MONZA – GLI STUDENTI OCCUPANO IL LICEO ARTISTICO NANNI VALENTINI

CronacaCultura

MONZA – GLI STUDENTI OCCUPANO IL LICEO ARTISTICO NANNI VALENTINI

MONZA – ” Se voi l’avete dimenticata ce ne occupiamo noi“. Questo lo slogan che appare sullo striscione che nella giornata di lunedì 25 gennaio è stato posizionato sul cancello dell’istituto d’Arte Nanni Valentini di Monza. Nel giorno della ripresa delle lezioni in aula, dopo settimane di didattica digitale, una ventina di studenti ha simbolicamente occupato ieri 25 gennaio il liceo artistico di via Boccaccio chiedendo un rientro “sicuro”. La manifestazione – secondo quanto annunciato – proseguirà nella notte e nella giornata di oggi martedì.

Oggi un gruppo di studenti e studentesse del LAS Nanni Valentini si è riappropriato del proprio istituto, in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19” comunicano gli studenti in una nota in cui illustrano le motivazioni della protesta.

Stanchi e stanche delle numerose problematiche emerse con la pandemia, o che da anni colpiscono l’istituto Nanni Valentini e per cui studenti, docenti e presidi non hanno smesso di lottare, abbiamo deciso di riprenderci la nostra scuola. E’ ormai nota a tutti la situazione disastrosa dell’edificio, pericolosa sia per gli studenti sia per tutto il personale scolastico; mancanza di spazi per svolgere le attività didattiche adeguatamente, soprattutto in questo periodo di pandemia. Chiediamo che siano stanziati i fondi che aspettiamo da anni per la messa in sicurezza del nostro istituto, ormai siamo ignorati da fin troppo tempo e gli incidenti dovuti alle carenze strutturali del Nanni Valentini continuano a verificarsi“.
Ci state abbandonando: abbiamo diritto a una scuola sicura

Proseguono gli studenti  “Abbiamo diritto a recarci in una scuola sicura, i definanziamenti sull’edilizia scolastica non possono più essere accettabili e la salute degli studenti e di tutto il personale scolastico deve essere salvaguardata. Non possiamo considerare questo rientro a scuola come sicuro” aggiungono. Tra le questioni sollevate la scelta di tornare in presenza al 50% senza investimenti sui test rapidi regolari che ritengono non sia sicura, la mancanza di termoscanner, la carenza nei sistemi di tracciamento e nei i sistemi di areazione. Giudicate insufficienti anche l’aumento delle corse dei mezzi pubblici e gli spazi. Questo rientro per noi non può rappresentare un un miglioramento: la scuola è essenziale e senza darci garanzie di investimenti ci state abbandonando a noi stessi, al rischio di contagio, alla stessa scuola di prima che va riformata da zero.  Il nostro gruppo di studentesse e studenti si è ritrovato a interrogarsi sul fatto che fosse necessario fare un passo avanti rispetto alla narrazione “rientrare o non rientrare”, una narrazione che però non pensiamo sia reale nel momento in cui investire sulla scuola comporterebbe un necessario e consequenziale rientro in sicurezza” si legge nel documento in cui i ragazzi hanno spiegato le ragioni della protesta.

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