Autore: Redazione

Cultura

CESANO-LISSONE-SEREGNO – “PIETRE D’INCIAMPO: PER UNA MEMORIA QUOTIDIANA DELLA SHOAH IN BRIANZA “

CESANO MADERNO – Le Pietre d’inciampo ricordano la persona: il nome, l’anno di nascita, il giorno ed il luogo della deportazione, la data della morte di uno dei deportati nei campi di sterminio. In Europa ne sono state installate oltre 70.000, in oltre 2000 località. La prima a Colonia, in Germania, nel 1992. Si tratta di un piccolo cubo di pietra delle dimensioni di un sampietrino di 10 cm ricoperto su una faccia da una lamina di ottone lucente che riportata impressi i dati della persona deportata; in tedesco Stolpersteine.

E’ questa l’iniziativa creata dall’artista Gunter Demnig quale reazione ad ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. L’inciampo non è fisico, ma visivo e mentale. Costringe chi passa ad interrogarsi sul significato del sampietrino, a ricordare quanto accaduto. In Italia, le prime “Pietre d’Inciampo” furono posate a Roma nel 2010 ed attualmente se ne trovano in varie città tra cui Bolzano, Brescia, Genova, Livorno, Milano, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia. Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig, che posa personalmente tutte le “Pietre d’Inciampo”, ha fatto proprio un passo del Talmud: «Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome».


 Le Pietre d’inciampo: il significato –  Stolpersteine nasce da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, per contrastare l’oblio e le cattive memorie sulla tragedia delle deportazioni nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale. L’episodio decisivo avviene a Colonia nel 1990, quando un cittadino contesta la veridicità della deportazione nel 1940 di 1.000 sinti della città renana, in occasione dell’installazione di un’opera scultorea per ricordarne la persecuzione. Da quel momento Demnig si dedica a costruire il più grande monumento diffuso d’Europa, attraverso l’installazione di “Pietre d’Inciampo.

Le Pietre d’inciampo: il programma –  Sabato 26 gennaio 2019 le “Pietre d’Inciampo” saranno posate anche nel cuore della Brianza, per la precisione a Cesano Maderno, Lissone e Seregno. A Cesano Maderno, alle ore 10.00 sarà onorata la memoria di Arturo Martinelli e la “Pietra d’inciampo” sarà posta in Piazza Arese. A Lissone, alle ore 14.00, i riflettori si accenderanno su Mario Bettega e la Pietra d’inciampo sarà sistemata davanti allo Stadio Comunale Brugola in Via Dante Alighieri, 30. A Seregno, alle 15.30 le “Pietre d’inciampo” saranno installate alla Ca’ Bianca di via Trabattoni, 83 e dedicate ai componenti della famiglia Gani: Giuseppe Gani, Speranza Zaccar, Regina Gani, Ester Gani ed Alberto Gani.

Le Pietre d’inciampo in Brianza: il Comitato –  Le “Pietre d’inciampo” in Brianza aranno posate per iniziativa del Comitato per le Pietre d’inciampo di Monza e Brianza, il cui scopo è quello di  portare a conoscenza, diffondere e realizzare una memoria diffusa dei cittadini della nostra provincia deportati nei campi di concentramento e sterminio nazisti.

Soci fondatori del Comitato sono le Amministrazioni Comunali di Cesano Maderno, Lissone e Seregno; ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) Monza/Sesto San Giovanni, l’ANPI provinciale e l’Associazione Senza Confini, promotore dell’iniziativa.
Possono aderire al Comitato tutti i Comuni della provincia di Monza e della Brianza, le associazioni, le scuole ed i singoli individui.
Verrà affiancato dal Comitato Scientifico, rappresentato da associazioni e da singoli individui, che per affinità con le tematiche rappresentate, siano intenzionati a dare valore e supporto alle iniziative. Potrà inoltre valersi di esperti e di persone e/o associazioni particolarmente sensibili al tema della memoria, delle deportazioni e dei Giusti della Shoah. Il Comitato, allo scopo di rafforzare una memoria comune delle persecuzioni nazifasciste, si impegna a scegliere i nominativi delle “Pietre” sulla base di criteri paritari tra tutti i vari tipi di deportazione e si impegna a proporre annualmente almeno un nominativo. Il presidente è Milena Bracesco, nominata all’unanimità durante l’assemblea costituente svoltasi a Seregno il 14 gennaio 2019, con vice Fabio Lopez e segretaria Roberta Miotto (Associazione Senza confini di Seveso). L’attività ha il patrocinio della Provincia di Monza e della Brianza. Il manifesto di questa prima edizione è stato progettato e disegnato dall’IIS Ettore Majorana di Cesano Maderno ed il nominativo inciso sul sanpietrino è quello del padre della senatrice a vita Liliana Segre, scelto come simbolo di tutti i deportati italiani.

Le Pietre d’inciampo in Brianza: le dediche

 Arturo Martinelli, nato l’1 settembre 1916 a Milano. Nel 1933 si trasferisce a Cesano Maderno dove il padre lavorava all’ACNA. Fu uno dei primi e più attivi collaboratori di Leopoldo Gasparotto, comandante partigiano delle Brigate Giustizia e Libertà della Lombardia. Arrestato alla fine del 1943 per la sua attività politica nell’ambito del Partito d’Azione, a San Vittore ebbe la matricola 546. Fu trasferito a Fossoli il 27 aprile 1944, con la matricola 235, e sistemato nella baracca 18, ancora oggi esistente. Nel campo modenese svolse il compito di “intendente del magazzino”. Sua madre, Ester Adami, lo raggiunse al campo di prigionia per cercare di vederlo, rischiando di essere fucilata dopo che ebbe varcato il reticolato. Arturo Martinelli è uno dei martiri di Cibeno, dal nome della località vicino a Carpi, presso il cui poligono di tiro furono uccisi sommariamente 67 internati del campo. Degli internati fucilati il 12 luglio 1944 circa la metà erano lombardi e di questi, otto erano stati arrestati per la loro partecipazione alla Resistenza in Brianza. Il corpo di Martinelli, contrassegnato all’esumazione con il numero 21, fu riconosciuto dal padre Emilio. È sepolto nel cimitero Maggiore Musocco di Milano, campo 64, detto “della Gloria”, lapide 189. La città di Cesano Maderno gli ha intitolato una via nella zona dove sorgeva il villaggio operaio dell’ACNA.

Mario Bettega, nato il 16 agosto 1918 a Lissone. Era un pilastro della squadra locale di calcio, la Pro Lissone. Lavorava in fabbrica alla Breda di Sesto San Giovanni. L’ambiente operaio favorì la sua decisione di sostenere la Resistenza, in particolare quella nascente in Brianza. Si dimostrò prezioso, asportando materiali dal suo reparto utili nella costruzione di piccoli ordigni esplosivi, confezionati in scatole di carne conservate vuote, che arrivavano dalla Montana, nota fabbrica a Lissone. Era insofferente al dispotismo ed alla prepotenza fascista e questo atteggiamento gli costò l’arresto. Tre uomini irruppero in casa sua il 23 febbraio 1944 e lo arrestarono, portandolo in Villa Reale a Monza per i primi interrogatori. Fu poi trasferito a San Vittore. Il 27 aprile 1944 fu trasferito nel campo di Fossoli ed il 21 luglio fu spostato nel campo di Bolzano. Venne deportato il 5 agosto a Mauthausen, con la matricola 82281. Trasferito in un primo momento a Gusen, fu poi rimandato a Mauthausen, dove morì il 19 marzo 1945 in una delle dieci baracche del sanitatslager, l’infermeria del campo, a causa della fame e dei maltrattamenti subiti.

La famiglia Gani, composta da Giuseppe Gani, classe 1895, sua moglie Speranza Zaccar, classe 1900, e dai loro figli Regina Gani, classe 1926, Ester Gani, classe 1928 ed Alberto Gani, classe 1934. Residenti a Milano e perseguitati per la loro origine ebraica, nel 1943 i coniugi Gani scelsero di riparare a Seregno, benché Giuseppe continuasse a fare la spola con il capoluogo per questioni professionali. I figli furono inizialmente ospitati dalla famiglia Mazza, nei locali sopra l’omonima trancia. Seguì quindi il trasloco alla Ca’ Bianca, considerato un luogo più sicuro, dove la famiglia fu accolta nella casa di Luigi Casati. Nell’agosto del 1944 i fascisti irruppero nell’abitazione e catturarono Speranza Zaccar con i figli, mentre Giuseppe Gani, dopo essere riuscito a far perdere le proprie tracce grazie ad una segnalazione, venne alla fine individuato in zona Dosso, al confine con Albiate. I Gani furono quindi rinchiusi prima a Monza e poi nel carcere milanese di San Vittore, per approdare infine al campo di raccolta di Bolzano Gries, che aveva sostituito quello di Fossoli. Il 28 ottobre 1944 venne registrato il loro arrivo ad Auschwitz. Qui Giuseppe ed Alberto Gani e Speranza Zaccar furono immediatamente gassati, mentre Regina ed Ester Gani superarono la selezione e furono avviate al lavoro come schiave. Destinate poi al lager di Bergen Belsen, di loro non si seppe più nulla a partire dall’11 febbraio 1945

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

ALBIATE – DOMANI 19 GENNAIO IL FUNERALE DI EUGENIO FUMAGALLI, IL TASSISTA EROE

ALBIATE – Si svolgeranno domani sabato 19 gennaio i funerali di Eugenio Fumagalli, il tassista eroe morto nella notte fra sabato e domenica scorsa sulla superstrada Milano-Meda ( leggi )  Le esequie saranno celebrate nella parrocchia di San Giovanni Evangelista con inizio alle 14,30.  Fumagalli abitava a Carugo mentre ad Albiate vive ancora il padre, ex tassista che aveva trasferito l’attività al figlio . Ricordiamo che dopo il tragico incidente la polizia stradale è risalita al responsabile del primo incidente, un 26enne di Lazzate denunciato per omissione di soccorso e guida in stato d’ebbrezza. La morte del tassista  ha suscitato grande emozione: il giorno dopo l’incidente i colleghi del Radiotaxi hanno esposto fiocchi neri in segno di lutto sui loro mezzi. Anche domani si prevede che saranno molti i colleghi che confluiranno ad Albiate per un ultimo saluto.

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

VILLASANTA – PENSAVA FOSSE UNA DONNA MA SCOPRE CHE E’ UN TRANSESSUALE ….

VILLASANTA – Una 21enne ( almeno all’apparenza ) ha chiesto un passaggio ad un automobilista per arriva in piazza Europa . Giunti sul posto la ragazza pare sia entrata da un parrucchiere mentre il ragazzo aspettava fuori . Quando poco dopo è uscita ha chiesto ancora all’uomo se poteva accompagnarla fino a Monza. Non è chiaro come ma pare che in questo frangente la donna abbia palesato il suo stato. Da qui sarebbe nato un diverbio tra i due che è stato notato da alcuni passanti che hanno allertato la Polizia Locale . Una pattuglia giunta sul posto ha chiesto i documenti e siccome la femmina ne era sprovvista è stata condotta dapprima alla centrale operativa e successivamente accompagnata presso gli uffici della Questura di Milano. Al termine degli accertamenti è emerso che sulla sua testa c’erano due ordini di espulsione.

( foto di archivio )

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

VIMERCATE –  INTERVISTA A NUNZIO DEL SORBO, NUOVO DIRETTORE DELL’ASST VIMERCATE

VIMERCATE – In questi primi giorni di avvio del suo mandato il nuovo Direttore Generale dell’ASST Vimercate Nunzio Del Sorbo sta incontrando il gruppo dirigente dell’Azienda, singoli operatori e associazioni di volontariato che operano in ospedale; alcuni giorni fa si è incontrato anche con le organizzazioni sindacali che hanno apprezzato l’iniziativa. Si sta prendendo il tempo necessario per ascoltare, conoscere, capire, ripercorrere anche quanto avviato e realizzato da chi mi ha preceduto”. I propositi di Nunzio Del Sorbo  sono netti: “consolidare e sviluppare l’alleanza fra i nostri ospedali e il territorio; ottimizzare tutte le potenzialità dei nostri presidi ospedalieri che hanno dato, d’altra parte, già prova di un livello avanzato di organizzazione e di offerta sanitaria, per rispondere in modo sempre più appropriato e adeguato ai bisogni e alle aspettative di salute dei cittadini”.

Nunzio Del Sorbo ( nella foto ), s’è insediato a Vimercate, il 2 gennaio di quest’anno. Una curiosità: proprio a Vimercate (un tempo USSL 60), aveva iniziato la propria carriera professionale in sanità. Era il 1981. Da allora il suo profilo di manager dell’organizzazione ospedaliera è cresciuto, segnato da quasi 40 anni di esercizio delle competenze a favore del Servizio Sanitario Regionale. Prima di insediarsi a Vimercate, città in cui vive da diversi anni, è stato nell’ultimo triennio, dal 2016 al 2018, Direttore Generale a Pavia, presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo. Prima ancora, dal 2008 al 2015, ha avuto il ruolo di Direttore Amministrativo Aziendale all’Azienda Ospedaliera di Lecco e, successivamente in AREU, l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza della Lombardia. Dal 1995 al 2018 Nunzio Del Sorbo ha lavorato all’Ospedale San Gerardo di Monza occupandosi di Affari Generali e Legali e di gestione amministrativa complessiva del presidio ospedaliero. In precedenza ha operato presso il San Carlo di Milano e all’USL 75 (oggi ATS di Milano Città Metropolitana), occupandosi di spedalità, personale e organizzazione. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli (per qualche anno ha svolto anche la professionale di avvocato), il neo DG dell’ASST oggi è membro della Delegazione Trattante di Regione Lombardia che opera nell’ambito delle relazioni sindacali. In questo ruolo partecipa, fra l’altro, al confronto regionale sul nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità. Del Sorbo ha svolto tra il 2016 e il 2018 attività di docenza presso la SDA Bocconi- School of Management e il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Ateneo di Pavia. Ha collaborato, altresì, con il quotidiano “Il Sole – 24 ore”, è ha firmato diverse pubblicazioni tecnico-scientifiche.

[wysija_form id=”5″]

Cultura

GIAN MICALESSIN

MEDA – Eva Musci  intervista Gian Micalessin  in occasione della presentazione del libro  “ Sangue di Siria- L’assedio di Maaloula e la caccia ai cristiani ” Editore SIGNS PUBLISHING


La minaccia senza fine del terrorismo islamista dell’ISIS si espande a macchia d’olio, coinvolgendo interamente la Siria, premendo verso l’Occidente, colpendo i cristiani del Medio e vicino Oriente, sconvolgendo i fragili equilibri tra americani e russi. Attraverso le pagine di un fumetto, Gian Micalessin, uno dei principali inviati di guerra italiani, nel mezzo dell’azione racconta la crisi siriana, cosa significhi stare dalla parte dei “cattivi” filo-governativi, la battaglia di Maaloula (la perla cristiana caduta in mano jihadista), il sostegno militare al presidente Bashar Assad contro il terrore delle bandiere nere del Califfato… L’opera è impreziosita dalla presenza di diverse fotografie di Micalessin inserite all’interno delle tavole disegnate e da numerosi articoli e appunti di guerra provenienti dal fronte siriano.

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

SEREGNO – I VIGILI DEL FUOCO TROVANO ANZIANO SOLO MORTO IN CASA DA GIORNI

SEREGNO – Macabra scoperta stamane prima di mezzogiorno da parte dei Vigili del Fuoco che sono entrati in un appartamento di una casa di corte di via Buonarroti: riverso a terra  nel corridoio giaceva un uomo 71enne privo di vita che viveva solo in casa . I vicini non lo vedevano da parecchi giorni ed anche il suo telefono suonava libero senza che nessuno rispondesse . Sul luogo del sinistro sono giunti oltre ai Vigili del Fuoco, i paramedici del 118 e gli agenti della Polizia Locale . Secondo il medico legale intervenuto sul posto la morte dovrebbe risalire ad alcuni giorni fa e sarebbe avvenuta per cause naturali .

( foto di archivio )

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

ALBIATE – POSTINO IN SCOOTER CADE E FINISCE IN OSPEDALE

ALBIATE  – Mancavano pochi minuti alle 8,30 quando in via Viganò uno dei postini che fa servizio in città è caduto sull’asfalto. Pare che l’uomo, un 36enne, in sella allo scooter delle Poste, abbia perso il controllo del mezzo a due ruote, forse a causa del fondo stradale  reso viscido dalla pioggia, e sia rovinato pesantemente a terra . Sul posto è intervenuto il 118 che ha trasferito lo sfortunato al Pronto Soccorso di Carate Brianza. Sul posto anche una pattuglia della Polizia Locale per i rilievi del caso .

( foto di archivio )

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

VAREDO – AUTOSALONE: INCASSAVANO I SOLDI E NON CONSEGNAVANO LE AUTO

VAREDO – . I militari della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione, questa mattina, a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Monza nei confronti di 3 persone, residenti in provincia, indagate per bancarotta fraudolenta. Le indagini delle Fiamme Gialle sono iniziate alla fine del 2017, a seguito del fallimento di un noto autosalone plurimarche ( Antonini ndr ) di Varedo (MB). Su delega della locale Procura della Repubblica, la Compagnia della Guardia di Finanza di Seveso ha eseguito accertamenti, anche di natura tecnica, rilevando una serie di condotte distrattive poste in essere nella gestione dell’autosalone, riconducibile ad una famiglia operante da molti anni nel settore del commercio di auto. I Finanzieri hanno esaminato la documentazione amministrativo-contabile acquisita presso la società fallita, ricostruendo, anche grazie alle risultanze delle intercettazioni telefoniche e delle indagini finanziarie, i comportamenti illeciti ed i ruoli rivestiti, sia formalmente che di fatto, nell’ambito aziendale. L’attività investigativa ha fatto emergere la distrazione patrimoniale dell’intera azienda fallita (avviamento, dipendenti, beni strumentali e immobili) a favore di una nuova società costituita per gestire l’autosalone, nonché di somme di denaro per una cifra complessiva di circa 1 milione di euro. Inoltre, i due amministratori di fatto (fratelli) della fallita risultano aver distratto circa 400.000 euro facendoli confluire dai conti correnti societari ai propri conti personali per asserite attività di consulenza. Le risultanze acquisite dagli investigatori hanno condotto all’emissione da parte del G.I.P. di Monza di misure cautelari personali nei confronti dei responsabili, due dei quali (i fratelli) tradotti in carcere ed uno posto agli arresti domiciliari. Proseguono le indagini dei militari di Seveso, coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza nell’ambito dell’operazione denominata “AUTO FANTASMA”, in merito alle numerose denunce sporte da clienti dell’autosalone che pur avendo acquistato e saldato le autovetture non le hanno mai ricevute in consegna.

[wysija_form id=”5″]

Cronaca

BRIANZA-LOMBARDIA – BONUS FAMIGLIA: CONTRIBUTO DI 1.500 EURO A NUOVI NATI O ADOTTATI

BRIANZA – Da oggi le famiglie con Isee non superiori a 22.000 euro, residenza continuativa in Lombardia da 5 anni e in stato di ‘vulnerabilità’ e ‘fragilità’ (in cui la donna si trovi in stato di gravidanza, o in caso di adozione) possono presentare domanda per ottenere i 1.500 euro del ‘Bonus Famiglia 2019’. Nell’eventualità di gravidanze o adozioni gemellari, il genitore riceverà un contributo moltiplicato per il numero dei figli. La misura è alternativa ad analoghe iniziative comunali e statali.
Lo prevede la delibera approvata il 26 novembre 2018 dalla Giunta della Regione Lombardia su proposta dell’assessore alle Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità Silvia Piani, con uno stanziamento complessivo di oltre 5,4 milioni di euro.
Il ‘Bonus’ – ricorda l’assessore Piani – resterà attivo fino al 30 giugno, è sperimentale ed è stato studiato per allargare la platea dei richiedenti“.
La domanda di contributo può essere presentata esclusivamente online, sulla piattaforma Bandi online (indirizzo www.bandi.servizirl.it), a partire da quando la gravidanza è documentabile. E’ necessario registrarsi o autenticarsi al sito attraverso il Sistema pubblico di identità digitale (Spid) o la Carta nazionale / regionale dei servizi (Cns, Crs), allegando la scheda di avvenuto colloquio
per la valutazione dello stato di vulnerabilità.

Siamo consapevoli – aggiunge l’assessore Piani – dell’importanza di sostenere le famiglie che sono in attesa di un figlio o in caso di adozione. Sulla base delle ‘risposte’ valuteremo quindi se e come rivedere la norma nell’ambito del processo di aggiornamento della legge n. 23/99 in materia di Politiche per la famiglia, per rendere organiche e strutturali le iniziative che hanno riscosso particolare successo e che sono state apprezzate dai concittadini lombardi per efficacia e concretezza“.

Le risorse sono già state assegnate alle Ats, in base al numero di donne residenti, in età compresa tra i 15 e 49 anni, e al numero di nascite risultanti dall’ultimo dato Istat disponibile, secondo questa ripartizione:

Bergamo: 615.903 euro;
Brianza: 650.717 euro;
Brescia: 638.750 euro;
Insubria: 755.189 euro;
Milano: 1.904.203 euro;
Montagna: 175.034 euro;
Pavia: 272.352 euro;
Val Padana: 394.010 euro.

Ricordo – conclude l’assessore Piani – che il compito di istruire le domande, verificare i requisiti e liquidare i contributi nei limiti del budget assegnato, è stato affidato proprio alle Agenzia di tutela della salute(Ats), in collaborazione con la rete dei soggetti pubblici e privati (Comuni, Centri di Aiuto alla Vita, Consultori accreditati e a contratto) presenti nei diversi territori“.

[wysija_form id=”5”]

Cronaca

MONZA – INCIDENTE SULLA A4 – AUTOSTRADA BLOCCATA DIREZIONE MILANO

MONZA  – Incidente stamane poco prima delle 8.30 sulla corsia direzione Milano dell’A4 all’altezza dell’uscita Monza Tangenziale Nord. Nel sinistro sono stati coinvolti tre veicoli pesanti tra i quali un autoarticolato il cui autista è rimasto ferito ed è stato trasportato al San Gerardo di Monza. Pare che abbia riportato la frattura di un femore, è  in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita.  Società Autostrade comunica che  “sull’A4 Milano-Brescia, è stato chiuso il tratto tra l’allacciamento con l’A58 (Tangenziale est esterna di Milano) e Monza, in direzione di Milano, a causa di un incidente avvenuto all’altezza del Km 140 che ha visto il coinvolgimento di tre mezzi pesanti” .
Si consiglia agli utenti provenienti da Brescia e diretti verso Milano, dopo l’immissione obbligatoria in A58 (Tangenziale est esterna di Milano), di percorrere la stessa per raggiungere Milano.; al momento ci sono alcuni  chilometri di coda.  Il traffico viene deviato attualmente sulla seconda e terza corsia. E’ stata istituita l’uscita obbligatoria sulla A58 Tangenziale esterna di Milano, dove si è formata una coda di alcuni km . Sul luogo dell’evento sono intervenuti i soccorsi sanitari e meccanici, oltre alle pattuglie della Polizia Stradale e al personale di Autostrade per l’Italia della Direzione 2° Tronco di Milano.

( foto di archivio )

[wysija_form id=”5″]