SEREGNO – IL PROCESSO “SEREGNOPOLI” ENTRA NEL VIVO
SEREGNO – E’ entrato nel vivo del dibattimento ieri 28 ottobre presso il Tribunale di Monza davanti al collegio giudicante presieduto dalla dottoressa Letizia Brambilla, il processo “Seregnopoli” che il 26 settembre 2017 portò all’arresto dell’allora sindaco Edoardo Mazza ( Forza Italia ), dell’imprenditore Antonino Lugarà ( leggi ) e al coinvolgimento (**) di altri imputati minori tra cui l’ex sindaco di Seregno Giacinto Mariani ( Lega ) . Nel corso dell’ udienza la presidente Letizia Brambilla, ha respinto tutte le eccezioni presentate dalle difese nelle fasi precedenti dichiarando lecite e legittime tutte le attività di intercettazioni eseguite dall’autorità inquirente. In aula erano presenti l’ex sindaco Mazza ( foto a sx ) , l’imprenditore Antonino Lugarà ( foto a dx ) e quasi tutti gli imputati minori . Assenti l’ex sindaco Giacinto Mariani e l’ex consigliere comunale Stefano Gatti . La fase dibattimentale è iniziata con l’ audizione del Tenente Colonnello dei Carabinieri ( e già comandante della Compagnia di Desio ) Pantaleo Cataldo, cui ha fatto seguito quella del maresciallo maggiore Luigi Maci; quest’ultimo con una notevole precisione ed accuratezza ha ricostruito la vicenda oggetto del processo dai suoi albori . Partendo dall’operazione Infinito che ricordiamo culminò con l’arresto e la successiva condanna di più di duecento persone, colpevoli di reati quali omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, ostacolo del libero esercizio del voto, riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite, il maresciallo Maci in oltre quattro ore di esposizione, ha raccontato gli accadimenti, i luoghi e le persone che costituivano la rete di personaggi, dai malavitosi fino ai politici di elevato livello, che sarebbero stati in contatto con il costruttore Antonino Lugarà : da Mario Mantovani (Vice Presindente Regione Lombardia all’epoca dei fatti) fino ad arrivare a figure contigue e appartenenti all’organizazione criminale denominata ‘ndrangheta quali Carmelo Mallimaci ( già condannato per estorsione ) e Fortunato Calabrò. In particolare la ricostruzione, minuziosa e dettagliata fatta dal maresciallo, ha permesso di chiarire che i legami dell’imprenditore Lugarà con il Mallimaci ed il Calabrò, sarebbero stati gli anelli di congiunzione con la potente ‘ndrina dei Morabito di Cantù, arrestati nel blitz del 26 settembre 2017 e già condannati in primo grado, qualche mese orsono dal Tribunale di Como, per reati di stampo mafioso. Il Maci ha raccontato, basandosi su intercettazioni, pedinamenti e altre prove, che Antonino Lugarà si sarebbe rivolto ai soggetti per ottenere un credito (legittimo) non ancora incassato o per identificare gli autori materiali di un furto avvenuto nell’abitazione della figlia nel dicembre 2015. E’ apparso evidente come l’accusa, rappresentata dai PM Salvatore Bellomo e Alessandra Rizzo, sia intenzionata a dimostrare la centralità del costruttore Antonino Lugarà e delle sue frequentazioni non solo con il modo politico locale e regionale. La prossima udienza è calendarizzata per il 4 novembre. ( Davide Vismara )
** ERRATA CORRIGE
“al coinvolgimento ” – Durante la ridigitazione del testo inviato dall’estensore , involontariamente non è stata copiata la parte” al coinvolgimento “.
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