Cronaca

BRIANZA – COSCA CRISTELLO : CHIESTE CONDANNE FINO A 20 ANNI

BRIANZA – I 18 sospettati di far parte della ‘ndrangheta ( leggi )  sono comparsi  davanti al giudice Sofia Luigia Fioretta nell’udienza fissata lo scorso 3 febbraio nell’aula Bunker di via Guido Uccelli di Nemi a Milano. I pubblici ministeri della Dda hanno portato  in aula tutto il fascicolo nato dall’operazione che fu denominata “Freccia” e che aveva riguardato i locali e le discoteche del Comasco, compresa le gestione dei buttafuori delle stesse strutture finite al centro dell’indagine. L’Antimafia di Milano aveva in origine chiesto il giudizio immediato, ma le difese hanno poi preferito optare – con una sola eccezione– per il rito abbreviato. Sul tavolo della Dda, in indagini firmate dai magistrati Sara Ombra e Cecilia Vassena, erano finite contestazioni che parlavano a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi, ma anche di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in arrivo soprattutto dalla Spagna.
Nel mirino l’attività di spaccio, ovviamente, ma anche  la gestione dei servizi di sicurezza dei locali notturni del territorio, discoteche e pub dislocati tra Como, Erba, Cantù ma anche Monza e Milano. Secondo gli inquirenti, la ’ndrangheta controllava i locali notturni (bar e discoteche) non attraverso le proprietà delle quote, bensì con «l’imposizione di ditte di sicurezza di “copertura”, dietro le quali si sarebbero celati soggetti appartenenti alla malavita organizzata calabrese». Condotte che avevano lo scopo ovviamente di fare “business”, ma anche di ottenere fondi da destinare agli affiliati colpiti in questi anni dalle operazioni della Dda e ristretti nelle carceri della penisola: «Tutti i mesi bisogna mandare un regalo agli amici che purtroppo non ci sono più a lavorare con noi – dice un arrestato intercettato – e hanno bisogno giustamente di mangiare, no?».
Tra gli indagati ben otto figurano essere residenti in provincia di Como. A Carmelo Cristello (48 anni di Cabiate, originario di Vibo Valentia), Luca Vacca (37 anni, di Mariano Comense) e Daniele Scolari (33 anni sempre residente a Mariano Comense) – difesi dagli avvocati Simone Gatto, Lorenzo Vendola e Gino Colombo – viene contestato, con Umberto Cristello (nato a Mileto, residente a Seregno, 53 anni) l’appartenenza alla ’ndrangheta.

La pena più alta di 20 anni è stata chiesta per Umberto e Carmelo Cristello, Luca Vacca e Domenico Favasulli, 18 anni per Igor Caldirola, 12 anni per Daniele Scolari, 10 anni per Nicola Ciccia, Luigi Manno e Leonardo Sganga e via via a scendere fino alla pena più bassa di 4 anni e 8 mesi di reclusione. Il 16 febbraio inizieranno le arringhe dei difensori degli imputati e il 24 febbraio la corte emetterà probabilmente la sentenza.

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