Cultura

BRIANZA – PSICOLOGIA DI COMUNITA’: UN PRIMATO DELL’ ASST BRIANZA

BRIANZA  – C’è stata una considerevole lungimiranza da parte di ASST Brianza quando ha deciso di rendere operativo un servizio strutturato al di fuori del Dipartimento di Salute Mentale, ma parte integrante invece dell’offerta territoriale”. A parlare in questi termini è Luisa Meroni, responsabile della Psicologia di Comunità, inserita nel contesto delle Case di Comunità, nelle sedi di Vimercate, Giussano, Cesano Maderno, Lissone.

È un servizio facilmente accessibile: basta un’impegnativa del medico curante con la prescrizione di un colloquio psicologico clinico.

Per quale ragione? Il profilo del potenziale utente e del suo disagio è preciso: si tratta di soggetti affetti da un disturbo emotivo, ansioso, depressivo di grado lieve, senza la presenza di una psicopatologia, che non richiedono, cioè, un intervento specialistico psichiatrico o neuropsichiatrico.

Nei nostri percorsi assistenziali possiamo vivere momenti di difficoltà – racconta Luisa Meroni – per esempio, una crisi adolescenziale, il passaggio alla menopausa o all’andropausa, piuttosto che una separazione, un lutto che non si riesce a elaborare, che pure possono avere un impatto traumatico. Ecco, il servizio di Psicologia di Comunità nasce non solo per aiutare chi vive una situazione di difficoltà, ma soprattutto per procurare benessere, benessere psicologico”.

Sette gli psicologi impiegati ad oggi presso il servizio a cui si affiancano due logopedisti e, prossimamente, ulteriori due psicologi.

“Da ottobre dello scorso anno a oggi – racconta Anastasia Vighi abbiamo visto 300 persone. Nei gruppi di terapia abbiamo in carico una sessantina di pazienti e nei percorsi di sostegno individuale altrettanti. Nello stesso periodo – aggiunge la psicologa – abbiamo erogato circa 3.000 prestazioni”.

Molte le iniziative in programma: “in collaborazione con i pediatri di libera scelta – racconta Meroni- stiamo lavorando sui disturbi del linguaggio che gestiamo con un counceling con i genitori o direttamente con il piccolo Se scopriamo che il bambino ha un disturbo importante lo inviamo, allora, alla Neuropsichiatria Infantile”.

E ancora: da settembre sono previsti incontri nelle scuole sull’educazione alla relazione come forma di prevenzione alla violenza, soprattutto di genere.

“Sempre a settembre – aggiunge Vighi – abbiamo intenzione di promuovere conferenze su tematiche calde per i genitori: l’iperconnessione dei figli, l’uso dei social media, spesso inadeguato, lo stare ossessivo sul computer o il tablet. E poi le difficoltà relative al processo di apprendimento, visto non solo come disturbo specifico, ma come il primo asse nel quale in età evolutiva si manifesta il disagio”.

Infine, in campo c’è anche un convegno intitolato “La vergogna”.

“La vergogna la trovi in tantissime difficoltà psicopatologiche, ma soprattutto è la cenerentola delle emozioni, non viene quasi mai considerata. Si vede la rabbia, la tristezza, ma la vergogna quasi mai” spiega Luisa Meroni.

Nella foto allegata: Luisa Meroni (terza da sinistra) e Anastasia Vighi (prima da destra).