Economia e Lavoro

Economia e Lavoro

Lombardia – Aumentano le liquidazioni giudiziali (fallimenti) : tra i settori più colpiti commercio, servizi ed edilizia

Cinquecento liquidazioni giudiziali tra aprile e giugno corrispondono a una media di 5,5 al giorno. Per trovare un numero più alto, in Lombardia, bisogna tornare al periodo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, epicentro della crisi Covid.

Ma allora i numeri erano in parte gonfiati dalla ripresa dell’attività giudiziaria rallentata nei mesi della prima emergenza sanitaria. Questa volta, invece, i dati diffusi da Cribis, società del gruppo Crif specializzata in informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese, che posizionano la Lombardia al vertice della graduatoria nazionale, suonano come una sentenza con pochi alibi: una liquidazione su quattro ha interessato un’attività della regione.

In Italia, nel secondo trimestre dell’anno, si sono contate 2.292 procedure, il 12,5% in più dello stesso periodo del 2023. La curva in Lombardia ha accelerato più velocemente: +19%. La provincia maggiormente interessata dai provvedimenti che dal 2022 hanno sostituito i fallimenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice delle crisi d’impresa, è Milano con 240 casi.

Seguono Brescia (63), Bergamo (46), Varese (38), Monza (37). Dietro alle prime cinque i numeri si riducono: 18 a Como, 17 a Pavia, 10 a testa a Cremona e Lecco, 9 a Lodi, 8 a Mantova. Ultima è Sondrio con 4.

“I dati sono sintomo del protrarsi di un periodo di incertezza macroeconomica globale che stiamo vivendo – commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis –. Il prolungarsi di una stretta monetaria, che potrebbe allentarsi solo dopo l’estate, e le guerre in Europa e in Medio Oriente, che non accennano a interrompersi, stanno mettendo a dura prova la stabilità e la competitività delle imprese”.

Il settore con il maggior numero di società in liquidazione giudiziale a livello nazionale è il commercio con 779 procedure, seguito dai servizi (508), dall’edilizia (415) e dall’industria (392). Anche in Lombardia lo scenario è simile. Tuttavia, l’incremento massimo rispetto al secondo trimestre del 2023 spetta all’edilizia (+27%).

“Si tratta dell’ennesimo dato che conferma un trend sfavorevole in atto nell’economia del Paese, di cui risente in particolar modo il comparto delle costruzioni, che è importante non trascurare e sottovalutare: in autunno potrebbe tradursi in dati ancor più preoccupanti anche sull’occupazione”, commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi.

L’associazione lamenta difficoltà legate ai rincari delle materie prime, il caos normativo legato al Superbonus e alla cessione dei crediti, i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. “I pagamenti oltre il limite massimo dei 30 giorni imposti a livello comunitario – sottolinea Lombardi – aumentano del 9,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023: persistono problematiche burocratiche che ancora congestionano procedure e pagamenti, a danno delle imprese e della collettività”.

( Fonte Il Giorno – Luca Balzarotti )

Economia e Lavoro

Assicurazione auto alle stelle, ritocchi otto volte più alti dell’inflazione

L’aumento del 10% in un anno supera di gran lunga l’1,3% del carovita. A Sondrio rialzo record del 16,45%, seguita da Como e Brescia

Brianza – Per assicurare l’auto in Lombardia si spendono 506,33 euro, 46 in più di un anno fa. Un aumento del 10% confrontando i prezzi del luglio 2023, con l’inflazione annuale che, seppur in ripresa, fa segnare (solo) +1,3%. Il valore dei premi cresce, in pratica, otto volte tanto il caro-vita. Ma in alcune province la differenza si amplia ulteriormente. Succede ad esempio a Sondrio, secondo i dati dell’Osservatorio Facile.it – Assicurazione.it, il risultato di un confronto di oltre un milione di preventivi forniti dalle principali compagnie assicurative in Lombardia. In Valtellina, rispetto a un anno fa, la polizza Rc auto è salita del 16,45%.

Al secondo posto si trova la provincia di Como, dove le quotazioni sono aumentate del 14,6%, seguita da quella di Brescia (+13,3%). Varese (+12,3%) e Lecco (+11,85%) completano le prime cinque aree della regione dove il rincaro è stato più sensibile. Sotto la media lombarda del 10% si trovano invece le province di Pavia (+9,99%), Milano (+8,93%) e Mantova (+6,67%). Chiudono la graduatoria degli aumenti Monza e Brianza (+6%) e Lodi (+4,24%).

Guardando invece il valore assoluto dei premi, in base alle medie dell’Osservatorio la provincia con l’Rc auto più cara è Milano: qui la richiesta ha raggiunto 524,32 euro. Seguono le province di Brescia (517,52 euro), Pavia (515,74 euro) e Como (514,93 euro). Varese, Cremona e Monza-Brianza chiedono valori simili, intorno ai 495 euro. Le cifre meno alte sono quelle di Lodi (451,36 euro), Lecco (463,87 euro), Sondrio (471,19 euro) e Mantova (475,66 euro)

Il forte rialzo delle tariffe dell’ultimo anno sembra però aver subìto un rallentamento spostando il confronto su base semestrale: l’impennata si ferma al 3,6%, con alcune province che hanno iniziato la fase calante. Lodi (-5,43%) e Mantova (-2,12%) sono i territori dove si intravede una prima inversione di tendenza. Sondrio, che detiene la variazione dei premi più alta dallo scorso luglio, frena al +0,46%, Como passa dal 14,6% all’1,35%.

“Sebbene il mutato contesto economico si faccia ancora sentire sui premi Rc auto, dal mercato iniziano ad arrivare i primi segnali positivi legati al rallentamento dell’inflazione e a una stabilizzazione dei tassi di sinistrosità”, spiega Andrea Ghizzoni, managing director assicurazioni di Facile.it, “Nonostante il contesto sia quindi caratterizzato dall’incertezza, è lecito attendersi una progressiva stabilizzazione dei premi”. La provincia dove la variazione tra il rincaro annuale e quello semestrale è inferiore è Pavia: dal 9,99% rispetto al luglio 2023 scende solo al 7,43% nell’ultimo periodo.

( Fonte Il Giorno – Luca Balzarotti )

CronacaEconomia e LavoroTempo Libero

Sotto l’ombrellone a ogni costo. Ferie estive da indebitati per i lombardi: il 6% in più parte col prestito

 BRIANZA – Cresce il numero di lombardi che non intende rinunciare alle vacanze estive ma, complice l’aumento dei prezzi, non riesce a pagare le ferie in un’unica soluzione. Rispetto a un anno fa, la domanda di finanziamenti è aumentata del 6%.

Secondo il report di Susini Group S.t.P, leader nella consulenza del lavoro, sono 748.333 le famiglie lombarde che hanno chiesto un prestito per un importo totale di 1,7 miliardi.

Milano guida la graduatoria a livello nazionale con 278.333 richieste per una somma complessiva che supera il miliardo: la media pro-capite di 3.800 euro è la più alta. Più vicini, invece, i dati delle altre province, dai 1.620 euro a testa di Pavia – 38.333 richiedenti per poco più di 62 milioni – ai 1.400 di Lecco: 24.167 domande con un importo complessivo di 33,8 milioni. Dentro questa distanza si trovano Bergamo e Como con una media pro-capite di 1.600 euro, Monza (1.570), Cremona (1.550), Lodi, Mantova e Sondrio (1.500 euro), Brescia e Varese (1.450). Guardando invece la domanda, dietro a Milano si trovano Brescia e Bergamo con 91.667 e 78.333 famiglie che hanno un debito da cui rientrare. Varese si colloca al quarto posto con 60.833 richieste, Monza al quinto con 58.333. Nella seconda parte della graduatoria ci sono Como con 39.167 famiglie indebitate per le vacanze estive, Pavia (38.333), Mantova (28.333), Lecco (24.167), Cremona (23.333), Lodi (15.000) e Sondrio (12.500).

La tipologia di famiglia che ha chiesto più prestiti per partire è composta da tre persone. I nuclei con due genitori e un figlio hanno subìto di più l’aumento dei costi che ha investito il settore del turismo ma hanno provato a non rinunciare alle vacanze con un finanziamento da rimborsare con rate mensili.

“Una vacanza di 7 giorni – afferma Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P. – costerà dal 20% al 25% in più rispetto all’estate scorsa. Anche le mete estere a causa degli aumenti del costo dei traghetti e dei voli non sono più convenienti e, in controtendenza con il 2023, si preferisce rimanere in Italia riducendo del 4% i viaggi all’estero”. La spesa media pro-capite per una settimana di ferie sarà di 615 euro, con un incremento del 22% rispetto all’anno precedente.

Secondo l’elaborazione dell’Unione nazionale consumatori su dati Istat, “la stangata vacanza” è determinata dal “record di aumento” legati ai servizi ricettivi e di ristorazione “che rincarano del 4,3% su base annua”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’associazione. “Significa che una coppia con due figli spenderà 106 euro in più su base annua per fronteggiare i rincari di alberghi e ristoranti, una coppia con un figlio pagherà 95 euro in più”.

( Fonte Il Giorno – Luca Balzarotti )

CronacaEconomia e Lavoro

Tredici miliardi e seicento milioni: questa la cifra delle tasse evase in Lombardia

BRIANZA –  Tredici miliardi e seicento milioni. Il valore delle imposte evase in Lombardia rappresenta la punta più alta di un danno che costa all’Italia 84 miliardi all’anno.

L’ultima relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze sull’economia non osservata – quella che l’Istat definisce così perché sfugge all’analisi statistica diretta in quanto illegale – e sull’evasione contributiva (tasse non versate) ha monitorato il periodo tra il 2016 e il 2021. Lo scenario non migliora. Il mancato introito fiscale pesa di più nelle regioni più ricche per redditi e con maggiori attività economiche, prima tra tutte la Lombardia. Qui l’evasione stimata (13,6 miliardi) vale in termini percentuali l’8%, risultato del rapporto tra l’importo evaso ogni 100 euro di gettito tributario incassato. In relazione al valore aggiunto generato a livello regionale rappresenta l’8,4%.

Eppure – sottolinea la Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre che ha elaborato i dati – “con 190 banche dati il Fisco controlla 43 milioni di contribuenti italiani. Sono archivi che raccolgono un numero incredibile di informazioni fiscali che se opportunamente incrociati tra loro potrebbero determinare con grande precisione la fedeltà fiscale di ognuno”. Per avere un’idea, il Fisco conserva ogni anno 2,4 miliardi di fatture elettroniche e 1,3 miliardi di informazioni sui redditi e sui bonus utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per predisporre le dichiarazioni precompilate. “Con un’anagrafe tributaria così particolareggiata, non dovrebbe essere difficile individuare coloro che non pagano le tasse. Come mai, invece, la dimensione economica dell’evasione fiscale in Italia rimane ancora molto elevata? Sappiamo tutto o quasi su chi è conosciuto al Fisco, mentre brancoliamo nel buio nei confronti di chi non lo è“.

Dalle dichiarazioni dei redditi del 2022 – le ultimi disponibili – emerge come in Lombardia ci siano 9.976.509 residenti e 7.439.319 contribuenti Irpef che hanno compilato il 730. Di questi si sa tutto o quasi – indice di ricchezza e persino abitudine di consumi – ma c’è una fetta di 2,5 milioni che non dichiara i redditi (non sempre c’è l’obbligo) e di cui si conosce poco.

L’analisi delle province lo conferma: in ogni zona c’è una fascia di popolazione che non ha compilato né il 730, né la certificazione unica. In provincia di Milano il numero di contribuenti Irpef risulta pari a 2.429.922, 800mila in meno dei residenti. Nel Bresciano hanno inviato comunicazioni al Fisco in 927.113: nella seconda provincia Lombardia risiedono 1,2 milioni. Differenze simili anche nella Bergamasca: 822.954 contribuenti a fronte di 1,1 milioni di residenti. Nelle due aree con popolazioni simili (oltre 800mila), Monza e Varese, i brianzoli vantano circa 30mila contribuenti in più: 652.776 contro 637.257. A Como le dichiarazioni dei redditi sono state compilate da 434.492 residenti, 30mila in più di Pavia (403.145). Chiudono Mantova (305.093), Cremona (266.602), Lecco ( 253.968), Lodi (168.494) e Sondrio (137.513).

( Fonte Il Giorno – LUCA BALZAROTTI )