Seregno – Aggregazione Aeb-A2A: il sindaco di Seregno Alberto Rossi rinviato a giudizio per turbativa d’asta
Seregno – Il gup del Tribunale di Monza Elena Sechi, nella vicenda che riguarda la fusione tra A2A e Aeb, ha deciso per il rivio a giudizio del sindaco Alberto Rossi e per gli altri altri 5 imputati, fra cui l’assessore alle Partecipate Giuseppe Borgonovo, il segretario generale del Comune Alfredo Ricciardi , l’ex presidente del consiglio di amministrazione di Aeb spa Loredana Bracchitta, l’allora presidente di A2A Giovanni Valotti e Pierluigi Troncatti, quale partner di Roland Berger srl. Secondo la pubblica accusa, l’aggregazione sarebbe stata realizzata “al solo fine di favorire la società A2A” con un danno complessivo per Aeb “non inferiore a 60 milioni di euro” e con “l’omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di Aeb non inferiore a 5,7 milioni di euro”.
All’udienza preliminare si sono costituite parti civili il Comune di Seregno, che di fatto procede contro se stesso, e gli altri Comuni soci della multiutility Limbiate, Desio, Varedo e Bovisio Masciago, tranne Lissone, per cui sono parti civili sono invece i consiglieri comunali lissonesi Antonio Erba e Marino Nava di due liste civiche di minoranza, ma anche il collega di una lista civica rappresentata nella maggioranza e che esprime anche la presidenza del Consiglio comunale, Daniele Fossati.
A caldo abbiamo raccolto sulla notizia, un commento di Tiziano Mariani ex consigliere comunale di Noi x Seregno e promotore dei ricorsi contro l’aggregazione
” Avevo chiesto con i cittadini alla Procura della Repubblica verità : eccola arrivata con il giusto processo!
Ora nuove elezioni perché il Comune chiede al Sindaco Rossi 31 milioni di danni per la vendita Aeb Gelsia e come fa a restare impassibile davanti a questo !
Anche la sezione di Fratelli d’Italia ha diffuso una nota in cui al termine richiede le dimissioni del primo cittadino :
“Apprendiamo con rammarico per la Città di Seregno la notizia del rinvio a giudizio del Sindaco
Alberto Rossi.
Già tre anni fa, all’indomani dell’Avviso di Garanzia che notificava indagini della Procura della
Repubblica a carico, tra gli altri, del Sindaco e dell’allora Assessore alle Partecipate Giuseppe
Borgonovo, avevamo domandato al Sindaco se potesse realmente continuare a svolgere serenamente
il suo mandato durante le indagini o se ritenesse più opportuno affrontare l’indagine senza più la
fascia tricolore al collo.
L’invito al Sindaco di rimettere il suo mandato non voleva essere un atto di condanna, rimarcando la
nostra posizione garantista, ma una richiesta al Primo Cittadino di mettere al primo posto il bene di
una Città.
Nonostante la gravità delle accuse mosse nei suoi confronti, Alberto Rossi non solo non ha fatto un
passo indietro ma ha deciso di ricandidarsi nel 2023 e di confermare, seppur con altre deleghe,
l’Assessore con lui indagato.
Il rinvio a giudizio è solo l’epilogo di una situazione nata con la vendita di Gelsia, le successive
sentenze del TAR, del Consiglio di Stato e per ultima della Cassazione, che avevano già indicato le
gravi inadempienze del Primo Cittadino e della sua maggioranza. Ribadiamo che la discussa e
controversa operazione, secondo l’accusa, avrebbe procurato un danno economico non inferiore a
60 milioni di euro per Aeb, con una spesa per consulenze di centinaia di migliaia di euro dei cittadini
seregnesi.
Ci chiediamo come potrà Alberto Rossi, nel rispetto di Seregno e dei seregnesi, continuare il suo
mandato con un processo penale a suo carico in corso, dove anche il Segretario Generale e un
Assessore risultano avviati a processo, senza dimenticare che pochi mesi fa, su insistenza delle
minoranze del Consiglio Comunale, il Vicesindaco ha dato mandato all’avvocato del Comune di
costituirsi parte civile contro il proprio Sindaco, caso unico in Italia.
Ci aspettiamo un’azione di responsabilità da parte del Sindaco e della maggioranza che fino ad oggi
lo ha sostenuto, protocollando le proprie dimissioni.”
Anche la Lega in una nota ha chiesto agli imputati una presa di coscienza affinchè la vicenda non diventi terreno di scontro politico ma vengano preservati gli interessi di Seregno e dei seregnesi ”
Chiediamo – ha dichiarato il segretario cittadino della Lega Edoardo Trezzi – un comportamento adeguato, al fine di non creare ulteriori danni rispetto a quelli già ipotizzati dalla Procura e invitiamo il Sindaco Alberto Rossi e l’Assessore Borgonovo a prendere le misure necessarie per difendersi in piena libertà e lasciare che il Comune di Seregno si possa tutelare sul piano economico, anche contro gli interessi personali del proprio Sindaco.”
“L’operazione -prosegue Trezzi – in sé avrebbe potuto anche avere dei riscontri positivi per Seregno se solo fosse stata gestita con coscienza, lungimiranza e rispetto delle leggi nella tutela dei cittadini e delle finanze pubbliche, ma così non è stato e la Procura della Repubblica di Monza ha acceso dei fari su tutto ciò per fare chiarezza.” .
“Mi auguro che questa vicenda possa concludersi positivamente al più presto, nell’interesse dei seregnesi e dei brianzoli”, dichiara il referente provinciale Andrea Villa. “Tuttavia – continua – non passa inosservata una questione paradossale: il comune di Seregno si costituisce parte civile contro sé stesso, chiedendo un risarcimento danni all’amministrazione comunale. Chi c’è alla guida dell’amministrazione comunale? Il sindaco Rossi. Politicamente si tratta di un pasticcio colossale, chi in questo momento è al governo di Seregno deve assumersi le responsabilità di avere creato questo caos“.