Salute

Al San Gerardo arriva la Pet Terapy al letto del malato, per favorire il benessere e migliorare la qualità di vita dei pazienti


Monza – I primi risultati hanno già dato esito positivo e il progetto di Pet Therapy, interventi assistiti con gli animali, entra nel vivo.
Con la collaborazione di Dog4Life Ets e il coinvolgimento di LILT Milano Monza e Brianza
(Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e Associazione Don Giulio Farina, la Fondazione
IRCCS San Gerardo dei Tintori promuove la Pet Therapy nei reparti di Oncologia e Nefrologia
portando i cani direttamente “al letto” del malato, nella camera di degenza e nelle stanze di
lavoro degli operatori sanitari.
Il progetto prevede infatti sedute di Pet Therapy individuali rivolte ai pazienti ricoverati e
agli operatori sanitari, programmate con cadenza settimanale della durata di due ore e
trenta ed effettuate da operatori di Pet Therapy (coadiutori del cane) di Dog4Life Ets con i
loro cani.
Gli operatori e i cani qualificati, affiancanti dal personale dell’équipe dei reparti dell’Ospedale
San Gerardo, saranno impiegati quali catalizzatori sociali e mediatori di emozioni nel
processo di relazione con i malati allo scopo di favorirne il benessere e di migliorarne la
qualità di vita: gli animali possono aiutare i malati a sentirsi meno soli, combattere la
depressione, ridurre lo stress e l’ansia del ricovero, offrire svago e distrazione dal dolore e
dalla condizione di malattia, migliorare la qualità del sonno e promuovere i ricordi positivi.
In letteratura sono anche presenti evidenze sull’effetto benefico della Pet Therapy sul
personale sanitario in termini di riduzione dello stress e della fatica emotiva, aumento della
motivazione, dell’entusiasmo e del morale. Proprio per questa ragione sono previste sedute
dedicate ad hoc per il personale, i cui benefici saranno raccolti in uno studio clinico in
collaborazione con la struttura di Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano
Bicocca.


“L’oncologia medica dell’immediato futuro non presenta solo delle sfide per quanto riguarda
la ricerca farmacologica ma anche l’aspetto legato alla qualità della vita nel processo di
sviluppo della patologia oncologica – sottolinea il prof. Diego Cortinovis, Direttore della
Struttura complessa di Oncologia -. L’unione di questi due fattori si sintetizza in questo
programma dove il concetto di cura prevede l’atteggiamento olistico che nel futuro porterà
a risultati molto superiori rispetto ai singoli programmi: prendersi cura di questo aspetto
genera salute”.
“Questo progetto – aggiunge la dott.ssa Lorena Salvini, Responsabile di Area Dipartimentale è stato sviluppato attraverso una forte sinergia tra tutti i ruoli e le professioni presenti in
azienda e non solo. Il supporto del Dipartimento Veterinario dell’ATS Brianza è stato
strategico ed è esattamente questo il modo in cui la sanità attuale deve approcciarsi alla
gestione dei problemi complessi. La vera sfida per la sanità moderna è prendersi cura non
solo dei pazienti ma anche degli operatori sanitari generando un circolo virtuoso di
benessere organizzativo”.
“È fondamentale l’attenzione al paziente ricoverato ma anche al personale che tutti i giorni
affronta la difficoltà di non cadere nel burnout così come per i famigliari del ricoverato –
conclude il Presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori Claudio Cogliati -. Il
cane in particolare è capace di suscitare sentimenti positivi e chi ha un cane in famiglia lo
ha sperimentato”.
Perché un progetto di Iaa-Pet Therapy in ambito ospedaliero
La malattia rappresenta un momento di crisi sia a livello biologico (comportando limitazioni,
sofferenza e disagio), sia a livello psicologico (alterando totalmente il ritmo di vita
dell’individuo malato e dei caregiver). Il paziente ospedalizzato vive tale situazione in modo
traumatico, non avendo conoscenze e strumenti per cogliere pienamente ciò che gli accade
intorno. Le procedure terapeutiche di un paziente rappresentano un aspetto molto rilevante
della malattia: il paziente tende infatti ad attribuire il dolore e la paura delle terapie alle
persone che le propongono e le praticano. Da qui nasce l’idea di aiutare il paziente
ospedalizzato in modo che possa vivere l’ospedalizzazione positivamente, contribuendo al
suo processo di crescita e maturazione. Gli interventi assistiti dagli animali all’interno di
reparti prevedono l’interazione con gli animali, sempre condotti da personale esperto e
qualificato, all’interno di alcuni spazi ospedalieri. Poter svolgere attività divertenti e rilassanti
distrae il degente dalla sua malattia e gli restituisce fiducia nelle sue capacità. Il contatto
con l’animale può risvegliare nei malati la naturale curiosità di toccare, coccolare,
accarezzare, cioè di instaurare un rapporto. Non solo i pazienti, ma anche i famigliari
possono beneficiare da questo tipo di intervento trascorrendo così momenti di svago.


In merito ai benefici sugli operatori sanitari, la Pet Therapy è utile per gli operatori sanitari
poiché aiuta a ridurre stress e ansia, migliorando il benessere psicologico, abbassando i
livelli di stress attraverso il rilascio di ossitocina. Migliora l’umore, favorendo un immediato
aumento di felicità e soddisfazione, fornisce supporto emotivo, aiutando a gestire emozioni
difficili legate a situazioni traumatiche o dolorose. Promuove la socializzazione, riducendo
l’isolamento, facilitando interazioni tra colleghi, previene il burnout, ossia fornisce pause
emotive che favoriscono il recupero psicofisico e migliora la salute fisica, contribuendo a
ridurre la pressione sanguigna e a migliorare la salute cardiovascolare. In generale, la Pet
Therapy aiuta a migliorare il benessere globale degli operatori sanitari in un contesto
lavorativo stressante.
Perché il cane
La scelta su quale animale di compagnia far entrare in reparto è ricaduta sui cani perché il
cane è l’animale più adatto in assoluto negli interventi assistiti dagli animali. I cani sono
generalmente molto socievoli e si fanno toccare ed accarezzare liberamente anche da
estranei. Il tatto e il “toccare” oltre ad essere il sistema primario di comunicazione,
costituisce per l’uomo un vero e proprio bisogno fisico e psichico. Spesso le convenzioni
sociali impediscono di avere un contatto diretto con gli estranei, mentre i cani, al contrario,
si prestano volentieri a questi atteggiamenti, infondendo così a tutti coloro che entrano in
contatto con loro calma e sicurezza sconfiggendo ansia e solitudine. Il cane ha un forte
senso di appartenenza sociale: in natura vive in branco, stabilendo rapporti di dominanza e
sudditanza atti a garantirne la sopravvivenza. Inoltre, utilizza e comprende la comunicazione
non verbale. Per tanto il cane è l’animale che maggiormente interagisce con l’uomo e che
meglio di ogni altro riesce a stabilire con esso un legame intenso e duraturo.