luca talice

Cronaca

E’ mancato Camillo Costa giornalista e fondatore del sito Infonodo. In Brianza molti lo ricordano anche per le minacce di morte ricevute

Camillo Costa una vita spesa a indagare sugli intrecci tra mafia, politica e affari in Seregno e nella Brianza

Come ricordare la figura di Camillo Costa giornalista d’inchiesta ?
A chi volesse intraprendere il mestiere di giornalista d’inchiesta, la figura di Camillo direbbe che non si tratta di una via luminosa. Non si tratta di far l’opinionista nei salotti televisivi, ma di svolgere un paziente lavoro di ricerca, di studio di documenti giudiziari, di documenti amministrativi, di osservazioni, di scavi, il cui prodotto finale non sarà qualcosa per il quale essere apprezzati o considerati eroi, ma qualcosa di cui è bene, per la propria incolumità, che pochissimi conoscano i veri autori. Lo conobbi quando ricevette minacce di morte e ci fu una querela e un processo.
Lo conobbi quando scavava in vicende torbide, torbidissime, che riguardano la nostra città.(Seregno ndr)
Vivere una vita complessa e rischiosa, camminare sull’orlo di un abisso, abituarsi al contatto costante con il Male.
Proteggere sé stessi, l’integrità dell’animo, vivendo in stanze parallele e chiudendo la porta ogni volta che si abita in una o in un’altra.
Aveva avuto un grande Maestro.
Quel Pier Attilio Trivulzio, detto PAT, che passa alla storia come esperto di inchieste sulla formula 1 ma per il sito Infonodo, creatura di Camillo Costa, si era occupato di ben altro, e per esempio, con numerosissimi articoli, dell’omicidio di Paolo Vivacqua avvenuto a Desio nel 2011.
Sviluppare uno spirito d’osservazione che non ti abbandona mai, né quando cammini per strada né quando scavi con lo sguardo i dettagli di una fotografia che rappresenta una scena del delitto.
Era un uomo ruvido, Camillo, le parole tagliavano come la lama di un coltello, eppure chiunque abbia svolto con lui qualche attività non è, non può essere più, lo stesso uomo, lo stesso essere umano che fu prima di incontrarlo.
Il rapporto costante con il Male è una cosa difficile.
Il momento più difficile di questo suo percorso fu certamente l’incontro con il collaboratore di giustizia Belnome. Ore e ore di colloqui. Racconti agghiaccianti.
Lo aiutai a capire alcuni aspetti della cultura del sud, lo aiutai a capire l’uomo che aveva di fronte.
Per respirare altra aria spesso camminava per boschi e campagne. Una cosa che forse pochi conoscono di lui è la passione che aveva per la botanica e che sapeva
I nomi di ogni pianta di ogni arbusto. Che cos’è questa? Nux avellana. Lo vedi? Tu non sai niente! Era la sua frase più ricorrente: Tu non sai niente.
E’ vero. Chi si accosta a uno scavo come quello deve saper di non saper niente e limare lo scrivere all’essenziale, tagliando con lama affilata ogni fronzolo. Questo lo sapevo anche io. L’eleganza consiste nel togliere.”

Anna Migliaccio

Camillo era una persona autentica, generosa, instancabile nel suo impegno e profonda nelle relazioni umane.
La sua scomparsa lascia un vuoto che sarà difficile colmare come amico e attento giornalista di inchiesta”
Tiziano Mariani


Camillo era un gigante buono, gentile e dotato di una cultura straordinaria. Mi ricordo la prima volta che avevo trascorso un po’ di tempo con lui, era il 2009, in centro a Seregno. Ci eravamo incontrati per caso, mi aveva chiamato e si era presentato. Lui conosceva me, perchè facevo politica e io conoscevo lui, perche’ nel nostro ambiente si ipotizzava che fosse lui il blogger e giornalista di inchieste del sito Infonodo. Dopo le presentazioni reciproche, ci eravamo spostati in un bar, lui era con un suo amico, un informatico, un cervellone e insieme abbiamo chiacchierato per un bel po’ di tempo. Alla fine del nostro incontro, lui mi ha detto scherzando: “Ma cosa ci fai tu in politica? Lo sai che vicino a te ci sono alcuni personaggi senza scrupoli, gente che pensa solo ai soldi e al potere, tu non riuscirai a fare nulla e se andrai contro il loro volere, ti faranno male, tanto male.” Non mi aveva fatto nomi, ma le sue parole, mi avevano turbato, spaventato e mi riecheggiavano spesso nella mente. Purtroppo dopo un po’ di tempo, le sue frasi si sono dimostrate profetiche e vere in tutta la loro gravita’. Mi volevano distruggere, con accuse ritenute false dal tribunale qualche anno dopo. In quei giorni terribili, Camillo era venuto a trovarmi in negozio, in quel momento io ero devastato dalle accuse, triste, indebolito e oltraggiato. Lui si era materializzato davanti a me e con il suo vocione mi aveva spronato e incoraggiato dicendomi: “Ti aiuterò io, sarò con te non preoccuparti, saremo in tanti al tuo fianco” e così è stato. Le sue parole mi avevano rincuorato, lui era un “Genio”, aveva una rete di contatti, di conoscenze, di amicizie incredibili.  Subito alcuni giorni dopo, Camillo aveva iniziato a informarsi, a scrivere e a collaborare ogni tanto con il sito Infonodo. I suoi articoli creavano dibattiti, scalpore a Seregno e in Brianza. Avevano tentato più volte di fermarlo in ogni modo, alcuni con minacce che lui non denunciava, anzi quando mi parlava, sorrideva e mi diceva: “Luca, ho visto morire mio padre e mia sorella, ho avuto un tumore da giovane, figurati se mi spaventano quattro scalzacani” e giù a ridere, io lo guardavo preoccupato e lui sorrideva tranquillo.
Altri avevano provato a fermare i suoi articoli con le querele, tutte finite in niente, perché come diceva sempre lui, se scrivi la verità non devi temere nulla. Era odiato da alcuni politici locali, uno di questi, gli aveva persino augurato pubblicamente di morire e anche in quella occasione, mi ricordo che in un pranzo conviviale tra me, lui e un altro nostro amico giornalista arrivato da Roma, lui aveva scherzato dicendo: “Mi vuole proprio bene, se mi tira spesso in ballo”. Era fatto così lui, sempre positivo e ironico. Anche quando ci si incontrava, mia moglie ed io, lo ascoltavamo sempre con grande piacere, affascinati dal suo coraggio e dalla sua cultura.
Mi e ci mancherai tanto Camillo! La mia famiglia ed io, abbiamo un debito di riconoscenza con Te! Ti porteremo per sempre nei nostri cuori e ti verremo a trovare nella tua nuova casa in provincia di Piacenza.
Grazie Amico Mio, per tutto quello che hai fatto per me!

Luca Talice

“Quando ripenso a Camillo la prima reazione va al ricordo degli auguri di morte fatte a lui e al sua sito Infonodo, davanti alla telecamera d seregno.tv da un politicante locale, bocciato dai seregnesi in maniera clamorosa e ormai passato nel dimenticatoio. Ma di Camillo ricordo anche la capacità di indagare i fatti fino ai più piccoli dettagli e soprattutto la sua integrità morale. Giornalisti come lui ce ne vorrebbero molti di più.
Pino Caputo

Cronaca

SEREGNO – MINACCE A LUCA TALICE: RIMANGONO SCONOSCIUTI GLI AUTORI

SEREGNO – Era il 9 marzo del 2015 quando Luca Talice ricevette nella cassetta della posta dei suoi genitori una lettera contenente pesanti minacce indirizzate alla sua persona; nello scritto l’autore  faceva riferimento anche alle amicizie intrattenute dal destinatario con alcuni giornalisti televisivi . Ricordiamo che Talice fu protagonista di una vicenda in cui fu accusato di violenza sessuale  da due suoi colleghi di partito: l’accusa, che gli bruciò la carriera politica, alla fine si rivelò un fatto totalmente “inesistente”  ( leggi ) . Talice probabilmente si era messo contro qualcuno che aveva grossi interessi sulla città :  Dario Crippa su ” Il Giorno ” parlava  di “Guerra del Mattone”  e citava un passo delle motivazioni della sentenza di assoluzione  in cui  i giudici scrivevano: «Sta di fatto che all’interno della maggioranza ( Forza Italia – Lega – Amare Seregno – Alleanza Nazionale ) alla guida del comune di Seregno era in atto una vera e propria guerra… quando era stata resa nota la bozza del Pgt. La maggioranza si era divisa in due fazioni, la prima schierata con Talice che si opponeva radicalmente alla trasformazione delle aree verdi in edificabili, la seconda facente capo al sindaco, sostenitore della bozza contenente appunto dette trasformazioni urbanistiche».

Nella lettera di minacce ricevuta da Talice nel 2015 si leggeva  ” Infame, bastardo, traditore se non la smetti con i giornalisti ti tappiamo la bocca noi . Impara a farti i cazzi tuoi carogna infame ” . Il Talice presentò denuncia e sulla vicenda fu aperta un’indagine per risalire ai mittenti della lettera. Purtroppo gli elementi in mano agli inquirenti non sono stati sufficienti all’identificazione degli autori e lo scorso mese di settembre il tutto è stato archiviato .
Talice da noi interpellato ci ha detto: ” Ringrazio gli inquirenti per tutto ciò che hanno fatto . Penso che quelle minacce siano state un modo per tenermi lontano dalla politica, in particolare dalle elezioni del 2015 . Comunque – continua Talice – non era mia intenzione candidarmi perchè non condividevo l’operato politico di alcuni personaggi molto influenti a livello locale

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Cronaca

SEREGNO – LUCA TALICE DEFINITIVAMENTE ASSOLTO DA OGNI ACCUSA

SEREGNO – Luca Talice è stato definitivamente assolto dal Tribunale d’Appello di Milano. Talice era già stato assolto in primo grado dal Tribunale di Monza il 5 giugno 2013 perchè ” il fatto non sussiste ” dall’accusa di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico . Il Pm Alessandro Pepè, che aveva chiesto la condanna a nove anni, successivamente ha presentato ricorso in appello per il solo reato di atti osceni in luogo pubblico. I fatti a cui si fa riferimento risalgono al 2007 allorquando il Talice fu accusato da due giovani padani, Davide Gianobbi e Federica Forcolin.  A far scattare la denuncia per atti osceni fu  un particolare episodio raccontato dalla Forcolin, risalente al 2007. Secondo la giovane, in quell’occasione Talice la obbligó ad avere un rapporto sessuale all’interno della macchinetta per le foto tessere del Comune di Seregno. Dopo l’assoluzione assume sempre più consistenza l’ipotesi che la vicenda Talice fu orchestrata ad arte da una regia occulta per togliere di mezzo politicamente un personaggio che si era opposto agli appetiti urbanistici che sembra legassero a doppio filo alcuni politici e la lobby dei palazzinari . La nostra redazione ha raggiunto Talice telefonicamente che non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione . L’unica cosa che ci ha detto è che appena appresa la notizia il suo pensiero è andato a sua madre e a suo padre che per questa  vicenda hanno sofferto moltissimo .

L’avvocato Luigi Peronetti, che insieme all’avvocatessa Francesca Crippa,  ha difeso Talice ci ha dichiarato :

Ecco il commento dell’avvocatessa Francesca Crippa :

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Cronaca

SEREGNO- ‘NDRANGHETA, MATTONI E IL POLITICO DA ” ELIMINARE “

Strani furti, colpi di pistola e denunce infamanti di stupro

di DARIO CRIPPA – IL GIORNO.IT

SEREGNO – Operazione ‘ndrangheta e corruzione a Seregno, pagina 74 dell’ordinanza a firma del gip Pierangela Renda.

L’assessore Gianfranco Ciafrone ( già salito agli onori della cronaca per una vicenda riguardante la Tassa Rifiuti )  racconta infastidito una scena a cui ha appena assistito: «Io cammino, lo vedo con Tiziano Mariani, davanti al negozio di Luca Talice! L’ottico, famoso che c’ha dato problemi per cinque anni!». A volte per provare a capire le cose, è bene mettere in fila fatti e date. E a Seregno, specie in tema di urbanistica, le cose andavano in maniera un po’ strana, alle volte. Vediamo un po’. Anno 2005. Il nuovo uomo della Lega in paese si chiama Luca Talice: classe 1970, è un giovane ottico, volonteroso ma urbanisticamente ingenuo. Ma in paese piace e trova un certo seguito, tanto da risultare il leghista più votato in quella tornata elettorale. Naturale nominarlo capogruppo. Però Talice è anche un piantagrane. E quando vede certe manovre urbanistiche, si mette di traverso.

Nel 2008 intanto si lavora al nuovo Pgt di Seregno, quello che dovrebbe portare a un mucchio di cemento in più e di consumo del suolo pubblico. E iniziano ad accadere alcuni fatti strani. Marzo, notte: un misterioso furto all’Ufficio Tecnico e dell’Urbanistica. I ladri entrano ed escono dagli uffici ben due volte, e vi si trattengono anche a lungo. Però tralasciano qualsiasi oggetto di valore e l’unica cosa che portano via è un computer. Con tutto il suo contenuto.

Ottobre, Lissone: davanti alla discoteca Noir il segretario seregnese del Carroccio viene derubato. Qualcuno rompe il vetro posteriore della sua auto, ma in realtà non ruba nulla di valore. Prende solo una cosa: la cartelletta con le osservazioni al Piano di governo del territorio di Seregno. «La cosa è abbastanza strana – dichiara la vittima, Riccardo Liviero, – c’erano diverse macchine anche più grosse della mia, eppure sono venuti a colpire la mia Renault Clio quasi a colpo sicuro». Per prendere peraltro solo le osservazioni al Pgt che i lumbard avevano preparato in previsione della discussione del documento urbanistico. Trascorrono pochi giorni, notte fra il 17 e il 18 di ottobre. Contro la macchina di un consigliere comunale di una lista civica, Claudio Busnelli (“Amare Seregno”) vengono esplosi tre colpi di pistola.

Intimidazione? Per qualcuno, come Talice, forse sì, è un brutto periodo quello. Appena un mese prima, un’inchiesta della Polizia provinciale – Star Wars – ha scoperto che diversi terreni della Brianza venivano usati dalla ‘ndrangheta per seppellirci tonnellate di rifiuti, anche tossici. Alcuni di questi terreni, sono proprio a Seregno. Insomma, la situazione è più che opaca e Talice rilascia un’intervista radiofonica dedicata proprio al caso rifiuti. E, a proposito dell’aria pesante che si respira nel suo comune, cita senza timori l’episodio dei tre colpi di pistola esplosi contro l’auto del suo collega di Consiglio comunale.

Apriti cielo. Il sindaco Giacinto Mariani minimizza tutto, e se la prende con i «media scorretti: è un atto di vandalismo» sostiene. Il suo vice Attilio Gavazzi si spinge più in là e avverte: «Quando si è uomini pubblici queste cose purtroppo possono capitare». La vittima, per parte sua, nega pure lui: «Nessun atto intimidatorio, la macchina è rimasta incidentalmente coinvolta». Tre colpi di pistola esplosi «incidentalmente»?

La guerra del mattone a Seregno è in corso. Il nuovo Pgt scalda gli animi. Di ritorno dalle ferie, in piena estate, il vicesindaco Attilio Gavazzi porta con sé il Pgt già bell’è pronto per essere votato. Alla faccia della bozza ancora da discutere. Il capogruppo Luca Talice e i suoi si oppongono: «non si fa così, meglio non correre» dichiarano a tutti i giornali, in Consiglio comunale, nei faccia a faccia. Ingoiato il rospo, si è dunque costretti a rimandare tutto a dopo le elezioni.

Nel 2009 a casa dei genitori di Talice arriva però una lettera. Dentro c’è una foto del figlio, o meglio della sua testa. E alcune frasi minacciose, che si concludono con un consiglio ben poco amichevole: «Non ti ricandidare». Talice però tira dritto. Viene rieletto totalizzando il maggior numero di voti di tutta la tornata. Confermato capogruppo, nel frattempo era diventato anche assessore provinciale alla Sicurezza della neonata Provincia di Monza e Brianza. Talice sembra lanciatissimo. Costituisce la nuova polizia provinciale attingendo a piene mani alla squadra che aveva scoperto il caso Star Wars, i terreni coi rifiuti della ‘ndrangheta, insomma. Anche se dalle intercettazioni dell’inchiesta Infinito si scopre che le cosche, che tentano di infiltrare pesantemente quella Giunta, avrebbero voluto mettere al posto del nuovo comandante della Polizia provinciale un’altra persona. Intanto, il gruppo seregnese del suo partito sembra seguire Talice. E produce un documento sul Pgt in cui si scrive chiaro e tondo: «La bozza di Pgt presentata così non va. Inaccettabile prevedere una cementificazione pari al 10,02%». Insomma, Talice si mette ancora una volta di traverso.

Ma arriva la polpetta avvelenata. Anzi, la bomba. Nell’ottobre di quell’anno due giovani consiglieri leghisti presentano una denuncia che ammazzerebbe chiunque: Talice avrebbe abusato sessualmente, e più riprese, e per anni, di loro due. Lo scandalo esplode qualche mese dopo: 2011, gennaio, Talice riceve dai giornali la notizia delle accuse infamanti presentate contro di lui. Nello stesso giorno la sua fidanzata, oggi divenuta sua moglie, gli annuncia che diventerà padre per la prima volta. Politicamente e per un lungo periodo anche umanamente, Luca Talice è rovinato. Viene isolato. E costretto a dimettersi dal ruolo di assessore. E anche se rimane sino a fine mandato in Consiglio comunale a Seregno, è ormai azzoppato. E fa nulla se due anni di calvario più tardi – nel frattempo il Pgt viene approvato – una sentenza del Tribunale di Monza lo assolve completamente dall’accusa di violenza sessuale perché il fatto non sussiste. Insomma, non era vero niente.

Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, i giudici scrivono: «Sta di fatto che all’interno della maggioranza alla guida del comune di Seregno era in atto una vera e propria guerra… quando era stata resa nota la bozza del Pgt. La maggioranza si era divisa in due fazioni, la prima schierata con Talice che si opponeva radicalmente alla trasformazione delle aree verdi in edificabili, la seconda facente capo al sindaco, sostenitore della bozza contenente appunto dette trasformazioni urbanistiche». Della fazione anti-Talice, fanno parte anche i suoi due giovani accusatori.

E poi ancora più avanti nelle motivazioni: «Non hanno bisogno di essere spiegati i forti ed elevatissimi interessi economici sottostanti alla prospettiva di lottizzazione di numerose aree in passato non edificabili e il conseguente disturbo che Talice rappresentava, avendo dimostrato di potersi opporre a quelle che lui stesso definiva speculazioni e cementificazioni… Talice per le sue posizioni radicali era definito dai suoi avversari “estremista come i comunisti” e aveva ricevuto velate minacce, tanto da fargli temere delle azioni eclatanti nei suoi confronti».

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