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Il San Gerardo riconosciuto come Centro di riferimento per la cura del tumore dell’endometrio


Secondo riconoscimento per la Clinica Ginecologica già Centro di Riferimento per il tumore ovarico
Monza – Un ulteriore riconoscimento per la Fondazione IRCCS San
Gerardo dei Tintori. La Struttura Complessa di Ginecologia Oncologica già accreditata a
livello Internazionale dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO, European
Society of Gynaecological Oncology) come Centro di Riferimento per il Tumore Ovarico, ha
ricevuto recentemente anche il prestigioso riconoscimento come Centro di Riferimento per
il Tumore dell’Endometrio.
L’Unità afferente alla Clinica di Ginecologia diretta dal prof. Fabio Landoni e la Clinica
Ginecologica Universitaria dell’Ospedale Filippo Del Ponte di Varese, che fa parte dell’ASST
Sette Laghi, sono attualmente gli unici due centri in Lombardia ad avere ottenuto questo
riconoscimento.
“Oggigiorno la complessità diagnostica e terapeutica, chirurgica e medica, delle neoplasie
ginecologiche è in continua crescita e necessita di sempre crescenti professionalità,
esperienza e competenza non solo nell’ottica di fornire l’assistenza clinica più adeguata, ma
anche con il fine di garantire la migliore qualità di vita possibile in relazione alla prospettiva
di cura e sopravvivenza di ciascuna paziente – sottolinea il prof. Landoni -. La letteratura è
concorde nell’affermare che la concentrazione delle cure oncologiche si associa ad un
significativo vantaggio in termini di sopravvivenza e fin dal 2010 ESGO si impegna a
riconoscere i centri che assicurano volumi di cura, standard di cura e standard di assistenza
elevati in conformità alle linee guida internazionali più aggiornate. È per noi motivo di
orgoglio che il percorso integrato diagnostico-terapeutico offerto dalla nostra équipe
ginecologica oncologica per la cura del carcinoma endometriale venga riconosciuto a livello
internazionale”.
E ancora: “Il trattamento delle neoplasie ginecologiche richiede un approccio
multidisciplinare e altamente specializzato, che solo i centri con competenze avanzate


adeguati volumi di attività possono garantire. L’assistenza alle pazienti affette da tumor
ginecologici si caratterizza per la necessità di implementare nella pratica clinica di routine di
un team multidisciplinare coordinato, in cui il ginecologo oncologo è affiancato da altre figure
professionali, come oncologi medici, radioterapisti, radiologi ed anatomopatologi con
specifici interesse, competenze e formazione nell’ambito della diagnosi e cura dei tumori
ginecologici. In quest’ottica il riconoscimento ottenuto dalla nostra Unità può essere
considerato come un riconoscimento a tutte le Unità della Fondazione IRCCS San Gerardo
che collaborano nella diagnosi e nella cura del carcinoma endometriale”.
Il servizio di Ginecologia Oncologica si occupa annualmente dell’erogazione di oltre 7000
prestazioni ambulatoriali e di oltre 300 interventi di chirurgia oncologica maggiore.

CronacaSalute

Monza – Don Gabriele Catelli è il nuovo vicario della Parrocchia Ospedaliera San Gerardo


Monza – È don Gabriele Catelli il nuovo vicario della parrocchia
ospedaliera San Gerardo dei Tintori. Il passaggio di consegne ufficiale è stato lo scorso 1°
settembre, quando don Massimo Pirovano ha passato il testimone a don Gabriele, 39 anni,
vicario parrocchiale della Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Castano Primo e Buscate in
cui si occupava di pastorale giovanile e dell’oratorio.
A Don Massimo invece, al San Gerardo dal 2019, l’Arcivescovo mons. Mario Delpini ha
chiesto di assumere il compito di Responsabile dell’Unità Pastorale delle Parrocchie di
Mozzate, San Martino di Mozzate, Carbonate e Locate Varesino.
Ad accompagnare entrambi è don Riccardo Brena, il parroco-cappellano che dal 2022 si
occupa della pastorale sanitaria all’interno dell’ospedale.
Reperibili 24 ore su 24, a servizio del personale del San Gerardo, dei pazienti e dei loro
familiari, don Riccardo e don Gabriele sono accanto ai degenti per vivere con spirito di fede
la prova della malattia.
“Sentivo il bisogno di andare all’essenzialità, di lasciare la parrocchia e l’oratorio – ha
spiegato don Gabriele nell’assumere il nuovo incarico -. Ho sentito una chiamata a vivere in
modo specifico solo l’ambito della pastorale della sanità. Una nuova sfida. Se fosse io al
posto del malato avrei piacere che una persona di fede mi accompagnasse per vedere la
situazione da una prospettiva differente, non solo da un punto di vista sanitario o
psicologico”.
“Diamo il benvenuto a don Gabriele e ringraziamo don Massimo per il prezioso contributo a
favore dei nostri pazienti e di tutto il personale sanitario della nostra struttura oltre alla sua
disponibilità ad accogliere il nuovo ministero che lo porterà a servire la Chiesa in altri
contesti. Accompagneremo don Gabriele in questo delicato passaggio a servizio della carità

e dell’attenzione non solo dei malati e delle loro famiglie ma di tutta la comunità che lavora
all’interno della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori”, sottolineano il presidente
Claudio Cogliati, il direttore generale Silvano Casazza e il direttore scientifico Andrea Biondi.

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Monza – Il San Gerardo si arricchisce di due nuovi monitor donati da “Mio fratello onlus “


Monza – A giugno la raccolta fondi a favore della Struttura Complessa di Chirurgia II della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, oggi la consegna
ufficiale di due monitor di ultima generazione al reparto diretto dal dott. Christian Cotsoglou.
La donazione è frutto dell’iniziativa promossa dall’associazione Mio Fratello Odv Onlus, che
lo scorso 13 giugno insieme agli amici di Rocker Tv, della Nazionale Agenti immobiliari, della
Curva Vito Porro e della Pro Sesto 1913, importante sodalizio di Sesto San Giovanni, aveva
dato vita alla terza edizione del torneo calcistico “Francesco Martusciello”, per l’occasione
dedicato alla memoria di Luigi Pizzochero, storico dirigente della “Pro” recentemente
scomparso.
Grazie al quadrangolare, che si era tenuto allo Stadio Breda di Sesto San Giovanni,
l’associazione Mio Fratello Odv Onlus, ha donato due monitor portatili multiparametrici, con
display integrato touch screen, completi di carrelli roll-stand dedicati.
Le due apparecchiature verranno utilizzate per il monitoraggio delle funzioni vitali dei
pazienti ricoverati in Chirurgia. L’aggiunta dei monitor ai device in dotazione, aumenterà la
capacità di sorveglianza dei degenti con complessità cliniche sempre maggiori.
“In un periodo in cui le attività di beneficenza sono nel centro del mirino, l’associazione Mio
Fratello, da anni impegnata nel terzo settore, risponde con i fatti e la trasparenza del suo
agire – dichiara il presidente, Stefano Martini -. Quindi, con immenso piacere, anche a fronte
dell’amicizia personale che ci lega al direttore della Struttura Complessa di Chirurgia II, il
dott. Christian Cotsoglou, abbiamo deciso che l’edizione di quest’anno del torneo benefico
di calcio “Francesco Martusciello” avrebbe portato in dote all’ospedale San Gerardo due
monitor portatili multiparametrici. Grazie al sostegno di Rocker Tv, della Nazionale agenti
immobiliari, della Pro Sesto 1913, della Curva Vito Porro e del contributo spontaneo offerto
da tanti amici dell’associazione siamo stati in grado di mantenere l’impegno assunto. In cuor
mio coltivo la speranza di poter condividere con l’IRCCS San Gerardo dei Tintori altri
momenti di vera solidarietà a favore della nostra comunità”.
“L’attività chirurgica eseguita presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza- sottolinea il dott. Cotsoglou – richiede un’attenzione sempre maggiore alle innovazioni che la tecnologia mette a disposizione. Per questo siamo grati all’associazione Mio Fratello e al
suo presidente Stefano Martini per questa preziosa donazione”.


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Salute – Il San Gerardo primo al mondo per la tecnica con la sonda “Gps” nella cura del carcinoma prostatico

Pubblicato il lavoro sulla radiochirurgia
del carcinoma prostatico a prognosi sfavorevole
Monza– Sono stati pubblicati sulla più importante rivista internazionale
di radioterapia i risultati dello studio ABRUPT (Ablative Radiotherapy for Unfavorable
Prostate Tumors) che ha sperimentato l’utilizzo della radiochirurgia (ovvero della
somministrazione della dose in un’unica applicazione) nel trattamento dei tumori prostatici
[https://authors.elsevier.com/c/1jSUN1Hx52J~4m].
Per la prima volta a livello mondiale all’ospedale San Gerardo è stata dimostrata la fattibilità̀
di un trattamento di radiochirurgia grazie ad una tecnica di avanguardia, che consiste nel
posizionamento di una sonda alloggiata all’interno di un catetere vescicale che funziona
come un sistema GPS (Global Positioning System), permettendo la localizzazione in tempo
reale del bersaglio durante il trattamento ed assicurando così una somministrazione ultra-
selettiva della dose che minimizza l’irraggiamento degli organi sani circostanti, e di
conseguenza il rischio di effetti collaterali. La sonda, una volta terminato il trattamento viene
rimossa completamente, costituendo quindi un impianto non permanente. L’elevata
precisione garantita da questo sistema consente di concentrare il ciclo di radioterapia, che
viene di norma effettuato con piccole dosi ogni giorno per evitare di danneggiare gli organi
sani, in una singola, unica, applicazione.
In sostanza, lo studio è l’unico al mondo in cui i pazienti con tumore alla prostata vengono
trattati con radiochirurgia in una singola applicazione, anziché con un lungo ciclo di
radioterapia, e ha potenziali notevoli vantaggi sia per pazienti e caregivers sia per i centri di
radioterapia, che così sono in grado di scaricare più rapidamente le liste di attesa e garantire
una più tempestiva presa in carico di tutti i pazienti oncologici che necessitano di
radioterapia.
“I risultati preliminari ottenuti su 30 pazienti con un follow up mediano di 18 mesi sono
molto incoraggianti, e se confermati sul lungo termine, avranno implicazioni rilevanti per la

netta contrazione del numero di accessi in reparto. Semplificare il trattamento lo rende meno
stressante, migliora la qualità di vita delle persone, le aiuta a tornare prima alla propria vita
sociale, familiare e professionale, e contribuisce a snellire le liste d’attesa”, sottolinea il prof.
Stefano Arcangeli, Direttore della Radioterapia della Fondazione IRCCS San Gerardo dei
Tintori e Direttore della Scuola di specializzazione in Radioterapia dell’Università degli Studi
di Milano-Bicocca.
I pazienti che possono beneficiare di questa strategia innovativa sono quelli affetti da
carcinoma della prostata localizzato a rischio intermedio sfavorevole ed alto, candidati a un
trattamento di combinazione radio-ormonoterapico in alternativa all’intervento chirurgico di
prostatectomia radicale



Salute

Monza – Al San Gerardo la struttura di Ostetricia tra le migliori in Italia


Monza– Il principio di fondo è la ricerca di un miglioramento continuo e
rispondere ai bisogni delle donne in attesa. Obiettivo che la Struttura complessa di Ostetricia,
guidata dalla prof.ssa Anna Locatelli, persegue ogni giorno anche grazie ad iniziative quali
“Nascere al San Gerardo”, incontri aperti alle future mamme e alle loro famiglie, durante i
quali gli operatori dei reparti di Ostetricia-Sala Parto, Neonatologia, Anestesia e dei
Consultori presentano l’organizzazione del percorso nascita sul territorio e in Ospedale e
ascoltano le loro domande. All’ultimo incontro, pochi giorni fa, erano presenti quasi cento
persone. Un successo quindi, testimoniato quotidianamente in Ostetricia grazie al grado di
soddisfazione delle pazienti.
La Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori ha infatti partecipato allo studio “Indagine
sull’assistenza in gravidanza: il vissuto delle donne” condotto dal Reparto Salute della Donna
e dell’Età Evolutiva dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in 18 Centri Nascita italiani che
offrono cure di alta qualità con lo scopo di migliorare gli esiti di salute durante il percorso
nascita e di valutare la qualità percepita dalle donne in attesa, dalla visita preconcezionale
ai primi tre mesi di vita del bambino. Al progetto ha preso parte un campione di 320 donne
(delle 3642 totali) che hanno partorito presso l’ospedale San Gerardo di Monza. Per la
raccolta delle informazioni sono stati somministrati due questionari: il primo durante il
ricovero in ospedale dopo il parto, prima del rientro a casa; il secondo a tre mesi dalla
nascita del bambino, tramite un’intervista proposta da personale in formazione.
“La gravidanza, il parto e il periodo postnatale – sottolinea la prof.ssa Locatelli – originano
dalla naturale capacità della donna di vivere l’esperienza della nascita. Il vissuto di questi
eventi pone le basi per creare la salute successiva della mamma, del bambino e delle intere
famiglie. La letteratura scientifica ci dice che la presa in carico da parte di un’ostetrica in un
modello di continuità assistenziale è una cura di qualità e si associa a esiti rilevanti per la
salute della mamma, del feto e del neonato. In particolare chi ha ricevuto cura continua da

parte di un’ostetrica, ha una maggiore probabilità di avere un parto per via vaginale, maggior
probabilità di ricorso a metodi di contenimento del dolore non farmacologici, una maggiore
soddisfazione dopo il parto e un minor ricorso a interventi inappropriati e riduzione del tasso
di episiotomie (l’incisione chirurgica del perineo per facilitare il parto) e parti operativi”.
Così è accaduto per le 320 donne intervistate presso il San Gerardo dove la quasi totalità,
pari al 99%, ha avuto modo di ricevere un supporto continuativo da parte dell’ostetrica
durante il travaglio e il parto, “a dimostrazione che l’ostetrica rappresenta la figura
professionale di riferimento durante l’evento nascita nel nostro ospedale”, prosegue la
professoressa.
Alcuni dati emersi dai questionari: rispetto alla gestione del dolore durante il travaglio, il
34% delle donne ha utilizzato l’analgesia peridurale o spinale mentre la restante parte ha
utilizzato tecniche non farmacologiche come la possibilità di scegliere liberamente le
posizioni, il massaggio e la possibilità di usare l’acqua in travaglio in vasca o doccia. Il 96%
delle donne che hanno partorito al San Gerardo si sono sentite protagoniste nel processo
decisionale di cura e nell’88% dei casi anche il partner è stato coinvolto come loro avevano
desiderato. L’89% delle donne intervistate ha potuto praticare il contatto pelle a pelle con il
proprio bambino in maniera indipendente dalla modalità del parto, cioè sia dopo parto
vaginale sia dopo un taglio cesareo. La maggior parte delle donne riferisce di aver ricevuto
informazioni complete ed esaustive fornite da ostetriche, neonatologi e ginecologi dopo il
parto. Per quanto riguarda, invece, l’alimentazione del neonato, il 90% delle donne si sono
sentite rispettate nella scelta sulle modalità: allattamento al seno o alimentazione artificiale,
e l’85% si è sentita adeguatamente supportata e incoraggiata. Infine, indagando la
soddisfazione materna durante la degenza basandosi sul coinvolgimento nelle decisioni,
l’assistenza rispettosa e dignitosa e il rispetto della privacy, su ciascuno di questi 3 fattori la
maggior parte delle donne ha espresso un’opinione estremamente positiva. Pertanto, l’85%
delle donne consiglierebbe ad un’amica la stessa struttura per partorire.
“Le donne che hanno partorito nel nostro centro valutano positivamente l’esperienza
dell’assistenza ricevuta durante la gravidanza, il travaglio, il parto e il ritorno a casa,
attribuendo punteggi superiori alla media complessiva ottenuti in tutti i punti nascita che
hanno partecipato allo studio. Erogare un’assistenza alla maternità rispettosa è una priorità
perché solo in questo modo è possibile preservare la dignità, la privacy, la riservatezza, il
sostegno ma soprattutto incoraggiare le donne a esprimere bisogni, paure e preoccupazioni.
Dai risultati di questo studio si può evincere che la maggioranza delle intervistate che ha
partorito presso l’IRCCS San Gerardo ha ricevuto un’assistenza centrata sui bisogni
individualizzati e in ultima analisi woman centred”, conclude la prof.ssa Anna Locatelli.



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Sanità – Al san Gerardo il tumore alla prostata viene trattato con le più moderne tecnologie


Monza – Il tumore della prostata è la neoplasia più frequente riscontrata nell’uomo. Oggi però, se diagnosticata precocemente ed opportunamente curata,
non modifica la sopravvivenza dei pazienti. Al fine di rispondere adeguatamente alla necessità di cura è fondamentale coordinare tutte le specialità che sono coinvolte nella gestione di questa patologia.
Presso la Fondazione IRCCS San Gerardo di Monza, l’approccio è oggi multidisciplinare. Il dott. Salvatore Blanco, Direttore facente funzione di Urologia sottolinea: “Esiste un affiatato gruppo di lavoro, che coordino personalmente, costituito da urologi, oncologi, radioterapisti, radiologi, medici nucleari, laboratoristi, patologi, infermieri, che riunendosi periodicamente, garantisce sempre al paziente un percorso diagnostico e terapeutico condiviso e basato sulle più nuove evidenze scientifiche”.
“L’introduzione nelle nostre sale operatorie della piattaforma robotica – prosegue il dott. Blanco – i cui vantaggi sono ormai noti a tutti, ha permesso al reparto di Urologia di poter offrire al paziente anche la possibilità di un intervento di asportazione della prostata con tecnica minimamente invasiva: i risultati raggiunti sono ottimi, tali da averci dato la soddisfazione per aver richiamato pazienti da fuori regione”.
Anche per la diagnosi ci sono importanti novità con l’introduzione dell’esecuzione ambulatoriale delle biopsie prostatiche con tecnica Fusion, che vengono effettuate da un team composto da urologi e radiologi.
“La tecnica Fusion – spiega il dott. Rocco Corso, Direttore della Radiologia Diagnostica per immagini e interventistica – permette di eseguire la biopsia prostatica in modo mirato sulla lesione sospetta sovrapponendo e fondendo le immagini acquisite con la risonan magnetica, visibili in tempo reale con l’ecografia, raggiungendo con questa modalità una maggior precisione del prelievo bioptico con conseguente elevatissima accuratezza
diagnostica”.
“Per le terapie del tumore della prostata – aggiunge il prof. Stefano Arcangeli, Direttore della Radioterapia – abbiamo messo a punto trattamenti di avanguardia che, grazie all’utilizzo di tecniche di imaging (Image guided radiotherapy o IGRT) e di tracking, ossia di monitoraggio in tempo reale del bersaglio neoplastico, permettono di somministrare con estrema precisione e non invasivamente dosi di radiazioni molto elevate con risparmio dei tessuti sani”
“Per quanto riguarda le terapie mediche – conferma il prof. Diego Cortinovis, Direttore dell’Oncologia – oggi sono disponibili terapie anti-ormonali di nuova generazione che, se introdotte precocemente nel decorso della malattia, possono impattare in maniera evidente sulla prognosi di questi pazienti. L’introduzione, inoltre, di trattamenti di combinazione che si affiancano alla chemioterapia possono rendere più efficace la cura anche in malattie più invasive e infine l’impiego della valutazione biomolecolare permette oggi di utilizzare terapie specifiche non chemioterapiche in una quota di questi pazienti comportando, ancora una
volta, un beneficio in termini di spettanza di vita”.
“Presso la Medicina Nucleare del nostro istituto – ricorda il Direttore, prof. Luca Guerra – è possibile eseguire la PET (tomografia a emissione di positroni) con PSMA (Prostatic Specific Membrane Antigene), metodica diagnostica di riferimento per la diagnosi di malattia nei pazienti con recidiva biochimica e in caso di malattia all’esordio in pazienti ad alto rischio di metastasi. Oltre a ciò, tra i futuri obiettivi, vi è l’utilizzo di nuovi radiofarmaci a scopo terapeutico che consentiranno di ampliare le opzioni di cura disponibili per questo tipo di malattia”.
Conclude il dott. Blanco: “L’aggiornamento e la ricerca in campo medico non si devono mai fermare, i programmi di sviluppo futuro su cui stiamo già lavorando al San Gerardo, prevedono studi sui tumori con caratteristiche eredo-familiari, ovvero la ricerca delle mutazioni genetiche che possono predisporre gli uomini alla formazione del tumore della prostata al fine di personalizzare le terapie”



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Monza – Il San Gerardo tra i primi centri in Italia ad eseguire l’ablazione mediante elettroporazione


Monza – La fibrillazione atriale (FA) è di gran lunga l’aritmia cardiaca più frequente. La sua prevalenza è compresa tra il 2-3% della popolazione generale. Solamente
in Europa sono previsti circa 15-20 milioni di soggetti affetti da fibrillazione atriale nel 2030.
Come è noto, il trattamento cardine per la cura della FA consiste nell’isolamento elettrico delle vene polmonari (vasi che mettono in comunicazione l’atrio sinistro del cuore con i polmoni), unica reale possibilità di cura per chi è affetto da questa complessa aritmia. Il recente sviluppo tecnologico degli ultimi 10 anni ha consentito di rendere tali procedure ablative più veloci, efficaci e sicure. La riduzione dei tempi rende possibile trattare più pazienti. Ancora oggi, purtroppo, si opera solamente il 2,8% dei soggetti con indicazione al trattamento ablativo
La Struttura di Elettrofisiologia Interventistica della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori oggi esegue la procedura ablativa della FA con tutte le attuali forme di energia disponibili, scelte in base alla clinica del paziente e alle sue caratteristiche anatomiche (cryoablazione con due differenti tecnologie con peculiarità differenti, laserballoon radiofrequenza).
Recentemente una nuova metodica è venuta ad aggiungersi a quelle già presenti: l’elettroporazione o pulsed field ablation (PFA)
La PFA è un’ablazione di tipo non termico, in cui un campo elettrico crea la formazione di pori nella membrana cellulare. Questo fenomeno si realizza quando un campo elettrico viene applicato in modo pulsato con un’ampiezza tale da generare, in una singola e specifica tipologia di cellule, la formazione di pori nella membrana cellulare.
Questa forma di energia è selettiva per le cellule miocardiche, cioè non ha effetto su altre cellule di organi adiacenti a causa della differente forma geometrica delle loro cellule, riducendo i danni collaterali alle strutture adiacenti. Il campo elettrico generato destabilizza la membrana cellulare con la formazione di nano-pori che determinano prima la fuoriuscita del contenuto intra-cellula e poi la morte cellulare.
L’applicazione di due polsi di energia consecutivi, ciascuno della durata di due secondi, realizzano l’irreversibilità della lesione ottenendo in tal modo un perfetto isolamento elettrico.
L’elettroporazione è una nuova forma di energia che si affianca a radiofrequenza, crioenergia ed energia laser per il trattamento sempre più specifico e selettivo delle aritmie cardiache.
Il suo campo di utilizzo è, per ora, quello delle vene polmonari dell’atrio sinistro per la cura della FA.
“In termini prospettici e in funzione delle sue peculiarità fisiche, la PFA apre una porta verso un trattamento maggiormente estensivo anche per altre forme di aritmie cardiache”, sottolinea il dott. Giovanni Rovaris ( al centro nella foto ), Direttore della Struttura semplice di Elettrofisiologia Interventistica che con il suo gruppo, supportato dal Direttore di Dipartimento Cardio- Toraco-Vascolare, dott.ssa Maddalena Lettino, è tra i primi in Italia ad intraprendere questo nuovo viaggio.

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Monza – Eseguito al San Gerardo uno dei primi casi al mondo dell’asportazione di un neurinoma con un robot


Monza- È uno dei primi casi descritti a livello internazionale di asportarobot-assistita di un tumore del sistema nervoso periferico a livello intrapelvico ed è stato
eseguito dalla Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori.
Un team multidisciplinare composto da ginecologi, neurochirurghi e neurologi ha infatti eseguito l’asportazione di un tumore di un nervo periferico deputato all’innervazione della gamba e localizzato a livello pelvico con l’ausilio del robot, lo strumento introdotto a febbraio al San Gerardo che consente al chirurgo di intervenire in casi di alta complessità con maggiore precisione e modulazione della radicalità.
La paziente di 65 anni, è stata sottoposta a chirurgia laparoscopica mini-invasiva robotassistita, sotto continuo monitoraggio neurofisiopatologico condotto dai neurologi.
Attraverso il monitoraggio è stato possibile mappare le funzioni del nervo invaso da tumore, permettendo all’équipe chirurgica mista la scelta di una asportazione radicale e sicura. La paziente è stata dimessa in prima giornata post-operatoria in pieno benessere.
L’équipe multidisciplinare è stata gestita dal prof. Fabio Landoni, direttore della Clinica di Ginecologia, insieme al dott. Gaetano Trezzi, anch’egli ginecologo, dal prof. Carlo Giussani direttore della Clinica Neurochirurgica, dal neurofisiopatologo dott. Lorenzo Stanzani della Clinica Neurologica, diretta dal prof. Carlo Ferrarese, e coadiuvati da tutto lo staff di sala operatoria.
“La recente acquisizione del robot al San Gerardo – affermano all’unisono i medici coinvolti nell’intervento – sta aprendo nuovi scenari chirurgici presso l’IRCCS San Gerardo all’insegna dell’innovazione, della ricerca e della multidisciplinarietà, grazie al confronto tra le diverse discipline chirurgiche in modo particolare per il trattamento di patologie di confine”.
Infatti, i neurinomi periferici sono neoplasie di competenza neurochirurgica ma la sede intraaddominale e retroperitoneale fanno sì che l’équipe debba essere multidisciplinare


Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori
sede legale
20900 Monza (MB) – Via G. Pergolesi, 33 – Tel.039.233.1 Fax 039.233.9775 – www.irccs-sangerardo.it
P.IVA 12698710964 C.F. 12698710964
coinvolgendo come in questa paziente i ginecologi e i neurochirurghi. La disponibilità del
robot ha reso possibile la collaborazione delle tre équipe per ottimizzare il risultato
oncologico, minimizzare l’invasività e il rischio di complicanze a carico dell’innervazione degli
arti inferiori.

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“Brianza per il cuore”dona al san Gerardo un ecocardiografo per i bambini “delicati”


Monza- L’obiettivo è quello di proteggere i bambini. Nasce da questo inil progetto che con la Diagnostica Cardiologica Ambulatoriale e Cardiologia Pediatrica, diretta
dal dott. Giuseppe Trocino, struttura Dipartimentale del Dipartimento Cardio-Toraco- Vascolare, diretto dalla dott.ssa Maddalena Lettino e grazie all’Associazione Brianza per il Cuore, porterà presso il reparto di oncoematologia pediatrica della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, presso il Centro Maria Letizia Verga, una postazione di ecocardiografia Color Doppler dedicata ai piccoli malati oncologici.
Con i fondi raccolti dall’Associazione Brianza per il Cuore, verrà posizionato un nuovo ecocardiografo dove un sonographer, cioè un tecnico altamente specializzato in ecografia cardiaca e formato nella valutazione del cuore del bambino, potrà effettuare esami d altissimo livello, in sicurezza.
“Da diversi anni ci troviamo ad affrontare una problematica fondamentale nella cura dei bambini affetti da malattia oncoematologica, che ben esemplifica l’approccio
“personalizzato” all’affronto delle malattie cardiache in ambito pediatrico che vorremmo realizzare per tutti i nostri pazienti – sottolinea il dott. Giuseppe Trocino -. È particolarmente importante proteggere questi bambini da possibili infezioni. Per questo vorremmo che i nostri pazienti rimanessero negli spazi a loro dedicati, dove questa attenzione è regola, senza dover condividere corridoi, ascensori e spazi condivisi con tutti gli altri ammalati dell’ospedale che spesso sono ricoverati proprio per problematiche infettive. In sintesi: che fosse l’esame a spostarsi e non il paziente! È un progetto che rispecchia i canoni dell’ospedale costruito sui bisogni del paziente, in questo caso doppiamente fragile in quanto bambino e malato oncologico”.
“L’utilizzo di farmaci antineoplastici spesso produce effetti cardiotossici che possono causare cardiomiopatie progressive e irreversibili – sottolinea la dott.ssa Maria Lucia Boffi, referente per la Cardiologia Pediatrica -. Per tale motivo durante la chemioterapia questi bambini devono essere sottoposti a continui controlli della funzionalità cardiaca mediante

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San Gerardo: istallato il terzo acceleratore lineare. Cure oncologiche sempre più mirate


MONZA – Elevata precisione dei trattamenti e riduzione degli effetti collaterali: l’entrata in funzione del terzo acceleratore lineare, acquisito con i finanziamenti
del PNRR, assicurerà una migliore qualità delle cure oncologiche presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori.
Grazie all’installazione di tecnologie di ultima generazione come il sistema di SGRT (Surface Guided Radiation Therapy) – il nuovo acceleratore lineare, oltre a poter indirizzare il fasci di radiazioni con precisione millimetrica, è in grado di eseguire il controllo del corretto posizionamento del paziente e del bersaglio tumorale durante l’intera erogazione del trattamento.
Il nuovo macchinario permette di ricostruire la superficie corporea del paziente in tempo reale e in alta risoluzione, rendendo possibile una radioterapia “4D” che tiene conto del fattore tempo per gli organi che tendono a muoversi insieme al respiro (come mammelle, polmoni, fegato, pancreas e reni), sincronizzando l’erogazione della dose quotidiana con le fasi della respirazione.
Oggi tutte le prestazioni radioterapiche eseguite presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori utilizzano tecnologie avanzate che permettono di identificare con estrema precisione il target neoplastico e di risparmiare gli organi sani circostanti preservandone la loro funzionalità, offrendo così a ogni paziente un approccio ottimale in relazione al tipo di tumore, alla sua sede ed estensione.
Durante ogni applicazione il trattamento radioterapico è indirizzato e dosato in maniera personalizzata grazie al lavoro di un team specializzato di medici, fisici, tecnici ed infermieri.
Tumori localizzati ovunque nel corpo vengono colpiti più efficacemente, senza penalizzare la funzionalità di altri organi vitali sani spesso molto vicini alla malattia da curare

“La medesima taratura dosimetrica che rende i tre acceleratori lineari macchine “gemelle” – spiega la dott.ssa Elena De Ponti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Fisica Sanitaria – consentirà di evitare sospensioni dei trattamenti in caso di fermo macchina per manutenzione o guasto, garantendo una maggiore continuità terapeutica a vantaggio dei pazienti”
“Il nuovo acceleratore lineare dotato dei sistemi più avanzati di controllo e monitoraggio del paziente – sottolinea il prof. Stefano Arcangeli, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Radioterapia della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori e Direttore della Scuola di specializzazione in Radioterapia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca – si inserisce nel progetto di un’ampia riqualificazione della Radioterapia del San Gerardo, tra i pochi centri pubblici lombardi ad aver completamente rinnovato le proprie apparecchiature negli ultimi cinque anni, mettendo a disposizione del territorio una offerta tecnologica di elevato spessore qualitativo che contribuirà ad aumentare la possibilità di guarigione e cura per i nostri pazienti”.