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DESIO – GEROSA ( PD ) LASCIA IL CONSIGLIO COMUNALE . ” UN TRENO IN FOLLE CORSA VERSO IL NIENTE “

DESIO – Dimissioni nel consiglio comunale cittadino . Ha lasciato il suo posto da consigliere Giorgio Gerosa ( PD ) . Gerosa , che è stato anche segretario cittadino del Partito Democratico , ha motivato in una dettagliata comunicazione anche sui social le motivazioni della sua decisione .

Riporto qui sotto le motivazioni di questa scelta, che non dovrebbero sorprendere più di tanto chi mi conosce o chi ha seguito questa pagina negli scorsi mesi.
La prima motivazione è che ormai ritengo il Consiglio comunale un organismo svuotato di qualunque senso e di qualunque prospettiva.
Non è stato uno svuotamento accidentale, ma uno svuotamento sistematico promosso dalla maggioranza al governo della città.
L’istituzione Consiglio comunale è stata da loro calpestata in ogni modo possibile: menzogne, silenzi, risposte inadeguate o assenti, compressione o soppressione degli spazi di discussione e controllo, rifiuto di confrontarsi nel merito.
Irrisione al posto del dialogo, strafottenza al posto dell’ascolto.
Ho assistito alla trasformazione di uno spazio di rappresentanza democratica in un postribolo, dove dignità istituzionale ed etica pubblica, così come verità e competenza politica, si sono rivelati beni sempre più scarsi, infine assenti.
Non nutro più alcuna speranza nella possibilità di raddrizzare la pianta di questo governo desiano: nata male fin dall’origine, con un patto tenuto segreto ai cittadini e poi tradito, non poteva che crescere ogni giorno più storta e affondare sempre di più nel terreno paludoso da cui era cresciuta.
Questa classe dirigente, che poco o nulla dirige, non prenderà mai vera coscienza della propria inadeguatezza e del danno che sta causando a Desio e al suo capitale sociale.
L’alleanza ipocrita tra il Sindaco finto-civico Gargiulo e il Presidente del Consiglio finto-moderato Arosio, che ha consegnato la città in mano all’ottusità della Lega, continuerà a svuotare di significato l’assemblea comunale.
Come conseguenza, ogni reale confronto su bilanci di previsione, documenti di programmazione, visione di città sarà impossibile.
Né si possono attendere sussulti d’orgoglio da parte dei consiglieri comunali di maggioranza, che, chi per debolezza chi per convenienza, non scenderanno mai volontariamente da questo “treno in folla corsa verso il niente” – cit. ex assessora leghista – .
Alcuni, lontano dai riflettori, continueranno a contestare il proprio sindaco o i propri assessori, a giudicarli inadeguati al ruolo e caricaturali, salvo uniformarsi come marionette al momento del voto, dopo aver letto un discorso standard preparato a casa.
Ho profondo rispetto per chi nella minoranza rimane, chi nonostante sia parimenti nauseato dall’infimo livello istituzionale, si ostina a ricordare in Consiglio, a testa alta, come si dovrebbe svolgere il proprio ruolo.
Non è però la mia indole, non è la mia strada, il farmi prendere in giro da certe persone e far parte, giocoforza, di questo “circo di nani e ballerine”.

La seconda motivazione, strettamente collegata alla prima, sta nella consapevolezza che nessun risveglio civico può essere veramente generato tra le pareti di questo Consiglio comunale.
Anzi, quest’ultimo è una arma di distrazione e di allontanamento dal risveglio civico stesso.
Lo scontro istituzionale tra due modi opposti di vedere l’etica e la politica, questa rissosità in cui inevitabilmente si viene avviluppati se si vuole combattere con orgoglio per questioni di principio e di merito, non fa altro che confermare e radicare nei pochi cittadini spettatori convinzioni pre-esistenti.
Più lo scontro è aspro, più alta è la polarizzazione.
Chi si oppone a questo sistema si opporrà sempre di più, chi lo difende lo difenderà sempre più energicamente.
Il resto della città, pur maturando una crescente consapevolezza del baratro in cui è precipitata, si terrà lontano dalla contesa, per noia o fastidio.
Le energie dilapidate nel Consiglio comunale fanno principalmente il gioco della maggioranza, che non approfondisce, non ascolta e distrugge, tra una risatina e un insulto, non solo il lavoro e la ricerca sui documenti di ore e ore, ma soprattutto l’esperienza amministrativa di anni, perfino di decenni.
Ogni attimo che ci orientiamo a questi interlocutori, che perdiamo tempo con loro per cercare inutilmente di cavarne fuori qualcosa di buono per la città, è un attimo sottratto a progettare con i cittadini. A rintracciare, ancora più e meglio rispetto al passato, le energie migliori, le etiche pubbliche migliori, le competenze migliori.
Ad entusiasmarli e a coinvolgerli parlando di futuro.
Queste sono e dovrebbero essere le priorità, non rimbalzare contro il muro di gomma di governanti tutta apparenza e zero sostanza.

Infine, terza motivazione, forse più personale, a completamento delle due precedenti.
Anche qui per indole, non sono per l’occupazione dei ruoli all’infinito.
Dopo dodici anni spesi come Segretario del Partito Democratico, come Assessore e infine come Consigliere comunale ho ritenuto che fosse giunto il momento di fare un passo di lato e lasciare
responsabilità “in prima linea” ad altri.
Questo passo l’avevo già compiuto qualche mese fa al Congresso cittadino del mio Partito, non ricandidandomi, e l’ho replicato stamattina nelle istituzioni, lasciando il posto da Consigliere.
Nessuno è indispensabile, e chi si crede indispensabile fa solo atto di superbia.
Inoltre, aspetto ancora più importante, con l’esperienza si comprende che non si ha bisogno necessariamente di un ruolo per dare una mano alla propria comunità.
È invece giusto, anzi doveroso, che altri si cimentino in ruoli politici e istituzionali, per qui venire testati e fare esperienza.
Ha un senso l’esperienza in un Consiglio comunale svuotato, privo di prospettiva, scarsamente utile per il risveglio civico?
La mia risposta, paradossalmente, è sì.
Anche un ambiente politicamente ed eticamente insalubre va conosciuto e compreso: si impara ad “annusare” la menzogna, a ponderare la statura etica e politica delle persone, a nutrire quella sana indignazione civica che sfocia in protezione e difesa della città.  Giorgio Gerosa