scuote l’amministrazione comunale di Seregno. Agli arresti domiciliari per corruzione è finito il sindaco in persona, il forzista Edoardo Mazza. Sotto accusa i suoi rapporti con il costruttore Antonio Lugarà (in carcere), considerato uomo vicino ad esponenti della ‘ndrangheta. L’ipotesi sostenuta dai pm di Monza Giulia Rizzo e Salvatore Bellomo è che l’imprenditore abbia ottenuto la concessione di un’area del comune brianzolo, la cosiddetta area «ex Dell’Orto», sulla quale realizzare la costruzione di un supermercato, come contropartita del sostegno e consenso elettorale procurato al sindaco di centrodestra durante la campagna elettorale del 2015. Agli arresti domiciliari anche un consigliere comunale di Seregno, e inoltre sono state emesse tre misure interdittive all’esercizio di pubblici uffici, una delle quali riguarda l’assessore Gianfranco Ciafrone.

Avvocato civilista, 38 anni, Edoardo Mazza è stato eletto nel 2015 nelle fila di Forza Italia alla carica di sindaco di Seregno, paese di 45mila abitanti in provincia di Monza. Per la sua elezione Lega e Forza Italia si sono compattate per sostenerlo. Molto attento ai social network, Mazza ama comunicare servendosi di Facebook. In alcuni di questi interventi, si è distinto per aver preso in mano un paio di forbici quando parlava degli stupratori di Rimini, o per le sue campagne contro i mendicanti, invitando i suoi cittadini a non dare l’elemosina per scoraggiare il loro arrivo in città.

La solidità della coalizione di centrodestra ha mostrato i primi scricchiolii tra maggio e giugno di quest’anno, con le dimissioni del leghista Davide Vismara da segretario di sezione, alle quali sono seguite quelle della collega di partito Barbara Milani da assessore alla Pianificazione territoriale ed all’edilizia privata e poi quelle di due consiglieri comunali, anch’essi del Carroccio. Una «fuga» che alla luce dell’esecuzione della misura cautelare emessa nei confronti del primo cittadino dal tribunale di Monza per corruzione, suona oggi come una presa di distanza preventiva.
Quello di Edoardo Mazza fa parte di una serie di arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria, scattati all’alba di martedì nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano. In tutto, 27 misure cautelari: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive, firmate dai gip Pierangela Renda e Marco Del Vecchio. Le accuse: associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. L’inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei pm della Dia Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccassini, rappresenta una costola dell’indagine «Infinito», che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle «locali» ‘ndranghetiste in Lombardia. Sono stati identificati i boss della locale di Limbiate, ed è stato sgominato un sodalizio dedito al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, con base nel Comasco, composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (RC), legati a cosche di ‘ndrangheta di notevole spessore criminale


 

LEGIONE CARABINIERI “LOMBARDIA”
Comando Provinciale di Milano

Comunicato Stampa

MILANO – MAXI BLITZ DEI CARABINIERI CONTRO ‘NDRANGHETA, TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI E CORRUZIONE. 27 MISURE CAUTELARI IN CORSO DI ESECUZIONE

È in corso, dalle prime ore dell’alba, nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Pavia e Reggio Calabria, una vasta operazione di contrasto alla ‘ndrangheta condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, in esecuzione di 3 provvedimenti applicativi di misure cautelari personali emessi nei confronti di 27 soggetti dal G.I.P. del Tribunale di Milano – Dott. Marco Del Vecchio, su richiesta delle Dottoresse Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Sara Ombra della locale Procura Distrettuale Antimafia, e dal G.I.P. del Tribunale di Monza – Dottoressa Pierangela Renda, su richiesta dei Dott. Luisa Zanetti, Salvatore Bellomo e Alessandra Rizzo della Procura della Repubblica di Monza.
I destinatari delle misure cautelari (21 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 3 misure interdittive della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio) sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
L’attività trae origine dagli approfondimenti avviati nel 2015 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano sui noti summit di ‘ndrangheta tenutisi a Legnano (MI) e a Paderno Dugnano (MI), già oggetto di indagini nell’ambito dell’operazione “Infinito”. L’investigazione ha consentito di identificare gli elementi di vertice della locale di Limbiate (MB) e di individuare un sodalizio dedito al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, con base nel comasco, composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (RC), legati a cosche di ‘ndrangheta di notevole spessore criminale. Nel corso delle investigazioni è inoltre emersa la figura di un affermato imprenditore edile di Seregno (MB), che intratteneva rapporti con importanti esponenti del mondo politico e coltivava frequentazioni, rapporti e scambi reciproci di favori con esponenti della criminalità organizzata, a cui chiedeva interventi vari per raggiungere i suoi scopi. In tale contesto, in particolare, è stato altresì accertato il ruolo determinante avuto dall’uomo d’affari nell’elezione dell’attuale Sindaco di Seregno, facendo emergere come l’intercessione fosse legata al proprio interesse di ottenere, da parte degli organi istituzionali dei quali sosteneva la candidatura, la convenzione per realizzare un supermercato nel territorio comunale.

Milano, 26 settembre 2017

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Politica

SULLA LAPIDE PER I CADUTI DELLA RSI IL CONSIGLIO SI INFIAMMA

SEREGNO – Martedì sera in Consiglio Comunale la discussione è iniziata su l’ordine del giorno presentato da tutti i gruppi di opposizione ( Partito Democratico, W Seregno, Ripartiamo, Movimento 5 Stelle e Noi x Seregno ) che chiedeva che il Consiglio Comunale si impegnasse a condannare l’apposizione di una lapide presso il cimitero a ricordo dei combattenti seregnesi della fascista e totalitaria Repubblica Sociale Italiana equiparandolo de facto ai combattenti partigiani che la libertà e la democrazia del paese, in palese violazione della Legge 20 giugno 1952 numero 645; lo stesso ordine del giorno avrebbe impegnato  il Sindaco e la Giunta ad adottare le necessarie disposizioni per l’immediata rimozione di tale lapide . ” L’ordine del giorno è stato presentato in aula da William Viganò del Partito democratico al quale abbiamo chiesto il perchè di questa iniziativa:

 

Durante la seduta consiliare erano assenti sia il sindaco Edoardo Mazza che l’assessore alla Cultura, Giacinto Mariani .
Dai banchi dell’amministrazione è intervenuto l’assessore Gianfranco Ciafrone al quale abbiamo chiesto la sua opinione in merito all’ argomento .


 


Tra i consiglieri maggioranza è intervenuto Mauro Di Mauro di Fratelli d’Italia che ha accettato di commentare l’ordine del giorno  ai nostri microfoni

 


Anche il consigliere leghista Edoardo Trezzi ha rilasciato un suo commento

 


Non è stato possibile raccogliere nessuna dichiarazione da parte dei consiglieri di Forza Italia .

Per le opposizioni ecco di seguito i commenti di Leonardo Sabia ( Partito Democratico ), Pietro Amati ( Ripartiamo ), Mario Nava ( Movimento 5 Stelle ) e Tiziano Mariani ( Noi x Seregno )





In sede di votazione l’Ordine del giorno non è stato approvato : hanno votato contro Lega Nord, Fratelli d’Italia, Amare Seregno e Forza Italia ( due consiglieri Stefano Gatti e Antonio Graziano non erano in aula al momento del voto ). Hanno votato a favore i gruppi di opposizione: PD, Noi x Seregno, M5S, W Seregno e Ripartiamo . ( Pino Caputo )


 

REGISTRAZIONE VIDEO DEL CONSIGLIO COMUNALE 

10 NOVEMBRE 2015