Cronaca

DESIO – RICCHIUTI ( LeU ) ” LA PEDEMONTANA: UN PROGETTO NATO VECCHIO “

DESIO .-  «Pedemontana, che beffa! Quest’opera rappresenta un vero e proprio supplizio per i lombardi: un progetto nato vecchio, frutto di scelte politiche miopi e anacronistiche, totalmente inadatto alle reali esigenze del territorio. Un’opera faraonica che sacrifica risorse, suolo e salute di chi ci abita» a firmare un giudizio così netto su Autostrada Pedemontana Lombarda sono Lucrezia Ricchiuti e Giorgio Garofalo, la prima Senatrice della Repubblica e candidata per il Parlamento con Liberi e Uguali, il secondo Presidente del Consiglio comunale di Seveso e capolista di Liberi e Uguali in Brianza per la Regione Lombardia.

L’infrastruttura, che si è bloccata a metà, all’inizio della tratta B2, a Lentate sul Seveso, adesso è alle prese con nuove disavventure. Con le dimissioni del presidente Franco D’Andrea, il quinto in pochi anni, e l’annullamento del contratto con Strabag, infatti, non è solo l’autostrada, ma anche la stessa Apl a ritrovarsi ferma a un punto morto.

«Questa è solo una conferma di quanto ho detto più volte – dichiara la senatrice Lucrezia Ricchiuti -: Pedemontana è un disastro, un’opera faraonica che non solo crea danni all’ambiente, al territorio e alla salute dei cittadini, ma che vampirizza risorse economiche enormi, che avrebbero potuto essere utilizzate per ammodernare le linee ferroviarie. Non mi stupisce che Pedemontana abbia rescisso il contratto con Strabag – aggiunge -: mi meraviglia, piuttosto, che ci sia qualcuno, dalla Lega di Fontana al Pd di Gori, ancora convinto che l’opera si farà». «Come se non bastasse, la tratta realizzata è una cattedrale nel deserto! Non è utilizzata da quasi nessuno per i pedaggi spropositati, esattamente come la Brebemi un’altra opera fallimentare che dimostra l’incapacità della destra lombarda», conclude Ricchiuti.  «Non è un caso se i cantieri sono fermi da anni proprio a Lentate: la tratta B2 presenta infiniti problemi di fattibilità, a partire dalla questione diossina – commenta Giorgio Garofalo -. Il terreno, come è stato provato dalle analisi del 2016, è ancora pesantemente contaminato in più punti e, prima di procedere, andrebbe bonificato. Ma le bonifiche fatte bene costano e le risorse finora le ha messe solo il pubblico. Sono cresciuto a Seveso – aggiunge -, ed è forse per questo motivo che mi risulta inaccettabile la superficialità con cui si è affrontato il rischio di contaminazione: questo territorio pretende rispetto per la propria storia, l’ambiente e la salute dei cittadini sono le prime a dover essere tutelate».

«Quest’opera è diventata un supplizio fatto di spreco di risorse pubbliche, promesse di finanziamento che non si realizzano, manager che continuano a cambiare, richieste di fallimento. È giunto il momento che la politica dica una parola chiara sulla vicenda: Pedemontana, nei fatti, è già fallita! Si investa nella riqualificazione della Milano-Meda e sull’ammodernamento delle linee ferroviarie»conclude Garofalo.

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