DESIO – ATTICO SEQUESTRATO A MASSIMO PONZONI EX ASSESSORE REGIONALE
DESIO – Un attico di duecentometri quadrati in pieno centro, a Desio è stato sequestrato dai Carabinieri . Un immobile del valore di circa 400mila euro già finito all’asta e acquistato da una società ma di fatto rimasto nella disponibilità dell’ex esponente politico del Popolo delle Libertà in Regione Lombardia, che nonostante il cambio di intestazione ha continuato ad abitarci. Ora però l’ex assessore all’Ambiente Massimo Ponzoni, il “golden boy” della politica brianzola, già condannato in via definitiva nel 2016 a cinque anni per corruzione nell’ambito di una vicenda giudiziaria al centro della quale vi erano anche le tangenti relative al Piano attuativo per un centro commerciale di Desio, dovrà lasciare le stanze di corso Italia. Il provvedimento, a cui hanno dato esecuzione i carabinieri di Desio, è stato emesso dal Tribunale di Milano Sezione Misure di Prevenzione, su proposta dei militari dell’Arma cittadina in collaborazione con i carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano. L’immobile – dove di fatto abitava l’ex assessore regionale imputato anche nel processo Seregnopoli – è ritenuto dal Tribunale di Milano il frutto dell’attività delittuosa. A far scattare il sequestro è stato il “patrimonio disponibile in misura sproporzionata rispetto al reddito” e la ritenuta “pericolosità sociale” del soggetto, presupposti per l’applicazione di una misura che trae origine direttamente dal “Codice Antimafia” per colpire patrimoni ritenuti illecitamente accumulati
Seregnopoli, accuse di corruzione e usura
Massimo Ponzoni risulta imputato insieme all’imprenditore Antonino Lugarà nell’ambito del processo Seregnopoli ( leggi ) per corruzione in concorso con l’ufficiale giudiziario Vincenzo Corso. Secondo l’accusa avrebbe provato a posticipare l’espropriazione di un immobile – quello oggetto del sequestro appunto – intestato a una società riconducibile all’ex politico lombardo. Il nome di Ponzoni accanto a quello del costruttore Lugarà, figura anche nell’ambito di un presunto episodio di usura nei confronti di un imprenditore brianzolo per un affare in Tunisia a cui sarebbe stato prestato del denaro con tassi di interesse ritenuti appunto usurai.
( fonte Milanotoday )
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