SEVESO – NUOVO POLITEAMA: DONO DI UNA BORGHESIA ILLUMINATA ALLA CITTA’
Nuovo cinema Politeama: il dono di una borghesia illuminata alla citta’ di Seveso.
( A. Migliaccio )
SEVESO – Giovanni Benedetti è l’amministratore unico di Idrodepurazione srl che ha sede a Seregno e fa parte (o meglio è stata il promotore) del consorzio IDRO GROUP. Si tratta di una realtà produttiva, industriale, a forte vocazione internazionale, intercontinentale nel campo della depurazione e in generale del trattamento delle acque. Una realtà di rilievo, con fatturato e ampiezza di interventi notevole. Sul sito dell’azienda troviamo, come un biglietto da visita, il codice etico del gruppo, un sistema di valori che rifiuta la corruzione, valorizza le risorse umane aziendali, promuove i diritti umani nel mondo. Lavora con paesi africani per portare acqua potabile, esporta e lavora con la Russia, a Cuba, incontra ambasciatori e capi di governi, con tutta la gamma di soddisfazioni e rischi che questo comporta.
Che cosa spinge la famiglia proprietaria di un gruppo industriale come questo a investire, a fondo perduto, una notevole cifra, per restituire alla città di Seveso il cinema Politeama, ristrutturato negli impianti tecnologici, dotato di tutte le strutture che consentono di utilizzarlo per tutte le arti, dal cinema al teatro alla lirica, ai concerti? La risposta è che si tratta di ragioni affettive.
Quando il direttore artistico Andrea Scarduelli, nel corso della conferenza stampa, chiede al dottor Benedetti di dire qualcosa ai giornalisti su questa iniziativa, l’intervento del proprietario è breve, ma significativo di una visione del mondo. Le due sale della struttura si chiamano rispettivamente ” sala acqua “ quella grande al piano inferiore e ” sala aria “ quella tecnologica multimediale del piano superiore. Aria e acqua, dice, sono i due elementi all’origine della vita. La cultura è l’anima. Giovanni Benedetti non dice altro. Ma pare che basti. Al rinfresco offerto alla stampa ci fa assaggiare un paio di vini. E’ dal sommelier che scopro che sono di sua produzione. Diciamo una seconda attività imprenditoriale coltivata quasi per ristoro dall’altra, principale. Abbiamo scelto il prosecco “mosso” e lo abbiamo apprezzato. Abbiamo provato a domandare a Benedetti quanto è costato questo intervento sul cinema Politeama. Ci ha dato una risposta elegante, tipica di una borghesia a cui il nostro Paese è da tempo disabituato: non lo sappiamo…non abbiamo ancora concluso…tireremo le somme. Un modo per dire che non è importante, perché parliamo di qualcosa che è oltre l’economico, ed è incommensurabile. Del resto, chi scrive, dopo aver dato un’occhiata agli impianti dalle americane, all’acustica, un’idea abbastanza precisa di quanto costano interventi come quelli ce l’ha, ma userà la stessa eleganza del dottor Benedetti, dicendo che è una cifra assolutamente considerevole e in crescita esponenziale, per tutto ciò che comporterà la successiva gestione. Non crediamo che si tratti di mecenatismo, come qualche collega giornalista sussurra, in uno scambio di battute cortesi con la sottoscritta, nel foyer, cioè di quella tendenza a favorire le arti e la letteratura attraverso il sostegno economico, che affiancò all’aspetto della liberalità quello, più interessato, dell’investimento di denaro nell’arte, fu un tratto caratteristico dei principi del Rinascimento e di numerosi papi e sovrani dell’Età moderna.
Dissento su questo, perché il potere politico in questo appartiene a qualcun altro, e l’assessore alla cultura, Luigia Caria, da noi intervistata a sua volta, espressione di un centrosinistra “civico”, si rende ben conto che il sistema pubblico non è in grado di fare quegli interventi e senza questa relazione virtuosa non potrebbe più nulla. Nessuno dei due soggetti, né il politico, né l’imprenditore, è in grado di realizzare da solo l’allegoria del buon governo, raffigurata nel celebre dipinto di Ambrogio Lorenzetti.
Se Einaudi manifestava l’esigenza di far chiarezza sul termine stesso di “borghesia” tanto esso appare confuso, se Pertini incolpava, e giustamente, la borghesia nostrana d’essere “la più gretta, egoistica e meschina di tutte le borghesie d’Europa, ostile a ogni rinnovamento sociale, aggrappata ai residui della feudalità” e se uno statista come Spadolini ne disegnava invece i tratti progressivi, affermando è stata la borghesia, storicamente, a portare l’illuminismo nella società e nella politica, a noi pare che la famiglia che ha fatto questo dono alla città di Seveso, taluni di questi tratti li possieda.
A Seregno il dottor Benedetti è impegnato nella sezione locale del Lions Club.