Antonio Lugarà

Cronaca

SEREGNO – L’IMPRENDITORE ANTONIO LUGARA’ E’ STATO SCARCERATO

SEREGNO – L’imprenditore Antonio Lugarà arrestato lo scorso 26 settembre ( leggi ) è stato scarcerato per “mancanza di gravi indizi”di colpevolezza nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione che ha azzerato il Comune di Seregno. Il Lugarà era dapprima stato trasferito   in ospedale ( leggi ) per motivi di salute e ha lasciato il carcere di Opera nella serata di ieri giovedì 19 ottobre dopo che il Tribunale del Riesame  ha  accolto il ricorso per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare presentato dal legale Luca Ricci. Lugarà era stato arrestato insieme all’ex sindaco di Forza Italia Edoardo Mazza, al consigliere comunale Stefano Gatti di Seregno e al giussanese Giuseppe Carello (tutti ai domiciliari).

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Politica

SEREGNO – L’AREA DELL’ORTO PULLMAN E IL DIRIGENTE SUICIDA

Il ruolo di Calogero Grisafi nel Piano Attuativo dell’area ex Dell’Orto Pullman

( di Anna Migliaccio )

Sono ormai di pubblico dominio le 225 pagine dell’ordinanza del Gip  Pierangela Renda a carico di politici e di tecnici del comune di Seregno, con le ipotesi di reati  in atti riferiti a due pratiche urbanistiche. Nelle pagine dell’ordinanza compare , a più riprese, sia nell’elenco degli indagati sia, in parole strazianti, nelle intercettazioni ambientali, il nome del defunto dirigente del comune di Seregno, Calogero Grisafi. Il reato contestato  è il medesimo che colpisce altri funzionari: avere avallato una delibera (quella riferita alle aree ex Dell’Orto pullman ) di Piano Attuativo che era illegittima. Illegittima nel procedimento, perché doveva essere una delibera di Consiglio comunale, mentre fu approvata in Giunta. In danno erariale, perché condotta a vantaggio del singolo privato, con mancati introiti per il comune per una quota di oneri di urbanizzazione di almeno 25.000 euro. Abbiamo preso in esame alcuni aspetti della delibera 147/2015 ( vedi ) , una delle due delibere di Giunta comunale oggetto dell’inchiesta. Nella delibera, datata 30 luglio, risultano assenti gli assessori Marco Formenti e Giacinto Mariani. La data coincide con il periodo estivo, ma sarà compito della magistratura e degli inquirenti eventualmente approfondire le ragioni di questa assenza.

Giacinto Mariani ( ex sindaco ed ex vice-sindaco di Seregno ) intervistato in questi giorni dice di  “non temere l’inchiesta giudiziaria e che se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare”.

Nelle pagine dell’ordinanza del GIP risulta che nello stesso periodo, con un esposto, Giacinto Mariani aveva denunciato il dirigente Grisafi, per presunte condotte non conformi ai doveri d’ufficio. Come è noto, Calogero Grisafi, ex dirigente del settore pianificazione e territorio è morto  suicida a Seveso nel settembre del 2015  ( vedi )  Si scopre che il suicidio del funzionario è avvenuto in una abitazione che gli era stata messa a disposizione, in circostanze non del tutto chiare, da soggetti collegabili  all’impresario Antonio Lugarà.

Nel suo percorso lavorativo il Grisafi fu vittima di mobbing, licenziato prima e poi reintegrato nelle funzioni. Che si trattasse di mobbing ad opera di Giacinto Mariani, Sindaco nella precedente legislatura, lo dice la sentenza del Giudice del Lavoro, non è una nostra opinione. Il comune di Seregno ha subìto notevoli danni economici dalla azione vessatoria condotta contro il dipendente.

Degli atti amministrativi che corredano la delibera n.147 ci ha colpito un verbale datato 5 maggio 2015 (il verbale contiene un refuso) che riguarda la commissione consiliare permanente del territorio (vedi ). Alla commissione era presente Grisafi, che ancora rivestiva  la qualifica di dirigente del Settore territorio, Edoardo Mazza assessore all’urbanistica , l’architetto Marco Cajani ( consigliere comunale ), l’ingegnere Piergiorgio Borgonovo ( consigliere comunale ), l’architetto Claudio Mainardi ( consigliere comunale ) e altri come si legge consultabile nell’allegato . E’ evidente in questo verbale il ruolo avuto dal   Grisafi nella pratica. Il Grisafi aveva scritto chiedendo diversi pareri circa l’interpretazione dell’articolo 15 del Piano delle regole. Si era confrontato con l’allora segretaria comunale Lucia Amato. Entrambi ritenevano che per quella pratica fosse necessario un passaggio in consiglio comunale. Molti sono gli aspetti oscuri della vicenda e di essi non possiamo dare alcuna interpretazione arbitraria, considerato che non tutti gli atti sono pubblici e consultabili. Quelli che abbiamo esaminato ci appaiono importanti perché evidenziano una situazione di conflitto tra il funzionario dipendente pubblico  e i politici.

Molte domande aperte  forse troveranno risposta al termine dell’inchiesta in corso: Grisafi era cosciente che l’appartamento dove abitava nell’ultimo periodo in Seveso, era riconducibile al Lugarà?  ( Come riportato nell’ordinanza  del GIP l’immobile era intestato ad un commercialista ) . Alle pagine 9 e 10 si racconta anche che il defunto dirigente aveva una vita privata imbarazzante:   si legge della sua frequentazione di donne di origini slave e di loro sodali, incontri  che avvenivano anche negli uffici del Comune. Queste stesse notizie risultano anche nelle pagine seguenti delle intercettazioni ambientali riportate sull’ordinananza. Ne riportiamo alcuni stralci dove le conversazioni tra il Sindaco Edoardo Mazza e il costruttore Antonio Lugara’ si riferiscono alla presunta condotta tenuta dal Grisafi negli uffici e presso l’abitazione di Seveso:

Ha un po’ rotto il cazzo eh?” dice Lugarà  “Te lo devi togliere dai coglioni…ascolta me. Noi non ci siamo detti niente eh!” dice Edoardo, “… Sì mi da fastidio, si porta in casa anche i Rom, gente con le ciabatte….uno schifo!” dice Lugarà, “adesso gli dò pochi giorni….se vuole lasciare qualche mobile qua sotto….sono andato al maneggio e gli ho detto che se ne deve andare. Ma dove va? In mezzo alla strada? In mezzo alla strada. Sono cazzi suoi” “Si deve dimettere…che umiliazione- Molto umiliazione!”

Le conversazioni fanno esplicito riferimento alla emarginazione del Grisafi dal proprio ruolo dirigenziale. L’accostamento sinottico tra i diversi atti porta almeno qualche dubbio. Il ruolo del Grisafi evidenziato dal verbale, la sua insistenza per un intervento del Consiglio comunale ha qualche cosa a che fare con la messa a disposizione senza contratto di un appartamento? Secondo il GIP si tratta di un atto corruttivo del costruttore nei confronti del funzionario. La denuncia contro il funzionario da parte di Giacinto Mariani e il tenore delle intercettazioni ambientali trovano, alla luce di questi atti, una diversa interpretazione? Che  il funzionario desse fastidio per il suo modo di applicare la norma o almeno di provarci?

Siamo nell’estate del 2015. A settembre dello stesso anno 2015, in quell’appartamento di Seveso, Calogero Grisafi assume grandi quantità di psicofarmaci  e lascia questo mondo ( leggi ) . Alla cerimonia religiosa, il sindaco Mazza intervistato da Seregno.tv tesseva gli elogi del suicida,  parlava di lui come di uomo colto e competente:”

Ad oggi Edoardo Mazza ex sindaco è ancora agli arresti domiciliari mentre il ruolo di Giacinto Mariani nell’intera vicenda è ancora oggetto di indagine, come quello degli altri protagonisti di questa triste storia.

Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare? Certo, lo speriamo tutti.

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Cronaca

SEREGNO – ANTONIO LUGARA’ LASCIA IL CARCERE. SARA’ TRASFERITO IN UN OSPEDALE

SEREGNO –  Antonio Lugarà  ( nella foto a dx ) il costruttore 64enne arrestato il 26 settembre scorso nell’inchiesta della Procura di Monza per corruzione con voto di scambio all’ombra della ‘ndrangheta per l’urbanistica al Comune di Seregno sarà  trasferito dal carcere di Monza in una struttura ospedaliera per detenuti. Lugarà aveva chiesto, attraverso il suo legale, l’avvocato Luca Ricci, di venire scarcerato per motivi di salute. Il gip  del Tribunale di Monza Pierangela Renda dopo che una perizia medica chiesta dalla difesa dell’indagato ha dichiarato incompatibili con la detenzione in carcere le condizioni di salute del costruttore, sofferente di patologie croniche aggravate da un recente intervento chirurgico,  ha deciso per il suo trasferimento in una struttura ospedaliera per detenuti che sarà decisa dalla direzione della casa circondariale. Durante l’interrogatorio di garanzia il 64enne costruttore ha negato le accuse.

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Cronaca

SEREGNO- SCIOGLIMENTO DEL CONS.COMUNALE PER MAFIA?

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE PER MAFIA? IL RISCHIO ESISTE

SEREGNO -Probabilmente per non essere ricordati come  gli artefici dello scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose, è possibile che le forze di maggioranza ( Forza Italia, Lega, Amare Seregno e Fratelli d’Italia ) decidano  di presentare le dimissioni in massa .
Un escamotage  per evitare il rischio dello scioglimento da parte del Prefetto. Con una campagna elettorale ravvicinata  sarebbe più conveniente  dimettersi  che essere ricordati tra coloro che hanno fatto iscrivere la città  negli annali di storia come un comune del Nord sciolto per mafia.
Il sindaco Mazza rischia di passare alla storia  come colui che ha contribuito a scrivere la pagina peggiore  della storia di cittadina . Pagina alla quale hanno collaborato anche Giacinto Mariani ex sindaco leghista che potrebbe essere interdetto dai pubblici uffici, l’assessore Gianfranco Ciafrone già oggetto di provvedimento di interdizione, il consigliere comunale di Forza Italia Stefano Gatti , arrestato, oltre a dirigenti e funzionari comunali che,  pur vedendo cosa succedeva, hanno sempre taciuto .
Afferma il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Salvatore Bellomo parlando di Seregno : “E’ emerso il ritratto di un’amministrazione intera supina agli interessi dell’imprenditore che voleva realizzare un supermercato dove proprio non si poteva fare. L’amministrazione comunale di Seregno ha emesso una serie di atti illegittimi. Desolante il silenzio dei dirigenti: funzionari che hanno il dovere di segnalare ipotesi di reato si prostrano all’amministrazione politica del momento fregandonese dei loro autonomi poteri. Non stiamo parlando di un classico esempio di corruzione con scambi di soldi, ma di una forma molto più sottile e pericolosa: il reperimento fraudolento di consensi elettorali”.

In queste ore sembra che il sindaco Edoardo Mazza  stia pensando di dimettersi  e se decidesse in tal senso firmerebbe il suo ultimo atto venerdì pomeriggio, quando sarà interrogato dal Gip del Tribunale di Monza. Questo almeno  è quanto  ha fatto sapere  il suo legale Antonino De Benedetti.

Di diversa opinione il vice sindaco, Giacinto Mariani che con  tutta la Giunta, sarebbe per una continuazione della legislatura ed una prosecuzione  del governo della città.

 

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Cronaca

SEREGNO – TALPA IN PROCURA : FORNIVA INFORMAZIONI AI MAFIOSI

SEREGNO – Ha un nome la talpa che forniva informazioni riservate ad Antonio Lugarà ( arrestato ) su operazioni riservate condotte dalla procura. Si chiama Giuseppe Carello ( arrestato ), originario di Vibo Valentia e residente a Giussano.  Il Carello   è stato consigliere comunale Udc per 10 anni e nominato Cavaliere della Repubblica nel 2010 dall’allora Presidente Napolitano. Dipendente   dipendente dell’ufficio Sdas in tribunale ha passato informazioni riservate all’imprenditore Antonino Lugarà e ai politici seregnesi coinvolti nell’indagine.”Traditore” l’ha definito il pm Salvatore Bellomo. E’ accusato di rilevazione di segreti d’ufficio.
Gli investigatori della Dda arrivano al suo nome (e al suo ruolo) dopo l intercettazione di una telefonata dell’imprenditore Lugarà che gli chiede di controllare a che punto fosse un suo esposto inoltrato per questioni edili a Seregno. Digitando il nome di Lugarà, Carello scopre che è in corso un’indagine per corruzione a suo carico (e di politici, compreso il sindaco Mazza, e funzionari comunali seregnesi).

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Cronaca

SEREGNO – IL SINDACO EDOARDO MAZZA AGLI ARRESTI DOMICILIARI

SEREGNO – Un terremoto giudiziario scuote l’amministrazione comunale di Seregno. Agli arresti domiciliari per corruzione è finito il sindaco in persona, il forzista Edoardo Mazza. Sotto accusa i suoi rapporti con il costruttore Antonio Lugarà (in carcere), considerato uomo vicino ad esponenti della ‘ndrangheta. L’ipotesi sostenuta dai pm di Monza Giulia Rizzo e Salvatore Bellomo è che l’imprenditore abbia ottenuto la concessione di un’area del comune brianzolo, la cosiddetta area «ex Dell’Orto», sulla quale realizzare la costruzione di un supermercato, come contropartita del sostegno e consenso elettorale procurato al sindaco di centrodestra durante la campagna elettorale del 2015. Agli arresti domiciliari anche un consigliere comunale di Seregno, e inoltre sono state emesse tre misure interdittive all’esercizio di pubblici uffici, una delle quali riguarda l’assessore Gianfranco Ciafrone.

Avvocato civilista, 38 anni, Edoardo Mazza è stato eletto nel 2015 nelle fila di Forza Italia alla carica di sindaco di Seregno, paese di 45mila abitanti in provincia di Monza. Per la sua elezione Lega e Forza Italia si sono compattate per sostenerlo. Molto attento ai social network, Mazza ama comunicare servendosi di Facebook. In alcuni di questi interventi, si è distinto per aver preso in mano un paio di forbici quando parlava degli stupratori di Rimini, o per le sue campagne contro i mendicanti, invitando i suoi cittadini a non dare l’elemosina per scoraggiare il loro arrivo in città.

La solidità della coalizione di centrodestra ha mostrato i primi scricchiolii tra maggio e giugno di quest’anno, con le dimissioni del leghista Davide Vismara da segretario di sezione, alle quali sono seguite quelle della collega di partito Barbara Milani da assessore alla Pianificazione territoriale ed all’edilizia privata e poi quelle di due consiglieri comunali, anch’essi del Carroccio. Una «fuga» che alla luce dell’esecuzione della misura cautelare emessa nei confronti del primo cittadino dal tribunale di Monza per corruzione, suona oggi come una presa di distanza preventiva.
Quello di Edoardo Mazza fa parte di una serie di arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria, scattati all’alba di martedì nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano. In tutto, 27 misure cautelari: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive, firmate dai gip Pierangela Renda e Marco Del Vecchio. Le accuse: associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. L’inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei pm della Dia Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccassini, rappresenta una costola dell’indagine «Infinito», che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle «locali» ‘ndranghetiste in Lombardia. Sono stati identificati i boss della locale di Limbiate, ed è stato sgominato un sodalizio dedito al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, con base nel Comasco, composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (RC), legati a cosche di ‘ndrangheta di notevole spessore criminale


 

LEGIONE CARABINIERI “LOMBARDIA”
Comando Provinciale di Milano

Comunicato Stampa

MILANO – MAXI BLITZ DEI CARABINIERI CONTRO ‘NDRANGHETA, TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI E CORRUZIONE. 27 MISURE CAUTELARI IN CORSO DI ESECUZIONE

È in corso, dalle prime ore dell’alba, nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Pavia e Reggio Calabria, una vasta operazione di contrasto alla ‘ndrangheta condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, in esecuzione di 3 provvedimenti applicativi di misure cautelari personali emessi nei confronti di 27 soggetti dal G.I.P. del Tribunale di Milano – Dott. Marco Del Vecchio, su richiesta delle Dottoresse Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Sara Ombra della locale Procura Distrettuale Antimafia, e dal G.I.P. del Tribunale di Monza – Dottoressa Pierangela Renda, su richiesta dei Dott. Luisa Zanetti, Salvatore Bellomo e Alessandra Rizzo della Procura della Repubblica di Monza.
I destinatari delle misure cautelari (21 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 3 misure interdittive della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio) sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
L’attività trae origine dagli approfondimenti avviati nel 2015 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano sui noti summit di ‘ndrangheta tenutisi a Legnano (MI) e a Paderno Dugnano (MI), già oggetto di indagini nell’ambito dell’operazione “Infinito”. L’investigazione ha consentito di identificare gli elementi di vertice della locale di Limbiate (MB) e di individuare un sodalizio dedito al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, con base nel comasco, composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (RC), legati a cosche di ‘ndrangheta di notevole spessore criminale. Nel corso delle investigazioni è inoltre emersa la figura di un affermato imprenditore edile di Seregno (MB), che intratteneva rapporti con importanti esponenti del mondo politico e coltivava frequentazioni, rapporti e scambi reciproci di favori con esponenti della criminalità organizzata, a cui chiedeva interventi vari per raggiungere i suoi scopi. In tale contesto, in particolare, è stato altresì accertato il ruolo determinante avuto dall’uomo d’affari nell’elezione dell’attuale Sindaco di Seregno, facendo emergere come l’intercessione fosse legata al proprio interesse di ottenere, da parte degli organi istituzionali dei quali sosteneva la candidatura, la convenzione per realizzare un supermercato nel territorio comunale.

Milano, 26 settembre 2017

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