RONCELLO – CRISI K-FLEX: FIRMATO UN ACCORDO ECONOMICO A MONZA
MONZA – Si è chiusa con una proposta di mediazione e incentivazione economica (circa 42mila euro lordi a testa) la vicenda della K-Flex di Roncello. L’udienza del 15 maggio presso il Tribunale di Monza ha registrato l’accettazione, da parte dei lavoratori, della proposta di conciliazione avanzata dal Giudice del lavoro per evitare di arrivare a sentenza. La causa era quella per procedimento antisindacale con cui Cisl e Cgil avevano portato la multinazionale nelle aule di giustizia. Dopo 113 giorni di sciopero e di presidio permanente fuori dall’azienda, la lotta dei 187 lavoratori per mantenere i propri posti di lavoro, nonché per combattere la delocalizzazione di un’azienda in utile, si è chiusa con una monetizzazione.
Articolo 1 – MDP , Sinistra Italiana , Partito della Rifondazione Comunista, I Comitati di Possibile Monza e Brianza hanno diffuso il seguente comunicato :
“Ripartiamo dalla vertenza K-FLEX per definire al più presto una legge nazionale che difenda il lavoro dalle delocalizzazioni, per il ripristino art.18 e contro il jobs-act. Con l’accordo firmato in tribunale a Monza si chiude la vicenda della K-FLEX. Dal 24 gennaio 2017 le lavoratrici e i lavoratori della ISOLANTE K-FLEX di Roncello (MB) sono rimasti in presidio davanti alla fabbrica, in sciopero e senza stipendio. Una lunga e durissima lotta, una lunga e durissima vertenza sindacale. Giorno e notte per impedire la delocalizzazione di impianti e produzione in Polonia e bloccare gli annunciati 187 licenziamenti. Una scelta industriale miope ed arrogante con l’unico scopo dichiarato di ulteriori e maggiori profitti. Senza alcuno scrupolo del danno sociale ed economico che crea ai propri dipendenti e al tessuto produttivo del territorio. Senza alcun rispetto per l’articolo 41 della nostra Costituzione sulla “responsabilità sociale d’impresa”. Il caso della K-FLEX non è purtroppo un caso isolato. L’intero territorio della Brianza è pieno di aziende piccole grandi o multinazionali, conosciute e sconosciute alle cronache che sono state tutte pesantemente toccate da processi di de-industrializzazione e de-localizzazione che hanno portato a chiusure, esuberi, licenziamenti e cassa integrazione. Basterebbe citare IBM, Celestica Bames-Sem , Alcatel-Lucent, Candy, Compel e Linkra, Yamaha, Panem ecc. Il territorio della Brianza si sta trasformando, è sempre più vicino il rischio di un punto di non ritorno, con un tessuto sociale in difficoltà ed in disgregazione. Ora la delocalizzazione di K-FLEX aggrava ulteriormente la situazione. Lunedì 15 maggio il presidio è stato rimosso. L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici K-FLEX , preso atto dell’incapacità del Governo, azionista di K-FLEX tramite Cassa Depositi e Prestiti, nel disporre un efficace intervento e bloccare la delocalizzazione in Polonia, ha deciso di accettare la mediazione del tribunale di Monza a cui lavoratori si erano rivolti per denunciare l’azienda per comportamento antisindacale. Una scelta difficile ma, stante la situazione, senza alternative immediate. Hanno lottato e fatto tutto quanto era possibile. Oltre il possibile. A loro è dovuto un grande ringraziamento e rispetto. La loro battaglia di giustizia, per avere difeso il proprio lavoro, la dignità del lavoro, il diritto al lavoro la vogliamo assumere come un insegnamento. La vertenza K-FLEX ha rappresentato una grande esperienza umana e un grande momento di solidarietà tra generazioni e di interazione tra culture diverse. Ora sono licenziati, senza un lavoro e con pochissime prospettive. Subiranno le penalità del Jobs Act: non avranno la mobilità ma solo la Naspi per 24 mesi con una indennità decrescente e copertura contributiva ridotta, non avranno la CIG Straordinaria poiché il Governo ha eliminato la causale per cessazione di attività. Chi avrà la fortuna di ricollocarsi non avrà la tutela dell’ art. 18. Non vogliamo dimenticare la durissima battaglia dei lavoratori e lavoratrici K-FLEX, non vogliamo che le loro aspettative ed i loro insegnamenti siano disattesi e dimenticati. Non si tratta di una sconfitta ma di un nuovo inizio. Chiediamo con forza e convinzione che: • venga assunta nella agenda politica e sindacale la definizione di una legge nazionale / regionale che difenda il lavoro dalle delocalizzazioni e una riscrittura della normativa e dei principi che regolano i finanziamenti pubblici; • vengano re-introdotte le garanzie e le tutele di quello che è stato l’articolo 18; • venga abrogata la legge del Jobs-Act del governo Renzi; • la politica torni a parlare di lavoro nel rispetto dell’articolo 1 della nostra Costituzione. Su questi punti precisi interroghiamo le forze politiche e sindacali nazionali partendo dalle nostre rispettive organizzazioni e partiti impegnando le proprie strutture i rispettivi gruppi parlamentari e dirigenti ai diversi livelli affinché assumano questo impegno come prioritario nella propria azione politica e sociale. Questo l’impegno che unitariamente ci assumiamo. Non possiamo mancare
Articolo 1 – MDP di Monza e della Brianza
Sinistra Italiana fed. provinciale Monza e Brianza
Partito della Rifondazione Comunista fed. provinciale Monza e Brianza
I Comitati di Possibile Monza e Brianza “
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