VEDUGGIO – TRE IMPIEGATI DI BANCA TRUFFARONO I CLIENTI : CONDANNATI
Condannati ex direttore e funzionari della filiale di Veduggio del Banco Desio.
La banca è parte lesa e i condannati dovranno risarcire tre milioni di euro
VEDUGGIO con COLZANO – Tutti condannati per la truffa con falso e appropriazione indebita ai danni del Banco Desio, che ottiene una provvisionale sul risarcimento di 3 milioni di euro. Il giudice del Tribunale di Monza Giuseppe Ragadali ha inflitto 4 anni e 3 mesi all’ex direttore della filiale della banca di Veduggio con Colzano Roberto Camisasca, 3 anni e 3 mesi all’ex responsabile amministrativo Marco Somaschini, 3 anni e mezzo a Sascha De Matteis, titolare di un’impresa edile beneficiaria dei raggiri e un’altra quindicina di condanne fino a 6 mesi di reclusione per altri beneficiari.
Ad accorgersene erano stati alcuni ignari clienti che, pensando di andare in banca ad aprire un conto corrente, invece avevano firmato anche come prestanomi per un prestito personale usato da altri clienti dell’istituto di credito e in parte anche da alcuni dirigenti della filiale. Secondo l’accusa, i tre dirigenti bancari (per l’ex responsabile della clientela il processo è sospeso per messa alla prova in servizi di pubblica utilità) avrebbero fatto un ‘giochetto’ contabile di prelievi e versamenti, oltre a rendersi complici di falsificazioni per fare ottenere finanziamenti o affidamenti sul conto corrente a persone che non avrebbero avuto altrimenti l’ok per ottenere stanziamenti da Banco Desio. Tra i presunti beneficiari dei finanziamenti anche un paio di commercialisti, che avrebbero anche falsificato la documentazione di alcune società in modo da fare loro ottenere ingiustamente aperture di credito.
La vicenda a giudizio sarebbe iniziata nel 2010 e scoperta nel 2011 dal Banco di Desio che, a seguito dell’arrivo di diverse segnalazioni sui presunti “errori” sui conti correnti, aveva fatto analizzare dagli ispettori la gestione della direzione della filiale dell’istituto di credito di Veduggio, giungendo a sporgere denuncia. «Non l’ho fatto per soldi ma perché stressato dal fare numero di clienti per la banca», ha sostenuto al processo Roberto Camisasca che però non si era sottoposto ad interrogatorio. Le condanne penali cadranno in prescrizione già nel ricorso in appello perché i fatti contestati sono ormai datati, ma resta invece per gli imputati l’obbligo di pagare il risarcimento dei danni al Banco di Desio con la causa civile e la provvisionale immediatamente esecutiva di 3 milioni di euro decisa dal giudice. «Siamo soddisfatti per la sentenza – ha dichiarato l’avvocato Massimo Bordon, che rappresentava l’istituto di credito come parte civile al processo – che ha riconosciuto le contestazioni penali e il gravissimo danno subìto dalla banca, che aveva provveduto immediatamente a ripianare il danno ai clienti».
(fonte Stefania Totaro – IL GIORNO )
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