Camillo Costa una vita spesa a indagare sugli intrecci tra mafia, politica e affari in Seregno e nella Brianza
“Come ricordare la figura di Camillo Costa giornalista d’inchiesta ?
A chi volesse intraprendere il mestiere di giornalista d’inchiesta, la figura di Camillo direbbe che non si tratta di una via luminosa. Non si tratta di far l’opinionista nei salotti televisivi, ma di svolgere un paziente lavoro di ricerca, di studio di documenti giudiziari, di documenti amministrativi, di osservazioni, di scavi, il cui prodotto finale non sarà qualcosa per il quale essere apprezzati o considerati eroi, ma qualcosa di cui è bene, per la propria incolumità, che pochissimi conoscano i veri autori. Lo conobbi quando ricevette minacce di morte e ci fu una querela e un processo.
Lo conobbi quando scavava in vicende torbide, torbidissime, che riguardano la nostra città.(Seregno ndr)
Vivere una vita complessa e rischiosa, camminare sull’orlo di un abisso, abituarsi al contatto costante con il Male.
Proteggere sé stessi, l’integrità dell’animo, vivendo in stanze parallele e chiudendo la porta ogni volta che si abita in una o in un’altra.
Aveva avuto un grande Maestro.
Quel Pier Attilio Trivulzio, detto PAT, che passa alla storia come esperto di inchieste sulla formula 1 ma per il sito Infonodo, creatura di Camillo Costa, si era occupato di ben altro, e per esempio, con numerosissimi articoli, dell’omicidio di Paolo Vivacqua avvenuto a Desio nel 2011.
Sviluppare uno spirito d’osservazione che non ti abbandona mai, né quando cammini per strada né quando scavi con lo sguardo i dettagli di una fotografia che rappresenta una scena del delitto.
Era un uomo ruvido, Camillo, le parole tagliavano come la lama di un coltello, eppure chiunque abbia svolto con lui qualche attività non è, non può essere più, lo stesso uomo, lo stesso essere umano che fu prima di incontrarlo.
Il rapporto costante con il Male è una cosa difficile.
Il momento più difficile di questo suo percorso fu certamente l’incontro con il collaboratore di giustizia Belnome. Ore e ore di colloqui. Racconti agghiaccianti.
Lo aiutai a capire alcuni aspetti della cultura del sud, lo aiutai a capire l’uomo che aveva di fronte.
Per respirare altra aria spesso camminava per boschi e campagne. Una cosa che forse pochi conoscono di lui è la passione che aveva per la botanica e che sapeva
I nomi di ogni pianta di ogni arbusto. Che cos’è questa? Nux avellana. Lo vedi? Tu non sai niente! Era la sua frase più ricorrente: Tu non sai niente.
E’ vero. Chi si accosta a uno scavo come quello deve saper di non saper niente e limare lo scrivere all’essenziale, tagliando con lama affilata ogni fronzolo. Questo lo sapevo anche io. L’eleganza consiste nel togliere.”
Anna Migliaccio
” Camillo era una persona autentica, generosa, instancabile nel suo impegno e profonda nelle relazioni umane.
La sua scomparsa lascia un vuoto che sarà difficile colmare come amico e attento giornalista di inchiesta”
Tiziano Mariani
“Camillo era un gigante buono, gentile e dotato di una cultura straordinaria. Mi ricordo la prima volta che avevo trascorso un po’ di tempo con lui, era il 2009, in centro a Seregno. Ci eravamo incontrati per caso, mi aveva chiamato e si era presentato. Lui conosceva me, perchè facevo politica e io conoscevo lui, perche’ nel nostro ambiente si ipotizzava che fosse lui il blogger e giornalista di inchieste del sito Infonodo. Dopo le presentazioni reciproche, ci eravamo spostati in un bar, lui era con un suo amico, un informatico, un cervellone e insieme abbiamo chiacchierato per un bel po’ di tempo. Alla fine del nostro incontro, lui mi ha detto scherzando: “Ma cosa ci fai tu in politica? Lo sai che vicino a te ci sono alcuni personaggi senza scrupoli, gente che pensa solo ai soldi e al potere, tu non riuscirai a fare nulla e se andrai contro il loro volere, ti faranno male, tanto male.” Non mi aveva fatto nomi, ma le sue parole, mi avevano turbato, spaventato e mi riecheggiavano spesso nella mente. Purtroppo dopo un po’ di tempo, le sue frasi si sono dimostrate profetiche e vere in tutta la loro gravita’. Mi volevano distruggere, con accuse ritenute false dal tribunale qualche anno dopo. In quei giorni terribili, Camillo era venuto a trovarmi in negozio, in quel momento io ero devastato dalle accuse, triste, indebolito e oltraggiato. Lui si era materializzato davanti a me e con il suo vocione mi aveva spronato e incoraggiato dicendomi: “Ti aiuterò io, sarò con te non preoccuparti, saremo in tanti al tuo fianco” e così è stato. Le sue parole mi avevano rincuorato, lui era un “Genio”, aveva una rete di contatti, di conoscenze, di amicizie incredibili. Subito alcuni giorni dopo, Camillo aveva iniziato a informarsi, a scrivere e a collaborare ogni tanto con il sito Infonodo. I suoi articoli creavano dibattiti, scalpore a Seregno e in Brianza. Avevano tentato più volte di fermarlo in ogni modo, alcuni con minacce che lui non denunciava, anzi quando mi parlava, sorrideva e mi diceva: “Luca, ho visto morire mio padre e mia sorella, ho avuto un tumore da giovane, figurati se mi spaventano quattro scalzacani” e giù a ridere, io lo guardavo preoccupato e lui sorrideva tranquillo.
Altri avevano provato a fermare i suoi articoli con le querele, tutte finite in niente, perché come diceva sempre lui, se scrivi la verità non devi temere nulla. Era odiato da alcuni politici locali, uno di questi, gli aveva persino augurato pubblicamente di morire e anche in quella occasione, mi ricordo che in un pranzo conviviale tra me, lui e un altro nostro amico giornalista arrivato da Roma, lui aveva scherzato dicendo: “Mi vuole proprio bene, se mi tira spesso in ballo”. Era fatto così lui, sempre positivo e ironico. Anche quando ci si incontrava, mia moglie ed io, lo ascoltavamo sempre con grande piacere, affascinati dal suo coraggio e dalla sua cultura.
Mi e ci mancherai tanto Camillo! La mia famiglia ed io, abbiamo un debito di riconoscenza con Te! Ti porteremo per sempre nei nostri cuori e ti verremo a trovare nella tua nuova casa in provincia di Piacenza.
Grazie Amico Mio, per tutto quello che hai fatto per me!
Luca Talice
“Quando ripenso a Camillo la prima reazione va al ricordo degli auguri di morte fatte a lui e al sua sito Infonodo, davanti alla telecamera d seregno.tv da un politicante locale, bocciato dai seregnesi in maniera clamorosa e ormai passato nel dimenticatoio. Ma di Camillo ricordo anche la capacità di indagare i fatti fino ai più piccoli dettagli e soprattutto la sua integrità morale. Giornalisti come lui ce ne vorrebbero molti di più.“
Pino Caputo