Mariani prosegue: “Regione Lombardia, consapevole delle criticità emerse in particolare nell’assistenza di prossimità durante la crisi pandemica, circostanza comune all’intero Paese e a pressochè tutti i sistemi sanitari del mondo di fronte a un virus sconosciuto capace di colpire pesantemente quelle aree di territorio fortemente urbanizzate, ad alta mobilità e a intensa operatività globale, ha approvato una riforma del sistema sanitario regionale e in questi mesi la sta realizzando concretamente. Prima regione italiana a mettere a terra le risorse offerte dall’Europa attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 1,2 miliardi di euro, Regione Lombardia ha aggiunto altri 800 milioni di euro di fondi propri per avviare entro il 2024 218 Case di Comunità e 71 Ospedali di Comunità, oltre a nuovi ambulatori e sostanziosi investimenti in ammodernamento tecnologico di apparecchiature quali ad esempio tac e risonanze. Risorse certe e tempi certi per rispondere alla domanda di maggior attenzione all’offerta sanitaria territoriale attraverso una riforma varata dal Consiglio Regionale, con il voto contrario del Pd, ed avallata nel suo impianto complessivo dal Governo, con il voto favorevole anche dei ministri del Pd“.
Mariani difende l’attività di Regione Lombardia: “Una riforma coraggiosa, capace di ammettere debolezze e intervenire per sanarle, che può finalmente godere di risorse importanti dopo anni di tagli indiscriminati alla sanità.Fra tagli e minori entrate il Sistema Sanitario Nazionale ha infatti perso negli ultimi dieci anni 37 miliardi di euro, secondo quanto emerge dal report dell’Osservatorio GIMBE “Il definanziamento 2010-2019 del Servizio Sanitario Nazionale”. Il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre 37 miliardi, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 (Governi Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, tutti targati Pd) per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla Sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. In termini assoluti il finanziamento pubblico in 10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%)“
Il consigliere prosegue: “I dati OCSE aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media europea sia per la spesa sanitaria totale (3.428 dollari contro 3.980), sia per quella pubblica (2.545 contro 3.038), precedendo solo i Paesi dell’Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media del 37%. Aver gambizzato la sanità italiana per almeno un decennio e poi avere la faccia tosta di sollecitare i cittadini a raccogliere firme per chiedere alla Regione Lombardia di intervenire, quando peraltro lo sta facendo osteggiata dal Pd, è una scelta quanto meno imbarazzante, certo di poco rispetto perl’intelligenza delle persone alle quali ci si rivolge. La questione impellente della grave carenza dei medici di medicina generale è sollecitata da tempo da Regione Lombardia al Governo, insieme con tutte le altre Regioni italiane di qualsiasi colore amministrate, segnatamente al Ministro della Salute Roberto Speranza. Ministro che, con grandecorrettezza e responsabilità, si sta facendo carico di esaminare una proposta di revisioneorganizzativa al fine di consentire alle Regioni di esercitare almeno parzialmente attività dicoordinamento che sino ad oggi non sono di loro competenza. ”