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SEREGNO – “Dobbiamo promuovere l’educazione alla legalità perché piace alla gente e tanto non serve a niente”. Sono parole di Campanella, collaboratore di giustizia e protettore della latitanza di Bernardo Provenzano. A questo tema, la finta antimafia che piace tanto alla mafia e ai suoi sodali politici corrotti, è dedicata tutta la prima parte de ” La mafia siamo noi “, il libro di Sandro de Riccardis ( ADD Editore ) giornalista di Repubblica e autore di numerose inchieste. L’autore è stato presente a Seregno presso Area Libri per la riuscita iniziativa della Casa della Sinistra Seregno. Dialogando con il presidente dell’ associazione Simone Crinò, l’autore ha raccontato il suo libro e sé stesso. Pugliese, ha visto da vicino gli effetti devastanti della presenza criminale della sacra corona unita. Nel suo lavoro di giornalista d’inchiesta ha conosciuto molte storie tragiche di eroi civili; ad alcuni sono dedicati i capitoli centrali. Libero Grassi che l’autore ha avuto l’onore di intervistare, don Pino Puglisi e il sindaco Vassallo: tutti eroi assassinati, tutte vittime della criminalità organizzata. Come Rita Atria collaboratrice di giustizia morta suicida dopo la strage di Capaci: sono sue le parole che danno il titolo al libro, un libro costruito più che come una inchiesta, come un reportage. Un insieme di fotografie di diverse realtà che poste l’una accanto all’altra formano una sorta di affresco. Una grande rappresentazione di un insieme di fenomeni: criminalità, corruzione, impegno civile. Cosa possiamo fare noi contro la mafia? La tesi sostenuta dall’autore nel suo dialogo con i cittadini presenti all’evento è che contro la mafia non basta l’azione della polizia e della magistratura perché la mafia vive e prolifera sulla mentalità della massa silenziosa e condiscendente. È così che nel corso della serata abbiamo ripercorso nel dibattito alcune vicende del territorio. I funerali del boss Cristello, gli esercizi commerciali chiusi, lo striscione di solidarietà, la scarsa risposta della città alle iniziative politiche, l’atteggiamento delle istituzioni locali. Infine un’ esperienza particolare e importante cconclude il libro di De Riccardis: il dialogo tra i detenuti per reati mafiosi e le famiglie delle vittime. L’antimafia vera siamo tutti noi se abbiamo il coraggio dei valori morali; dentro questi valori al primo posto c’è la persona umana che deve sempre essere riconosciuta e promossa come tale anche quando si è macchiata di gravissimi delitti.
Un punto di vista quello di Sandro De Riccardis che ci appartiene completamente. ( Anna Migliaccio )
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