Cronaca

SEREGNO- A BARZAGHI 130MILA EURO DI RISARCIMENTO ( +ENERGY )

SEREGNO – Mario Barzaghi ( nella foto ) titolare della Effebiquattro, azienda leader nella produzione di porte, aveva chiesto 27 milioni di euro di risarcimento danni in seguito alla nota vicenda della “+ Energy ” ( articolo de L’Espresso ) ma la giustizia  gliene ha riconosciuti solo 130mila. Così ha deciso il Giudice del Tribunale Civile di Monza, nella causa intentata da Barzaghi  nei confronti di Fabrizio Gatti giornalista de L’Espresso . La sentenza di primo grado è stata emessa lo scorso 26 aprile e i legali del giornalista hanno già annunciato che ricorreranno in appello.  Gatti è stato denunciato dall’imprenditore in seguito alla video intervista realizzata nell’ufficio di Barzaghi, durante la quale chiedeva spiegazioni sulla ditta +Energy e sui rapporti commerciali di quest ultima con la società partenopea Simec posta sotto sequestro per vicinanza alla mafia. Nella sentenza il giudice monzese ha riconosciuto un danno alla reputazione di Barzaghi ma ha escluso viceversa quelli biologici e patrimoniali per le sue aziende. ( comunicato stampa Barzaghi )

Barzaghi e la figlia Giovanna di contro sono stati denunciati dal Gatti per violenza privata in concorso  ( leggi ) avvenuta sempre durante l’intervista realizzata  all’interno degli uffici della Effebiquattro . In quell’occasione davanti alla videocamera del giornalista Barzaghi aveva perso le staffe e con minacce verbali aveva chiesto al Gatti di consegnargli la cassetta della registrazione . Il giornalista aveva potuto uscire dall’azienda solo dopo l’intervento del capitano dei Carabinieri Luigi Spenga . L’udienza del processo penale contro Barzaghi e figlia si terrà il prossimo 12 luglio.

Presso il Tribunale di Monza sono ancora aperte  le cause civili intentate dall’ex sindaco, Giacinto Mariani ( leggi ) e dall’ex comandante locale dei Carabinieri, Luigi Spenga, che subito dopo la vicenda fu trasferito dalla Compagnia di Seregno a Genova. Sia Mariani che Spenga hanno denunciato il giornalista per il presunto discredito provocato dalla pubblicazione con particolare riferimento  all’ accostamento dei loro nomi fatto con personaggi legati alla malavita.

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