alessio ariolfo

Cronaca

SEREGNO – CONDANNATO ALESSIO ARIOLFO A 4 ANNI E MEZZO

MONZA – L’avvocato Alessio Ariolfo, ex tenente dei Carabinieri ed ex presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Seregno, è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione ( il pm Walter Mapelli ne aveva chiesti 7 ) L’ex carabiniere era accusato per infedele patrocinio, truffa aggravata e bancarotta fraudolenta.  Nell’accusa anche quella di aver truffato una famiglia di industriali saronnesi ( leggi ) che si erano rivolti a lui per alcune pratiche di contenzioso con altri imprenditori. Ariolfo avrebbe fatto figurare prestazioni in realtà mai eseguite (esibendo una falsa ordinanza con timbri e loghi del Tribunale di Milano) che si sarebbe fatto pagare 100mila euro. Altri 330mila euro li avrebbe incassati con il pretesto di bloccare una procedura esecutiva del tribunale di Bologna, risultata completamente inventata.
Il processo ha visto anche la condanna di un prestanome di Ariolfo, Luigi Giarnera (2 anni con pena sospesa).
I legali dei condannati hanno già annunciato che faranno ricorso in appello contro la sentenza

Cronaca

PROCESSO ALL’EX CARABINIERE ARIOLFO

MONZA – Il processo ad Alessio Ariolfo ex ufficiale dei Crabinieri e avvocato sospeso dall’Ordine Forense di Monza è entrato nella fase dibattimentale. L’Ariolfo è imputato di infedele patrocinio, truffa e bancarotta, reati che sarebbero stati commessi durante lo svolgimento della sua attività come avvocato. In aula c’è stata la deposizione di una delle parti offese, Luca C. appartenente ad una famiglia di industriali di Saronno. I clienti dell’Ariofo hanno dichiarato di aver pagato all’avvocato parcelle di centinaia di migliaia di euro per cause mai portate avanti. Lo stesso avvocato avrebbe anche prodotto una falsa ordinanza con timbri e insegne del Tribunale di Milano al fine di rendere più credibile quanto fatto esposto ai clienti. L’ Ariolfo dopo un primo provvedimento di sospensione emesso dall’Ordine, avrebbe ancora continuato a svolgere la sua professione e questo fatto avrebbe indotto il Tribunale ad emettere nei suoi confronti un provvedimento restrittivo per il pericolo di reiterazione del reato.