SEREGNO – DALL’AMMINISTRAZIONE ANCORA 350.000 EURO PER LE CASE DI VIA HUGO
SEREGNO – Per le casse del municipio si trattava già di un salasso: l’intervento di riqualificazione delle case comunali di via Victor Hugo, a causa della crisi, dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi, ora costerà ancora di più. L’amministrazione comunale, infatti, nei giorni scorsi ha provveduto ad aggiornare il quadro economico basandosi sul prezziario regionale delle opere pubbliche. Tirata la riga e fatte le somme, si spenderanno 350mila euro in più per arrivare al risultato finale. La spesa complessiva, pertanto, ora ammonta a 2 milioni 650mila euro.
Novità spiacevole ma, purtroppo, niente di nuovo. Le case comunali di via Hugo negli anni si sono già distinte quale voce di spesa importante. Più volte negli anni le varie amministrazioni comunali hanno eseguito lavori che, tuttavia, non hanno mai risolto il problema. E’ stato il sindaco Alberto Rossi a prendere la decisione di intervenire una volta per tutte in modo deciso. L’annuncio era stato dato nel mese di dicembre 2020 da Giuseppe Borgonovo (assessore con delega ai Lavori pubblici) per un importo stimato in 1,7 milioni di euro. Nel giro di soli tre mesi, però, le stime erano state riviste al rialzo, portando il totale complessivo a 2,3 milioni di euro.
Questo, naturalmente, escludendo i continui interventi provvisori in attesa dell’intervento massiccio. Piccole opere, dunque, ma comunque costose che non rientrano nei 2,3 milioni e che tuttavia non passano inosservate: come i 30mila euro per aggiustare la caldaia durante lo scorso inverno, o come i 76mila euro necessari per le indagini diagnostiche che devono accertare le caratteristiche di resistenza dei materiali che costituiscono la struttura e per verificare lo stato di conservazione dell’immobile. O, ancora, come gli 80mila euro da versare all’azienda incaricata di effettuare i traslochi per liberare gli appartamenti.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, però, ora ci si mette anche la crisi e, in particolare, gli incrementi nei prezzi di acquisto delle materie prime, che vanno a modificare quanto era stato stabilito in sede di gara e che richiedono una revisione dei prezzi basandosi sui criteri decisi dalla Regione Lombardia. Un prezziario vero e proprio, in vigore dall’1 agosto 2022. Il conto è presto fatto: 2,65 milioni ei euro per continuare a sognare di risolvere il problema una volta per tutte.