Seregno – Il comune perde il secondo ricorso contro “la moschea”. L’associazione Anasr potrà continuare la sua attività

Cronaca

Seregno – Il comune perde il secondo ricorso contro “la moschea”. L’associazione Anasr potrà continuare la sua attività

Seregno – Il Comune di Seregno ha perso anche il secondo ricorso contro l’associazione islamica Anasr e di conseguenza l’associazione culturale potrà continuare a esercitare liberamente la sua attività all’interno dei capannoni della ex Pirelli in via Milano. Il Consiglio di Stato con sentenza depositata, ha confermato quanto già stabilito dal Tar nel 2020 e cioè che, malgrado il luogo sia identificato dal punto di vista urbanistico come spazio artigianale, l’associazione potrà continuare i suoi incontri anche se si tratta di incontri di preghiera .

La vicenda era stata sollevata anni fa dalla Lega, che più volte attaccò l’amministrazione del sindaco Alberto Rossi puntando il dito contro quella che veniva considerata come una moschea abusiva. Il Comune non era rimasto a guardare e diverse volte furono inviati sul posto gli agenti della polizia locale per verificare l’attività svoltaall’interno dei locali . Poi, pochi giorni prima del Natale 2019, aveva chiesto all’associazione culturale “il ripristino della destinazione d’uso, laboratorio artigianale”.

L’associazione culturale islamica aveva risposto con un ricorso al Tar vinto una prima volta . Per i giudici, infatti, la libertà religiosa prevede anche la disponibilità di uno spazio fisico, senza alcuna ingerenza dei pubblici poteri. . Per il Tar, inoltre, l’attività non aveva alcuna incidenza sull’assetto territoriale e sui volumi di traffico urbano.

Successivamente Il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, evidenziando la mancanza di qualsiasi attrezzatura riconducibile ad attività produttiva o artigianale nel capannone ed evidenziando che sui siti internet l’immobile veniva pubblicizzato per incontri di carattere religioso, aperti anche a un numero rilevante di persone.

Il Consiglio di Stato, tuttavia, ha rilevato che il cambio di destinazione d’uso da parte dell’associazione è solo funzionale, senza alcuna esecuzione di opera muraria. Evidenzia inoltre che “una attenta e serena lettura dei verbali della Polizia locale non può che confermare quanto osservato dal Tar” e che non risulta alcun incremento del carico urbanistico, inteso come riduzione dei servizi pubblici, sovraffollamento, aumento del traffico.