Cronaca

SEREGNO – OPERAZIONE ” ABBRACCIO ” ARRESTATA UNA DONNA DI ORIGINE ROMENA

SEREGNO – I Carabinieri di Seregno hanno rintracciato e dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 09 giu 2021 dal tribunale di Verona-di una 25enne cittadina rumena, ivi residente, domiciliata in città,  in via parini, coniugata, nullafacente, pregiudicata per reati contro il patrimonio. L’esecuzione odierna si colloca nell‘ambito dell’operazione “Abbraccio” della Compagnia CC di Legnago (Vr) Assolte le formalità di rito, la donna è stata associata presso la casa circondariale di Milano – San Vittore.

L’operazione “Abbraccio” è iniziata stamane ad opera dei carabinieri di Verona che hanno eseguito 23 arresti tra Cantù, Bologna, Roma, Rho, Milano e Seregno di altrettanti appartenenti ad una banda specializzata in furti ad anziani e altre 25 sono state denunciate: sono tutte responsabili di una sessantina di colpi. Gli indagati sono di etnia rom, di età compresa tra i 20 e i 45 anni, residenti in Romania e dimoranti nel nord Italia. Le indagini sono state avviate dall’Arma di Legnago nell’ottobre 2019 che aveva scoperto in quel comune la base logistica della banda i cui capi fornivano supporto con 12 abitazioni, 55 autovetture intestate a prestanome o immatricolate all’estero. I carabinieri si erano insospettiti per la presenza di un numero consistente di donne che erano state arrestate in varie città italiane per furti agli anziani e che erano ai domiciliari in alcune abitazioni di Legnago, dove avevano la falsa residenza. Nelle case, affittate da un membro della banda al vertice dell’organizzazione, andavano a vivere i familiari che si occupavano di trovare nuova manodopera tra altre donne che ogni giorno venivano accompagnate nei luoghi frequentati da anziani: dopo aver colpito la vittima sfilandole i monili in oro oppure l’orologio di pregio che portava al polso, le malviventi fuggivano con un auto guidata da un complice. Durante le indagini sono state arrestate altre tre persone per rapine a Schio, in provincia di Vicenza, e Follonica, in provincia di Grosseto, per un provvedimento restrittivo emesso dalla magistratura della Germania

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