Cultura

MONZA – SAN GERARDO: GESTIRE IL PERIODO SUCCESSIVO AD UN’OPERAZIONE AL FEMORE

MONZA – Dottore, mia mamma è confusa, non è più la stessa, le avete somministrato degli psicofarmaci? – Quante volte nella mia carriera professionale ho sentito questa domanda da parte di familiari di pazienti operati per frattura di femore. Lo stato confusionale acuto, meglio noto come delirium, è infatti una complicanza frequente in questi pazienti”, spiega il professor Giuseppe Bellelli, Direttore dell’Unità di Geriatria per Acuti della ASST Monza e Direttore della scuola di specializzazione di Geriatria dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il delirium può essere definito come un disturbo acuto della capacità di mantenere l’attenzione e la consapevolezza di sé nell’ambiente. È importante sottolineare che il delirium è un problema di pertinenza prevalentemente geriatrica, perché riguarda soprattutto le persone anziane e perché insorge a seguito di infezioni, interventi chirurgici, disordini di tipo metabolico e/o uso di farmaci. Nella nostra esperienza – sottolinea il professor Bellelli – circa il 30-35% dei pazienti sviluppa delirium dopo frattura di femore”. In meno di un terzo dei casi il delirium è ipercinetico (agitato) mentre in oltre due terzi dei casi è ipocinetico (cioè caratterizzato da sopore) o misto (caratterizzato dall’alternanza di delirium ipocinetico e ipercinetico). Il delirium ipocinetico e quello misto, come dimostrato da una ricerca pubblicata dal gruppo di Ortogeriatria dell’ASST Monza San Gerardo, sono purtroppo gravati da una elevata mortalità e un aumentato rischio di sviluppare demenza. I farmaci purtroppo non sono efficaci – continua il professore – mentre una prevenzione con terapie non farmacologiche lo è in circa il 40% dei casi. Gli approcci non farmacologici includono attività di stimolazione cognitiva, la regolarizzazione del sonno, la mobilizzazione precoce (eliminando, se possibile, il catetere e evitando contenzioni fisiche), l’assunzione durante le ore diurne di bevande e l’utilizzo, se necessario, di occhiali e protesi acustiche”.

Presso l’ospedale San Gerardo è attiva dal 2005 un’unità di Ortogeriatria che lavora in cogestione: il chirurgo si occupa dell’intervento chirurgico e dell’immediato post-operatorio, mentre il geriatra, in collaborazione con l’equipe infermieristica e gli anestesisti, si occupa di tutto ciò che riguarda la preparazione all’intervento (gestione delle patologie mediche coesistenti), della prevenzione e della gestione delle complicanze, tra cui il delirium. L’ortogeriatria dell’ASST Monza San Gerardo è capofila di un progetto italiano, denominato GIOG (Gruppo Italiano di Ortogeriatria), che coinvolge oltre 25 centri ortogeriatrici italiani e che mira a dimostrare la superiorità dell’approccio in cogestione (ortopedico-geriatrica) rispetto a quello tradizionale. I risultati dello studio saranno pubblicati nei prossimi mesi. La gestione di pazienti fragili complessi – sottolinea il Direttore Generale della ASST Monza Mario Alparone – comporta necessariamente un approccio multidisciplinare. Queste logiche vengono applicate con successo al San Gerardo anche grazie ai lavori di ricerca sviluppati con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca”.

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