Cronaca

VERANO BRIANZA -CORRUZIONE E TURBATIVA D’ASTA: ARRESTATO IMPRENDITORE E DIPENDENTI PUBBLICI

BRIANZA -Buoni benzina e denaro contante che veniva nascosto nei cesti di Natale, in particolare bottiglie di vino. Il tutto per assicurarsi ricchi appalti dai comuni della Brianza, da quello per la gestione del verde pubblico alla manutenzione delle strade. E’ quanto ricostruito dai militari della Guardia di Finanza di Monza e dalla procura di Monza nell’operazione che ha portato oggi cinque persone agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, falso e turbativa d’asta. Quattro di loro sono dipendenti pubblici residenti in Brianza e a Milano. Tre le aziende sequestrate, oltre a beni e disponibilità finanziarie per oltre 260mila euro. Le fiamme gialle guidate dal colonnello Maurizio Querqui, hanno iscritto 12 persone nel registro degli indagati ricostruendo in totale 13 episodi.

 Al centro delle indagini, “una serie di condotte finalizzate all’illecita aggiudicazione di appalti ad evidenza pubblica ed affidamenti diretti”, si legge in una nota del procuratore Claudio Gittardi. I comuni coinvolti sono quelli di Desio, Biassono e Pessano con Bornago e l’inchiesta riguarda anche un appalto dell’azienda municipalizzata “Brianzacque” e due della Provincia di Monza e Brianza (manutenzione di strade provinciali e aree verdi). Le accuse fanno riferimento a un periodo che va dal 2019 al 2021 e sono state mosse nei confronti di un imprenditore residente a Verano Brianza, Francesco Tallarita, amministratore delle tre società: la Mmt srl, la Ti-Effe Service srl e la Ciemme sas. Aziende che sarebbero state utilizzate per partecipare a gare pubbliche con l’obiettivo di aggirare formalmente il principio di rotazione degli affidamenti, anche grazie “ad uno stabile asservimento di pubblici ufficiali infedeli”.

Le indagini hanno ricostruito “l’assegnazione alle società dell’imprenditore di appalti per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro. Sulla base degli elementi raccolti – osserva il procuratore Gittardi – i pubblici ufficiali indagati avrebbero ricevuto in corrispettivo dall’imprenditore somme di denaro, anche in più tranche (variabili tra i mille e i 12mila euro), buoni benzina e altre utilità”. In un caso addirittura il pagamento consisteva in un “grosso carico di legna”, consegnato dal Tallarita con un autocarro direttamente a casa della suocera del dipendente pubblico del comune di Desio che gli aveva garantito un appalto di tre anni per la manutenzione del verde cittadino (appalto da 1,7 milioni di euro). Legna che era comunque accompagnata dall’immancabile cesto natalizio, una sorta di “marchio di fabbrica” dell’imprenditore.

In altri due casi invece i tentativi di corruzione sono stati respinti, con tanto di restituzione di denaro all’imprenditore da parte dei pubblici ufficiali. Uno a Macherio, dove il geometra responsabile dell’appalto per i nuovi colombari del cimitero si è visto arrivare a casa un regalo di natale con due bottiglie di vino e una busta con mille euro in contanti, prontamente restituito al mittente; l’altro episodio a Lentate sul Seveso, per la riqualificazione di un’area gioco, dove il tentativo di corruzione è avvenuto con le stesse modalità.

“Alcune procedure di gara sarebbero state turbate per avvantaggiare le aziende – ora affidate a un amministratore giudiziario nominato dall’autorità giudiziaria – dall’imprenditore indagato, comunicando in anticipo le condizioni tecniche contenute nel capitolato, i tempi di apertura e chiusura dei procedimenti di affidamento, i nominativi dei concorrenti da avvicinare al fine di stabilire i ribassi da offrire”, scrive Gittardi.