letizia brambilla

Cronaca

SEREGNO- PROSEGUE SEREGNOPOLI. ” MAZZA UNA PEDINA IN MANO A MARIANI”

MONZA – “Mazza una pedina in mano a Mariani” :la frase è presente in una delle intercettazioni telefoniche effettuate dai Carabinieri ed è stata riferita in aula dal maresciallo Antonio Fornaro, uno degli investigatori che hanno condotto le indagini che  hanno portato ai fatti del settembre 2017 ( leggi ) culminate con l’arresto dell’allora sindaco Edoardo Mazza. La frase citata è stata pronunciata dalla signora Giuseppa Cartia,  moglie del dirigente comunale Calogero Grisafi, suicidatosi il 23 settembre del 2015 ( leggi ) .
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E’ proseguito lunedì 18 novembre presso il Tribunale di Monza il processo “Seregnopoli” . Nella prima parte dell’udienza il luogotenente del nucleo investigativo dei Carabinieri, Giovanni Azzaro, ha continuato la sua deposizione nella quale ha disvelato, intercettazioni alla mano, i rapporti tra l’imprenditore Antonino Lugarà e Giuseppe Carello impiegato dell’ufficio “SDAS” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza.
In data 1 febbraio 2015, riferisce Azzaro, Lugarà chiamò Carello per chiedere informazioni relativamente un esposto da lui presentato qualche tempo prima a riguardo di una certa “Immobilare Umberto Primo”. Non trovando nulla Carello richiamò il Lugarà che gli suggerì di controllare  ricercando le parole chiave  “Comune di Seregno”: diversamente dalla prima ricerca risultata negativa, l’interrogazione della Banca Dati fece emergere una serie di nominativi di soggetti iscritti al registro degli indagati tra i quali comparivano Calogero GrisafiFranco Greco, Carlo Santambrogio e Gianfranco Ciafrone. Ascoltati i nomi  Lugarà intuì subito dell’esistenza  di  un’indagine che coinvolgeva  membri della Giunta Comunale nonchè dipendenti e dirigenti comunali.

Il 4 febbraio 2015 Lugarà tentò di contattare, senza riuscirci perchè era in vacanza,  Gianfranco Ciafrone per avvertirlo di quanto scoperto. Successivamente  Lugarà chiamò l’imprenditore Emilio Giussani chiedendogli se si trovasse in zona Seregno e fissando con lui  un incontro nell’ufficio del Lugarà per le 11.30 dello stesso giorno  Alle 11.49 Lugarà chiamò il Carello, e presumibilmente alla presenza del Giussani, chiese se fra l’elenco delle persone indagate vi fosse anche quello del noto imprenditore seregnese.
Il 9 febbraio 2015 Lugarà si presentò nell’ufficio dell’ allora assessore Gianfranco Ciafrone per metterlo al corrente di un’indagine a carico suo e del comune di Seregno, comprendente anche intercettazioni e specificando di aver appreso la notizia  da un suo “amico” del Tribunale di Monza: il Ciafrone da parte sua rimase stranito ed incredulo del come mai tra i nomi non figurasse anche quello di Giacinto Mariani.
Sempre nel suo intervento il luogotenente  Azzaro ha specificato e precisato come il piano attuativo dell’ area “ex-dell’orto pullman” dovesse essere oggetto di una vera e propria delibera consiliare e non di giunta trattandosi di una variante al PGT in quanto si andava a modificare la viabilità esistente non per un interesse pubblico, ma per quello di un privato.
Nel contraddittorio seguito alla deposizione dell’Azzaro le difese hanno cercato di smontare le accuse mosse dalla Procura ( pm Salvatore Bellomo – Giulia Rizzo ): è apparso chiaro come sarà indispensabile ed essenziale a questo punto la testimonianza del consulente urbanistico architetto   Rimoldi,  nominato dalla Procura,  dalla quale si potrà evincere la solidità dell’ impianto accusatorio.
Nella seconda parte dell’udienza è iniziata la deposizione del maresciallo Antonio Fornaro, del nucleo investigativo dei Carabinieri, che ha esposto quella che è apparso come una delle principali prove a sostegno delle tesi accusatoria, ovvero il compromesso di compravendita stipulato tra la GAMM (società riconducibile alla moglie del Lugarà, Giuseppina Linati e alla figlia Annalisa Lugarà) e la società IN’s Supermercati dal quale emergerebbe come il Lugarà, impegnandosi con tale atto, fosse come sicuro che il piano attuativo riguardante la ” ex Dell’Orto pullman ” sarebbe stato sicuramente approvato.
L’udienza riprenderà  il 25 novembre . ( Davide Vismara )
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Cronaca

SEREGNO – IL PROCESSO “SEREGNOPOLI” ENTRA NEL VIVO

SEREGNO – E’ entrato nel vivo  del dibattimento ieri 28 ottobre presso il Tribunale di Monza davanti al collegio giudicante presieduto dalla dottoressa Letizia Brambilla, il processo “Seregnopoli” che il 26 settembre 2017 portò all’arresto dell’allora sindaco Edoardo Mazza ( Forza Italia ), dell’imprenditore Antonino Lugarà ( leggi ) e al coinvolgimento (**) di altri imputati minori tra cui l’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani ( Lega )  . Nel corso dell’ udienza la presidente Letizia Brambilla, ha respinto tutte le eccezioni presentate dalle difese nelle fasi precedenti dichiarando lecite e legittime tutte le attività di intercettazioni eseguite dall’autorità inquirente. In aula erano presenti l’ex sindaco Mazza ( foto a sx ) , l’imprenditore Antonino Lugarà ( foto a dx ) e quasi tutti gli imputati minori . Assenti l’ex sindaco Giacinto Mariani e l’ex consigliere comunale Stefano Gatti .  La fase dibattimentale è iniziata con l’ audizione del Tenente Colonnello dei Carabinieri ( e già comandante della Compagnia di Desio )  Pantaleo Cataldo, cui ha fatto seguito quella del maresciallo maggiore Luigi Maci; quest’ultimo con una notevole precisione ed accuratezza  ha ricostruito la vicenda oggetto del processo dai suoi albori . Partendo dall’operazione Infinito che ricordiamo culminò con l’arresto e la successiva condanna di più di duecento persone, colpevoli di reati quali omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, ostacolo del libero esercizio del voto, riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite, il maresciallo Maci in oltre quattro ore di esposizione, ha raccontato  gli accadimenti, i luoghi e le persone che costituivano la rete di personaggi, dai malavitosi fino ai politici di elevato livello, che sarebbero stati in contatto con il costruttore Antonino Lugarà : da Mario Mantovani (Vice Presindente Regione Lombardia all’epoca dei fatti) fino ad arrivare a figure contigue e appartenenti all’organizazione criminale denominata ‘ndrangheta quali Carmelo Mallimaci ( già condannato per estorsione ) e Fortunato Calabrò. In particolare la ricostruzione,  minuziosa e dettagliata fatta dal maresciallo,  ha permesso di chiarire che i legami dell’imprenditore Lugarà con il Mallimaci ed il Calabrò, sarebbero stati gli anelli di congiunzione con la potente ‘ndrina dei Morabito di Cantù,  arrestati nel blitz del 26 settembre 2017 e già condannati in primo grado, qualche mese orsono dal Tribunale di Como, per reati di stampo mafioso. Il Maci ha raccontato, basandosi su intercettazioni, pedinamenti e altre prove,  che Antonino Lugarà si sarebbe rivolto ai soggetti per ottenere un credito (legittimo) non ancora incassato o  per identificare gli autori materiali di un  furto avvenuto nell’abitazione della figlia  nel dicembre 2015.  E’ apparso evidente come l’accusa, rappresentata dai PM Salvatore BellomoAlessandra Rizzo, sia intenzionata a dimostrare la centralità del costruttore Antonino Lugarà e delle sue frequentazioni non solo con il modo politico locale e regionale. La prossima udienza è calendarizzata per il 4 novembre. ( Davide Vismara )

** ERRATA CORRIGE
al coinvolgimento ” – Durante la ridigitazione del testo inviato dall’estensore , involontariamente non è stata copiata la parte” al coinvolgimento “.

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