Cronaca

BESANA – IDENTIFICATO DAI CARABINIERI L’ASSASSINO DI GIUSEPPE PIAZZA

BESANA BRIANZA -Nessun regolamento di conti dietro l’omicidio di Giuseppe Piazza  il pregiudicato di 55 anni freddato con tre proiettili calibro 7.65 nel cortile davanti al suo appartamento, alle case popolari di Besana Brianza ma solo una lite tra condomini . Sono bastate 48 ore ai Carabinieri di Seregno per identificare il misterioso killer : si tratta Michele Scarfò, anche lui con qualche vecchio conto con la giustizia, originario di Reggio Calabria, ma da una vita a Veduggio.

Una assurda faida fra condòmini, partita anni fa dalla lite fra un cane ed un gatto . A lasciare l’ex malvivente, da tempo malconcio, a terra, in mezzo al suo sangue, è stato il fratello della vicina di casa. Piazza, originario di Enna, viveva con la compagna al civico 11; lei al 13, con il figlio. I carabinieri di Seregno hanno risolto il rebus alla svelta: già ieri mattina, ben lontano dalla chiazza rossastra che qualcuno stava lavando con un getto d’acqua, sulle persiane sprangate dell’appartamento al piano terra, erano apparsi i sigilli. «Stabile sotto sequestro», la scritta. La donna e il figlio erano spariti. Ma soprattutto i carabinieri, dopo aver ascoltato i primi testimoni, già erano sulle tracce di Scarfò che sentitosi braccato, ha deciso di consegnarsi al comando di Seregno.

Sarà lui a raccontare ai militari e al pm monzese Alessandro Pepè l’intera storia che già, a brani, emerge dalle prime ricostruzioni. Una faida, durata almeno un paio d’anni. Da una parte la dirimpettaia, con la sua passione per i cani, dall’altra Piazza, che da tempo viveva senza colpi di testa, col suo gatto. Il molosso che morde il felino, le proteste e l’inimicizia. Dispetti, vendette, liti e risse. Tutto il vicinato sapeva. La donna che si lamenta, si sfoga col fratello, che in tasca però porta la pistola. La resa dei conti. Giovedì, alle 16.15, Piazza torna a casa con la compagna che esce subito. Anche lui scende in cortile, dove stanno allestendo gli stand della festa del paese. Due chiacchiere, poi l’incontro fatale. Scarfò lo sta aspettando: urla, forse qualche insulto, poi i tre colpi che inchiodano il 55enne sull’asfalto. Il fratello giustiziere fugge, visto da una testimone che descrive i suoi capelli brizzolati. L’unico mistero resta dove abbia messo l’arma. Quella 7,65 non ancora ritrovata.

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