Cultura

1 LOMBARDO SU 7 E’ A RISCHIO POVERTA’. CROLLANO AUTONOMI E IMPRENDITORI

 “Il 14,8% dei lombardi è a rischio povertà”. Uno su sette, secondo l’analisi di Roberta Vaia, segretaria regionale Cisl Lombardia, basata sulle dichiarazioni Irpef aggiornate dal Mef (Ministero dell’economia e delle finanze).

I dati 2022 sui redditi (gli ultimi disponibili) elaborati dal centro studi Bibliolavoro su scala regionale e provinciale “sono stati confrontati con quelli dell’ultimo decennio” spiega Vaia. “Le differenze più sensibili si concentrano negli ultimi anni, dopo la pandemia”.

Nel 2022 le dichiarazioni Irpef sono state compilate da 6.912.724 contribuenti, 15mila in meno del 2019, per un totale di poco più di 171 miliardi (7,2 in più) di redditi. Sono aumentati i lavoratori dipendenti (80.858 in più, l’1,3%) e di poco i pensionati (+8.305, lo 0,2%) mentre sono ulteriormente diminuiti sia gli imprenditori (-60.124, -0,9%) sia i lavoratori autonomi (-44.345, -0,6%), confermando il trend degli ultimi dieci anni (-30% per entrambe le categorie). Il reddito medio è salito a 24.762 euro, un incremento di poco più di mille euro dal 2019 (23.664).

“La fotografia che emerge dalle ultime dichiarazioni Irpef è la presenza di tante persone con redditi bassi e una ricchezza concentrata in una fascia più ristretta della popolazione – sottolinea la segretaria lombarda della Cisl –. Il 59,7% dei contribuenti è rappresentato da lavoratori dipendenti e il 36,1% da pensionati mentre gli autonomi (1,5%) e gli imprenditori (2,7%) costituiscono solo una minima parte. Tuttavia, sul fronte del reddito, il 36% dei contribuenti, ovvero i pensionati, vale solo il 30% del totale della ricchezza, mentre l’1,5% degli autonomi pesa il 4,3%. La conferma arriva anche analizzando i redditi medi: oltre 71mila euro gli autonomi e 20mila i pensionati. Guardando alla variazione rispetto alle dichiarazioni Irpef del 2019 dei lavoratori dipendenti emerge un’altra indicazione: a fronte di un incremento dell’1,3% del numero dei contribuenti il reddito è cresciuto solo dello 0,6%. Uno scatto del tutto insufficiente se parametrato al costo della vita”.

A livello provinciale Bergamo e Brescia sono le uniche province lombarde che nell’ultimo triennio hanno visto aumentare il numero complessivo di contribuenti (+1%), mentre Pavia ha subìto la variazione negativa più alta: -1,5%. L’incremento di dipendenti ha interessato tutti i territori toccando a Bergamo e Brescia il valore più alto (+3%) e a Sondrio quello più basso (+0,3%)

Ovunque sono crollati le incidenze di lavoratori autonomi e imprenditori. Pavia (-35%) e Lodi (-34%) hanno perso più autonomi, Brescia e Bergamo si sono fermate a -26 e -28%. Sempre Lodi (-29,4%) detiene la variazione negativa peggiore per quanto riguarda il calo di imprenditori, seguita da Milano (-27,5%). Brescia e Sondrio, invece, hanno contenuto la flessione al 19%. Brescia è la provincia dove la ricchezza complessiva dichiarata è cresciuta maggiormente nell’ultimo triennio (+6,3%), seguita da Bergamo (+5,8%) e Monza (+5%).

Il reddito dei dipendenti è aumentato soprattutto a Bergamo e Brescia (+6%), Mantova (+6,2%) e Milano (+6%), più lentamente a Sondrio (+2,3%), Como (+2,7%) e Varese (+2,8%). Valtellina, Lecco, Brescia e Bergamo sono le province che guidano la graduatoria relativa all’aumento dei redditi dei pensionati (+9%), penalizzati invece a Milano (+4,8%). Segno meno generalizzato invece per la ricchezza di autonomi e imprenditori. Pavia si conferma la peggiore per gli autonomi (-15,4%), davanti a Lodi (-15,2%) e Mantova (-14,4%), Sondrio (-2,3) e Brescia (-3%) quelle con le variazioni meno negative. Como è invece la provincia dove i redditi generati dagli imprenditori sono scesi di più (-15,1%) davanti a Pavia (-14,6%), Brescia (-6,7%) e Sondrio (-9,3%) le meno penalizzate.

Questi da ti uniti alla crescita dei prezzi stanno generando una perdita del potere d’acquisto – analizza la segretaria regionale Cisl Lombardia –. L’azione del sindacato è volta al rinnovo dei contratti di lavoro scaduti da anni e all’aumento della contrattazione di secondo livello. Ma è necessario contrastare la povertà anche con misure di sostegno al reddito da parte delle istituzioni. In Lombardia c’è un sistema ancora molto frammentato e ripartito per categorie: nel 2020 ne erano state contate 64, è necessario accorpare e semplificare l’accesso”.